Pavia tra il 1200 e il 1400 Epoca comunale Epoca rinascimentale Broletto San Teodoro Visconti Duomo Castello Visconteo Naviglio Dipinto di Lanzani
CASTELLO VISCONTEO REGISOLE
Pavia Pavia diventa possedimento dei Visconti nel 1359 e in seguito loro residenza. I Visconti realizzarono molti monumenti a Pavia, come l’università, fondata nel 1361, la Certosa di Pavia, nel 1396 e il Duomo, iniziato nel 1400 sotto Filippo Visconti. Nel 1450 Pavia ritornò ad essere una ritrovata potenza che fece guerra a Venezia, vincendola. Francesco Sforza infine conquistò la città, ponendo fine alle faide interne. Il castello Visconteo è a pianta quadrata con un elegante cortile interno circondato da un portico sostenuto da colonne di pietra. Nel ‘700 vennero realizzati il giardino e i viali alberati.
IL CASTELLO Il castello è stato costruito fra il 1360 – 1365, dai Visconti (signori di Milano) che passarono poi a risiedere a Pavia. Nell’anno 1525 ci fu la battaglia di Pavia tra Spagnoli e Francesi. In quell’occasione, la parte settentrionale del Castello fu abbattuta dagli archibugi dei Francesi. Ecco perché oggi abbiamo solo due torri nel lato SUD.
VISCONTEO - Nel Castello faceva molto freddo e la gente per scaldarsi e illuminare le stanze doveva sempre tenere acceso il fuoco nei camini. Non c’erano i bagni, ma i bisogni venivano raccolti e buttati dalla finestra nel fiume sottostante ; la corrente poi li trascinava via. Lungo le pareti del castello è possibile scorgere dei buchi, che servivano per infilare le impalcature per innalzare il castello.
Le torri La torre di sinistra è chiamata “della Biblioteca” perché era sede della Biblioteca in cui lavorò Francesco Petrarca per la sistemazione e presentazione di preziosi libri scritti a mano. La torre di destra è detta “delle Reliquie” perché nella Cappella Ducale venivano conservate le reliquie dei Santi che molto spesso i nobili ospitati nel castello portavano ai Duchi. Una delle torri abbattute era chiamata “degli Specchi” perché in essa le Dame usavano usare gli specchi prima di essere ricevute dai Duchi; l’altra era “la lunga Dimora”.
Il Broletto . Il Broletto si trova sul lato sud di Piazza della Vittoria ed è l’antico palazzo comunale, costruito tra il 1200 ed il 1300. In quel tempo, il piano terra era costituito da un porticato, mentre al primo piano si trovava la sala delle riunioni. Oggi invece risulta ristrutturato: sulla facciata è stato aggiunto un orologio; sul tetto sono stati apposti dei camini tipici del Medioevo; il porticato invece è stato chiuso. La piazza è acciottolata con i sassi del Ticino
Il duomo di Pavia Nel 1450 si iniziò la costruzione del duomo, che finì nel XX secolo. La cupola, costruita da Bramante, è la terza per grandezza in Italia. Il duomo ha la facciata incompleta, perché il marmo che la doveva ricoprire era troppo costoso. Ecco perché oggi la chiesa si presenta con mattoni sporgenti. Nella piazzale dei sassi bianchi formano la stella di David, simbolo degli ebrei. Questo perché la comunità ebraica di Pavia aveva pagato per la lavorazione e la sistemazione della piazza.
Il Naviglio In Lombardia ci sono diversi Navigli. Tutti partono da Milano,ma poi prendono direzioni diverse: il Naviglio Pavese si dirige verso sud; il Naviglio Grande si dirige verso ovest e il naviglio della Martesana, si dirige verso est. Questa rete di Navigli era usata sia come via di comunicazione sia per irrigare i campi. Il Naviglio Pavese, che è lungo complessivamente 33,1 km, venne progettato da Leonardo Da Vinci. Nasce alla Darsena di Porta Ticinese a Milano e sfocia nel Ticino a Pavia.
Le chiuse Fino alla metà del XX secolo il Naviglio era utilizzato per la navigazione mercantile. Gli ultimi barconi che lo percorsero risalgono al 1946. Oggi il canale è utilizzato solo per irrigare i campi. Tra Pavia e Milano c’è un dislivello di 56,6 metri. Per questo motivo Leonardo Da Vinci progettò le chiuse, che permettevano di risalire il canale. In tutto ce ne sono 12, di cui 8 solo a Pavia.
SAN TE0D0R0 San Teodoro è una chiesa molto antica, costruita nel XII su una chiesa precedente del VII secolo. Si trova lungo il Ticino, vicino a Porta Calcinara. La chiesa è realizzata in stile tardo romanico ed è formata da tre navate, un transetto e una cupola. Originariamente l’edificio era dedicato a S. Agnese, poi venne intitolata a S. Teodoro, vescovo di Pavia. Al suo interno, oltre al ciclo di affreschi sulla vita di S. Agnese, ci sono gli affreschi di Lanzani fatti nel 1522.
I Dipinti di Lanzani I dipinti che si trovano nella chiesa di san Teodoro, vennero dipinti da Lanzani nel 1522. Quando fu ristrutturato l’affresco che si trovava su una parete della chiesa, si scoprì che al di sotto ce n’era un altro incompleto, perché disegnato in scala troppo grande. Lanzani, difatti, per rimediare all’errore, l’aveva ricoperto di calce per poterci ridipingere sopra un altro affresco in scala più piccola. Nell’affresco completo, in primo piano, è raffigurato Sant’Antonio, protettore del borgo, che avrebbe salvato Pavia dall’invasione dei Francesi grazie alla piena del Ticino. Nei due affreschi sono interessanti i dettagli del ponte coperto, del castello visconteo, dei camini e delle torri medievali.
I nostri testi
LA FORNAIA Sono Rosetta, la fornaia della città di Pavia. Lavoro nella piazza principale, sotto i portici, vicino al fabbro. Tutte le mattine mi alzo presto per preparare il pane d’orzo e vedo già le lavandaie lungo il Ticino che lavano i panni sporchi. Abito nel quartiere vicino al Ticino, quello dei borghesi e dei contadini, dove ci sono le case più malmesse. Nella piazza principale le botteghe sono sotto i portici, mentre il mercato si svolge nel centro della piazza. Mio marito è un pescatore, perciò andiamo spesso a pregare nella chiesa di S. Teodoro, il patrono dei pescatori. Quando termino il mio lavoro, torno a casa e vado a prendere l’acqua per lavarci al fiume. Lì vedo i pescatori intenti a ritirare le reti cariche di pesci . A corte i signori Visconti possono permettersi di mangiare carne tutti i giorni, grazie alle battute di caccia nel loro parco; noi invece dobbiamo accontentarci di pesce, orzo e pane.
Una lavandaia alla corte dei Visconti Sono una lavandaia di corte e mi trovo in riva al Ticino a lavare i panni dei Visconti. Finito il mio lavoro, faccio ritorno al castello dei miei padroni. Man mano che mi avvicino un rumore assordante si fa sentire sempre di più: è scoppiata la guerra, i francesi hanno attaccato il castello! Sono ancora indietro, ma posso notare quello che accade. Un rumore assordante di cannone mi rimbomba nella testa, poi vedo uomini che vanno avanti e indietro dicendo che l’area settentrionale del castello è stata abbattuta. Intanto, i francesi fanno sempre più strage di uomini. Alla fine vincerà Carlo V, mentre il sovrano francese viene catturato e portato in una cascina non lontano da Pavia. Lì gli serviranno una zuppa, composta da pane con sopra un uovo rotto e del brodo: la famosa “zuppa pavese”.
La contadina Sono una contadina e abito nel quartiere più malfamato di tutta Pavia, quello di San Teodoro vicino al fiume Ticino. Girando per il mio paese sono passata nei pressi del castello. Ho visto dei nobili personaggi, più precisamente la famiglia Visconti, venuta a risiedere a Pavia per non pensare alla politica. Un giorno la famiglia ha concesso al popolo di visitare il castello ed io curiosa sono entrata. Era gigantesco, ma pensandoci bene non ho visto il bagno! Faceva freddo, ma ho notato che i cavalli stavano bene (i cavalli sono dei buonissimi mezzi di trasporti che solo i ricchi si possono permettere). Dopo la battaglia di Pavia(1525), gli Spagnoli hanno abbattuto una parete del castello. La data mi è rimasta impressa, perché quel giorno è stato molto spaventoso. Camminando non ho fatto a meno di notare il Broletto, il palazzo del comune podestarile dove si tenevano le riunioni del popolo. Accanto ho visto il Duomo, costruito al posto di due chiese, una estiva e una invernale, la cui cupola è stata costruita dal Bramante. Dopo il Duomo sono entrata nella chiesa di San Teodoro dove era ben visibile l’affresco che ritrae tutta la città.
La dama Sono Dana, una dama di corte di 18 anni. Mi trovo all’interno del castello visconteo sto cercando un bagno, ma non c’è: tantissime stanze senza neanche un bagno!! Trovo invece che ci sia troppo fumo, causato dal fuoco acceso nei camini … si può rischiare di diventare ciechi!! Esco, allora, per prendere una boccata d‘aria e mi soffermo a guardare la facciata del castello. Vedo tanti fori lungo la facciata (sono serviti per le impalcature) e le torri. Cammino sul ponte grigio, protetto da ringhiere nere come la pece, e giungo al parco. Non vedo nessun cacciatore, poichè la caccia è vietata, ma solo altre dame che si riposano. Esco dal parco ed entro in città dove vive la plebe: le case sono proprio diverse dal mio castello e in piazza c’è il mercato. Tutti i venditori e i mercanti si accostano a me per chiedermi di comprare le loro merci, ma io rifiuto gentilmente e continuo per la mia strada. Arrivo così al Ticino dove intravedo le lavandaie intente a sciacquare i loro panni e quelli dei loro padroni . Il ponte è chiuso per via della guerra alle porte . Mi è venuta voglia di visitare una chiesa, ma dovrei passare nel quartiere più malfamato: ho i brividi al solo pensiero. Lì vivono lebbrosi, poveri, senza tetto ed emarginati … Per la paura faccio il giro e arrivata entro in chiesa. E’ quella di San Giovanni in Domnarum, dove la croce è molto presente: nella struttura, nei crocifissi. Recito le mie preghiere e poi faccio ritorno al castello.
Realizzato nelle ore di italiano e tecnologia dalla classe 3 B Parte grafica Morena Dimauro e Lisa Sacchi