Ministero del Lavoro - Ministero dellInterno Progetto Co.In. - Comunicare lintegrazione Spring School, 21 aprile 2012, Monte Porzio Catone Gli immigrati.

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Ministero del Lavoro - Ministero dellInterno Progetto Co.In. - Comunicare lintegrazione Spring School, 21 aprile 2012, Monte Porzio Catone Gli immigrati e il mercato del lavoro in Italia Antonio Golini Professore emerito, Sapienza Università di Roma Accademia Nazionale dei Lincei

La prime 7 slide sono tratte dal fascicolo: Il talento e il merito, libertàcivili, n. 6, 2011 – Il sito della Rivista è:

Limmigrazione straniera nel nostro Paese: conveniente e necessaria per via delle tendenze demografiche italiane e di quelle dei Paesi in via di sviluppo

Il forte, progressivo impatto della immigrazione straniera degli ultimi anni sulla popolazione italiana prevista al 2050 Proiezioni Onu della popolazione italiana al 2050 secondo le ultime 5 revisioni (medium variant) Revisione delAmmontare popolazione italiana (mln) % popolazione 60 e più Età mediana della popolazione

Fonte: Istat, ,1 (53,6;15,5 ) 61,3 (47,2;14,1 ) 53,4 (40,8;12,6 ) La prima cifra indica la popolazione totale; la seconda quella di origine italiana e la terza quella di origine straniera Popolazione mondiale in mn: al 2011, al ,6 (56,0;4,6 )

Si deve fra laltro evidenziare il ruolo dei fattori demografici, incluso quello delle migrazioni internazionali, nella dinamica del prodotto interno lordo in Italia, sia a livello nazionale, sia sullo storico divario economico tra centro-nord e mezzogiorno.

Pil e popolazione L'impatto dei fattori demografici può essere descritto utilizzando la seguente semplice scomposizione del PIL. PIL OCC PEL PIL = * * * POP OCC PEL POP Così facendo si considera nel PIL lapporto della produttività per lavoratore - data dal rapporto tra PIL e numero di occupati (OCC) -, il tasso di occupazione – dato dal rapporto tra OCC e popolazione in età lavorativa (PEL) -, il rapporto tra la PEL e la popolazione totale (POP) - e la POP.

I mutamenti demografici territoriali Considerando la distribuzione ineguale degli immigrati sul territorio italiano e la recente convergenza dei livelli di fecondità, ci si può attendere che nel prossimo futuro le conseguenze di una diminuzione della quota della popolazione in età lavorativa saranno un problema comune per il nord e per il sud ma che, tuttavia, a meno di cambiamenti decisivi, questa diminuzione sarà mitigata attraverso i flussi migratori solo nelle regioni settentrionali, aggravando di conseguenza il divario economico tra lItalia centro-settentrionale e il Mezzogiorno.

Applicando lequazione esposta prima si può stimare limpatto (determinato come rapporto tra i valori del 2051 e del 2007), dei cambiamenti demografici sulle variazioni del PIL. Centro-Nord e Mezzogiorno PIL OCC PEL PIL = * * * POP OCC PEL POP

Pil, invecchiamento e popolazione, Centro-Nord e Mezzogiorno Dalla tabella precedente, si evince: 1. variazione attesa proporzione popolazione in età lavorativa con migrazioni CN - 21% MZ -24% senza migrazioni CN- 16% MZ -22% 2. variazione attesa popolazione totale con migrazioni CN + 13% MZ - 17% senza migrazioni CN - 12% MZ - 13% Impatto congiunto sul Pil delle due variazioni attese con migrazioni CN - 5% MZ - 32% senza migrazioni CN - 31% MZ - 36%

Population changes by continent, (in millions)

Expected growth of the working age population and number of jobs required to face it, 2010 to 2050

La gigantesca (insormontabile?) asimmetria In Europa e nel resto del mondo sviluppato servirebbero pochi milioni di immigrati allanno per ribilanciare gli squilibri demografico-economici. In Africa in primo luogo e nel resto dei paesi economicamente arretrati servirebbero varie decine di milioni di emigrati allanno per ribilanciare gli squilibri demografico-economici. Ma ora non ci sono più nuovi mondi da popolare, opportunità straordinaria di cui fruì lEuropa nellOttocento e nel Novecento quando ebbe necessità di scaricare allesterno i suoi consistenti, ma non giganteschi, surplus di forza lavoro.

The four foremost challenges for the next years and decades up to 2050 are related to the expected 2.2 additional billions of people and possible shortages of: – Energy – Water – Food (?) – Decent jobs (i.e. paid at least 2 dollars a day) In my view the most difficult challenge will be the fourth one. Address the production of goods and services both for the green economy and for aged people could contribute to alleviate this enormous and bulky task.

Dallultimo rapporto (2012) sulleconomia mondiale United Nations, World Economic Situation and Prospects, 2012 A global employment deficit of 64 million jobs needs to be eliminated In order to restore pre-crisis employment and absorb the new labour entrants, an employment deficit, estimated at 64 million jobs in 2011, would need to be eliminated. With the global economic slowdown projected in the baseline and growth of the workforce worldwide, however, this deficit would increase further, leaving a job shortage of about 71 million, about 17 million (24%) of which would be in developed countries. If economic growth stays as anaemic in developed countries as projected in the baseline forecast, employment rates will not return to pre-crisis levels until well beyond Persistent high unemployment is holding back wage growth and consumer demand globally and pushing up delinquency on mortgage payments in the United States. Combined with continued financial fragility in the developed economies, it is also depressing investment demand and business confidence and holding back economic recovery further.

La sfida del lavoro A mio modo di vedere quindi la sfida maggiore, fra le diverse imponenti che dovrà affrontare il mondo, riguarda il lavoro. Ci sarà abbastanza lavoro per tutti? E che tipo di lavoro, considerando il fortissimo impatto della tecnologia informatica, che distrugge più lavoro di quanto non ne crei, e del progressivo aumento di robot, anche umanoidi.

Aging options: robots or children? Japan – A humanoid robot helps Nabeshima Akiko, 69 years old at the super market. Experiment of Keihanna Science City (close to Kyoto) researchers - Source of the picture National Geographic, gennaio 2011