Cosa sappiamo di certo sul Purgatorio ?

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Transcript della presentazione:

Cosa sappiamo di certo sul Purgatorio ?

La parola PURGATORIO evoca nella mente di molti una grande sala di attesa nella quale coloro che già sono salvi ma non totalmente purificati attendono la loro ora per entrare nel "Cielo" e nel frattempo soffrono tutti i tipi di patimenti. Il fatto è che con il Purgatorio è accaduto lo stesso che con l'Inferno: la tradizione popolare ha accumulato rappresentazioni assurde, indegne della fede in un Dio che è amore, e non appropriate alla speranza cristiana.

La Chiesa si è sempre opposta a queste stravaganze

Già nel secolo XVI il Concilio di Trento emise un decreto nel quale proibiva di aggiungere alla dottrina del Purgatorio questioni secondarie, inutili e fuori luogo, al fine di non turbare la fede della gente semplice.

Anche i teologi partendo dalla Bibbia, cercano oggi di precisare meglio l'immagine del Purgatorio e la sua relazione con il Dio autentico della nostra salvezza.

Da quando Lutero nel secolo XVI si separò dalla Chiesa cattolica e dichiarò che l'esistenza del Purgatorio non può essere provata dalle Sacre Scritture la Chiesa cercò dei testi biblici attraverso i quali dimostrare che la Bibbia parla dell’esistenza del Purgatorio. E in questa disputa si commisero molti abusi.

Come si può credere nel Purgatorio? Ne parla la Bibbia?

Il fondamento della dottrina del Purgatorio La Chiesa cattolica si basa su due idee generali che chiaramente e ripetutamene compaiono nella Bibbia e che sono il nucleo della dottrina sul Purgatorio

La prima è la convinzione che solo con una purezza assoluta è possibile comparire al cospetto di Dio. Nulla che abbia anche il più piccolo difetto può presentarsi dinanzi alla sua grandiosità. La seconda è che Dio "renderà a ciascuno secondo le sue opere" nell'altra vita (Lettera di S.Paolo ai Romani 2,6).

Ma … cosa significa Purgatorio? Tutti veniamo a questo mondo con un progetto di Dio sottobraccio, che si va realizzando in concreto a seconda dei nostri atti d'amore, il nostro impegno nel servizio, la nostra capacità di rinuncia, la nostra solidarietà.

Per questo, Dio ci ha colmati, al momento della nascita, di una serie di potenzialità e di capacità che dobbiamo porre in pratica nel corso della nostra vita. Ma non tutti gli uomini sfruttano al massimo le loro capacità. Non tutti traggono da sé il meglio di ciò che hanno per offrirsi al prossimo, né mettono in atto tutte le potenzialità che Dio ha dato loro, per concludere prima di morire il progetto d'amore che portano con sé in questo mondo.

Così molti possono giungere alla fine della loro vita non come uomini pienamente maturi, bensì come esseri umani incompleti. La morte può sorprendere una persona che si sta ancora formando, con molti compiti non completati nella propria vita. E non ha importanza a quale età muore, poiché anche quando uno muore giovane, il poco tempo che ha avuto per vivere ha potuto essere sufficiente per compiere il suo progetto d'amore e conseguire così la maturità interiore e la perfezione che Dio si attendeva da lui.

Il Purgatorio è un luogo? Quanto tempo dura? C’è il fuoco?

Un uomo incompleto, carente della maturità sufficiente, non può entrare al cospetto di Dio.

È allora che Cristo rivolge uno sguardo pieno di grazia e d'amore a quell'uomo che gli va incontro, uno sguardo che gli penetra fin nell'intimo. Quello sguardo è il "luogo" che chiamiamo Purgatorio

In qualche modo, all'uomo risulterà doloroso trovarsi incompleto dinanzi a Cristo. Sarà amaro per lui sciogliere istantaneamente tutto ciò che si è venuto aggrovigliando durante la sua vita, con i suoi peccati. Per questo motivo il Purgatorio implica dolore, concetto che viene espresso come fuoco purificatore

fuoco che non ha nulla a che vedere con un certo “fuoco in cui bruceranno le anime”, come frequentemente si sente affermare.

Occorre inoltre dissipare il famoso errore della sua durata Occorre inoltre dissipare il famoso errore della sua durata. Dato che dopo la morte non esiste il tempo né trascorrono le ore, il Purgatorio non può "durare" mesi, né anni, come a volte si pensa. E’ appena un istante, per così dire, nel quale Dio concede l’ultima grazia all’uomo per superare il suo egoismo e le mancanze della sua vita.

Cerchiamo di vederci più chiaro … Un po’ di storia

Già sin dai primi secoli i Santi Padri hanno insegnato l'esistenza di uno stato di purificazione dopo la morte. A partire dal secolo III si venne determinando con più precisione in che cosa consiste. Nel secolo XI, a questo processo purificatore fu dato per la prima volta il nome di "Purgatorio". Il papa Innocenzo IV, nel 1254, sarà il primo a toccare ufficialmente il tema e a includere la parola nel magistero ecclesiastico. Poco dopo, la parola passò a designare un "luogo", una prigione piena di tormenti. Si giunse poi ad una formulazione definitiva della dottrina sul Purgatorio con i Concili di Firenze e di Trento.

Allora … cosa si deve realmente credere a riguardo del Purgatorio?

Il concilio definì solamente: che il Purgatorio esiste che non è un luogo ma uno stato che i vivi possono aiutare i defunti

Come aiutare i defunti? Se mentre essi vivevano, erano i nostri atti di amore che potevano aiutarli a migliorare come persone, ora che sono morti, le nostre preghiere, le nostre opere buone, sono i nuovi atti d'amore che offriamo in loro favore. E per questo sostegno del nostro amore, Dio li conduce alla pienezza, li completa nell'amore che mancava loro.

"Ammettili a contemplare la luce del tuo volto". Per questo la Chiesa ha sempre mantenuto l’ antichissima usanza di pregare per i defunti. E le dà tanta importanza, che nel momento centrale della Messa riserva un ricordo esclusivo per loro nel quale chiede a Dio: "Ammettili a contemplare la luce del tuo volto".

La felicità del Purgatorio Il Purgatorio è l'ultima grazia che Dio concede all’uomo perché si purifichi in vista di un futuro accanto a Lui.

                                                                                                                                                                                                    È la possibilità gratuita che Dio gli dà di poter maturare radicalmente nell'amore. È l’istante nel quale l'uomo trasforma completamente la sua vita per poter guardare Dio faccia a faccia e abbandonarsi a lui in un abbraccio eterno.

Santa Caterina da Genova scrive: Non credo ci sia felicità paragonabile a quella di coloro che sono nel Purgatorio, eccetto quella dei santi in Cielo. Questo stato dovrebbe essere desiderato più che temuto, poiché le sue fiamme sono fiamme di immenso amore e nostalgia.

Il Purgatorio è la splendida realtà della speranza cristiana. La morte non pone termine alle relazioni tra gli uomini. Questi possono continuare ad aiutarsi, attraverso atti d'amore, così come facevano quando vivevano qui sulla terra.

Il Purgatorio è l'estremo grido che ci dice che l'amore è più forte della morte.

Cosa sappiamo della Bibbia? Per questa presentazione ci siamo ispirati al testo di Ariel Alvares Valdés Cosa sappiamo della Bibbia? isg edizioni – Vicenza 2000