Giovanni Verga 1840-1922
Hippolyte Taine La philosophie de l’art 1865 Race Milieu Moment
Claude Bernard Introduzione allo studio della medicina sperimentale, 1865 Ricerca fisiologica si alternava in 3 momenti: 1. Osservazione dei fenomeni; 2. L’ipotesi sulle loro cause; 3. L’esperimento
Anni ’60 Scapigliatura si afferma in reazione alla perdita di ruolo dell’artista massificazione della cultura mercificazione attività del letterato condizionata dai meccanismi del mercato Baudelaire (perdita d’aureola) ricerca del vero
Anni ’70 Verismo Verga, Capuana, De Roberto vero fedeltà al documento umano canone dell’impersonalità regressione discorso indiretto libero
Manzoni padre del romanzo; narratore onnisciente Verga padre del romanzo moderno: punto di vista rigorosamente dal basso, coincide con quello dei personaggi.
Tre fasi: “patriottico-romantica” “sentimentale-borghese” verista
Eva 1873 Prefazione «eccovi una narrazione - sogno o storia poco importa - ma vera, com’è stata o come potrebbe essere, senza rettorica e senza ipocrisie».
Pre-Verismo Verismo Personaggi tratti dal mondo borghese Personaggi tratti dal mondo contadino Ambientazione cittadina Ambientazione campestre Intervento dell’autore in descrizioni, giudizi… Tecnica dell’eclissi da parte dell’autore Uso dell’italiano letterario Uso di frasi dialettali, ricorso al dialetto per i nomi e i proverbi (comunque segnalati in corsivo, elemento che scomparirà nelle opere veriste vere e proprie). Mentalità dell’autore ben distinta da quella dei personaggi borghesi: talvolta l’autore approva, talaltra critica, ma comunque commenta L’autore "regredisce” al livello dei suoi personaggi, facendo sua la morale contadina anche quando è evidentemente inadatta al livello culturale suo e del suo pubblico (che comunque resta borghese).
Lettera a Salvatore Farina, il dedicatario della novella L’amante di Gramigna del 1880 “storico , un documento umano [...] Io te lo ripeterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, press'a poco con le medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare [...] senza stare a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente dello scrittore [...] La mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile e l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da sé; essere sorta spontanea come fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto col suo autore, alcuna macchia del peccato d’origine".
Incipit di Rosso Malpelo 1878 “Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre, col sentirgli dir sempre a quel modo, aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo”.
Viene eliminata la messa in scena; eliminate le informazioni generali sui personaggi, prerogativa del narratore onnisciente; tema del diverso; rappresentare la psicologia senza fare analisi psicologica, psicologia dedotta dai gesti; l’esclusione della soggettività dell’autore implica l’impersonalità teorizzata da Flaubert e poi da Zola.
Correlazione tra livelli sociologici e livelli stilistici, adeguamento al mondo rappresentato. Non vuol dire ricorso al dialetto, ma alla sintassi siciliana sì. Ottica dal basso.
I Malavoglia 1881, Prefazione «Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni, le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliuola vissuta fino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio».
«Il movente dell'attività umana che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle proporzioni più modeste e materiali. Il meccanismo delle passioni che la determinano in quelle basse sfere è meno complicato, e potrà quindi osservarsi con maggior precisione.»
«Nei Malavoglia non è ancora che la lotta pei bisogni materiali «Nei Malavoglia non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese, Mastro-don Gesualdo, incorniciato nel quadro ancora ristretto di una piccola città di provincia, ma del quale i colori cominceranno ad essere più vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa di Leyra; e ambizione nell'Onorevole Scipioni, per arrivare all'Uomo di lusso, il quale riunisce tutte coteste bramosie, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrirne, se le sente nel sangue, e ne è consunto.»
«I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo, la Duchessa de Leyra, l'Onorevole Scipioni, l'Uomo di lusso sono altrettanti vinti che la corrente ha deposti sulla riva, dopo averli travolti e annegati.»
I Malavoglia 1881 “Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n'erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all'opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev'essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all'Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull'acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron 'Ntoni, quelli della casa del nespolo, e della Provvidenza ch'era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza di padron Fortunato Cipolla”.
Mastro don Gesualdo 1889 Viene meno la coralità dei Malavoglia, si riduce l’indiretto libero; registro unitario dei Malavoglia si sostituisce un registro polifonico; Il titolo mostra l’evoluzione da Mastro → a Don → non riesce tuttavia a far dimenticare le sue origini da qui i due appellativi; Un unico protagonista: Gesualdo
Il tempo non è più l’imperfetto (tempo evocativo e ‘fiabesco’), ma il passato remoto. ritmo veloce e convulso così come il tempo del capitalismo