Il conflitto Arabo-Israeliano

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Transcript della presentazione:

Il conflitto Arabo-Israeliano Di :Barcellona Federica, Buttitta Irma, Cascio Giulia, Cozzo Mattia, Gelfo Sofia, Sances Roberta, Valdesi Cristina VF

Sommario Introduzione Il Sionismo La questione Ebraica e quella Palestinese Gli Ebrei e il nazismo Tappe pirncipali

Introduzione La popolazione ebraica, di appartenenza semitica, si trovava in Palestina già nel xviiii secolo a.c. La sua storia è nota attraverso i racconti della Bibbia: fu il patriarca Adamo a guidare gli ebrei dalla Mesopotamia alla terra promessa. In seguito emigrarono in Egitto, ma riuniti da Mosè, vennero ricondotti in Palestina. Le dodici tribù di Israele si insediarono sulle sponde del mediterraneo verso l’xiii secolo a.c. e lì rimasero per oltre un millennio. In tale periodo si costituirono anche la schiavitù , a opera degli Assiri e soprattutto dei Babilonesi che nel 587 a.c. distrussero il tempio di Gerusalemme , cuore della religione ebraica. Passata sotto la dominazione dei Persiani, poi Alessandro Magno e dei regni Ellenistici, gli Ebrei riacquistarono l’indipendenza sotto la dinastia degli Asmauli, nel 168 a.c. Un secolo dopo, furono i Romani a imporre il proprio controllo sulla regione. Le due grandi rivolte ebraiche, schiacciate dagli imperatori Tito e Adriano, segnarono l’inizio della diaspora, la dispersione degli Ebrei per i paesi del mondo. Spesso integrati, ma più frequentemente solo tollerati o addirittura perseguitati, gli Ebrei dovettero aspettare l’800 perché in Europa venissero riconosciuti loro i diritti civili e politici. Con la nascita del movimento Sionista che nacque per riunificare gli Ebrei della diaspora in uno stato Ebraico in Palestina, nel xix secolo dall’opera di Theodor Herzi. Nel 1917 il movimento sionista ottenne il primo significativo risultato: il ministro degli esteri Balfour impegnava un (focolare nazionale ebraico in Palestina ). Tra l’800 ed il 900 il movimento sionista portò in Palestina migliaia di Ebrei da ogni parte della terra con uno sforzo assecondato poi dalle autorità inglesi, cui nel1917 la regione era stata affidata in mandato. Nei decenni successivi vi giunsero centinaia di migliaia di profughi in fuga dalle persecuzioni naziste. Conclusa la seconda guerra mondiale, 14 maggio 1948, per decisione dell’ONU sorse lo stato di Israele. Da questa data le principali date sono:

Il sionismo e lo stato di Israele Lo Stato di Israele, che oggi ha sei milioni di abitanti, riconosce fino ad oggi il diritto di qualsiasi ebreo del mondo di emigrare in Israele semplicemente richiedendolo e di ricevere la cittadinanza non appena arrivato. L'atto di immigrazione in Israele nel caso di un ebreo viene chiamato Aliyah, che in ebraico significa "ascesa". Chiunque abbia un nonno ebreo è riconosciuto come ebreo. Durante gli anni '50 e gli anni '60, moltissimi ebrei provenienti dal Nord Africa e dal Vicino Oriente emigrarono in Israele, in seguito all'ostilità che avvertivano nei paesi di origine. Durante gli anni '90, è emigrato in Israele circa un milione di persone dall'ex Unione Sovietica. Molti di loro hanno solo dei tenui legami familiari con l'Ebraismo, e non sono mancati i casi di praticanti del Cristianesimo ortodosso. Si suppone che molti di essi siano emigrati in Israele per sfuggire dalle condizioni economiche e sociali molto dure dei paesi di origine. Negli ultimi anni, c'è stata anche un'immigrazione crescente di clandestini provenienti dall'Africa e dall'Asia. Israele si autodefinisce uno "Stato Ebraico". Il milione di Arabi risiedenti nei suoi confini, discendenti degli Arabi che rimasero nel 1948, possiede la cittadinanza, pur se esclusi dal servizio militare obbligatorio. Come conciliare la crescente multi-culturalità di Israele e la grande presenza araba con la natura ebraica del paese rimane una questione aperta.

Inoltre la società è divisa su numerosi temi tra la componente religiosa e quella laica. Le due lingue ufficiali sono l'Arabo e l'Ebraico, una lingua che è stata completamente rivitalizzata dopo duemila anni di disuso. In seguito alla conquista ed all'occupazione militare della Cisgiordania e della Striscia di Gaza avvenuta nel 1967 in seguito alla guerra dei sei giorni, sono state costruite nuove colonie ebraiche nei Territori Occupati. Molti degli abitanti di queste colonie sono motivati dalla credenza religiosa che l'intera Terra di Israele sia stata promessa da Dio agli Ebrei e che cederne anche solo un pezzo sarebbe un peccato. Altri coloni invece sono mossi da considerazioni di sicurezza militare. Queste colonie hanno attirato la rabbia dei Palestinesi e condanne da tutto il mondo. Questa forma di "Sionismo religioso" ha destato perplessità e critiche anche all'interno di Israele, ed è stato descritto come una cattiva interpretazione della religione ebraica. Molti Israeliani considerano la costruzione di colonie come un gesto estremista ed un ostacolo al raggiungimento della pace.

Il Sionismo Il Sionismo è un movimento politico nato verso la fine del XIX secolo tra gli Ebrei. Lo scopo del movimento era quello di creare uno Stato per gli Ebrei perché, secondo i Sionisti, essi si sarebbero sempre trovati in pericolo come una minoranza in terra altrui. Il fondatore del Sionismo è oggi considerato Teodor Herzl, un giornalista austriaco di origine ebraica, che nel 1897 organizzò il primo Congresso Sionista in Svizzera, e creò l'Organizzazione Sionista Mondiale. In realtà l'idea di creare uno Stato ebraico circolava già da prima. I promotori di questa idea volevano fondare lo Stato nella storica terra d'Israele, chiamata anche Palestina, dove gli Ebrei regnavano nei tempi biblici. La religione ebraica la considera "la Terra Promessa", anche se solo in senso metaforico e non necessariamente pratico. Questa terra, dai confini storicamente non ben definiti, non sarebbe stata comunque molto più grande di una delle regioni italiane più grandi. C'era anche chi proponeva di creare uno Stato ebraico in altre parti del mondo, ad esempio in Amazzonia o in Kenya, ma l'opzione di gran lunga più popolare restava la Palestina, all'epoca governata dall'Impero Ottomano.

Durante i primi decenni del XX secolo, diverse decine di migliaia di ebrei, soprattutto provenienti dall'impero russo, emigrarono verso la Palestina, spinti dall'idealismo e dal desiderio di sfuggire ai pogrom, all'intolleranza ed alla mancanza di opportunità nei paesi di origine. Nel 1922 il controllo della regione passò all'Impero Britannico, che chiese e ottenne dalla Società delle Nazioni un Mandato sulla Palestina, che includeva anche l'odierna Giordania. Alcuni dei nuovi colonizzatori erano spinti da ideali socialisti e crearono dei Kibbutz, delle comunità organizzate secondo criteri collettivisti e comunistici, in cui la popolazione viveva dell'agricoltura. Altri si sistemarono nelle città o ne fondarono di nuove, la più importante delle quali è Tel Aviv. La popolazione araba aumentò per l'arrivo di immigrati dai paesi circostanti, che vennero in Palestina per lavorare, spinti dai salari più elevati di quelli dei loro paesi d'origine. Tra gli immigrati ebrei si fece strada anche l'uso della lingua ebraica, la quale, relegata all'ambito religioso da duemila anni, non era più usata quotidianamente.

La Questione Ebraica & la Questione Palestinese Si avvicinava la Seconda Guerra Mondiale che sarebbe stata totale e gli Inglesi non avevano più voglia di perdere tempo in quell’angolo di mondo. Dettarono le loro condizioni:indipendenza sarebbe stata accordata entro 10 Anni;in Palestina potevano immigrare altri 75.000 Ebrei, dopo di che successive Immigrazioni sarebbero state decise dalla maggioranza araba. Limitata in alcune Zone l’acquisizione di terre, vietate in altre. Nei disegni ultimi degli Inglesi c’era uno stato bi-nazionale in cui gli ebrei sarebbero Stati 1/3 degli arabi. Violente furono allora le proteste del movimento sionista, che vedeva limitata la possibilità Di immigrazione, proprio mentre Hitler cominciava a martirizzare un intero popolo Riempiendo i campi di sterminio ed i forni crematori. Dal canto loro gli arabi mantenevano una posizione di attesa: erano certamente di sentimenti antibritannici, ma puntavano ad uno Stato da 1\3 contro 2\3 ed intuivano una valida soluzione ad un problema che diventava sempre più ingarbugliato. Avevano fatto i conti senza la determinazione ebraica. In teoria gli ebrei dovevano stare con gli inglesi contro Hitler, in realtà stettero contro ambedue.

Una terra per gli Ebrei martoriati dal Nazismo L’ONU convocò l’assemblea generale per il 29 Novembre 1947. All’ordine del Giorno: la divisione della Palestina in 2 stai uno arabo, uno ebreo geograficamente incastrati uno nell’altro con Gerusalemme (abitata da 100.000 ebrei e 105.000 arabi) zona internazionale sotto il controllo e l’amministrazione dell’ONU. I delegati erano 56,33 la maggioranza superiore ai 2\3 prevista dal regolamento. Incertissimo l’esito del voto. Il mondo intero aveva sotto gli occhi le fotografie dei campi di sterminio Nazisti e l’Europa faceva i conti con la sua cattiva coscienza, ma erano molti i delegati nient’affatto sicuri che la spartizione fosse la migliore soluzione al problema di trovare una terra agli ebrei. Si sprecarono le manovre sotto banco, le promesse, le minacce. Tra i corridoi del palazzo dell’ONU (che una volta era stato una pista di pattinaggio) delegati e rappresentanti arabi ripetevano con calma che la spartizione avrebbe significato guerra all’ultimo sangue, mentre 9000km lontano da New York, a Gerusalemme, Yitzhak Sadeh, fondatore dell’Haganah, avvertiva i suoi collaboratori”Se l’esito del voto sarà positivo, gli arabi ci faranno la guerra e perderemo 5000 uomini,ì. Se sarà negativo, faremo noi la guerra agli arabi”.

Tappe Principali 1959: nasce “Al-Fatah”, movimento per la liberazione della Palestina guidato da Y.Arafat 1964: Su iniziativa di Nasser nasce L’OLP (organizzazione per la liberazione della Palestina) 1967: (Maggio-Giugno: crisi arabo-israeliana e conseguente”guerra dei sei giorni”. Al suo termine Israele controlla la Cisgiordania, Gerus-est e le alture del golan 1968: è il pericolo della rinascita palestinese con Arafat che arriva a guidare l’Olp. Con L’Olp e Fplp(fronte popolare per la liberazione della palestina) organizzano azioni di guerriglia contro Israele. Settembre 1970: è il settembre nero durante il quale i guerriglieri palestinesi si scagliano contro la Giordania del re Hussein, quest’ultimo opta per la rappresaglia alle roccaforti palestinesi. I guerriglieri di Arafat vengono soccorsi dalla Siria che sconfina in territorio Israeliano, si arriva nuovamente sull’orlo della guerra e solo l’intervento degli USA sventa il conflitto. 6 Ottobre 1973: Siria ed Egitto attaccano Israele (guerra di Kippur) dopo alcuni successi l’esercito israeliano respinge gli attacchi e arriva a minacciare Damasco ed Il Cairo. 18 Gennaio 1974: accordo Israele-Egitto con la mediazione di Kissinger: Israele accetta di lasciare i salienti sulla riva occidentale nel canale di Suez in cambio della possibilità di attraversare il canale con le sue navi. 31 Maggio 1974: Accordo Siria- Israele grazie alla mediazione di Kissinger e re Assad, veniva permesso di stabilire 9 battaglioni a difesa di Damasco mentre l’esercito israeliano si ritirò, e fu creata una zona smilitarizzata. 28 Ottobre 1974: Il vertice dei paesi arabi di Rabat riconobbe l’Olp come governo in esilio dei Palestinesi. Novembre 1974: Arafat porta davanti all’Assemblea generale dell’ONU Estate 1975: L’ONU definisce il sionismo una forma di razzismo.

Tappe principali 5-17 Settembre 1978: Vertice di camp David tra Begin Sadat e Carter: furono stipulati 2 “Accordi quadro” in base ai quali si sarebbe ritirata dal Sinai e l’Egitto avrebbe aperto relazioni diplomatiche normali con lo stato ebraico, mentre si stabiliva che non appena i Palestinesi avrebbero cessato l’occupazione militari. Israele ed Egitto si impegnavano ad avviare trattative per un trattato di pace. 26 Marzo 1979: trattato di pace tra Israele ed Egitto. 6 Giugno1982: invasione del Libano da Israele, motivata dall’accumulo di armi lungo la frontiera e della protezione che il governo di Beirut forniva all’OLP. 16-17 Settembre 1982: i libanesi e gli israeliani entrano nei campi di Sabra e Satila e uccisero 2000 persone. La successiva commissione d’inchiesta disposta dalle autorità israeliane, accertò la responsabilità di Ariel Sharon, ministro della difesa. 8 Dicembre 1987: scoppia l’Intifada (rivolta in arabo) nei territori della striscia di Gaza (territorio compreso tra la Palestina e Israele, nel quale si stanno verificando i diversi scontri. 1991/1991: Scoppia la guerra del Golfo tra Nato e Iraq, Arafat appoggia Saddam Hussein e dopo le sconfitte di quest’ultimo rimane isolato. 30 Ottobre 1991: Si verifica la conferenza di pace a Madrid sotto la presidenza di Bush e Gorbaciov , con la partecipazione del Libano, della Siria, dell’Egitto, di Israele e una delegazione palestinese. A causa delle resistenze israeliane la conferenza non ottenne risultati. 9 Settembre 1993: Accordi tra Arafat e Rabin. Arafat pone fine all’intifada ed in cambio ottiene il ritiro delle truppe israeliana Gaza a Gero nella Cisgiordania. Su questi territori si sarebbe insediato un governo palestinese. 4 Novembre 1995: Assassinio di Rabin a Tal Avin da parte di un dissidente israeliano, il successore Peres proseguì nella concessione dell’autonomia alla Cisgiordania. Fine

THE END