Identità recenti e miti antichi

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Classe 2A Anno scolastico
Advertisements

ORATORIO di NATALE di JS. Bach: “Sorge bella LUCE”
IL ROMANTICISMO Proviamo a guardare quante pagine del vostro libro di testo sono dedicate al Romanticismo… Un bel po’, senza dubbio. Questo perché il.
LEZIONE 12 PER IL SABATO 22 MARZO 2008 MISSIONE E MANDATO.
Raccontiamo storie.
LA STORIA DI MOSE’.
Le tue parole, o Padre, sono Spirito e Vita 3 ord C dal libro di Neemia.
Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè.
Risorgimento – Identità Nazionale? -
Ra.Mi. Ragazzi Missionari.
STORIA DELLA CHIESA MEDIEVALE
CANZONI.
Ricerca a cura di Antonio Reccia & Francesco Liguori 1 C
150° anniversario dell’ unità d’ ITALIA
IL RUOLO DELLE DONNE.
Dialogando con il Padre nostro.
Cammino Giovanissimi Anno 2008/2009. Anna & Davide Vi presentano...
Parola di Vita Novembre 2009.
Relazione sull’incontro con Pupa Garribba
Istituto Tecnico per il Turismo “U
Una storia per capire meglio Classe IV A Scuola G. GOVI
per conoscere e servire meglio
Parola di Vita Febbraio 2011.
G I O R N D N A T L E.
Parola di Vita Ottobre 2012.
Parola di Vita Aprile 2010.
Il giorno della memoria
Odisseo vuol dire 'l'odiato', come è spiegato nell'Odissea.
Parola di Vita Marzo 2013.
LA PATRIA E I SUOI SIMBOLI
8.00 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell Angelus dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo nella XX Domenica del Tempo Ordinario.
Schede per la Festa dei cresimandi 2010
Papa Pio IX proclama il Dogma dell'Immacolata Concezione.
25° incontro.
GRAZIE NONNI «ANGELI CUSTODI» DI NOI BAMBINI.
ATTI DEGLI APOSTOLI II lezione.
Meditazione Poesia di Ercole Ferretti.
Ad un secolo dal conflitto ricordiamo le voci di chi ha combattuto
10 SMS di promesse Zaccaria 8 Anthony Testa . Ottobre 19, 2014
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Parola di Vita Giugno 2010 "Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,39)
Ennesima sconfitta del Berlusca Biagio carrubba. Ennesima sconfitta del Berlusca. Come era facile prevedere il Berlusca ha subito l’ennesima sconfitta.
L'INNO d'ITALIA Goffredo Mameli il poeta Michele Novaro il musicista.
9.00.
Caro Sindaco, siamo gli alunni della III°A appartenente all’istituto comprensivo “G. Montezemolo”. La nostra scuola partecipa al progetto “Noi ricordiamo”,
L'EUROPA DOPO L'ETA' NAPOLEONICA
Parrocchia San Valentiniano Vescovo Banzano di Montoro (AV)
LA STORIA DELLA SALVEZZA
Le parole della geostoria
Terra e Mare Compreso il nomos della terra e il nomos del marelo dobbiamo ora applicare alla nostra nazione. Medioevo.
Monges de Sant Benet de Montserrat Con la Passione di Bach, diciamo “Dove vuoi che prepariamo la Pasqua?” III Quaresima.
Ascoltando «Guardate la pena» di Händel, partecipiamo ai sentimenti di Gesù davanti alla morte DOMENICA 5 quaresima B 2015 Immagini della Valle del Cedron,
C0ME SONO NATI I DIRITTI?.
12.00 Benedetto XVI ha presieduto la Via Crucis al Colosseo venerdì santo 6 aprile 2012 con particolare riferimento alla famiglia.
Gesù di Nazaret è la persona più importante della storia dell'umanità
Ragionare per paradigmi
Lettera scritta da un soldato della prima guerra mondiale
14.00 Incontro con gli anziani Papa Francesco ha dedicato l’Udienza Generale di mercoledì 28 settembre 2014 in Piazza San Pietro all’incontro con.
PICCOLA CATECHESI SUL BATTESIMO
atti1, 1 Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2 fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo.
ORATORIO di NATALE di JS. Bach: “Sorgi bella LUCE”
Diritti dei minori e i social network Nell'ambito dei social network, compare anche l’argomento dei diritti del fanciullo; alcuni vengono violati, altri.
9.00 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell’ Angelus Dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo nella XVIII Domenica del Tempo Ordinario.
Comunità Pastorale «Santi Gottardo e Giovanni Paolo II»
C’ERA UNA VOLTA… C’era una volta un uomo, uno qualunque, che dopo un lungo peregrinare si trovò vicino al baratro del “fine vita”. Al di là il buio…
Giubileo della Misericordia Papa Francesco Udienza del 27 gennaio 2016 in Piazza San Pietro Dio ascolta il grido e fa alleanza Papa Francesco.
Guerre italiane e Carlo V
… Sappiamo che, in questo giorno importantissimo per la nostra nazione, l’Italia riuscì a mettere fine alle tante violenze subite nel corso della Seconda.
Istituto Comprensivo “F. De Pisis” Ferrara. Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga.
Transcript della presentazione:

Identità recenti e miti antichi

16, 17 e 18 marzo Forse per una pura coincidenza burocratica o forse con qualche intento polemico, il giudice ha stabilito che sia il 16 marzo, il giorno prima della festa per l’unità d’Italia, la data ultima entro la quale dovranno essere rimosse le settecento immagini del sole delle Alpi stampigliate dappertutto nella scuola di Adro. La Corte europea dei diritti dell’uomo renderà nota venerdì 18 marzo la sentenza sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. La la sentenza di primo grado è del 3 novembre 2009. Gelmini: “Nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità''.

A proposito delle immagini stampigliate nella scuola “G A proposito delle immagini stampigliate nella scuola “G.Miglio” il sindaco di Adro, Oscar Lancini, aveva osservato: “I simboli non sono di partito, ma dell'identità del nostro territorio: ce n'è uno anche sulla tovaglia dell'altare maggiore, devo dire al parroco di toglierlo?”. E ancora: “Ma il sole delle Alpi non è un simbolo di partito, al contrario, è un segno di identità e di tradizione”

Come nascono le tradizioni SI CELEBRA LA “LINFA VITALE” DEI PADANI Stamattina al Monviso il primo momento in onore del grande fiume Domenica a Venezia si conclude una cerimonia densa di significati C’è una forza senza pari in quell’ampolla: è la linfa vitale che percorre la Padania. Ed è simbolo di storia, civiltà e comunione delle genti padane quell’acqua cristallina che sgorga dal Monviso e che oggi a mezzogiorno Umberto Bossi, ha ricevuto con la rispettosa devozione che si deve alla terra dei propri padri e della propria fede. Domenica, a Venezia, l’acqua raccolta dal segretario della Lega alle sorgenti del Po, sul Monviso, verrà versata nella Laguna compiendo simbolicamente il percorso del Grande Fiume.”Da Il Padano.com, quotidiano on line 11 settembre 2009 Il rito si ripete dal 15 settembre del 1996, data in cui Bossi ha pronunciato la dichiarazione di "indipendenza e sovranità" della Padania.

Braccialetto Padano "Sole delle Alpi" in caucciù e legno verde   Sovvenzione € 5.00 (più spese di spedizione) COLLEZIONE “RADICI” SPILLA  IN ORO  CON SMERALDO NATURALE INTERAMENTE LAVORATA A MANO DA MAESTRO ORAFO  Con  Alberto da Giussano e  Sole delle Alpi in smeraldo naturalepeso ca. 25 gr. Sovvenzione Euro 1.350 (più spese di spedizione postali) Abitino per Cane Taglie dalla 0 alla 6a Sovvenzione Euro 15.00 cad. (più spese di spedizione postali)

Identità. Una parola neutra? Siamo a corto di parole per esprimere ciò che rende, o renderebbe, un gruppo umano omogeneo e solidale al suo interno. Razza è decisamente inutilizzabile se non da chi voglia apparire apertamente provocatorio (e razzista) e anche etnia, che fino a pochi anni fa sembrava una forma neutra, e un po’ vaga, per definire una parentela non solo culturale, ha oggi un connotato quantomeno ambiguo. Oggi va di moda identità. E’ una parola non (ancora) gravata di troppe nefandezze, come razza, e dotata di un significato sufficientemente ampio per potere essere interpretata con una certa elasticità. Ma proprio per questo bisogna chiarire che cosa intendiamo quando parliamo di identità.

Identità ontologica e identità sociologica Possiamo dire che la nostra identità è la nostra sostanza? Possiamo dire cioè che questa identità ha un fondamento ontologico? L’antropologo Francesco Remotti non ha dubbi: “Gira e rigira, l’identità rinvia pur sempre a una sostanza, ovvero all’idea di un nucleo stabile e permanente: se no, che identità sarebbe?” Nella concezione ontologica dell’identità le sue compattezza e definibilità sono garantite metafisicamente; nella concezione sociologica quelle qualità dipendono dal riconoscimento sociale che si riesce a produrre. “Nel primo caso, l’identità ha solo da essere scoperta, mostrata, contemplata; nel secondo caso, invece, l’identità è di volta in volta inventata, costruita, immaginata”

L’identità scritta sulla carta

L’idea di nazione La nazione è un prodotto della storia moderna (fra il XVIII e il XIX secolo) e va messo in relazione con il bisogno di integrazione da parte di masse urbanizzate, sradicate dal contesto agricolo che aveva loro garantito nel passato un ambito in cui riconoscersi. Le nazioni moderne hanno definito la propria fisionomia e i propri confini parallelamente alla formazione degli Stati territoriali corrispondenti ai quali l'idea di nazione ha fornito il necessario cemento ideologico.

La nazione su base etnica "Se fosse riuscito ai romani di soggiogare anche i tedeschi, e, com'era costume costante di Roma, di distruggerli in quanto nazione, lo sviluppo dell'umanità avrebbe preso un'altra direzione, né, crediamo, più consolante. Noi, eredi prossimi del loro suolo, della loro lingua e mentalità, dobbiamo a loro se siamo tedeschi, e se ancor ci porta quella primitiva e originale corrente di vita; dobbiamo a loro tutto ciò che fummo di poi, come nazione, e se oggi per noi non è finita e l'ultima goccia del sangue da essi ereditato non si è inaridita nelle nostre vene, a loro dovremo ciò che continueremo ad essere". (J.G.Fichte, Discorsi alla nazione tedesca)

La nazione su base politica "Una nazione è un'anima, un principio spirituale. Due cose, che in realtà sono una cosa sola, costituiscono quest'anima e questo principio spirituale; una è nel passato, l'altra nel presente. Una è il comune possesso di una ricca eredità di ricordi; l'altra è il consenso attuale, il desiderio di vivere insieme, la volontà di continuare a far valere l'eredità ricevuta indivisa. [...] La nazione è dunque una grande solidarietà, costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme. Presuppone un passato, ma si riassume nel presente attraverso un fatto tangibile: il consenso, il desiderio chiaramente espresso di continuare a vivere insieme. L'esistenza di una nazione è (mi si perdoni la metafora) un plebiscito di tutti i giorni, come l'esistenza dell'individuo è un'affermazione perpetua di vita". (E.Renan, Che cos'è una nazione?, Roma, Donzelli, 1994).

Le radici della nazione Italia Secondo Manzoni l’Italia è “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor” [Marzo 1821]. L’Italia, in realtà, “una d’arme” non lo era stata nel passato e lo fu in modo alquanto contraddittorio durante le guerre risorgimentali. Lo sarebbe diventata, in parte, solo nella Grande Guerra. L’Italia era senza dubbio una “d’altare”, ma non si trattava di una prerogativa esclusiva, senza contare che a rappresentare l’altare degli italiani vi era una chiesa cattolica radicalmente avversa a qualunque unificazione nazionale. Nemmeno si poteva fondatamente sostenere che ci fosse una unità “di sangue” in Italia, forse la parte d’Europa più frequentemente invasa e colonizzata nel corso dei secoli. Quando il fascismo volle affermare questa idea con le leggi razziali del 1938, l’esito, oltre che infame, apparve ridicolo. A parte l’unità “di cor”, che riassume la scelta volontaristica di costituire un insieme solidale, alla nazione Italia rimanevano, come basi, solo la lingua e le memorie.

Quale lingua italiana? “Supponete dunque che ci troviamo cinque o sei milanesi in una casa, dove stiam discorrendo, in milanese, del più e del meno. Capita uno, e presenta un piemontese, o un veneziano, o un bolognese, o un napoletano, o un genovese; e, come vuoI la creanza, si smette di parlar milanese, e si parla italiano. Dite voi se il discorso cammina come prima, dite se ci troviamo in bocca quell’abbondanza e sicurezza di termine che avevamo un momento prima; dite se non dovremo, ora servirci d’un vocabolo generico e approssimativo, dove prima s’avrebbe avuto in pronto lo speciale, il proprio; ora aiutarci con una perifrasi, e descrivere, dove prima non s’avrebbe avuto a far altro che nominare; ora tirar a indovinare, dove prima s’era certi del vocabolo che si doveva usare, anzi non ci si pensava; veniva da sé; ora anche adoprar per disperati il vocabolo milanese, correggendolo con un: come si dice da noi.” [A.Manzoni, Della lingua italiana].

L’unità linguistica figlia della TV Sembra difficilmente contestabile che nelle trincee della I Guerra Mondiale, dopo quarant’anni di istruzione obbligatoria, i soldati italiani comunicassero fra di loro ancora come truppe di una legione straniera. L’unità linguistica sarebbe arrivata solo con la radio e la televisione e certamente vi ha contribuito più Mike Bongiorno con “Lascia o raddoppia” che non Manzoni con “I promessi sposi” L’unità linguistica figlia della TV

Unità di memorie? Esistevano centocinquanta anni fa memorie condivise dagli italiani? L’elite politica e culturale a cui dobbiamo l’unificazione del nostro paese, cercò indubbiamente di trovarne. Lo stesso inno di Mameli testimonia questa ricerca. Ma è difficile credere che in questi esempi si rispecchiasse una gran quantità di italiani. Come osserva lo storico Alberto Banti, essi avevano piuttosto “un senso in quanto figure, ovvero anticipazioni di un evento che deve ancora compiersi, il riscatto della nazione”. Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta; dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. … Dall'Alpe a Sicilia, dovunque è Legnano; ogn'uom di Ferruccio ha il core e la mano; i bimbi d'Italia si chiaman Balilla; il suon d'ogni squilla i Vespri suonò.

Come si costruiscono i miti fondativi? I miti fondativi, quelli nei quali dovrebbero affondare le radici dell’identità nazionale, vanno cercati nella storia o, a partire dalla storia, vanno inventati, come Hobsbawm spiega delle tradizioni: “Tutte le tradizioni inventate infatti, laddove è possibile, ricorrono alla storia come legittimazione dell'azione e cemento della coesione di gruppo.” L’”invenzione della tradizione”, spiega ancora Hobsbawm, si è applicata particolarmente alla nazione “con i fenomeni ad essa associati: il nazionalismo, lo stato nazionale, i simboli della nazione, le storie nazionali e così via. Tutto ciò poggia su esercizi di ingegneria sociale che sono spesso consapevoli, e sempre innovatori, se non altro perché la novità storica comporta innovazione”.

Israele e il nazionalismo sionista La fondazione dello Stato di Israele può essere considerata un prodotto tardivo dei movimenti nazionali europei dell’Ottocento. Un popolo senza terra, come recitava la retorica sionista, trovava una terra, pretendendo che fosse “senza popolo”, e vi fondava il proprio Stato nazionale. Tutto questo in poco più di cinquant’anni (è del 1896 il primo congresso sionista). Anche se va detto che in questi cinquant’anni accaddero eventi rilevantissimi e soprattutto la shoah che diede alla realizzazione del nazionalismo ebraico la spinta decisiva.

Circondato da una vasta area di ostilità e da subito in guerra con i suoi vicini che ne volevano negare l’esistenza, Israele si è rispecchiato in due grandi narrazioni. Una si riferiva a un evento recente: la rivolta dei combattenti del ghetto di Varsavia che nel 1943, da soli, senza mezzi e senza aiuti, fronteggiarono per mesi il più potente esercito del mondo, quale era allora quello tedesco che occupava l’Europa e cercava di ucciderne gli abitanti ebrei.

L’altra riscopriva invece una storia remota, di cui per secoli si era pressoché perso il ricordo. E’ quella della roccaforte di Masada, nel deserto della Giudea, presso il mar Morto, dove, al tempo della rivolta contro i romani, si era asserragliato un migliaio di ribelli ebrei appartenenti al gruppo estremista dei cosiddetti “sicari”. Allontanati da Gerusalemme avevano trovato rifugio nella fortezza nella quale si mantenevano sferrando, fra l’altro, attacchi e razzie contro gli insediamenti ebraici vicini. Quando i romani scagliarono su Masada l’attacco finale (73 d.C.), i capi dei difensori decisero che si sarebbero uccisi per non cadere prigionieri e diventare schiavi. Giuseppe Flavio, unica fonte che ha tramandato l’episodio, racconta che alcuni uomini furono incaricati di uccidere tutti, donne e bambini compresi, e poi di suicidarsi.

Questo racconto venne riscoperto e rilanciato, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, dal sionismo alla ricerca di miti eroici che servissero a contrastare lo stereotipo antisemita dell’ebreo imbelle, che contribuissero a plasmare una nuova identità ebraica su basi laiche, che stabilissero solidi e indiscutibili legami fra gli ebrei e la terra di Palestina. Moshe Dayan, per molto tempo a capo dell’esercito di Israele, volle che tutte le nuove reclute si recassero a Masada per la promessa di fedeltà. I soldati dovevano percorrere prima dell’alba, alla luce delle torce, il ripido sentiero che conduce alla rocca e qui pronunciavano il giuramento concludendolo con le parole: “Masada non cadrà una seconda volta!”

Genova 12 ottobre 2010 Tatuati sul corpo di uno dei più appassionati teppisti della Stella Rossa c’era un’antologia pressoché completa dei simboli nazionalisti serbi. Fra questi, in bella vista sul braccio destro, la data “1389”, quella della battaglia di Kosovo, vinta dai turchi ottomani, che aprì loro la conquista dei Balcani e nel quale la Serbia ebbe un ruolo di primo piano. Quella data ricorda dunque una sconfitta sulla quale però è stato fondato il mito del nazionalismo serbo che ne ha fatto il simbolo dell’eroismo di chi combatte fino all’ultimo, nonostante la sproporzione delle forze, ed è vinto solo dal tradimento.

Milosevic: 28 giugno del 1989 “L'eroismo del Kosovo ha nutrito il nostro orgoglio per sei secoli e non ci consente di dimenticare che un tempo fummo un esercito grande, coraggioso e orgoglioso, uno dei pochi che non si potevano vincere nemmeno nella sconfitta. Sei secoli dopo, adesso, noi veniamo nuovamente impegnati in battaglie che dobbiamo affrontare. Non sono battaglie armate, benché queste non si possano ancora escludere. Tuttavia nessuna di esse può essere vinta senza determinazione, coraggio, e sacrificio, senza le qualità nobili che erano presenti qui sul campo del Kosovo nei tempi andati”. Negli anni seguenti la ex-Jugoslavia fu teatro di feroci guerre etno-nazionalistiche che ebbero il loro epilogo proprio nel Kosovo, la “terra dei martiri” serbi. La quale però, nel frattempo, era stata abitata da una popolazione albanese che aveva altre tradizioni e altri miti su cui fondare la propria identità.

Efrem Belussi: l’istruttore di fitness e arti marziali che s’è fatto notare per le grida in casa leghista («Basta marocchini a Bergamo. Ci stuprano, tiriamo fuori i denti!») pronunciate davanti al villino dei Gambirasio. Trentatrè anni, un sole delle Alpi tatuato sul bicipite e un patteggiamento per lesioni aggravate nei confronti di 2 albanesi. Corriere Della Sera 8 dic 2010 Simboli di identità Beirut 1976