CONOSCENZA ED USO CORRETTO DEGLI PSICOFARMACI

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Transcript della presentazione:

CONOSCENZA ED USO CORRETTO DEGLI PSICOFARMACI

Sinapsi

Classificazione psicofarmaci ANSIOLITICI ANTIDEPRESSIVI ANTIPSICOTICI REGOLATORI DELL’UMORE

ANSIOLITICI

BENZODIAZEPINE Gli ansiolitici benzodiazepinici possono essere efficaci nell’alleviare gli stati d’ansia. Sebbene si tenda a prescrivere questi farmaci quasi a chiunque presenti sintomi legati a stress, infelicità o malattie fisiche minori, il loro uso è ingiustificato in molte situazioni. In particolare, non sono appropriati per il trattamento di depressione o psicosi croniche.

Le benzodiazepine  Le BDZ agiscono, a livello del SNC, legandosi a specifici recettori, localizzati soprattutto a livello della corteccia cerebrale, del lobo limbico e del cervelletto. Una volta legatesi al loro recettore, esse favoriscono il legame dell’acido Gamma Amino Butirrico (GABA) con il recettore Gabaergico post-sinaptico Quindi, potenziano l’effetto inibente del GABA sulla liberazione di neurotrasmettitori eccitatori, quali Noradrenalina, Serotonina, Dopamina, a livello del SNC.

Clorazepato (Transene) Lunga 80-100 1-1.5 (cpr) 0.45 (gtt) Clorazepato (Transene) Breve 4-6 1.5 Diazepam (Aliseum, Ansiolin, Diazemuls, Eridan, Noan, Tranquirit, Valium, Vatran) Rischio di accumulo 5-30 0.5-6 Clotiazepam (Rizen, Tienor) 50-120 1 Clordiazepossido (Librium, Relibran) 18-56 1-4 Clordemetil diazepam (En) 10-38 1-5 Clobazam (Frisium) Media 10-20 1-8 Bromazepam (lexotan, Compendium, Lexil) Alta lipofilia, veloce assorbimento 10-15 1-2 Alprazolam (Frontal,Mialin, Valeans, Xanax) Note Durata d’azione Emivita plasmatica (h) Picco plasmatico (h) Molecola

Lunga 10-15 1 Pinazepam (Domar) Rischio di accumulo 30-120 2.5-75 Prazepam (Prazene) Coniugato con acido glucuronico Breve 5-12 3 Oxazepam (Limbial, Serpax) Coniugato con acido assorbibile anche im Breve glucuronico 10-20 2-6 Lorazepam (Control, Lorans, Tavor, Expidet, Lorazepam) 2 Ketazolam (Anseren) 6 1.5-4 Etizolam (Depas, Pasaden) Note Durata d’azione Emivita plasmatica (h) Picco plasmatico (h) Molecola Il rischio è inteso sempre per somministrazioni ripetute e prolungate o brevi ma ravvicinate nel tempo

Le benzodiazepinee le BDZ ad azione breve, che sono usate principalmente per il trattamento dell’insonnia le BDZ ad azione protratta, che sono impiegate principalmente nel trattamento dell’ansia.

I disturbi secondari da trattamento con BDZ sono in funzione del dosaggio utilizzato e della sensibilità individuale. Nei casi di iperdosaggio relativo i disturbi secondari si manifestano con una progressione più o meno rapida in funzione del dosaggio utilizzato dosaggio Atassia Amnesia anterograda Ipersonnia Sonnolenza diurna Riduzione della prestazione psicomotoria Ansiolisi Sedazione Ipnoinduzione tempo

ANTIDEPRESSIVI

ANTIDEPRESSIVI ASPETTI GENERALI Gli antidepressivi sono efficaci nel trattamento della depressione maggiore di grado moderato o grave, inclusa quella associata a malattie fisiche; sono efficaci anche nella distimia (depressione cronica di minore gravità). Non sono utili in genere nelle forme lievi di depressione acuta, ma si può tentare un ciclo di trattamento nei casi refrattari agli approcci psicologici.

Ipotesi aminergica della depressione: meccanismo d’azione degli antidepressivi (AD) La depressione sarebbe causata da una carenza di neurotrasmettitori monoaminergici – seratonina e/o noradrenalina (e/o dopamina?) Una deplezione chimica di neurotrasmettitori induce nell’animale una condizione assimilabile alla depressione Gli AD incrementano in acuto le concentrazioni di monoamine e determinano in cronico una modificazione a livello dei recettori postsinaptici ed il ripristino della neurotrasmissione della seratonina e/o noradrenalina. Determinano in tal modo l’effetto terapeutico. Vampini, 2002

Dinamica temporale degli effetti degli antidepressivi 2 4 6 8 Settimane di trattamento con antidepressivi Effetti terapeutici 4 - 6 settimane Effetti sinaptici ore - giorni Effetti collaterali ore - giorni

Effetti degli antidepressivi dopo somministrazione cronica Regolazione espressione dei recettori Recettore Regolazione dei meccanismi di trasduzione a livello citoplasmatico effettore Protein chinasi Controllo dell’espressione genica nucleo

Effetto del trattamento cronico con farmaci antidepressivi Tra i geni che sarebbero coinvolti nella risposta clinica al trattamento antidepressivo sembrano giocare un ruolo importante quelli che codificano per il fattore trofico BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor) e per il suo recettore tirosino-chinasico trkB. La somministrazione cronica di diversi tipi di farmaci antidepressivi aumenta l'espressione di BDNF e TrkB a livello dell’ippocampo.

Ipotesi neurotrofica della depressione E’ stato osservato che una situazione di stress produce una drammatica riduzione dei livelli di BDNF e conseguente atrofia o addirittura morte di neuroni in particolari aree cerebrali come l’ippocampo; inoltre è stato osservato che in alcuni pazienti depressi si verifica una piccola diminuzione nel volume dell’area ippocampale. Una ridotta espressione del BDNF potrebbe contribuire all’atrofia dei neuroni ippocampali in risposta allo stress.

Normale Stress Antidepressivi Glucocorticoidi Serotonina e NA BDNF BDNF Glucocorticoidi Atrofia/morte neuronale Normale sopravvivenza e crescita Aumentata sopravvivenza e crescita Altri danni neuronali: Ipossia - Ischemia Ipoglicemia Neurotossine Virus Fattori Genetici

Aspetti patogenetici della depressione Che cos’è la plasticità neuronale? …… una serie di cambiamenti del sistema nervoso che includono un'ampia gamma di fenomeni che vanno dal rimodellamento sinaptico osservato a livello microscopico fino a cambiamenti comportamentali osservati nell'animale.

Efficacia dei farmaci antidepressivi nel tempo ore Selettiva interazione con i neuroni 5HT/NA Aumento della concentrazione sinaptica di 5HT/NA giorni Espressione genica di fattori trofici La neurogenesi è influenzata da numerosi fattori che agiscono sia in senso stimolatorio che inibitorio. Il principale fattore di regolazione negativa è costituito dai glucocorticoidi e dallo stress [5]. Tra i fattori di regolazione positiva della neurogenesi, il sistema serotoninergico svolgerebbe un ruolo fondamentale e sembra essere correlato all'attivazione della sintesi di fattori trofici Effetto trofico Risposte adattive cellulari settimane mesi remissione

Antidepressivi TCA SSRI NaSSA I-MAO SNRI NARI ATIP bupropione Titolo: Antidepressivi Note: Lo scarso numero dei casi trattati con antidepressivi nel corso di una comorbidità -cerebro-vascolare può essere dipesa, sino ad alcuni anni or sono, dalla scarsa maneggevolezza degli antidepressivi di prima generazione, in particolare dei triciclici (TCA), soprattutto per quanto riguarda la sicurezza d’impiego di tali molecole nei pazienti cardiovascolari e dalla diffusa opinione che la depre fosse una reazione psicologica al deterioramento fisico. L’attuale ampliamento del bagaglio terapeutico mediante altre classi di farmaci antidepressivi (Atipici, Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina o SSRI, Inibitori del Reuptake sia della Serotonina che della Noradrenalina o SNRI, Inibitori selettivi del reuptake della Noradrenalina o NARI, Antidepressivi ad azione noradrenergica e serotoninergica specifica o NaSSA, altri come le benzamidi sostituite od i transmetilanti), consente una più sicura gestione della farmacoterapia anche nei pazienti con patologie cardiovascolari. bupropione

Principali farmaci antidepressivi Inibitori MAO: iproniazide, isocarbossazide, fenelzina RIMA: moclobemide, toloxatone Antidepressivi triciclici: imipramina, amitriptilina, clomipramina, desipramina, SSRI: citalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina SNRI: venlafaxina, milnacipran, duloxetina NRI: reboxetina NASSA: mianserina, mirtazapina Farmaci serotoninergici: trazodone, nefazodone Farmaci dopaminergici: amisulpride, bupropione

Effetti cardiovascolari dei TCA Incremento della frequenza cardiaca Rallentamento della conduzione (prolungamento PR e QRS) Ipotensione ortostatica Significatività clinica : Titolo: Effetti cardiovascolari dei TCA Note: Per quanto riguarda la collateralità cardiovascola re dei TCA, essa è soprattutto rappresentata dall’incremento della frequenza cardiaca, dal rallentamento della conduzione (come evidenziato a livello ECGrafico dal prolungamento degli intervalli PR e QRS) e dall’ipotensione ortostatica, particolarmente temibile in un soggetto con problemi di bassa perfusione cerebrale. Tali effetti collaterali assumono particolare rilevanza clinica nei soggetti già portatori di disturbi della conduzione (principale controindicazione all’uso dei TCA) e richiedono cautela, per le interazioni dinamiche e cinetiche, nell’associazione con taluni farmaci (ad esempio antiaritmici, ipotensivi, estratti tiroidei). Fra i TCA, per la minore azione di blocco alfa-adrenergica e muscarinica, risultano più sicuri i metaboliti demetilati della amitriptilina e della imipramina (amine terziarie) rappresentati, rispettivamente, dalle amine secondarie nortriptilina e desipramina, che per tale motivo hanno, nel passato, rappresentato i TCA di scelta nei pazienti cardiocerebrovascolari. aggravamento di pregressi disturbi di conduzione cautela in associazione con farmaci ipotensivi, antiaritmici ecc.

Compromissione delle performance cognitive Altri effetti dell’azione anticolinergica degli antidepressivi triciclici (TCA) Compromissione delle performance cognitive Glaucoma, ipertrofia prostatica Titolo: Meccanismi dell’incremento della frequenza cardiaca in corso di terapia con antidepressivi triciclici Note: Durante un trattamento con TCA, abitualmente, si osserva un incremento della frequenza cardiaca, con un modesto incremento del numero delle pulsazioni, compreso in media tra 3-16 al minuto. I meccanismi patogenetici responsabili dell’aumento di frequenza cardiaca sono legati all’attività anticolinergica dei TCA, per potenziamento sul nodo del seno, al blocco del reuptake neuronale delle catecolamine ed all’incremento delle stesse catecolamine, secondario all’ipotensione posturale. L’incremento della frequenza cardiaca, indotto da TCA, può rappresentare un rischio rilevante in soggetti portatori di angina da sforzo o in soggetti affetti da ischemia silente. Stipsi

PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI INIBITORI SELETTIVI DEL REUPTAKE DELLA SEROTONINA E/O DELLA NORADRENALINA (SSRI e SNRI) SSRI SRI SNRI SRI PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI Legati all’attività dei recettori serotoninergici: disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, perdita di peso); - cefalea; - disfunzione sessuale (anorgasmia, riduzione della libido); - ansia, tremore, nervosismo, agitazione - dipendenza fisica discontinuation syndrome Legati all’attività dei recettori noradrenergici: - ipertensione (ad alte dosi) NRI Wellbutrin dopamina

Non esistono al momento evidenze forti che permettano Esistono differenze nell’efficacia terapeutica tra i diversi antidepressivi? Non esistono al momento evidenze forti che permettano di stabilire la superiorità di un AD rispetto ad un altro. Depression Guideline Panel, 1993; Anderson, 2000

Fattori da valutare per la scelta del farmaco antidepressivo Efficacia antidepressiva Profilo effetti collaterali Tossicità da sovradosaggio Interazioni farmacologiche Caratteristiche cinetiche Comorbidità organica e psichiatrica

AD e alterazioni delle performance psicomotoria e cognitiva AD che peggiorano la performance anche a basse dosi: Amitriptilina (25 mg) Mianserina (30 mg) Trazodone (50 mg) AD che non alterano in modo rilevante la performance anche ad alte dosi: SSRI Reboxetina

Tossicità da sovradosaggio degli AD Indice tossicità letale Triciclici + + + + IMAO + + + Mianserina + + Trazodone + + Venlafaxina + + Mirtazapina + + SSRI + Dati dal 1987-1991 in Gran Bretagna, Henry et al., 1995

Durata trattamento (dura circa un mese) va dall'inizio del trattamento alla fase di conseguimento dell'effetto terapeutico (dura qualche mese) va dedicata al consolidamento dei risultati terapeutici raggiunti, se questi sono stati raggiunti oppure al potenziamento del trattamento farmacologico in caso di risposta insufficiente è dedicata alla prevenzione delle ricadute oppure alla graduale sospensione del farmaco  

ANTIPSICOTICI

Farmaci antipsicotici Aspetti generali Farmaci antipsicotici sono conosciuti anche come «neurolettici» o antipsicotici tipici Di solito tranquillizzano senza alterare la coscienza e senza causare eccitamento paradosso, ma non devono essere considerati alla stregua di tranquillanti. Nel breve termine, essi sono impiegati per calmare i pazienti disturbati qualsiasi sia la psicopatologia che ha scatenato l’attacco e che può essere la schizofrenia, un danno cerebrale, la mania, un delirium su base tossica o una depressione agitata.

Complessità dei sintomi nella schizofrenia Si possono identificare 5 gruppi di sintomi psicotici: Ognuno di essi richiede un trattamento negativo ostilità i sintomi negativi comprendono restrizioni dell’espressione emotiva, pensiero, linguaggio, piacere, motivazione e attenzione i sintomi ostili comprendono insolenza verbale o fisica, autolesionismo, o altri comportamenti impulsivi positivo affettivo cognitivo i sintomi affettivi comprendono depressione e ansia, senso di colpa, tensione e irritabilità i sintomi cognitivi comprendono incoerenza e deficit nell’elaborazione e nell’apprendimento dell’informazione i sintomi positivi comprendono deliri e allucinazioni, nonché linguaggio disorganizzato e comportamento agitato Adattato da Stahl SM. Psicofarmacologia essenziale. Capitolo 10. 2000.

META-ANALISI DI 820 STUDI SUGLI ESITI DELLA SCHIZOFRENIA 60 50 40 Miglioramento percentuale al follow-up 30 20 10 <1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 Coma insulinico E C T Hegarty et al., 1994 Farmacoterapia “Kraepelin” “Bleuler” DSM-III

Iperattività >>>>>D2 Sintomi Positivi Nucleo Accumbens Tegmento Mesencefalico Iperattività >>>>>D2 Sintomi Positivi

Ipoattività >>>>D2 frontale Sintomi Negativi B Corteccia Prefrontale e Limbica Tegmento Mesencefalico Ipoattività >>>>D2 frontale Sintomi Negativi

C Gangli della base Substantia Nigra

D Ipotalamo Ipofisi

ANTIPSICOTICI TIPICI Neurolettici Clorpromazina ( Largactil) Levomepromazina,( Nozinan) Promazina, (Talofen) Flufenazina (Moditen) Perfenazina,(Trilafon) Periciazina (Neuleptil) Tioridazina, (Melleril) Aloperidolo, (Serenase, Haldol) Bromperidolo,(Impromen) Clopentixolo, (Sordinol) Zuclopentixolo, (Clopixol) Pimozide, (Orap) Levosulpiride, (Levopraid) Tiapride, (Sereprile) Amisulpiride,(Solian) Clotiapina (Entumin)

>EPS <bloccoACH

EFFETTI INDESIDERATI DEI FARMACI NEUROLETTICI • sintomi parkinsoniani (che includono il tremore), più comuni in adulti e anziani, che possono insorgere gradualmente; • distonia (movimenti anomali del viso e del corpo) e discinesia, più comuni nei bambini e nei giovani adulti, possono comparire già dopo poche dosi; • acatisia (irrequietezza motoria) che di norma compare dopo una dose iniziale alta e che può somigliare all’esacerbazione della malattia che si sta trattando; • discinesia tardiva (movimenti ritmici involontari della lingua, della faccia e della mandibola) che di solito si sviluppa con terapie a lungo termine o con alte dosi, ma che può comparire con dosi basse a breve termine - una discinesia tardiva di breve durata può comparire dopo la sospensione del trattamento.

Effetti collaterali gravi Sindrome maligna da neurolettici Crisi epilettiche Ittero Agranulocitosi, leucopenia

Sindrome Maligna da Neurolettici Ipertermia Pronunciati effetti extrapiramidali: rigidità muscolare a tubo di piombo, segno della ruota dentata, scialorrea, crisi oculogire, opistotono, trisma, disfagia, movimenti coreiformi, festinazione. Disfunzione neurovegetativa: ipertensione arteriosa (aumento di almeno 20 mm/hg della pressione diastolica), tachicardia (aumento di almeno 30 battiti/minuto), sudorazione profusa, incontinenza. Coscienza offuscata: delirium, stupore, mutismo. Test di laboratorio abnormi: leucocitosi (> 15000/mm3), livelli di CPK serica superiori a 1000 IU/ml.

ANTIPSICOTICI ATIPICI Definizione Tendenza diminita o assetne a produrre effetti EPS a dosaggi antipsicotici Nessun aumento della prolattina o molto limitato Riduzione significativa dei sintomi positivi e negativi della schizofrenia

ANTIPSICOTICI ATIPICI Definizione farmacologica Bloccano i recettori dopaminergici ( D2)nel sistema meso-limbico>>che in quello nigro-striatale Bloccano i recettori della serotonina (5-HT2)

ANTIPSICOTICI ATIPICI L’utilizzo degli antipsicotici atipici ha ridiretto gli obiettivi del trattamento antipsicotico rispetto all’era dei neurolettici: alcuni bisogni non corrisposti possono infatti, almeno in parte, essere soddisfatti (come maggiori possibilità di riabilitazione, la prevenzione del deterioramento cognitivo, una migliore adesione al trattamento grazie a ridotti effetti collaterali) e alcuni sintomi bersaglio, come ad esempio i sintomi negativi, quali il ritiro sociale, l’anergia, o l’ostilità (compresa l’ideazione suicidaria che spesso rende infausto l’esito) possono essere trattati più adeguatamente che in passato. A.C.Altamura, 2006

ANTIPSICOTICI ATIPICI Aripiprazolo (Abilify) Clozapina, (Leponex) Olanzapina, (Zyprexa) Quetiapina (Seroquel) Risperidone, (Risperdal, Belivon)

Azioni Antipsicotici Atipici

Vantaggi degli antipsicotici atipici Clozapina: non induce EPS, utile nella schizofrenia resistente, può dare leucopenia/agranulocitosi Risperidone: può indurre EPS a dosaggi medio-alti (6-12mg/die), azione relativamente “attivante” (componente depressiva) Quetiapina: utile nelle forme “negative”, non induce EPS Olanzapina: azione sedativa inferiore alla clozapina, azione timostenica, buona efficacia nelle forme resistenti ed in quelle a prevalente sintomatologia negativa Aripiprazolo: efficace nelle forme “positive” e “negative “ delle psicosi, agonista parziale sui recettori D2 e 5HT1A ( DSS: dopamine system stabilizer)

Effetti collaterali associati all’uso degli antipsicotici atipici Neurologici Disturbi del movimento Metabolici Obesità Dislipidemia Iperglicemia/diabete Endocrini Diabete Iperprolattinemia Cardiovascolari Prolungamento del tratto Q-T Ipotensione ortostatica Altri Ematologici Anticolinergici Sedazione Oculari Epatici

MANTENIMENTO Remissione di un primo episodio senza sintomi negativi residui con sintomi negativi residui Protrarre il trattamento per 3-6 mesi prima di ridurre gradualmente le dosi (20% ogni 6 mesi) fino a portarle a zero dopo un minimo di 2 anni di trattamento Valutare la possibilità di un cambiamento di farmaco dopo la stabilizzazione del quadro clinico protratta per 6 mesi L’eventuale dose fissa di mantenimento va continuata per un periodo di 2-5 anni o, in alcuni casi, per un tempo indefinito Nel caso di riacutizzazioni i tempi della terapia di mantenimento vanno prolungati Se la remissione è stata ottenuta con un tipico bloccante D2 e se la dose minima di mantenimento risulta elevata o tale da indurre una SNN, il mantenimento va effettuato con un atipico bloccante 5HT2/D2 Linee guida SOPSI

Assunzione irregolare LA SCARSA COMPLIANCE Assunzione irregolare della terapia Scarso o assente insight (David, 1990) Comparsa di EPS (Van putten, 1974) Solo il 40-50% dei pazienti che potrebbero ricevere beneficio da una terapia di profilassi delle ricadute segue effettivamente il trattamento Per i pazienti al primo episodio la mancata compliance sale fino al 75% (Gaebel e Pietzcker, 1985; Kane et al., 1985)

Stabilizzatori dell’umore · Si tratta di una categoria di farmaci impiegati nel trattamento a lungo termine di pazienti affetti da disturbi ricorrenti dell’umore, in particolare nel disturbo bipolare. Trovano ulteriore impiego nelle forme schizoaffettive. · Accanto al Litio, farmaco di riferimento, utilizzato nella pratica terapeutica da più decenni, trovano collocazione ufficiale in questo gruppo il valproato di sodio e la carbamazepina. · Successivamente si è proposto l’uso della oxcarbazepina, meno gravata di effetti collaterali della molecola originaria. · Più di recente è stato suggerito l’uso della lamotrigina, specie per il trattamento della fase depressiva del disturbo bipolare. · Va infine tenuta presente la possibilità di utilizzare alcuni antipsicotici atipici da soli o in aggiunta ad uno stabilizzatore tradizionale.

Il carbonato di Litio E’ il farmaco più usato nel trattamento del disturbo bipolare. E’ utile nella fase maniacale e nella prevenzione delle ricadute depressive. E’ necessario eseguire una serie di esami del sangue per valutare la funzionalità renale (dosaggio della creatinina) e tiroidea (dosaggio degli ormoni tiroidei: TSH, FT3, FT4) prima di cominciare la terapia con il carbonato di litio e ripeterli inizialmente ogni 2-3 mesi, poi ogni 6 mesi durante un trattamento di lunga durata. Va monitorata inoltre la funzionalità cardiaca (con l’elettrocardiogramma) nelle persone sopra i 65 anni ed in particolari situazioni. Il carbonato di litio è controindicato in gravidanza ed allattamento, nell’insufficienza renale, nell’ipotiroidismo, in patologie cardiache. Può essere utile associare il litio ad altri farmaci (farmaci antipsicotici, BDZ) nella mania acuta mentre è preferibile usarlo da solo nella terapia di mantenimento. Non deve essere associato a particolari farmaci diuretici, antinfiammatori, antibiotici. Gli effetti indesiderati che si possono presentare in corso di terapia con litio sono: nausea, vomito, diarrea, tremori alle mani, aumento di peso, alterazioni della funzionalità tiroidea (ipotiroidismo) e renale, polidipsia e poliuria (aumento della sete e bisogno frequente di urinare).

Il Carbonato di Litio LA LITIEMIA, CIOÈ IL DOSAGGIO DEL LITIO NEL SANGUE, VA ESEGUITA ALMENO UNA VOLTA ALLA SETTIMANA NEL PRIMO MESE DI TRATTAMENTO E SUCCESSIVAMENTE ALMENO UNA VOLTA OGNI TRE MESI PERCHÉ: L’efficacia del litio è in relazione alla sua concentrazione nel sangue che dovrebbe essere: in fase acuta 0,8-1,2 mEq/l; in fase di mantenimento (nella prevenzione delle ricadute): 0,5-0,8 mEq/l.  Se la concentrazione del litio raggiunge valori di 1,5-2 mEq/l oppure valori ancora più alti possono manifestarsi effetti tossici.

L’Acido Valproico (DEPAKIN) Molto utilizzato nel disturbo bipolare, si è dimostrato utile soprattutto negli stati misti (in cui sono presenti contemporaneamente sintomi depressivi e maniacali) e nelle situazioni in cui c’è un rapido passaggio dalla depressione alla mania. Spesso è associato ad altri farmaci: il litio, gli antipsicotici e le BDZ. E’ importante, prima di cominciare la terapia con questo farmaco, fare gli esami del sangue generali e monitorare in particolare la funzionalità epatica e ripetere tali esami ogni 6-12 mesi durante il trattamento. I possibili effetti indesiderati sono: nausea, vomito, perdita dell’appetito, sedazione, tremore, alterazioni della funzionalità epatica e delle cellule del sangue (riduzione delle piastrine, riduzione dei globuli bianchi).

La Carbamazepina (TEGRETOL) E’ utilizzata meno frequentemente del litio e dell’acido valproico perché interagisce con tanti farmaci modificandone le concentrazioni nel sangue e quindi l’efficacia ed a causa dei suoi possibili effetti indesiderati che comprendono: sedazione, visione offuscata, nausea, vertigini, cefalea, alterazioni ematologiche, della funzionalità epatica e pancreatica ed effetti cutanei compresa una reazione cutanea rara e potenzialmente grave. Per tali motivi in corso di terapia con la carbamazepina è importante eseguire gli esami del sangue ed il dosaggio del farmaco nel sangue ogni settimana nei primi mesi di trattamento, poi ogni 3 mesi

La Lamotrigina (LAMICTAL) Ha dimostrato di essere efficace come stabilizzatore del tono dell’umore e di prevenire le ricadute degli episodi depressivi del disturbo bipolare. Il trattamento con la lamotrigina va iniziato a dosi molto basse ed aumentato lentamente fino a raggiungere la dose terapeutica, al fine di ridurre al minimo il rischio di comparsa di effetti indesiderati che possono essere: eruzioni cutanee, sonnolenza, cefalea, disturbi gastrointestinali

PRONTUARIO TERAPEUTICO AZIENDALE IN CORSO