“Io canto Reggio, l'estrema città dell'Italia marina che si abbevera sempre all'onda di Trinacria” (Ibico)
Reggio Calabria E Dintorni
Il lungomare nei periodi estivi
Veduta del lungomare
“Il più bel chilometro d’Italia” (G.D’Annunzio)
L’arena dello stretto e il Cippo Marmoreo monumento a Vittorio Emanuele III
Il lido comunale
Fuochi d’artificio durante le feste patronali di settembre
Villa Genoese Zerbi
I Bronzi di Riace
Le mura greche
Il Castello Aragonese
L’interno del teatro Cilea
Il Duomo
Piazza Italia e il Palazzo della Provincia
Corso Garibaldi
Veduta da Matiniti
Reggio al tramonto e l’Etna
L’Etna innevata vista dall’arena dello stretto
La spiaggia Calypso a Bocale II
La spiaggia alla sorgente
La spiaggia di Riace e il faro di Capo d’Armi
Saline Joniche
Pentidattilo
Panorama da San Niceto (Motta S.Giovanni)
Gambarie d’Aspromonte
Le torri Enel (I Piloni) di Santa Trada (RC) e Torre Faro (ME)
Il Castello Ruffo di Scilla
Chianalea di Scilla
Chianalea di notte
Il Pilone di Torre Faro (ME) visto da Matiniti
Barca per la pesca del pesce spada (spadara) nel porticciolo di Chianalea di Scilla
Lo stretto di Messina visto da Santa Trada
Lo stretto di Messina
“Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni “Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte. Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, immagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. È un luogo sacro questo. Tra Scilla e Messina, in fondo al mare, sotto il cobalto azzurrissimo, sotto i metalli scintillanti dell'aurora, sotto le porpore iridescenti dell'occaso, è appiattata, dicono, la morte; non quella, per dir così, che coglie dalle piante umane ora il fiore ora il frutto, lasciando i rami liberi di fiorire ancora e di fruttare; ma quella che secca le piante stesse; non quella che pota, ma quella che sradica; non quella che lascia dietro sé lacrime, ma quella cui segue l'oblio. Tale potenza nascosta donde s'irradia la rovina e lo stritolio, ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza. Ma ne è rimasta come l'orma nel cielo, come l'eco nel mare. Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia” (Giovanni Pascoli)
Vanessa Carlton – A 1000 miles Testo e grafica D. D’Andrea A. Casciano Musica Vanessa Carlton – A 1000 miles Raccolta Foto personali o rintracciabili sul web
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