1917- Rivoluzione russa
1917 ritiro dal conflitto e crollo dell’impero Il ritiro delle truppe russe nel 1917 dal fronte proprio nel momento di maggiore crisi per entrambe le coalizioni contendenti era stato causato dalla rivoluzione di Febbraio. Il regime zarista fu travolto dalla ribellione di una popolazione stremata dalla guerra, ma già da tempo oppressa da una condizione sociale insostenibile . L'immenso impero zarista comprendeva moltissime nazioni: finlandesi, russi, mongoli, polacchi, georgiani, armeni ecc. ed era guidato dalla monarchia assoluta dei Romanov. L'impero zarista era lo stato più arretrato d'Europa.
L’Impero prima del 1914
Impero dispotico e arretrato La lingua e la cultura dei russi era stata imposta a tutto l'impero. Personaggi ignoranti e corrotti dominavano la corte. Il monaco Rasputin, figura tragica e grandiosa divenne il vero padrone della Russia approfittando della debolezza dello zar. Nei vari territori dell'impero e nella maggiori città russe frequenti erano le ribellioni. Ricordiamo in particolare le sommosse del 1905, seguite alla sconfitta contro il Giappone. Ad un certo punto le sommosse divennero molto frequenti e diffuse, coinvolsero tutti gli strati della popolazione comprese le forze armate Lo zar fu costretto a concedere la Costituzione, ma il diritto di voto fu concesso a pochissime persone e il parlamento (Duma) ebbe pochi poteri.
Fine delle servitù della gleba Lo zar Alessandro II nel 1867 aveva abolito la servitù della gleba permettendo a venti milioni di contadini liberi di riscattare la terra sulla quale lavoravano; tale riforma aumentò enormemente la produzione di frumento e l'esportazione a basso prezzo in Europa, dati i bassi salari dei braccianti e permise la disponibilità dei capitali necessari per investire nell'industrializzazione di un paese completamente agricolo. Industrie chiavi in mano Gli stati industrializzati occidentali vendevano alla Russia industrie complete e funzionanti, formavano tecnici e operai e assistevano la produzione per i primi anni. I primi settori industriali che si svilupparono furono il tessile e il siderurgico Dal 1850 al 1910 la popolazione era raddoppiata (70-160 Milioni), gli addetti all'industria raggiungevano i cinque milioni: pochi rispetto al resto della popolazione, ma abbastanza numerosi in assoluto e concentrati in poche grandi città (Pietrogrado, Mosca, Kiev, Rostov, Odessa, Baku). Questi lavoratori costituivano una base molto politicizzata e sindacalizzata: saranno loro i principali protagonisti della Rivoluzione Russa del 17.
Partiti politici nella Russia zarista Sotto il regime zarista erano vietati i partiti e i sindacati. Tuttavia molti erano segretamente iscritti al sindacato e al partito socialdemocratico. Nel Congresso di Londra del 1903 il partito si scisse tra menscevichi e bolscevichi. I menscevichi (che in russo significa di minoranza) erano i più moderati: sostenevano un'alleanza strategica con la borghesia per l'ottenimento di riforme politiche e sociali,allo scopo di portare il Partito socialdemocratico ad essere legalmente riconosciuto e poi ad ottenere il successo in libere elezioni politiche. I bolscevichi ("di maggioranza" in lingua russa) ritenevano che solo la rivoluzione avrebbe potuto realizzare i cambiamenti sociali auspicati dai socialisti :la rivoluzione avrebbe permesso di impadronirsi del potere con la forza. In Russia tutti i poteri appartenevano alla nobiltà zarista, mentre scarso peso politico aveva la poco numerosa borghesia e la polizia era particolarmente spietata contro ogni forma di organizzazione politica o sindacale.
Il POPOLO CONTADINO DIMENTICATO Escluso e lontano dall’idea rivoluzionaria bolscevica restava tuttavia il mondo contadino: un mondo disperso in un territorio sterminato, chiuso in piccole realtà separate l’una dall’altra. Dal punto di vista economico la campagna russa presentava situazioni e figure diverse. Molti erano i braccianti e i contadini poveri, proprietari di minuscoli fazzoletti di terra che li condannavano a una vita di miseria e Stenti. Esistevano anche contadini benestanti, se non proprio ricchi: i kulaki.Erano proprietari di appezzamenti un po’ più grandi, di piccole fattorie, di stalle con capi di bestiame. I contadini russi erano in gran parte analfabeti e legati a una cultura orale fatta di racconti e di leggende, di favole e di avventure,erano anche fortemente tradizionalisti e molto religiosi. Fra loro la Rivoluzione di Lenin avrebbe trovato enormi difficoltà.
Lenin Vladimiri Ulianov detto Lenin era un esponente della piccola nobiltà terriera che era diventato uno dei leaders del partito bolscevico: sosteneva che la rivoluzione avrebbe avuto luogo nei paesi più arretrati e poveri per le insostenibili condizioni di vita dei lavoratori. La parte più politicizzata e "cosciente" della popolazione aveva il compito di guidare tutti gli altri anche a costo di imporli con la forza. Il suo minuscolo partito sarebbe diventato la guida e l'avanguardia rivoluzionaria di una nuova società comunista. La nuova società nata dalla rivoluzione si sarebbe basata sulla dittatura del proletariato (cioè sul dominio di tale classe sociale sulle altre, che avrebbero finito con lo scomparire) e sulla collettivizzazione dei mezzi di produzione. La collettivizzazione avrebbe dovuto riguardare anche le terre riscattate da milioni di contadini dopo l'abolizione della servitù della gleba. Quindi si prospettava una società senza proprietà privata, senza classi sociali e senza più religione.
Lenin arringa alla folla
Rivoluzione di Febbraio Nella prima guerra mondiale, il grande impero russo aveva dimostrato la fragilità e la debolezza della sua organizzazione politica e militare. Oltre a questo la produzione agricola si riduceva sempre di più, anche perché la maggior parte dei soldati proveniva dalle campagne, che restarono alle cure delle donne e dei vecchi. Durante l'inverno 1916-17 vi fu una dura carestia e molte città rimasero addirittura prive di generi alimentari. La fame provocò sollevazioni popolari e disordini. Nel febbraio 1917 violente dimostrazioni operaie contro il governo imperiale scoppiarono a Pietrogrado. Fu questa la prima fase della rivoluzione,l'imperatore Nicola II fu costretto ad abdicare a favore del fratello Michele, il quale tuttavia rifiutò di assumere il potere. Cessò così di esistere l'impero degli zar. Dopo il crollo della monarchia zarista, due furono le forze che si organizzarono per prendere in mano le sorti della Russia: da una parte la borghesia liberale, dall'altra gli operai .Si formò un governo provvisorio, guidato da un principe liberale che aveva l'appoggio della borghesia. Gli operai delle fabbriche, i contadini delle zone prossime alle città e i soldati formarono dei soviet (in russo soviet vuol dire "consiglio") che avrebbero dovuto governare le fabbriche, le città, i villaggi e i reparti dell'esercito.
Immagini della famiglia Romanov
LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE A metà del giugno 1917 un'offensiva dell'esercito russo fu fermata dai tedeschi e si risolse in un ennesimo disastro militare. La guarnigione di Pietrogrado si rivoltò contro il governo invitando il soviet della città a prendere tutto il potere. La rivolta fallì e molti esponenti del partito bolscevico furono arrestati. Lenin fuggì in Finlandia. La guida del governo fu affidata al socialista Kerenskij nella speranza che questi potesse riconquistare il consenso del popolo La politica di Kerenskij fu ambigua su un punto che invece era ormai decisivo per il popolo russo: la pace. Durante la notte fra il 6 e il 7 novembre 1917 formazioni armate bolsceviche occuparono tutti i punti strategici di Pietrogrado,l’otto presero d'assalto e conquistarono il palazzo d'inverno, dove era riunito il governo Kerenskij. Istituirono poi il nuovo governo rivoluzionario: il soviet dei commissari del popolo. Secondo il calendario allora in uso in Russia la data del 7 novembre corrispondeva al 25 ottobre. E' per questo che la rivoluzione iniziata in quel giorno è nota come la Rivoluzione d'Ottobre. Le prime iniziative prese dal governo rivoluzionario furono l'impegno a firmare una pace immediata con la Germania (pace di Brest- Litovsk) e un decreto che confiscava le grandi proprietà terriere. Con un altro decreto fu stabilito il controllo degli operai sulla produzione industriale.
Immagini della Rivoluzione
La guerra civile : armata rossa contro armate bianche Dopo la pace con la Germania la situazione continuò ad essere drammatica: in tutto il paese infuriava infatti la guerra civile. Contro il governo rivoluzionario si schierarono i generali rimasti fedeli all’imperatore, con le loro armate che furono dette armate bianche. Le grandi potenze: Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone, per evitare che la rivoluzione si allargasse fuori dai confini russi, inviarono truppe a sostegno delle armate bianche. Lo zar venne fucilato con tutta la sua famiglia (1918). Lenin istituì una polizia politica, la Ceka, che perseguitò in modo spietato la borghesia, i contadini e perfino gli esponenti socialisti, rivoluzionari e anarchici che non avevano aderito al partito bolscevico. La guerra civile fu crudele e sanguinosa, tanto che si è parlato di "terrore bianco" e "terrore rosso". Moltissimi pagarono con la vita , fucilati o impiccati, la scelta di sostenere l’una o l’altra parte. Il 1921 segnò la vittoria dell’Armata rossa. Nacque un nuovo stato: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. (URSS).
Nuova politica economica Problemi enormi per il nuovo governo sovietico, che aveva confiscato tutti i mezzi di produzioni (terre, industrie, macchinari, miniere) e li aveva dichiarati di proprietà collettiva. La produzione agricola era nel frattempo calata al 55% mentre quella industriale era crollata addirittura al 10% e il commercio estero quasi non esisteva più. Lenin stesso si rese conto che non era possibile una vera economia comunista. Trovò quindi una soluzione di compromesso che chiamò Nuova Politica Economica (abbreviato in NEP). I contadini furono autorizzati a mantenere una certa quantità di terre in proprietà privata. Solo le proprietà che superavano certe dimensioni divennero collettive. Nei settori dell'industria e del commercio lo Stato si limitò ad appropriarsi di tutte quelle aziende che impiegavano più di 20 dipendenti. Restarono private quelle di dimensioni inferiori. In sostanza, restarono in mano ai privati molte proprietà contadine di dimensioni medio-piccole, gran parte del commercio interno, la piccole aziende familiari. La NEP diede subito fiato alla disastrata economia sovietica: negli anni 1923-24 solo il 38,5% della produzione totale era frutto del lavoro del settore statale, mentre tutto il resto provenne dalle libere attività dei privati. La percentuale della produzione privata sul totale salì a oltre il 98% nell'agricoltura, grazie soprattutto all'intraprendenza dei Kulàki, i contadini benestanti.
Propaganda della N.E.P.