delle rendite finanziarie

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Transcript della presentazione:

delle rendite finanziarie La disciplina fiscale delle rendite finanziarie Prof. Marco Fava

La normativa prevede due diverse tipologie di redditi derivanti da investimenti finanziari Rendite finanziarie 1. Redditi di CAPITALE 2. Redditi DIVERSI

I REDDITI DI CAPITALE I redditi DI CAPITALE sono caratterizzati dal fatto di essere: certi nel "quando" saranno percepiti (alla scadenza o con cedola periodica); nel "quanto” a volte certi (interessi di titoli a tasso fisso) alle volte incerti (interessi di titoli a tasso variabile e dividendi); collegati al passare del tempo (interessi annui, cedola trimestrale, etc);

La tipologia dei redditi di capitale può essere sostanzialmente ricondotta a due grandi gruppi: i proventi derivanti dalla partecipazione in società ed enti, come gli utili distribuiti dalle società di capitale, tra cui Spa, Srl, etc. (dividendi) 1 gli interessi, gli scarti di emissione, premi di rimborso e altri proventi derivanti in senso lato da prestiti, cioè mutui o altre forme di credito (bot, cct, bpt) 2

I REDDITI DIVERSI I redditi DIVERSI sono caratterizzati dal fatto di essere: incerti nel "quando" sono percepiti in quanto dipendono dal momento in cui si decide di acquistare o vendere il titolo; incerti nel "quanto” infatti il loro ammontare è aleatorio perché collegato all'andamento del mercato, e non determinabile a priori; non collegati al passare del tempo (si può comprare un titolo e rivenderlo il giorno dopo, o tenerlo per anni)

Sono redditi diversi LE PLUSVALENZE (chiamate anche CAPITAL GAIN) Se si compra un'azione a 100 e la si rivende a 110, la differenza di 10 (110-100) costituisce una PLUSVALENZA. Quando invece il prezzo di vendita è inferiore a quello di acquisto, si ha una perdita o MINUSVALENZA.

Possiamo quindi definire PLUSVALENZA o CAPITAL GAIN : le differenze positive tra prezzi di vendita e prezzi di acquisto dei titoli. È considerata plusvalenza anche la differenza positiva ottenuta tra il valore di rimborso e costo di acquisto di un titolo di stato o di un’obbligazione

Quindi se ho capito bene: i redditi di capitale sono i frutti di investimenti come: gli interessi di BOT, titoli di Stato, la cedola di un'obbligazione, il dividendo di una azione e tutti i proventi che derivano da rapporti che hanno per oggetto l'impiego di un capitale. Tali redditi sono, in linea di massima, predeterminati. I redditi diversi sono i guadagni e le perdite -plusvalenze/minusvalenze- derivanti dalla compravendita di titoli di Stato, obbligazioni, azioni, valuta, e altri strumenti finanziari. Tali redditi sono sostanzialmente aleatori.

Questa divisione aiuta a comprendere come gli stessi titoli possano generare sia redditi di capitale che redditi diversi. Ad esempio, in riferimento ad una azione, il dividendo percepito durante il possesso rappresenta un reddito di capitale, mentre la plusvalenza sulla compravendita dell'azione è un redito diverso.

Imposizione fiscale sui titoli di debito

Investitori esteri residenti in paesi non black list Interessi Scarti di emissione Premi di rimborso che maturano sui titoli di stato Premi di rimborso che maturano sui titoli di debito di enti territoriali Premi di rimborso che maturano sui titoli di debito dei cosiddetti grandi emittenti (banche, società con azioni negoziate in mercati regolamentati, purché con scadenza non inferiore a 18 mesi Sono tassati in modo diverso a seconda che appartengano a : Persone fisiche Imprenditori individuali o enti non commerciali che hanno acquistato i titoli nell’esercizio di impresa Società Investitori esteri residenti in paesi non black list

I titoli appartengono a Persone fisiche In tal caso il reddito deve essere assoggettato ad IMPOSTA SOSTITUTIVA DEL 12,50% A TITOLO DEFINITIVO. Pertanto il beneficiario non deve indicare il reddito nella propria dichiarazione dei redditi perché ha già subito l’imposta alla fonte Torna allo schema generale

I titoli appartengono a Imprenditori individuali o enti non commerciali che hanno acquistato i titoli nell’esercizio di impresa In tal caso il reddito deve essere assoggettato ad IMPOSTA SOSTITUTIVA DEL 12,50% NON TITOLO DEFINITIVO. Pertanto il beneficiario deve indicare il reddito nella propria dichiarazione dei redditi CON DIRITTO A SCOMPUTARE L’IMPOSTA TRATTENUTA ALLA FONTE Torna allo schema generale

I titoli appartengono a SOCIETÀ SIA DI PERSONE CHE DI CAPITALE In tal caso il reddito VIENE RISCOSSO AL LORDO e deve essere SOMMATO AGLI ALTRI REDDITI. Pertanto il beneficiario deve procedere al calcolo ordinario delle imposte nella propria dichiarazione dei redditi Torna allo schema generale

In tal caso il reddito È ESENTE DA IMPOSTA SOSTITUTIVA I titoli appartengono a INVESTITORI ESTERI RESIDENTI IN PAESI NON BLACK LIST In tal caso il reddito È ESENTE DA IMPOSTA SOSTITUTIVA Torna allo schema generale

I clienti che percepiscono il RENDIMENTO LORDO sono chiamati L’imposta sostitutiva viene trattenuta dagli intermediari che provvedono al versamento all’erario per conto della clientela I clienti che subiscono l’addebito dell’imposta e che quindi percepiscono il RENDIMENTO NETTO sono chiamati I clienti che percepiscono il RENDIMENTO LORDO sono chiamati NETTISTI LORDISTI

La tassazione dei dividendi

Definizione di dividendo Con il termine dividendi si intendono gli utili derivanti dalla partecipazione in soggetti passivi Ires (cioè società di capitali SRL SPA SAPA)

• Gli utili da partecipazione possono derivare: dalla distribuzione dell'utile di esercizio, dalla distribuzione di utili di esercizi precedenti dalla distribuzione di riserve di capitale. Si intendono per riserve di capitale le riserve e i fondi costituiti con: • sovrapprezzo di emissione di azioni o quote; interessi di conguaglio emessi e versati dai sottoscrittori di nuove azioni o quote; versamenti fatti dai soci a fondo perduto o in conto capitale; saldi di rivalutazione monetaria esenti da imposta. Tali riserve di capitale non sono imponibili in capo al percettore ma riducono il costo fiscale della partecipazione

Al contrario delle riserve di capitale LE RISERVE DI UTILI generano invece un dividendo tassato in capo al percettore con modalità differenti riassumibili nella tabella seguente: TAVOLA 1 - REGIME DI TASSAZIONE DEI DIVIDENDI ITALIANI Soggetto percettore Tipo di partecipazione Tassazione Soggetto non esercente attività d'impresa Qualificata Non qualificata Ordinaria sul 40% dei dividendi Ritenuta a titolo d'imposta del 12,5% Soggetto esercente attività d'impresa Ordinaria sul 40% dei dividendi Ordinaria sul 40% dei dividendi Società di capitali (S.p.A., S.r.l., SapA) Qualificata e non qualificata Il 5% del dividendo concorre alla formazione del reddito imponibile

Dividendi percepiti dalle persone fisiche Ai fini della determinazione del regime fiscale applicabile ai dividendi percepiti dalla persone fisiche bisogna distinguere: a) dividendi percepiti FUORI dall'esercizio di impresa b) dividendi percepiti nell'esercizio di impresa

Partecipazioni qualificate Partecipazioni non qualificate dividendi percepiti FUORI dall'esercizio di impresa I dividendi percepiti al di fuori dell'esercizio di impresa sono sottoposti ad un regime differente a seconda che si tratti di dividendi relativi a: Partecipazioni qualificate Partecipazioni non qualificate

per partecipazioni qualificate, si intendono le azioni (diverse da quelle di risparmio) ed ogni altra partecipazione al capitale o al patrimonio della società partecipata che: • superano il 2% dei diritti di voto in assemblea ordinaria oppure il 5% del patrimonio o capitale (per le società quotate in mercati regolamentati); superano il 20% dei diritti di voto in assemblea ordinaria o il 25% del patrimonio o capitale (per le società e gli altri soggetti IRES); superano il 25% del patrimonio (per società di persone).

Partecipazioni non qualificate Gli utili derivanti da partecipazioni non qualificate sono assoggettati alla ritenuta alla fonte a titolo d'imposta pari al 12,5%, obbligatoriamente e senza la possibilità di optare per l'inclusione degli utili nell'ambito del reddito imponibile complessivo

Partecipazioni qualificate Gli utili derivanti da partecipazioni qualificate concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 40% del loro ammontare e sono assoggettate ad imposizione progressiva secondo le aliquote delle imposte sul reddito in vigore al momento della percezione

Partecipazioni qualificate: precisazioni indipendentemente dalla delibera assembleare, ai fini fiscali si presumono prioritariamente distribuiti gli utili e le riserve diverse da quelle di capitale per le quote di esse non accantonate in sospensione di imposta. Nel caso che la società ponga in distribuzione riserve di capitale, ad esempio, riserve da sovrapprezzo azioni, la stessa deve specificare che, in mancanza di utili da distribuire e in mancanza di riserve di utili, la distribuzione non costituisce reddito tassabile oppure deve specificare che, nonostante stia distribuendo dal punto di vista civilistico riserve di capitale, la distribuzione costituisce reddito tassabile La presunzione, opera a condizione che le riserve di utili presenti siano liberamente disponibili, quindi, nel caso in cui oltre a riserve di capitale vi siano solo riserve di utili indisponibili, ad esempio riserva legale o riserva acquisto azioni proprie, la presunzione non opera.

NELL'ESERCIZIO DI IMPRESA dividendi percepiti NELL'ESERCIZIO DI IMPRESA Nel caso di dividendi percepiti da persone fisiche nell'esercizio di impresa e da società di persone, questi concorrono alla formazione del reddito d'impresa dell'imprenditore (o società di persone) nella misura del 40% dell'ammontare a prescindere dal fatto i dividendi derivino da partecipazioni qualificate o non qualificate.

Dividendi di fonte estera percepiti da persona fisica residente sugli utili corrisposti da soggetti non residenti a soggetti italiani si deve applicare, da parte dei soggetti intermediari nella riscossione (banche), una ritenuta pari al 12,5%.

Segue: “Dividendi di fonte estera percepiti da persona fisica residente” La ritenuta del 12,5% deve essere applicata al valore del dividendo realmente percepito, al netto delle ritenute già applicate nello stato estero di residenza della società che provvede all'erogazione. Tale ritenuta è a titolo d'imposta qualora la partecipazione sia non qualificata a titolo d'acconto se trattasi di dividendo da partecipazione qualificata, da assoggettare pertanto a tassazione sul 40% dell'importo; in quest'ultimo caso la ritenuta del 12,5% deve essere applicata solo sul 40% imponibile

Segue: “Dividendi di fonte estera percepiti da persona fisica residente” La ritenuta operata sui dividendi da partecipazioni non qualificate ESONERA il contribuente dalla indicazione del dividendo nella dichiarazione dei redditi in quanto la ritenuta operata a titolo definitivo dall'intermediario è pari all'imposta dovuta in Italia In assenza di intermediario nella riscossione, il contribuente deve indicare nella dichiarazione dei redditi l'ammontare dei dividendo percepito e applicare l'imposta

Tassazione dei dividendi percepiti da soggetti Ires I dividendi percepiti dai soggetti Ires beneficiano di un regime di esenzione ispirato dalla volontà di assoggettare gli utili a tassazione al momento della loro produzione in capo alla società partecipata, indipendentemente dalla loro distribuzione presso la società che detiene le partecipazioni

Segue “Tassazione dei dividendi percepiti da soggetti Ires” Società di capitali e enti commerciali residenti Viene prevista l'esclusione dal concorso alla formazione del reddito imponibile del 95% dei dividendi distribuiti dalle società residenti a soggetti passivi Ires residenti, senza alcuna distinzione tra partecipazioni qualificate e non qualificate. I dividendi verranno dunque tassati in sede di dichiarazione dei redditi nella misura del 5% del loro ammontare

Dividendi italiani percepiti da soggetti non residenti Segue “Tassazione dei dividendi percepiti da soggetti Ires” Dividendi italiani percepiti da soggetti non residenti la società residente che eroga il dividendo deve applicare una ritenuta a titolo di imposta del 27% sul dividendo corrisposto al socio non residente, salvo l'applicazione di Convenzioni contro la doppia imposizione

Plusvalenze realizzate La tassazione delle Plusvalenze realizzate da persone fisiche

Sulle plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni non qualificate e di obbligazioni realizzate da persone fisiche residenti non esercenti attività d’impresa grava un’imposta sostitutiva del 12,5%

Le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni qualificate realizzate da persone fisiche residenti non esercenti attività d’impresa Sono tassate in sede di dichiarazione dei redditi per il 40% del loro ammontare

regime della dichiarazione, regime del risparmio amministrato, La normativa consente alle persone fisiche di scegliere tra 3 diversi regimi impositivi. regime della dichiarazione, regime del risparmio amministrato, regime del risparmio gestito.

regime della dichiarazione Nel regime della dichiarazione il cliente di una Banca o Sim provvede personalmente, sia a decidere gli investimenti sia a svolgere gli adempimenti fiscali. Chi lo sceglie deve riportare le plusvalenze o minusvalenze (con riferimento ad ogni cessione) realizzate nella sua dichiarazione dei redditi

2.regime del risparmio amministrato Nel regime del risparmio amministrato il cliente provvede di persona agli investimenti, ma delega gli adempimenti fiscali alla Banca o Sim, la quale agisce quindi come "sostituto d'imposta".

3.regime del risparmio gestito Nel regime del risparmio gestito il cliente delega alla Banca o Sim sia l'attività di gestione del proprio capitale sia gli adempimenti fiscali relativi ai suoi investimenti.