INTERVISTA AL GRANDE MATEMATICO… PAOLO RUFFINI
Alcuni accenni biografici.. Paolo Ruffini nacque a Valentano, in provincia di Viterbo, il 22 settembre 1765 da Basilio Ruffini, un medico che lì si era trasferito con la famiglia da Reggio Emilia. Morì i 10 maggio 1822 a Modena ammalatosi di tifo curando i suoi pazienti. Fu un grande matematico e medico italliano.
Iniziamo L’intervista … Ecco Paolo Ruffini.. Iniziamo L’intervista …
1. Ha sempre nutrito la passione per la matematica 1. Ha sempre nutrito la passione per la matematica? E’ sempre stato bravo in essa? Si, fin da quando ero piccolo ho sempre dimostrato di avere grandi doti, grandi capacità in ambito matematico . La matematica mi piaceva ma in realtà i miei sogni erano altri.
2. Quindi lei non pensava di diventare un grande matematico 2. Quindi lei non pensava di diventare un grande matematico. Quali erano i suoi sogni? E’ proprio così, da piccolo non avevo mai immaginato che sarei potuto diventare un grande matematico. Da giovane infatti, il mio sogno era quello di prendere gli ordini ma in realtà divenni solo chierico. Abbandonata la strada ecclesiastica, cambia idea e avendo un papà medico decisi di intraprendere gli studi di matematica e di medicina all’Università di Modena, dove mi ero trasferito con la famiglia.
3. Ripensando ai sui studi universitari in Matematica e Medicina, ricorda in particolare modo qualche suo professore? Sicuramente tra tutti ricordo con grande stima e piacere Luigi Fantini di geometria e Paolo Cassiani, docente di analisi.
4. Quando e in cosa si è quindi laureato? Il 9 giugno 1788 mi laureai in filosofia, medicina e chirurgia, poi anche in matematica.
5. Ha mai insegnato direttamente la matematica? Si, grazie alle mie doti matematiche diventai nel 1797, a soli 32 anni, PROFESSORE di MATEMATICA all’Università di Modena. Dopo qualche anno mi fu anche affidata la CATTEDRA di ANALISI ma, chiuso l'ateneo nel 1808, insegnai alla Scuola di Artiglieria e Genio dell’Accademia militare istituita dal Governo napoleonico. Nel 1814, il duca Francesco IV, riaprì l'Università di Modena, e ne divenni rettore pur continuando ad insegnare matematica applicata, medicina e clinica medica. Inoltre fui nominato presidente dell’Accademia nazionale delle scienze detta “dei Quaranta”, fondata nel 1782 da Anton Mario Lorgna.
6. Passiamo al pratico. Ha mai scritto opere matematiche o relative agli studi da lei svolti? A dire il vero più di una. La teoria generale delle equazioni in cui è provato che la soluzione algebrica di equazioni di grado maggiore di 4 è impossibile (1799)
Riflessioni intorno alla rettificazione ed alla quadratura del circolo (1802) Sopra la dimostrazione delle radici nelle equazioni numeriche di qualunque grado (1804) Dalla immortalità dell’anima (1806) Riflessioni critiche sopra il saggio filosofico intorno alle probabilità del signor conte Laplace (1821)
7. Quali regola o teorema matematico le appartiene? Può spiegarlo? In matematica mi appartiene la REGOLA/TEOREMA di RUFFINI detta anche DIVISIONE SINTETICA del 1809. Essa permette di dividere velocemente un qualunque polinomio per un binomio di primo grado della forma x – a ed è un caso speciale della divisione polinomiale ossia il caso in cui il divisore è un fattore lineare.
La regola stabilisce un metodo per dividere il polinomio per il binomio per ottenere il polinomio quoziente e un resto R che è zero o un termine costante, visto che deve essere di grado minore rispetto al polinomio divisore. L'algoritmo non è altro che la divisione polinomiale di P(x) per A(x) scritto in un'altra forma più economica.
Per dividere P(x) per A(x), infatti: 1 Per dividere P(x) per A(x), infatti: 1. Si prendano i coefficienti di P(x) e si scrivano in ordine. Poi si scrive r in basso a sinistra, proprio sopra la riga: | an an-1 ... a1 a0 | r | ----|---------------------------------------------------------
2. Si copia il coefficiente di sinistra (an) in basso, subito sotto la riga: | an an-1 ... a1 a0 | r | ----|--------------------------------------------------------- | an | = bn-1
3. Si moltiplica il numero più a destra di quelli sotto la riga per r, e lo si scrive sopra la riga, spostato di un posto a destra: | an an-1 ... a1 a0 | r | bn-1r ----|--------------------------------------------------------- | an | = bn-1
4. Si somma questo valore con quello sopra di lui nella stessa colonna: | an an-1 ... a1 a0 | r | bn-1r ----|--------------------------------------------------------- | an an-1+(bn-1r) | = bn-1 = bn-2
5. Si ripetono i passi 3 e 4 fino al termine dei coefficienti | an an-1 ... a1 a0 | r | bn-1r ... b1r b0r ----|--------------------------------------------------------- | an an-1+(bn-1r) ... a1+b1r a0+b0r | = bn-1 = bn-2 ... = b0 = R
A questo punto, i valori b sono i coefficienti del polinomio risultante (Q(x)), il cui grado sarà inferiore di uno a quello di P(x). R è il resto. Per concludere posso dire che la mia regola ha molte applicazioni pratiche; molte di esse si basano sulla divisione semplice o sulle estensioni usuali.
8. Che cosa lo affascina della matematica? La matematica mi affascina perché è un mondo che avvolge completamente il nostro. Ne troviamo tantissima nel nostro quotidiano per questo mi piace studiarla, scoprirla e capirla perché in tal modo posso arrivare a capire e conoscere anche la nostra realtà.
Intervista realizzata da Mara Andrea Albricci