MESSA A PUNTO e REGOLAZIONI del ………………………………….

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Massimo Tuccoli – Istruttore di MTB della SIMB
Advertisements

464 Spazzatrice uomo a terra
Battuta Ogni atleta deve essere in grado di variare il suo servizio
La passione per la vela… Henry Laborit, Elogio della fuga.
Allevamento della pollastra
LO SPORT DELLE BOCCE A SCUOLA.
Piano di Costruzione Prof. G. Mandaglio.
La barca, le vele gli strumenti
(p0=1,01×105Pa = pressione atmosferica)
Una sfera di raggio r =1 m è poggiata su un piano orizzontale e mantenuta fissa. Un cubetto di piccole dimensioni è posto in equilibrio instabile sulla.
Partenze e virate Giulio Signorini
Facoltà di Scienze Motorie Verona
Facoltà di Scienze Motorie
Andrea Campara Scienze Motorie 3 Marzo 2006
LINGUAGGIO E TERMINOLOGIA GENERALE
LA BARCA A VELA Opera viva : parte immersa dello scafo
IL VENTO SULLA BARCA A VELA.
Equilibrio e Galleggiamento
Nomenclatura e Nodi.
Le principali manovre in una barca a vela sono:
PORTANZA E RESISTENZA.
Piano orizzontale di coda e trim
Verifica della prima legge di OHM
ALZATA Prof Maurizio MORETTI.
CORSO ALLENATORI DI CANOA CASTEL GANDOLFO FEBBRAIO
CORSO ALLIEVO ALLENATORE 2013 formatore: CESARE RIVA
FACOLTA DI ECONOMIA Corso di laurea in Operatore giuridico di impresa Corso di abilità informatiche Docente: dott. Nicola Lettieri Parte 6 - Ergonomia.
Limitazioni geometriche e Armature
PORTE MODELLI ARCHITETTONICI Identificazione del problema
… LA POSTURA SUPINA … Posizione di mantenimento del riposo che trova indicazioni in diverse condizioni cliniche. È una postura obbligata per i pazienti.
INCIDENTI La causa principale di incidenti a scuola sono le cadute (58%); seguono lesioni con oggetti e ingestione di sostanze. 1. SCALE 2. PORTE 3. FINESTRE.
Sistema di riscaldamento a battiscopa radiante AURORA
Collisioni a vela aperta In apertura Durante il circuito finale In collaborazione con: safeflightschool.com Testo di: Brian Vacher Traduzione: Antonio.
L’esecuzione degli esercizi, le qualità allenate, la postura
CORRIMANO E RINGHIERE MODELLI ARCHITETTONICI
Norme di sicurezza per la caccia in battuta
CONDUZIONE e MANOVRE con il ………………………………….
L'ergonomia al videoterminale
Le misure indirette di lunghezza
Club Nautico Senigallia
La barca in Fisica Valentina Di Sarno Napoli 15 aprile 2011.
Il Cerca – costellazioni
CENTRO QUALIFICAZIONE NAZIONALE
INIZIAZIONE ALLA REGATA Nozioni base
Winter Headquarters Sviluppata nelle acque delle isole Canarie, oltre 65 prototipi, Vento incessante e senza pietà. Zero giorni di relax, 5 persone impegnate.
IPSIA CAVOUR MARCONI CLUB VELICO DEL TRASIMENO
LA FASE BATTUTA – PUNTO: DALLA TECNICA INDIVIDUALE AL GIOCO
Le Navi a Vela Panoramica Sulle Attrezzature di Bordo
FONDAMENTALI DI BATTUTA
CERTIFICATI DI STAZZA BARI 22 NOVEMRE 2013
Riflessioni sul dimensionamento di un timone (appeso, semicompensato e compensato) Nelle prossime lastrine si fanno volutamente talmente tante approssimazioni.
L’arte della vela A cura di Piero Basile.
LA MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE A LETTO
Lega Navale Italiana Pescara
Statica.
PIR Tenda Radio Corso Tecnico.
MESSA A PUNTO e REGOLAZIONI del ………………………………….
VERIFICHE DIMENSIONALI E MIGLIORIE PROGETTUALI GRUPPO BATTERIA m. Savoldi.
Aggiornamento per allievo allenatore e allenatore di primo grado
Prima barca per uscire. First boat to be out of the harbour.
La Fisica e la Barca: Come e Perché
Il Dorso Giulio Signorini Facoltà di Scienze Motorie 8 Marzo 2006.
Corso di Sistemi di Trazione
«EMERGENZE IN NAVIGAZIONE» Suggerimenti per cavarsi d’impaccio P.N. Galliano Ippoliti (Master Yacht)
BILIARDO & SCUOLA Il Brandeggio e il Tiro
La Fisica e la Barca: Come e Perché
Esercizio-Tre blocchi di massa rispettivamente m 1 =5Kg, m 2 =2 Kg e m 3 =3Kg poggiano su un piano orizzontale e sono uniti da due funi (vedi figura).
Parallelo degli alternatori
1 A,B,C, Canoa Canadese, C2–C4 Cannone D.A., Collaboratore e referente tecnico Under 23 canadese.
a cura del Gruppo V.d.S. di Anguillara Sabazia -Settore Formazione B.L.S. nuove procedure Per soccorritori laici.
Transcript della presentazione:

MESSA A PUNTO e REGOLAZIONI del …………………………………. Flotta del Lario J24 Marco Stefanoni

Argomenti Scafo Layout del piano di coperta Regolazione dell’albero Regolazione delle vele Randa Genoa Fiocco Spinnaker

Lo SCAFO e le APPENDICI scafo liscio carena sempre pulita tenere la barca fuori dall’acqua il più possibile se antivegetativa, allora di tipo veloce autolevigante a base di teflon chiglia in stazza (più a prua possibile 3020 mm da poppa) timone verticale allineato e senza giochi peso della barca al minimo di stazza (kg 1375 compreso vele e attrezzature da regolamento)

Layout di coperta disposizione delle manovre facile ed ergonomica tenendo conto delle posizioni dell’equipaggio 1 2 3 4 5

e delle manovre che devono regolare: Layout di coperta e delle manovre che devono regolare: 5 timoniere: scotta randa, carrello randa, paterazzo 4 tailer: scotte fiocco scotta/braccio spi (con poco vento) 3 tattico: braccio spi (vento medio/forte), i barber eventualmente lasca scotta in virata (vento forte) 4 resp. assetto: vang, cunningam (randa/fiocco), tesabase, carica alto e basso, aiuta con le drizze 5 prodiere: drizze

La barca ottimizzata potrebbe essere così Layout di coperta La barca ottimizzata potrebbe essere così notare: rinvii e strozzatori spi, barber spi,conningam fiocco, no rinvii e winch in coperta

La barca ottimizzata potrebbe essere così Layout di coperta La barca ottimizzata potrebbe essere così notare: vang, attacchi caricabasso, drizza spi e fiocco a destra, draglia

Layout di coperta – alcuni interventi eliminare winch in coperta rinvii e stopper, portare le drizze all’albero spi e fiocco a destra, randa a sinistra rialzo winch e posizione tasche porta maniglia verificare vang, cunningam randa e tesabase posizione rinvii scotte spi e strozzatore valutare la posizione dei barber posizione rinvio carica basso candelieri di prua al mino di stazza (50 cm) carrello randa autosbloccante (harken Windhard) scotta randa 3 o 4 mandate

Alcuni particolari

Prepariamo l’albero avremo i più nuovi Kenyon o i Proctor sfiliamo la seconda drizza genoa togliamo la luce motore e il cavo elettrico dai proctor montiamo un windex (deriva) in testa albero montiamo un golfare con bozzello 10 cm sotto l’uscita dell’amantiglio montiamo delle rotelle sulle sartie alte sopra le crocetta per non rovinare il genoa in virata

Prepariamo l’albero l’albero deve essere all’altezza minima Misurate la faccia anteriore dell’albero dall’attacco dello strallo per 7725 mm e fate un segno lo strallo alla lunghezza massima Misurate dal punto di intersezione della landa dello strallo con il piano di coperta al centro dell’occhio posto sulla landa stessa per l’attacco dello strallo. Aggiungete questo numero alla lunghezza pin-to-pin del vostro strallo. Dovreste essere al massimo della lunghezza stabilita dalla classe di 8670 mm. la J al massimo (barca orziera e max canale)

Verifichiamo le crocette devono essere il più corto possibile 760 mm per verificare che le crocette siano angolate in modo corretto, misurate dalla faccia posteriore dell’albero fino ad una cimetta tesa tra le sartie all’altezza delle crocette. Questa misura dovrebbe essere 160/165 mm.

Alberiamo misuriamo se la J è al massimo e regoliamo le zeppe o la mastra Misurate dall’intersezione della landa dello strallo con il ponte alla faccia anteriore dell’albero. Questa distanza dovrebbe essere al massimo della “J” di 2925 mm.

verifichiamo l’altezza l’albero puntiamo le sartie e il paterazzo misuriamo se l’albero è alto o basso La misura che avete preso in precedenza deve essere non meno di 400 mm sopra la congiungente delle falchette all’altezza dell’albero.

Centriamo l’albero verticalmente mettiamo l’albero verticale (posizione neutra) Sempre senza tensione alle sartie fate scorrere la base dell’albero avanti o indietro fino a quando l’albero è dritto e lo strallo risulta appena puntato. L’albero dovrebbe essere a questo punto perfettamente dritto in senso prua-poppa (tendere leggermente, e provvisoriamente, il paterazzo può essere d’aiuto per spostare in avanti la base dell’albero). Fate un segno verifichiamo anche una misura interna dalla faccia anteriore della paratia del quadrato fino al medesimo spigolo anteriore sopra indicato. Questa misura dovrebbe essere 308 mm.

Centriamo l’albero trasversalmente Per misurare la tensione delle sartie si usa il tensiometro: LOOS TENSION MODELLO B E le tabelle fornite dalle velerie

Centriamo l’albero trasversalmente tendiamo le sartie alte alla misura base di 24 controlliamo la verticalità utilizzando la drizza genoa portandola in falchetta da una parte e dall’altra trovata la centratura trasversale, tiriamo le basse a 21 e controlliamo che l’albero sia dritto traguardando la canaletta dalla trozza

Ultimi controlli dell’albero misuriamo la tensione dello strallo Che dovrebbe essere tale che l’estremità orizzontale del tensiometro sia a 30 mm circa dal lato più vicino del profilo del cavo. la preflessione dell’albero: attaccando la drizza della randa al punto di mura della randa dovremmo avere una preflessione di circa 2,5 – 4 cm

Ultimi controlli dell’albero regoliamo la tensione del paterazzo I bozzelli del paterazzo dovrebbero restare 20 cm al di sotto della piastra di connessione.

Tensione delle sartie secondo il vento molta tensione sulle sartie e sul paterazzo depotenzia le vele tesando lo strallo e attribuendo molta flessione alla parte alta dell’albero sartie poco tese e paterazzo appena puntato aumentano la potenza delle vele grazie ad uno strallo molle e ad una parte alta dell’albero poco flessa

Correlazione della tensione tra le sartie alte e quelle basse Con vento leggero fino a vento medio la tensione delle sartie alte dovrà essere superiore a quella delle sartie basse. Questo consente all’albero di flettere a metà, appiattendo la randa e rendendo più molle lo strallo al fine di aumentare la potenza del genoa. All’aumentare del vento, la tensione sulle basse deve essere pari a quella delle alte, fino a diventare maggiore con vento molto forte. Ciò contribuisce a rendere più rigida la parte centrale dell’albero, la quale rende lo strallo più teso (e il genoa/fiocco più piatto) e permette di dare tensione al paterazzo senza flettere eccessivamente l’albero compromettendo la forma della randa.

STRUMENTAZIONE oltre alla bussola da regolamento Il Windex Il LOG

Assetto della barca Il j24 deve essere condotto piatto come una deriva Cerchiamo di ridurre al minimo l’uso del timone riducendo così la resistenza all’avanzamento agendo sull’assetto e sulle vele

Randa - scotta Permette di regolare lo svergolamento della balumina (anche il paterazzo) La randa deve essere cazzata fino a che la stecca alta sia parallela al boma il filetto alto deve volare al 60% fino a 10 nodi, al di sopra di questo vento deve volare al 100%

Randa - carrello permette di tenere il boma a centro barca senza chiudere troppo la balumina può essere utile segnare con del nastro il centro del pulpito di poppa

Randa – cunningam In generale, aumentando la tensione dell’inferitura agendo sul cunningam o sulla drizza, si riduce il grasso della vela e lo si sposta verso prua

Randa – cunningam Sul J 24 si cerca di tenere il grasso al 50% della vela Se la vela è nuova, non si usa il cunningam fino a 10 nodi (grinze) . Poi si inizia a cazzare la manovra per assorbire la maggior parte delle grinze. Fino ad assorbirle tutte con vento forte.

Tensione della base randa Randa - tesabase Lo shelf foot (il pannello più vicino al boma della randa) non deve mai essere totalmente aperto navigando di bolina. Nodi di vento Tensione della base randa 0 – 5 Lascata 2,5 cm 6 – 10 Lascata (1,5 cm) 11 – 14 Tesata al massimo 15 +

Randa -Vang Di bolina non si usa. Solo con vento forte e a raffiche aiuta a mantenere la tensione della balumina

Paterazzo è una regolazione molto importante cazzarlo comporta 2 effetti: flessione dell’albero : appiattisce la randa nella parte alta apre la balumina barca meno sbandata e timone più leggero tende lo strallo: appiattisce la zona dell’inferitura del genoa apre la balumina del genoa avremo delle vele meno potenti, barca più orziera e meno sbandata

Marcatura del Paterazzo Le posizioni estreme sono: tensione minima bozzelli 20 cm sotto la piastra tensione massima bozzelli al livello del pulpito di poppa Nodi di vento Tensione del paterazzo 0 – 6 Appena puntato 7 – 10 1 / 4 11 – 14 1 / 2 15 – 18 3 / 4

Tabella di riepilogo

Randa – di poppa Lascare la scotta il necessario Il vang deve essere regolato fino ad avere la stecca alta parallela al boma Cunningam,tesabase e paterazzo laschi

Genoa – posizione del carrello Come regola generale, il carrello deve essere posizionato in modo tale che orzando, la vela rifiuti contemporanea-mente su tutta l’inferitura se la parte alta rifiuta prima -> carrello più avanti aumenta la tensione della balumina e la concavità della vela se la parte alta rifiuta dopo -> carrello più indietro meno tensione in balumina, vela più aperta e piatta Sul J24 si regola il carrello fino da avere la balumina a 5 cm dall’estremità della crocetta e la base egualmente 5 cm dall’arridatoio. Avremo così la posizione base o neutra

Genoa – posizione del carrello Per una regolazione più accurata del genoa fate dei buchi supplementari in prossimità del punto neutro

Il genoa alle diverse intensità POCO VENTO: inferitura abbastanza tesa per mantenere il grasso in avanti e rendere più semplice la conduzione della barca, e una balumina abbastanza aperta per ridurre lo stallo dell’aria nella vela VENTO MEDIO: cazzare maggiormente la scotta per migliorare l’angolo di bolina. Lasciare inoltre alcune grinze sull’inferitura, cosa che consente di avere una forma migliore dell’entrata del genoa e rende possibile orzare maggiormente VENTO FORTE: lascare la scotta per aprire l’uscita della vela e ridurre lo sbandamento, e tendere maggiormente l’inferitura per mantenere il grasso in avanti

FIOCCO Si passa al fiocco : con circa 18 - 20 nodi di vento (dipende anche dal peso dell’equipaggio) quando è difficile timonare, e contenere lo sbandamento Partiamo posizionado il carrello all’altezza della sartia

Regolazione del Fiocco Cazziamo la scotta fino ad avere una balumina tesa, una leggera curva nella parte bassa della vela e stecca centrale parallela all’asse della barca All’aumentare del vento laschiamo la scotta fino ad avere la stecca aperta 10° Con vento ancora più forte arretriamo anche il carrello

Spinnaker Valgono le regole generali : spi ben drizzato bugne alla stessa altezza tangone a 90° con il vento apparente e ben fisso rifiuto costante sull’entrata (a 0,5- 1metro dalla penna) manovra di issata e ammainata impeccabili massima comunicazione tra tailer e timoniere attrezzatura funzionale

Spinnaker al variare del vento Poco vento : tangone leggermente più strallato (vela più grassa) si può evitare il carica basso (dipende dalla posizione dei barber) Vento forte: tangone leggermente più quadrato e basso barber di scotta cazzato il 2 pronto a lascare il il vang (se si tende a straorzare)

Ultimi consigli navigate con barca e manovre sempre a posto massimo peso dell’equipaggio (400 kg) barca piatta equipaggio nelle corrette posizioni regolate le vele al variare dell’intensità di vento Il timoniere deve essere concentrato sulla velocità e l’angolo di bolina ------

Fine …………………………………. Flotta del Lario J24 Marco Stefanoni