Immagini digitali Una macchina fotografica digitale non è, in linea di principio, diversa da una tradizionale.

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Transcript della presentazione:

Immagini digitali Una macchina fotografica digitale non è, in linea di principio, diversa da una tradizionale.

La differenza sta nella modalità di cattura delle immagini, che vengono inviate ad un sensore digitale.

Questo trasforma le informazioni luminose in impulsi elettrici e li invia ai circuiti dedicati all'elaborazione dell'immagine. Qui i dati verranno adeguatamente manipolati e infine salvati come file digitale.

La macchina fotografica digitale trasforma le informazioni luminose in segnali elettrici di tipo digitale

A questo punto l’immagine digitale viene archiviata nella nostra scheda di memoria sotto forma di bit. Un bit è un segnale elettrico che può valere 0 (segnale basso) oppure 1 (segnale alto)

I pixel Le immagini digitali sono formate da piccoli rettangoli che si chiamano pixel. Questo termine è l'abbreviazione di picture element, che, tradotto in italiano, vuol dire elemento di immagine. Ogni pixel è rappresentato a sua volta da un certo numero di bit

Con 1 bit possiamo rappresentare 2 colori (di solito bianco e nero)

Aumentando il numero di bit, si possono rappresentare più colori: 2 bit → 4 colori 3 bit → 8 colori 4 bit → 16 colori ecc. secondo la relazione: n. colori = 2 n. di bit

Il numero di pixel che compongono l’immagine (risoluzione) è uno dei fattori che determinano la qualità dell’immagine stessa

Esempio: codifica in bianco e nero (1 bit)

Risultato della digitalizzazione

Aumentando il numero dei quadratini (pixel) in cui si scompone l’immagine, la digitalizzazione risulta più fedele all’originale

L’ immagine in alto ha una risoluzione minore, e quindi una qualità sicuramente peggiore rispetto all'immagine in basso

Vantaggi Si risparmia denaro per l'acquisto delle pellicole e per lo sviluppo Si risparmia tempo. Non occorre viaggi al negozio per comprare il rullino, per riportarlo a sviluppare e per ritirare le stampe Si possono controllare subito le immagini ottenute Le immagini mal riuscite possono essere cancellate subito o ritoccate più tardi Non si usano materie chimiche tossiche che troppo spesso finiscono negli scarichi e nei fiumi Non occorre aspettare di finire il rullino prima di portarlo a sviluppare, o sprecare la pellicola non esposta se non si vuole aspettare Si utilizza il computer per immagazzinare e catalogare grandi collezioni di immagini Con una stampante poco costosa si ottengono tutte le stampe che si vuole. Se si usa carta fotografica la qualità delle immagini sarà sorprendente.

Vedere le immagini Ci sono due modi principali per rivedere le immagini realizzate: su monitor su stampa

Dimensione del monitor È data dalla lunghezza della diagonale misurata in pollici (inch) 1 pollice = 1” = 2,54 cm

Anche lo schermo è diviso in elementi piccolissimi chiamati PIXEL Un pixel è in pratica un punto di colore sullo schermo

Per vedere distintamente i pixel che compongono un'immagine digitale a colori basta ingrandirla, usando la funzione di zoom di un qualsiasi programma di fotoritocco, oppure abbassando la risoluzione dello schermo.

dettaglio di una fragola a risoluzione 200 ppi e ingrandita del 500% stesso dettaglio a 72 ppi e ingrandita del 500%

La risoluzione video È il numero di pixel per pollice presenti sullo schermo. Viene espresso in ppi (pixel per inch).

È una misura lineare, non riferita alla superficie È una misura lineare, non riferita alla superficie. Per ottenere il numero di pixel per unità di superficie, bisogna calcolarla. Esempio: 72 ppi corrisponde a: 72 x 72 = 5184 pixel per pollice quadro

E’ importante scegliere bene la risoluzione dello schermo con cui si lavora

Una risoluzione 800 x 600 divide lo schermo in 480.000 pixel

Una risoluzione 1024 x 768 corrisponde a 786.432 pixel Ovviamente più piccoli

Risoluzioni consigliate Monitor 14” 640 x 480 Monitor 15” 800 x 600 Monitor 17” 800 x 600 o 1024 x 768 Inoltre la scelta dipende: dalla capacità visiva dell’operatore dalla qualità della scheda video e del monitor

Se l’immagine è destinata al web la risoluzione da adottare è quella del monitor

Esempio: monitor da 17” impostato a 1024 x 768 pixel I lati sono (circa) 34 x 27 cm, ossia 13,4 x 10,6 pollici Quindi 1024 / 13,4 = 76 ppi È facile ripetere il calcolo per altre impostazioni (basta un righello)

Nel caso volessimo visualizzare un'immagine di formato 200 ppi, sarà il sistema operativo, perdendo dei dettagli, a ricampionare l'immagine a 76 ppi

Le immagini che dovranno essere visualizzate solo su un monitor possono tranquillamente essere ricampionate a 76 ppi senza che l'utente noti un peggioramento nella qualità, ottenendo immediatamente così immagini più leggere (ovvero con un minor peso in Kbyte) e quindi più veloci da scaricare.

Monitor e stampa Stampando un'immagine che sul monitor si vede perfettamente, noteremo spesso una sgranatura. Questo perchè la stampante ha una risoluzione decisamente maggiore rispetto al monitor (150 / 300 dpi). Molte stampanti odierne sono in grado di stampare tranquillamente anche a 600 dpi

Un monitor visualizza ad una risoluzione inferiore rispetto alla stampante.

Stampare le immagini Domande più frequenti: quanto grande posso stampare questa immagine ? ho stampato questa fotografia in formato A4 ma i risultati sono pessimi ...perché ?

Le dimensioni della stampa Capita spesso che se si ha un’immagine che sul monitor (p. es. a 72 dpi) appare larga 30 centimetri, stampata a 300 punti per pollice si riduce su carta ad una foto di poco più di 7 centimetri di lato.

Questo perché il rapporto tra la risoluzione della stampante e quella del monitor è nell’esempio citato pari a 300/72 = 4,16 Quindi, variando la risoluzione, le dimensioni della foto variano in modo inversamente proporzionale 30 cm / 4,16 = 7,21 cm

La risoluzione aumenta, le dimensioni si riducono

In realtà, quindi, una foto digitale non ha dimensioni fisse, dato che queste dipendono dal tipo di risoluzione utilizzata per la sua visione: più bassa nel caso di uno schermo, più alta nella stampa su carta.

Su che cosa ci si può dunque basare, se le dimensioni di una foto digitale sono un termine così ingannevole? Solo sul numero di punti che compongono l’immagine digitale, vale a dire dei pixel per lato.

Come si può prevedere la grandezza effettiva di un’immagine digitale, sapendo quale risoluzione è stata impiegata dalla macchina fotografica?

Dimensioni effettive in cm N = n Dimensioni effettive in cm N = n. pixel del lato dell’immagine R = risoluzione stampante

Esempio Immagine da 1600 x 1200 pixel da stampare su carta a 300 punti per pollice (1600/300) x 2,54 = 5,33 x 2,54 = 13,53 cm (1200/300) x 2,54 = 4 x 2,54 = 10,16 cm

Calcolo inverso Cosa succede, viceversa, se vogliamo utilizzare la stessa immagine per una stampa da 30 x 40 centimetri? Cioè, partendo dalla grandezza voluta in fase di stampa, come ricavo la risoluzione da impostare?

R = Risoluzione effettiva della stampante in punti per pollice N = n R = Risoluzione effettiva della stampante in punti per pollice N = n. di pixel del lato maggiore dell’immagine digitale L = larghezza della stampa

Esempio Voglio una stampa da 40 x 30 cm di una foto digitale composta da 1600 x 1200 pixel (1600 / 40) x 2,54 = 40 x 2,54 = 101 punti per pollice.

Per ottenere una stampa larga 40 centimetri da un’immagine digitale larga 1600 pixel basterebbe impostare una risoluzione di circa 100 punti per pollice sulla stampante.

Purtroppo, però, bisogna fare i conti con un fatto fondamentale: le moderne stampanti al laser o a getto d’inchiostro lavorano al meglio con una risoluzione in uscita intorno ai 300 punti per pollice. Impostando valori inferiori si ottengono risultati progressivamente peggiori: i dettagli si sgranano e diventa sempre più evidente il reticolo di pixel quadrati di cui è composta l’immagine originale.

Regola generale: scegliendo di stampare ad una risoluzione inferiore ai 200 punti si ottengono sempre risultati scadenti, indipendentemente dalle dimensioni della stampa.

Il concetto di dpi

Abbiamo visto che un'immagine digitale è composta essenzialmente da un certo numero di punti colorati, i pixel, disposti in una griglia di dimensioni fissate. Ad esempio una foto da due megapixel sarà composta da circa 2 milioni di pixel disposti in un rettangolo di dimensioni 1600x1200 pixel per lato circa.

1600 1200 1200 x 1600 = 1.920.000

Precisiamo il concetto di dpi Precisiamo il concetto di dpi. Un certo valore di dpi (dots per inch) ci dice quanti punti (dots) vengono stampati per ogni pollice (inch)

Valori più alti significheranno che i punti saranno più fitti, più vicini tra loro. Al contrario valori bassi indicheranno che i punti avranno tra di loro una distanza più elevata

Se i dpi sono pochi Punti troppo distanti tra loro daranno luogo ad un'immagine poco definita, granulosa, in cui i punti stessi saranno visibili ad occhio nudo con conseguente degrado della qualità della stampa

Se i dpi sono giusti Aumentando la densità dei punti si ottengono immagini migliori, in cui non è presente alcun effetto grana e in cui i passaggi di tono sono più graduali e delicati.

Se i dpi sono troppi A causa della struttura stessa dei nostri occhi è inutile superare una certa soglia di definizione. Il nostro apparato visivo infatti è in grado di distinguere dettagli fino alla risoluzione di circa 300 dpi. Oltre questo valore, ogni informazione aggiuntiva verrebbe confusa con le altre e non sarebbe rilevabile.

Dpi ottimali Si è notato che la risoluzione ottimale per un'immagine fotografica sarà di circa 300 dpi (massima qualità) con un minimo di 200-240 dpi in casi particolari. Utilizzi diversi dalla stampa prevedono tuttavia valori anche molto più bassi.

Alcuni esempi destinazione valore dpi consigliato Esposizioni, libri, riviste di qualità 300 dpi Stampe di grandi dimensioni 200 dpi Quotidiani 100 dpi Web - Monitor 72 dpi

Riassumendo 1. Un'immagine digitale è definita da una dimensione, espressa in pixel, per il lato maggiore e una per il lato minore 2. Un'immagine digitale NON ha dimensioni assolute di stampa 3. La relazione tra dimensioni in pixel e dimensioni in cm della stampa passa SOLO ed ESCLUSIVAMENTE attraverso il concetto di dpi.

La tabella evidenzia il rapporto esistente tra il numero di megapixel, la risoluzione e la dimensione massima stampabile a 72, 150 e 300 dpi. Dimensioni in cm MEGAPIXEL RISOLUZ. STAMPA a 72 dpi STAMPA a 150 dpi STAMPA a 300 dpi 1 Megapixel 1280 x 768 45 x 27 21 x 13 10 x 6 2 Megapixel 1600 x 1200 56 x 42 27 x 20 13 x 10 3 Megapixel 2048 x 1536 72 x 54 34 x 26 17 x 13 4 Megapixel 2272 x 1704 80 x 60 38 x 28 19 x 14 5 Megapixel 2560 x 1920 90 x 67 43 x 32 21 x 16 6 Megapixel 3072 x 2048 108 x 72 52 x 34 26 x 17 11 Megapixel 4064 x 2704 143 x 95 68 x 45 34 x 22

Notare che al crescere delle dimensioni della stampa la risoluzione richiesta diminuisce (motivo: distanza di osservazione)

Confronto fra ppi e dpi dpi ( dots per inch ) Unità di misura utilizzata per indicare la risoluzione grafica che può essere riprodotta ad esempio da una stampante ppi (pixel per inch) Unità di misura concettualmente simile a dpi ma utilizzata per definire la risoluzione di monitor, scanner e macchine fotografiche digitali

Risoluzione e dimensioni La risoluzione deve sempre essere messa in relazione alla dimensione del file. Dire che un file è a 300 dpi, non significa nulla, da solo. L'indicazione assume significato se si specifica anche la misura del file, ad esempio 300 dpi in formato 20x20 cm. Da ciò deriva che un file a 300 dpi in formato 20x20 corrisponde ad uno a 150 dpi in formato 40x40, ad uno a 75 dpi in formato 80x80, ecc.

Qual è la risoluzione necessaria per una foto?

Per calcolare il numero di pixel necessari, possiamo ancora utilizzare la formula precedente, che diventa:

Esempio Stampante a getto d'inchiostro con una risoluzione di 300 dpi. Formato desiderato 10 x 15 cm.  Lato 1: N = 10 x 300/2,54 = 1180 Lato 2: N = 15 x 300/2,54 = 1772 In realtà si può risparmiare qualche pixel, e si può dire che una stampa del genere può essere ottenuta a piena risoluzione con un sensore da circa 1600 x 1200 pixel

Altro esempio Vogliamo una stampa di 15 x 25 cm Lato 1: N = 15 x 300/2,54 = 1172 Lato 2: N = 25 x 300/2,54 = 2900 Quindi, se volessimo stamparla a 300 dpi dovremmo avere un sensore di 2900 x 1700 punti (circa 5 megapixel)

Modificare le dimensioni di un'immagine con un programma di foto ritocco A volte può essere necessario modificare le dimensioni di un'immagine per adattarla a scopi specifici. Esistono 2 modi di procedere.

1. Risoluzione fissa Questo significa modificare le dimensioni in pixel dell'immagine lasciando invariata la risoluzione in dpi.

Conseguenze Se l'immagine viene rimpicciolita non ci sono problemi. Se viene ingrandita può esserci un degrado di qualità. Riducendo le dimensioni di un'immagine infatti non si fa altro che scartare dati non più necessari. Ingrandendola invece, il programma di fotoritocco dovrà interpolare i dati esistenti per crearne di nuovi. Questo processo, sebbene venga realizzato tramite algoritmi molto sofisticati, ha dei limiti e da risultati accettabili solo se usato con moderazione.

Partiamo da una foto le cui caratteristiche sono riportate di seguito (schermata Photoshop) È una fotografia di circa 60 cm di lato che richiede 7195 pixel per essere stampata alla massima qualità di 300 dpi.

Le dimensioni dell'immagine sono variate Le dimensioni dell'immagine sono variate. Il file, di 37 MB è diventato ora di 101 MB. Questa è conseguenza dei nuovi dati, generati dal programma di fotoritocco, che sono serviti per passare dalla risoluzione di 7.195 pixel alla nuova di 11.811 pixel. Allo stesso tempo i dpi sono rimasti fissi a 300.

2. Dimensioni in pixel fisse Questo secondo metodo consiste nel modificare la risoluzione dell'immagine cambiando il valore di dpi.

Conseguenze Anche in questo caso rimpicciolendo l'immagine non si hanno particolari controindicazioni. Ingrandendo invece il problema risiede nel fatto che si tenta di disporre su una superficie più ampia lo stesso numero di pixel che costituivano l'immagine iniziale. Per forti ingrandimenti il livello qualitativo della stampa potrebbe non essere accettabile.

Per compiere questa operazione, assicurarsi che la voce "Resample image - Ricampiona Immagine" non sia selezionata. Successivamente modificare dimensioni a piacere. Il valore dpi diminuirà ingrandendo l'immagine e aumenterà rimpicciolendola

Passando da una risoluzione maggiore (ad esempio 300 dpi) ad una risoluzione minore (72 dpi), si perde definitivamente il maggior dettaglio presente alla risoluzione maggiore, ed è poi impossibile recuperarlo.

Acquisire da uno scanner

Se uso uno scanner, a quale risoluzione va eseguita la scansione?

Scansione da diapositiva o negativo È raccomandabile effettuare la scansione direttamente dal negativo e non dalla stampa, perché così si evita un "passaggio" in più. La risoluzione da impostare sullo scanner dipende dai pixel che si desiderano nell'immagine finale, secondo la formula: risoluzione (DPI) = lato in pixel desiderato / 36 mm × 25,4 dove 36 mm è la larghezza del negativo e 25,4 è il fattore di conversione da mm a pollici.

Dimensione in pixel dell'immagine stampata Per calcolare la dimensione in pixel dell'immagine stampata, il valore di partenza è la risoluzione voluta, misurata in punti per pollice (DPI). Se si deve fare un uso tipografico dell'immagine, il valore convenzionale considerato ottimale è di 300 DPI. Quindi l'immagine acquisita andrà ridimensionata secondo la seguente formula: lato in pixel = lato in mm / 25,4 × 300

Per la stampa fotografica tradizionale (chimica) o per quella casalinga a getto d'inchiostro, la risoluzione può scendere a circa 200 dpi, con formati fino a 20 x 30 cm, senza significativo scadimento qualitativo. Se poi si passa a ingrandimenti molto forti (poster 30 x 45 o 50 x 70), la risoluzione può scendere ancora.

Risoluzione e millimetri Combinando le due formule precedenti, si ottiene: risoluzione di scansione (DPI) = (lato in mm della stampa finale / 36) × 300 cioè: risoluzione di scansione (DPI) = ingrandimento × 300 dove 300 potrà anche diventare 200 o meno, nei casi citati prima.

Esempio: ingrandimento 20 x 30 30 cm = 300 mm L'ingrandimento richiesto è 300/36 = 8,33. Quindi una stampa a 300 DPI deve essere acquisita allo scanner a 300 x 8,33 = 2500 DPI che corrispondono a un lato maggiore in pixel pari a (300/25,4) x 300 = 3540 pixel. Il lato minore, per foto con rapporto 2:3 tra i lati, risulta 3540/3 x 2 = 2360 pixel. L'immagine finale è pertanto di 3540 x 2360 = 8354400 pixel, cioè circa 8 Megapixel.

Scansione da foto stampata Se l'originale è una stampa, usiamo ancora la formula: risoluzione di scansione (DPI) = (lato della stampa finale / lato dell'originale) × 300 = ingrandimento x 300 In questo caso però, l'ingrandimento sarà mediamente più modesto. In particolare, se voglio stampare nello stesso formato dell'originale, l'ingrandimento sarà 1.

Qualità dello scanner Uno scanner piano da 300 o al più 600 DPI è indicato nella maggior parte delle situazioni, anche perché ingrandire fortemente una stampa, salvo che l'originale non abbia una nitidezza eccezionale, porta a un rapido decadimento della qualità (per questo motivo è meglio partire dal negativo, ovunque possibile, e non dalla stampa). Un ingrandimento massimo ragionevole è pari a 2, da cui appunto la necessità di scanner al massimo da 600 DPI.

Scanner costosi Il vantaggio di scanner piani più potenti, per esempio da 1200 o 2400 DPI non sta dunque nel dover utilizzare la massima scansione, salvo casi molto particolari, quali ad esempio la scansione di francobolli o altre stampe molto minute e/o di nitidezza molto elevata. Scanner con risoluzione massima superiore dovrebbero dare in media risultati migliori anche se usati a risoluzioni relativamente basse, perché avranno un'ottica comunque più curata.

Scansione per lo schermo Se la scansione è destinata ad essere vista solo a schermo (per esempio perché andrà su un sito web), è preferibile misurare il lato direttamente in pixel. Infatti il numero di pixel di uno schermo è una grandezza di immediato significato fisico. Si ha dunque: risoluzione (DPI) = lato in pixel desiderato / lato in mm dell'originale × 25,4

O schermo o stampa Se scegliamo la risoluzione solo per lo schermo, teniamo presente che poi l'immagine risultante non potrà essere stampata, se non in formato molto piccolo (800 pixel = 6,5 cm a 300 DPI)

Principali formati grafici GIF JPG BMP TIF RAW

GIF Vantaggi: formato poco ingombrante, buono per l’invio mediante posta elettronica. Svantaggi: visualizzazione scadente, stampa scadentissima, solo 256 colori

Svantaggi: stampa appena accettabile JPG Vantaggi: formato abbastanza poco ingombrante, buono per l’invio mediante posta elettronica. Visualizzazione di qualità sufficiente (64k colori) Svantaggi: stampa appena accettabile

Il formato di compressione JPEG (Joint Photographic Experts Group) è supportato da tutte le fotocamere digitali, anzi per alcune fotocamere economiche è l’unico formato disponibile

Il formato JPEG riduce le dimensioni di un'immagine fino al 99% Il formato JPEG riduce le dimensioni di un'immagine fino al 99%. Naturalmente più l’immagine sarà compressa minore sarà la qualità della foto perché vengono eliminate alcune parti dell’immagine. Tuttavia scegliendo un rapporto di compressione basso il numero di pixel e la risoluzione dell’immagine non cambia molto

BMP Vantaggi: ottima qualità sia come visualizzazione, sia come stampa (anche 16,7 milioni di colori) Svantaggi: le immagini occupano molto spazio su disco. Problematica la spedizione per posta elettronica.

TIF È un formato universale, riconosciuto anche da sistemi non Windows (McIntosh) Il formato TIFF (Tagged Image File Format) è formato di compressione particolare presente solo in alcuni modelli di fotocamera. Il formato TIFF permette una certa compressione. A differenza del formato JPEG conserva tutte le informazioni originali, ma permette un rapporto di compressione minore. Il grosso vantaggio rispetto al JPEG consiste ne poter ritoccare e salvare le foto senza perdere la qualità originale dell’immagine.

Il TIFF è considerato un formato professionale ed è utilizzato nel mondo della grafica e dell'editoria, e da chi ha bisogno di immagini di una certa qualità

Riassunto dei formati immagine Modalità Caratteristiche Esempi Non compresso Nessuna compressione. Dimensioni del file su disco identiche all'occupazione in memoria BMP, TIF (vers. non compressa) Compresso senza perdita di informazioni File compresso con tecniche simili a quelle dei file ZIP. Guadagno elevato per disegni geometrici, con poche sfumature; modesto per le fotografie. Riaprendo il file si ottiene esattamente la copia originale. GIF (max 256 colori), TIF (disponibili vari sistemi di compressione) Compresso con perdita di informazioni Il file viene compresso sopprimendo alcune informazioni, con una perdita di qualità proporzionale alla compressione (che è regolabile dall'utente). Riaprendo il file, non si ottiene esattamente l'originale, ma una sua copia "deteriorata" dalla perdita delle informazioni soppresse. JPG (solo 16 milioni di colori, oppure 256 livelli di grigio); in genere tutti i formati video (AVI con vari meccanismi di compressione, Quick Time, tutti gli MPEG)

Compressione JPG Il formato JPG è pressoché d'obbligo per le fotografie contenute nei siti web, ed è inoltre la norma nelle macchine fotografiche digitali. Il fatto che però il formato JPG appartenga alla famiglia "con perdita di informazioni" richiede di utilizzarlo seguendo alcune regole Non usare il formato JPG per l'archiviazione della copia "master" di una fotografia (tipicamente da scanner), perché si archivierebbe una copia già deteriorata dalla compressione. Usare invece il formato BMP oppure TIF   Fa eccezione il caso di foto fatte con macchine digitali; in questo caso il "master" è dato dallo scatto originale (JPG) non rielaborato; eventuali rielaborazioni o ritocchi importanti fanno ricadere nel caso precedente. È fondamentale impostare sempre la macchina fotografica sul livello di qualità "fine", che corrisponde a una compressione JPG molto bassa.  

Formato RAW (grezzo) Un'altra opzione offerta da certi produttori è il formato RAW. L'immagine viene immagazzinata senza elaborazione. Questo porta a tempi più veloci che per TIFF, comparabili a quelli per JPEG. L'immagine conserva tutti i dati, quindi massima qualità garantita. Per questo il formato RAW viene definito da alcuni il "negativo". Come svantaggi, questo formato non può essere letto direttamente da tutti i programmi di fotoritocco (finora solo Adobe Photoshop CS) e comunque va poi elaborato per tradurlo in un formato adatto per visualizzazione su schermo o stampa, comportando tempi aggiuntivi.

RAW, TIF o JPG? Lo scatto RAW richiede più tempo per il salvataggio in memoria ed occupa più spazio di un JPEG (ma meno di un TIFF). In sintesi, se si privilegia la qualità conviene usare un formato RAW, se si privilegia la velocità e la dimensione del file (piccola) meglio JPEG.

Il formato RAW conserva le informazioni originali dell'immagine dopo i successivi ritocchi, ma non è un formato standard e cambia a seconda della marca e del modello di fotocamera

Suggerimenti Non utilizzare il formato JPG come formato di lavoro per elaborazioni di foto ritocco; infatti ogni volta che si salva il lavoro, si ha una perdita di informazioni (e di qualità) che si somma alle precedenti.   Tenere presente che, a parità di dimensioni del file, la qualità dell'immagine può cambiare a seconda di come il programma utilizza la compressione JPG.

Rapporto compressione Scegliere un fattore di compressione adeguato all'uso dell'immagine (più forte per il web, minimo per la stampa); il modo di indicare la compressione cambia da programma a programma, ma si può valutare il livello di compressione dalla dimensione del file risultante Tipo di foto Qualità Paint Shop Qualità Photoshop Dimensione su disco Rapporto compressione Foto piccola per il web 400 x 266 pixel 13-20 5 30 - 40 KB 1:9 - 1:12 Foto standard per il web 800 x 533 pixel 100 - 120 KB Foto per stampa 10 x 15 cm (1024 x 683 pixel) 3-5 8 300 - 400 KB 1:5 - 1:7 Foto per ingrandimento 20 x 30 cm (2000 x 1333 pixel) 1000 - 1200 KB 1:5 - 1:8

Programmi di foto ritocco

Si chiamano programmi di foto ritocco Esistono programmi che consentono di ritoccare le immagini di tipo fotografico Si chiamano programmi di foto ritocco

Un programma di foto ritocco consente per esempio di: regolare luminosità e contrasto bilanciare i colori modificare le dimensioni (in cm) eliminare difetti (graffi, macchie) applicare effetti speciali salvare in diversi formati grafici realizzare proiezioni di diapositive

La quantità di ritocchi possibili dipende dalla qualità del programma

I migliori programmi di foto ritocco PhotoShop PhotoPaint PaintShop Pro

Il programma conta Va ricordato che la memoria richiesta da un programma grafico, come Paint Shop Pro o Photoshop, è sempre superiore a quella richiesta dall'immagine in se stessa. Ad esempio è il doppio se è attivata la funzione Annulla (Undo), e aumenta ancora per molte funzioni, come selezioni, preview, livelli (layer), copia e incolla, ecc.).

Numero di colori bit e byte necessari per un pixel byte totali per un'immagine di base B e altezza H (in pixel) Esempio: byte totali per un'immagine 800*600 2 (bianco e nero, disegni al tratto) 1 bit = 1/8 di byte B x H/8 60.000 byte 16 4 bit = mezzo byte B x H/2 240.000 byte 256 8 bit = 1 byte B x H 480.000 byte 16 milioni 24 bit = 3 byte B x H x 3 1.440.000 byte = 1,4 MB

Tabella delle profondità di colore