Comprendere la pratica per progettare il cambiamento professionale Patrizia Magnoler Università degli Studi di Macerata.

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Comprendere la pratica per progettare il cambiamento professionale Patrizia Magnoler Università degli Studi di Macerata

Prescrivere per cambiare? Le Indicazioni Nazionali: tra libertà di interpretare il cambiamento didattico e la prescrizione di risultato. Competenza del docente, competenza dello studente. «L’elaborazione e la realizzazione del curricolo costituiscono pertanto un processo dinamico e aperto, e rappresentano per la comunità scolastica un’occasione di partecipazione e di apprendimento continuo» (Indicazioni Nazionali, p. 15)

Quale formazione attivare? Una Ricerca-Azione da interpretare. Valorizzare le tendenze riflessive, di analisi e taluni aspetti della cultura professionale dei docenti, compresa la ricerca di innovazione. Assumere la naturale tendenza alla conservazione e persistenza nelle pratiche. Gestire l’equilibrio tra singoli individui e collettività per attivare un cambiamento generativo.

Tra ricerca e formazione La ricerca per la formazione: la Didattica professionale (Pastré, Mayen, Vergnaud, 2006) e il Cours d’action (Theureau, 2006). L’analisi del lavoro e dell’attività (Oberdane e Faverge, 1955, Leplat, 1997, Durand, 2015). Il rapporto tra ricercatore e insegnante: la Ricerca Collaborativa (Desgagné, 1997, Bednarz, 2013, Morrisette, 2015) e il dialogo fra saperi per condurre un’analisi plurale (Vinatier, altet, 2008), una postura etica (Damiano, 2006). Quale formazione: verso una consapevolezza dell’agire e del progettarsi professionalmente a livello individuale e collettivo.

L’analisi del lavoro per la formazione Dall’ergonomia francofona: Il processo di analisi dell’attività favorisce la definizione degli obiettivi di apprendimento che si vogliono perseguire, la scoperta del proprio e altrui «sguardo» sull’insegnamento. Si fa luce sulla trasparenza delle pratiche che è il primo ostacolo al cambiamento.

Comprendere la pratica Compito prescritto – compito ridefinito – compito reale (Léontiev, 1975, Leplat, 2008) 1. Le Indicazioni Nazionali 2. Le interviste per comprendere la progettazione 3.1 Le videoregistrazioni dell’azione 3.2 L’analisi dell’agito

Quale percorso tra ricerca e formazione Presa di coscienza che consente di riconoscere e identificare gli automatismi dell’attività all’interno di formati pedagogici tipici (Veyrunes, 2015) assumere punti di vista diversi sulla situazione attraverso – «l’agito tracciato», – il confronto con altri, – il pensiero degli alunni, – l’analisi della dinamica dell’insegnamento, rimodulare l’insegnamento secondo traguardi possibili (spazio di sviluppo incoraggiato, Durand, 2015 )

IL CONTRATTO Gruppo di ricerca: P. Magnoler, M. Pentucci, V. Iobbi

Tra grande e piccolo gruppo

Gli oggetti di analisi La trasposizione didattica (l’analisi dei mediatori, la successione delle attività, il sostegno all’apprendere – > le domande) Gli organizzatori (convinzioni che originano le scelte e la regolazione in atto) Gli obiettivi di apprendimento di ogni docente Le aree di cambiamento nelle pratiche collettive

Le ricorrenze ESPERIENZA AGITA IN PRECEDENZA (visita al castello, cartellone, video…) ANALISI COLLETTIVA (spesso attraverso l’osservazione) FINALIZZATA AL FARE DEL GRUPPO SEZIONE IN RELAZIONE ALL’ESPERIENZA FARE COLLETTIVO (cartellone, lavoro manipolativo-manuale) ANALISI DEL SINGOLO E PRODUZIONE DEL SINGOLO VERBALIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE. ANALISI DEL SINGOLO ORIGINE CULTURALE (PROFESSIONALE) E INDIVIDUALE

Un formato pedagogico Valorizzazione dell’alunno Apprendimento per scoperta Competenze nella selezione di informazioni Ricostruzione

Su che cosa intervenire? Operatori della storia: il tempo, lo spazio Chiarificazione concettuale Analisi del sistema di insegnamento (registri di funzionamento) I mediatori

Dispositivo OGGETTO CULTURALE STUDENTE INSEGNANTE SPAZIO D’AZIONE DELLO STUDENTE Processo d’insegnamento Il sistema insegnamento

Cambiare il mediatore (oltre il libro di testo)

UNA NUOVA STRUTTURAZIONE La presenza di un mediatore epistemologicamente fondato scelto dall’insegnante in accordo con il formatore esprime un cambiamento della ricorrenza corrispondente al cambiamento dei teoremi in atto dell’insegnante, che nel secondo caso fonda il suo dispositivo sull’attività centrata sull’oggetto culturale

Ambiti di cambiamento individuale Comprensione della propria azione … a me ha fatto capire ciò che facevo. Perché per me era routine. (Co-esplicitazione del 23/06/2015) Trasformazione degli organizzatori Lo spazio di parola lasciato ai bambini questa volta non ha ruoli relazionali o motivanti, ma diventa fondativo del processo di insegnamento e di apprendimento. Gestione dell’azione didattica L’utilizzo della domanda (un formato pedagogico che cambia allorchè cambia la consapevolezza dell’azione dello studente) Riflessione “… però io non avevo mai fatto una riflessione così profonda nel mio percorso … né nel mio percorso professionale, proprio mio – ciò che so fare, ciò che so essere – né dal punto di vista epistemologico, delle mie conoscenze. Quindi io ho proprio ricominciato”.

Progettare il cambiamento professionale Possibile, desiderato….verso quali traguardi di apprendimento per se stessi? Verso la comprensione delle pratiche individuali e collettive Per la costruzione di nuovi «artefatti» che attivino «il presente delle pratiche» con l’analisi «delle pratiche possibili e desiderate» dalla comunità professionale.

Quale doppia verosimiglianza? Per la scuola: un metodo per analizzare le pratiche, più artefatti (percorsi didattici e una proposta di curricolo che racchiude un processo di ricerca-formazione) Per la ricerca: indicatori di sviluppo professionale, traiettorie per un nuovo modello formativo che inizi dentro la pratica.

Per continuare insieme