L’ESPRESSIONE espressione di conoscenze

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L’ESPRESSIONE espressione di conoscenze Lettura strutturale della fotografia Abbiamo già visto che nel processo della Comunicazione Intellettiva possiamo individuare quattro fattori e due operazioni: r, C, S, R; Conoscere ed Esprimere C COMUNICANTE S SEGNO R RECETTORE r REALTÀ CONOSCIUTA espressione di conoscenze conoscenza di cose conoscenza di segni Il Comunicante, che vuole esprimere qualcosa, deve anzitutto conoscere, poi può esprimere questa sua conoscenza. Lo stesso vale anche per il fotografo.

L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia Il passaggio fra conoscenza ed espressione avviene attraverso varie fasi: tre interne alla mente del Comunicante (fasi interiori) una esterna alla mente del Comunicante IDEA DELLA COSA CONOSCIUTA IDEA DELLA COSA DA DIRE IDEA DEL SEGNO REALIZZAZIONE DEL SEGNO Durante queste fasi, l’adeguazione fra la mente del comunicante e la realtà, in entrambe le operazioni del conoscere e dell’esprimere, viene detta VERITÀ

l’idea della cosa conosciuta L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia È la conoscenza (concetto, idea, giudizio, raziocinio) dell’oggetto o azione o situazione con cui il conoscente è entrato in contatto. Quando la conoscenza corrisponde veramente alla realtà della cosa conosciuta, a qualunque suo livello di quiddità, si ha la l’idea della cosa conosciuta VERITÀLOGICA Il contrario della verità logica è l’errore (e non propriamente la falsità). dorme la nonna dorme Titti ha constatato che la nonna effettivamente dorme.

l’idea della cosa conosciuta L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea della cosa conosciuta CONOSCENZA «VERA» quando l’idea corrisponde alla realtà Titti vede degli animali nel prato, la cui quiddità è quella di «cavallo», sia pure di diverso colore ed età. Sì: Verità (logica) No: Errore Che bei cavalli! Che begli asini!

l’idea della cosa da dire L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia La scelta può essere: libera obbligata È la scelta dell’aspetto della cosa conosciuta che si vuol comunicare agli altri. quando dipende esclusivamente dal Comunicante. quando è determinata da fattori esterni interni p.e. come si fa ad esprimere esattamente con pellicola in bianco e nero anche il semplice colore di un tavolo?! l’idea della cosa da dire p.e. può essere condizionato dalla censura o da proibizioni di fare certe foto in certi luoghi. impossibilità ad esprimere tutto il contenuto mentale per impedimenti tecnico/operativi.

l’idea della cosa da dire L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea della cosa da dire Autore: N. Taddei Di tutte le cose che c’erano in quel luogo, il fotografo ha scelto di mettere in evidenza le nuove costruzioni che verranno a togliere bellezza e intimità a quella magnifica insenatura della Costa Smeralda.

l’idea della cosa da dire L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea della cosa da dire Autore: N. Taddei La «cosa da dire» in questo caso era far vedere il cartello che si trova all’inizio di quel villaggio della Costa Smeralda.

l’idea della cosa da dire L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea della cosa da dire Qui, invece, era far vedere quella combinazione del volto del Papa con le mani tese verso di lui, per «esprimere» il simbolo di adesione e di invocazione rappresentato da quei gesti.

l’idea della cosa da dire L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea della cosa da dire Quando l’idea della cosa da dire corrisponde alla verità della cosa conosciuta, si ha la Il contrario della verità morale è la menzogna o bugia, alla quale appartiene anche la bugia semiologica. (Il tacere parte della verità conosciuta non è di per sé una bugia, a meno che non si affermi di dire tutta la verità). VERITÀ MORALE dico che la nonna dorme la nonna dorme

L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia È la scelta del segno da usare per esprimere quella conoscenza. l’idea del segno Queste due foto dell’identico posto, scattate dall’identica posizione fanno capire chiaramente che l’autore le ha scattate in due diverse ore del giorno, per far vedere la differenza di colori data dalla luce. Egli aveva l’«idea del segno», cioè sapeva che scattando in due ore diverse, ci sarebbe stato un risultato diverso.

vorrei dire che la nonna dorme L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia l’idea del segno Quando l’«idea del segno» (nella sua prima fase, quella interna), o lo stesso «segno realizzato», corrisponde all’«idea della cosa da dire» si ha la verità ontologica . Il contrario della verità ontologica è la falsità. Facciamo l’esempio del segno-fotografia Il segno (la foto) fa vedere che “la nonna dorme” (verità). vorrei dire che la nonna dorme VERO FALSO Il segno (la foto), in questo caso, dà l’idea che “la nonna si mette le dita nel naso” (falsità).

la realizzazione del segno L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia è l’operazione esterna che, per tutti i segni, può essere fatta senza strumenti esterni all’autore con strumenti esterni all’autore parlare, gestire scrivere, dipingere, ecc. la realizzazione del segno

la realizzazione del segno immagini normali o iconiche L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia la realizzazione del segno Gli strumenti possono essere tali che, per fare il segno, devono essere guidati materialmente dal comunicante: se opportunamente predisposti e mossi, fanno il segno da soli: scrivere a mano disegnare, pitturare fotografare scrivere a macchina, col computer, stampare. immagini normali o iconiche immagini tecniche

la realizzazione del segno L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia la realizzazione del segno Quando, prima l’idea del segno e, poi, il segno stesso corrispondono all’«idea della cosa da dire» c’è VERITÀ ONTOLOGICA completa nelle due fasi , interna ed esterna. Queste due foto, una troppo chiara (sovraesposta) e l’altra troppo scura (sottoesposta), non hanno verità ontologica, perché è ovvio che il fotografo non voleva ottenere quegli effetti, ma li ha ottenuti per sua imperizia.

L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia È un particolare tipo di menzogna caratteristica del linguaggio fotografico; è un’affermazione falsa realizzata con elementi veri. la bugia semiologica Un esempio di «bugia semiologica» sta nel titolo del giornale che, composto in quel modo, fa credere che l’aumento della benzina sia già stato deciso.

L’ESPRESSIONE la bugia semiologica Lettura strutturale della fotografia la bugia semiologica La foto che, angolata in un certo modo, fa vedere i due lampioni e non quattro, è di fatto una bugia semiologica, perché fornisce un’informazione non corrispondente alla realtà (4 lampioni), pur senza nessuna intenzione di mentire e senza nessun trucco fatto appositamente per ingannare. (usa i tasti   per vedere le due angolature)

L’ESPRESSIONE la bugia semiologica Lettura strutturale della fotografia la bugia semiologica Esempio tipico di bugia semiologica, a causa della deformazione ottenuta dall’obiettivo lungofocale (zoom) sull’asse che avvicina in modo accentuato i piani della profondità.

Foto ricavata da una pubblicità di automobile L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia la bugia semiologica In questa foto si vuole dare l’dea di quanto possa scottare un cofano di automobile in estate, se non si usano particolari precauzioni. Foto ricavata da una pubblicità di automobile L’autore ha posto sopra al cofano un uovo fritto altrove e, con la mano che tiene il guscio, ha dato l’idea che quell’uovo sia stato fritto lì (bugia semiologica).

L’ESPRESSIONE Lettura strutturale della fotografia FINE