PRELIEVO, TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE
Introduzione Il sangue è formato da elementi figurati (eritrociti, leucociti e piastrine) e da una sostanza intercellulare liquida di colore giallo pallido, denominata plasma Il plasma è la componente fluida del sangue, cioè il sangue deprivato degli elementi figurati, ma che contiene i fattori della coagulazione Il siero identifica quel liquido normalmente chiaro che si separa dal sangue quando questo viene lasciato coagulare. Quindi il siero è la componente liquida del sangue che rimane dopo la rimozione degli elementi figurati e del coagulo di fibrina Il sangue può essere prelevato dalle arterie, dalle vene o dai capillari. Il sangue venoso (o il sangue capillare) è di scelta per le indagini chimico-cliniche di routine. Il sangue arterioso è standard per lo studio degli equilibri acido-base e dei gas del sangue Nel corpo umano sono presenti circa 5 L di sangue (7% del volume corporeo). Di questi 5 L, circa il 45% (2,25 L) è rappresentato da cellule, mentre il resto è plasma, che consiste per il 93% di acqua e per il 7% di componente solida (per lo più proteine). Dei 2,75 L di elementi corpuscolati, la maggior parte sono globuli rossi; solamente 0,037 L (1,6%) sono leucociti, le piastrine anche meno - circa 0,0065 L
Procedure di preparazione al prelievo preparare tutto il materiale occorrente e verificarne il corretto funzionamento (siringhe prelievo o vacutainer, provette, laccio emostatico, garze, soluzione disinfettante) verificare l’identificazione del pz e gli esami richiesti, indagare sullo stato del paziente: digiuno farmaci assunti attività fisica stato emotivo dieta (es. dieta priva di carne, pesce, legumi o altri cibi contenenti Fe o Hb per determinazione sangue occulto nelle feci) disinfezione: detergere e disinfettare con sostanze efficaci ma non interferenti (alcool etilico 70%; ma se si determina l’alcolemia disinfettanti privi di alcool) PRELIEVO controllare la condizione del pz prevenendo possibili sincopi (il prelievo va effettuato a pz seduto o sdraiato per evitare cadute) gettare il materiale usato durante il prelievo negli appositi contenitori: non incappucciare la siringa dopo il prelievo e non rimuovere l’ago con le mani
Prelievo Venoso ispezionare la regione antecubitale del braccio chiedendo al pz di “fare il pugno” selezionare la vena migliore (mediana cubitale e cefalica, dorso della mano per obesi) per il prelievo detergere e disinfettare il punto del prelievo applicare un laccio emostatico a monte del punto di prelievo (metà del braccio) - non lasciare il laccio in sede per più di un minuto afferrare la vena, inserire l’ago a circa 15° dal piano cutaneo, gentilmente ma in modo deciso, senza affondare troppo sciogliere il laccio emostatico (causa emoconcentrazione!) iniziare il prelievo aspirando in modo continuo: un’azione troppo rapida causa emolisi o collabimento della vena (differenza fra siringa e sistema a vuoto) far rilasciare il pugno del pz evitando il pompaggio porre un bendaggio (cotone o garza sterile), rimuovere delicatamente l’ago e premere sul punto del prelievo per evitare la formazione di un ematoma trasferire il sangue nelle provette senza causare emolisi, ruotare (senza agitare) le provette con l’anticoagulante
Prelievo Venoso
Prelievo Venoso
La selezione delle provette Rossa nessun additivo Raccolta siero Rosso/Nero gel separatore Raccolta siero Blu citrato Plasma o sangue intero Viola EDTA Plasma o sangue intero Verde eparina Plasma o sangue intero Grigio ossalato, iodoacetato Plasma o sangue intero
Anticoagulanti
Variabili modificabili Variabili non modificabili Variabili preanalitiche che possono influenzare i valori degli esami di laboratorio Variabili modificabili Variabili non modificabili Fisiologiche: postura decubito prolungato esercizio fisico allenamento fisico variazioni circadiani viaggi Fattori ambientali: altitudine temperatura residenza Fattori biologici: età sesso etnia patologie: cecità Farmaci Dieta: ingestione di cibo cibi e bevande particolari dieta vegetariana obesità malnutrizione digiuno prolungato Condizioni mediche: febbre shock e trauma trasfusioni Stile di vita: fumo alcool Cambiamenti ciclici a lungo termine: stagioni ciclo menstruale
Prelievo Arterioso richiede una maggiore esperienza selezionare l’arteria migliore (radiale, brachiale o femorale) per il prelievo (facendo iperestendere il polso al paziente) ispezionare la regione Test di Allen per valutare l’adeguato afflusso di sangue alla mano dall’arteria ulnare e radiale detergere e disinfettare il punto del prelievo (è possibile ricorrere ad una lieve anestesia con lidocaina 2%) l’arteria viene immobilizzata tenendo le dita a cavallo: è facile da percepire perché offre maggiore resistenza della pelle e del tessuto muscolare la puntura viene effettuata a 90° rispetto alla superficie cutanea dopo l’estrazione dell’ago applicare una pressione idonea almeno per 5 minuti
Prelievo Capillare i dati ematochimici su sangue capillare non differiscono significativamente da quelli ottenuti su sangue venoso, purché si eviti, nel primo caso, il passaggio di liquido dallo spazio interstiziale a quello vascolare e, nel secondo, una stasi prolungata il prelievo capillare può essere eseguito dal polpastrello di un dito o dal lobo dell’orecchio nell’adulto e dal tallone nel bambino frizionare la parte con alcool o immergere in acqua calda per aumentare il flusso localmente e ottenere sangue “arterializzato” pungere con una lancetta di acciaio alla profondità di 3-4 mm scartare la prima goccia di sangue e raccogliere quello che defluisce successivamente, senza spremere
Variabilità preanalitica Un trattamento preanalitico improprio può invalidare risultati altrimenti corretti ( >90% delle cause di errore) Trasporto intramurale o extramurale (natura dei contenitori, imballaggi, modalità di spedizione, modalità di conservazione durante il trasporto) Accettazione dei materiali e verifica della loro idoneità Criteri di non accettabilità
Variabilità preanalitica Sieratura e centrifugazione (entro 1 ora) Smistamento ai settori analitici Eventuale deproteinizzazione o altro trattamento Eventuale conservazione (refrigerazione a 4°, conservazione al buio, liofilizzazione, modificazione del pH, aggiunta di sostanze chimiche, ecc.) Cause di errori preanalitici durante la conservazione
PIASTRINE
Piastrine: caratteristiche generali derivano dai megacariociti: sono elementi corpuscolati del sangue, che prendono parte, grazie alle loro capacità emostatiche, alla coagulazione del sangue. Hanno inoltre capacità miste di trasporto, immagazzinamento e fagocitosi intervengono a livello vasale con la liberazione di sostanze vasoattive, aderiscono alle strutture connettivali e si aggregano formando trombi; attivano il fattore XII e i fosfolipidi di membrana; catalizzano le reazioni del fattore IX e VIII la loro vita media è di 10 - 12 giorni (importante per l’azione dei FANS) sono corpicciuoli di 7 m3, privi di nucleo, incolori, con molti organuli intracitoplasmatici Nell’adulto sono comprese tra 150.000-400.000 per mm3 (o µL) con la colorazione vitale si nota una parte centrale, cromomero, e una parte periferica, jalomero - prive di nucleo, con granuli azzurrofili rosso-violaceo
Introduzione
Multifunzionalità piastrinica
Alterazioni piastriniche alterazioni si hanno per variazioni numeriche - trombocitopenia (si parla di trombocitopenia o piastrinopenia quando si ha una diminuzione inferiore a 150.000 mm3) e trombocitosi - o per compromissione della funzione piastrinica - trombocitopatie trombocitosi si verifica dopo crisi emolitiche, emorragie, splenectomia, atrofia della milza, per aumentata produzione midollare (trombocitemia) ai fini clinici vengono considerate alcune funzioni piastriniche come: aggregabilità curve di aggregazione di Born dosaggio dei nucleotidi adeninici (per Storage Pool Disease e Aspirin-like syndrome) adesività ritenzione piastrinica a microsfere di vetro (poco usata)
Curva di aggregazione piastrinica DENSITÀ OTTICA TRASMISSIONE DELLA LUCE Test di aggregazione piastrinica su Platelet Rich Plasma (PRP):aggregazione completa in risposta all’aggiunta di ADP, collagene, epinefrina, trombina, ristocetina e acido arachidonico. Alterazioni nella risposta si hanno per: piastrinopatie, deficienza di proteine plasmatiche (fibrinogeno, fibronectina, ecc.), malattie mieloproliferative, CID, disordini metabolici (uremia), collagenopatie