ACCADDE UNA NOTTE... Storia di giochi vecchi e nuovi

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Transcript della presentazione:

ACCADDE UNA NOTTE... Storia di giochi vecchi e nuovi Direzione Didattica II Circolo di Chivasso - Torino

Questa storia inizia una notte, in una città né grande né piccola, in periferia. Mentre tutti stavano dormendo accadde un fatto molto strano….

La casa era buia e silenziosa, ma, ascoltando attentamente, si sentiva un rumore sommesso provenire dalla soffitta.

Qui, tra cianfrusaglie inutili e dimenticate da tanto tempo, c’erano i giocattoli appartenuti ai nonni

...e anche oggi non è venuto a cercarci nessuno... Non erano rotti, ma erano finiti lassù perché non interessavano più e da tanto tempo nessun bambino giocava con loro.

I bambini che vivevano in quella casa giocavano con Barbie e Cicciobello, Playstation e Action Man. Non sapevano neppure che in soffitta c’erano i giocattoli dei loro nonni.

I vecchi giocattoli si sentivano inutili e diventavano sempre più tristi e depressi. Ma quella notte…

Neanche una guerra da combattere..niente Che vitaccia ragazzi! Neanche una guerra da combattere..niente di niente.. Vorrei tanto fare una galoppata! I giocattoli si animarono e iniziarono a parlare concitatamente. Gli umani non lo sanno, ma di notte, quando tutti dormono, i giocattoli prendono vita e parlano tra loro.

Io dico che è ora di fare qualcosa. Hai ragione, ma...cosa? Facciamoli prigionieri! Che tristezza! Non ne potevano più di quella vita e decisero di ribellarsi. Prepararono un piano per rapire i giocattoli moderni dei bambini e decisero di agire subito

Ora vedremo cosa faranno, senza tutti questi giocattoli nuovi! Grrr....ora attivo i miei cannoni laser Tanto io sono più bella ed elegante di te Di qui non si passa! Staccarono la Playstation dalla presa di corrente e la nascosero in soffitta con tutti gli altri giocattoli. Il soldatino di piombo montava la guardia alla porta perché non fuggissero.

Dov’è il mio orso Ninna Nanna? L’ha nascosto lui per farmi piangere! Chiamo la mamma per farmi cantare una ninna nanna Mamma! Non trovo più il mio robot e neanche la playstation e il Gameboy.. Il giorno dopo i bambini tornarono da scuola e non trovarono più nulla per giocare. Diventarono tristi e noiosi, litigavano senza motivo e la bambina non riusciva ad addormentarsi senza l’orso che le cantava la canzone.

Ninna nanna ninna oh Questa bimba a chi la do? La darò alla Befana Che la tiene una settimana La darò all’omino nero Che la tiene un anno intero La darò all’omino bianco Che la tiene finché è stanco La darò alla sua mamma Che le fa fare la nanna

Ora vi insegno delle vecchie conte... I loro genitori erano disperati, ma poi ebbero un’idea. Decisero di insegnare ai bambini i giochi di una volta, quelli che si facevano senza giocattoli. Adesso vi racconto quali giochi facevo quando ero piccolo... Che bello giocare con mamma e papà! Gioco anch’io! Scopri le conte e i giochi con un click

Giochiamo alla settimana? I bambini e i loro amici si divertivano moltissimo, e avevano quasi dimenticato i loro giocattoli modernissimi e super tecnologici. Che belli i giochi di una volta!

Potremmo organizzare un party... Ehi bambola... lo sai che sei carina? Giochiamo a nascondino? Intanto, in soffitta, il tempo non passava mai e i giocattoli vecchi e nuovi si annoiavano. Decisero quindi di giocare insieme.

Ciao, sono la bambola più venduta del mondo! Io sono una bambola di pezza e non possiedo nulla, ho soltanto il vestito che ho indosso

La mia padrona è buona, però possiede altre 20 Barbie e se devo essere sincera con me di tempo ne passa poco.. A pensarci bene tu sei stata più fortunata!! I bambini si divertivano molto con me anche se ero di pezza, perché di giochi non ce n’erano molti! Ai miei tempi era molto divertente stare con la mia padroncina, perché mi parlava, mi pettinava, mi teneva in braccio e per lei ero unica!

Sarai più moderna di me, ma il mio telaio è molto più robusto del tuo! Io sono nuova e mi guidano con un telecomando e tu invece vai avanti con una spinta! Sarai più moderna di me, ma il mio telaio è molto più robusto del tuo!

Ai miei tempi era molto divertente stare con la mia padroncina, perché mi parlava, mi pettinava, mi teneva in braccio e per lei ero unica! Per me la situazione è diversa: sai i bambini di oggi pretendono di più! Il mio padrone non fa altro che comandare e non gioca davvero con me

I bambini di una volta si divertivano moltissimo con me, soprattutto quando salivano sulla mia groppa Io sono un giocattolo che si usa con cinque pulsanti: il primo è dove ci sono 4 frecce che permettono di muovere l’omino, poi ci sono i pulsanti A e B, per saltare e uccidere il nemico..Io faccio divertire molto i ragazzi.

Io invece sono stanco… giro e rigiro senza mai fermarmi!!! Non vedo l’ora di sgranchirmi le ruote, è da troppo tempo che sono fermo !! Io invece sono stanco… giro e rigiro senza mai fermarmi!!!

Sono un orsacchiotto di pezza, molto diverso dagli orsetti di peluche di oggi., Sono fatto di stoffa con dentro degli stracci. Qualche volta la mamma mi rattoppava con pezzetti di stoffa colorata.

Io sono una “damina di fiori” Io sono una “damina di fiori”. Quando volevano giocare i bambini e le mamme raccoglievano i boccioli di papavero, poi gli tiravano giù i petali rosa, li legavano con un filo d’erba ed ecco che mi trasformavo in una graziosa bambolina.

Sono fatta di legno di betulla, a forma di rombo bombato, con in alto un colletto dove si arrotola il filo.Tirando il filo incomincio a girare su me stessa,. Vince chi riesce a farmi girare più a lungo.

Ma sapete che siete proprio simpatici? Tutto sommato, i giocattoli vecchi non erano poi così noiosi.

Verrò molto volentieri grazie Verrò molto volentieri grazie! Mi presteresti il tuo vestito da sera azzurro? Sei proprio una bambola perbene, sempre gentile ed educata! Vuoi venire alla festa nel mio castello sabato prossimo? Ti manderò a prendere dalla mia carrozza rosa!

Sai, io non parlo come te, non piango e non faccio neppure la pipì… Fortunato tu che non devi parlare! Io non ne posso più di ripetere “Mammina ho fame!” e “Mammina ho sonno!” quaranta volte al giorno. Adesso chiedo ad Action Man se mi svita il meccanismo dalla schiena. Finalmente potrò stare un po’ in pace!

Facciamo che tu eri un orso feroce e ci volevi mangiare? Si dai! Grrrrrrr! Scappate che vi mangio! Facciamo che tu eri un orso feroce e ci volevi mangiare?

Sicuramente io non sono abbastanza moderno per te…e poi…con tutti i supereroi che ti ronzano intorno… Shhh, non dire altro; sono proprio stufa dei supereroi del giorno d’ oggi! Sanno solo sparare e mostrare i muscoli. Portami via per sempre con te!

Tu-tuu. Signori passeggeri si parte. Tu-tuu Tu-tuu! Signori passeggeri si parte! Tu-tuu! Che bello questo trenino di legno! Ehi Pikachu! Tocca a me guidare! Spostati!

Decisero che non sarebbero più stati nemici e che ogni notte avrebbero giocato tutti quanti insieme. Tutti i giocattoli, insomma, scoprirono che andavano d’accordo e stavano bene insieme.

Tornarono per mano dai bambini e tutti vissero felici e contenti.

Soggetto e realizzazione: Le classi del II Circolo Didattico di Chivasso Coordinamento: Fabrizia Coggiola Laura Fiore Antonella Torasso

LA LIPPA Si prendevano due pezzi di bastone, uno di circa 80 cm. e l’altro di circa 12/13 cm.; con un coltellino si faceva la punta alle due estremità di quello più corto: questa era la “LICIA”. Si stabilivano un punto di partenza e uno di arrivo 50 cm. più avanti. Con il bastone più lungo bisognava colpire la punta della “licia” in modo che schizzasse in alto roteando su se stessa; quando era in aria bisognava colpirla (come la mazza da baseball colpisce la pallina) facendola spostare in avanti verso il punto di arrivo. Vinceva chi, tirando a turno la propria “licia” la portava per primo all’arrivo.

CERCHIO DA LANCIO Si giocava con un cerchio e due bacchette di legno. Una bacchetta si teneva ferma all’interno del cerchio spingendola verso il basso esterno sinistro e faceva da guida quando si lanciava il cerchio. L’altra bacchetta si muoveva e lanciava il cerchio. Si teneva spingendo verso destra per fare opposizione alla bacchetta sinistra, utilizzando la stessa forza con le due mani e con un colpo deciso ma morbido si proiettava il cerchio in alto in direzione dell’avversario.

L’ASINO VOLA Si faceva in inverno, quando non si poteva uscire e si gioca così: tutti tengono un dito sul tavolo e la persona che guida il gioco dice una serie di frasi:”Il corvo vola, la mosca vola, la mucca vola….” Ad ogni animale che vola i giocatori devono sollevare il dito dal tavolo, facendo invece attenzione a tenerlo fermo se si nomina un animale che non vola. Chi sbaglia fa una penitenza.

GIOCO DELLA CAMPANA In cortile si faceva con il gesso un disegno di sette caselle. I bambini, da una certa distanza, dovevano lanciare un sassolino nella casella numero 1, poi saltavano, su un piede solo, dal numero 1 al numero 7 in ordine; arrivati al numero 7 potevano tirare giù l’altro piede e riposarsi, prima di tornare alla partenza saltando sempre su un piede e raccogliendo il sassolino prima di uscire. Si continuava il gioco lanciando il sassolino sul numero successivo, e così fino al 7. Chi pestava le righe restava fermo un giro; chi completava tutte le caselle vinceva.

SFASCIA CASTID (ABBATTI IL CASTELLO) Bisognava costruire un castello con delle pietre e da lontano si doveva tentare di abbatterlo lanciando una pietra. Chi riusciva ad abbatterlo tutto vinceva. SPACCA CHIANC In questo gioco bisognava stare vicino a delle mattonelle e lanciare una pietra in aria. Se questa finiva al centro o all’incrocio dei 4 angoli, chi l’aveva lanciata vinceva, se finiva su un lato perdeva.

U’ CASTIELL Questo gioco sviluppava molto la destrezza. Con alcune noccioline si formavano diversi mucchietti chiamati castelletti. Ognuno dei giocatori sceglieva una nocciolina, detta “o’pallone”, la più grossa, e con essa, da una distanza stabilita, miravano ai mucchietti. L’abilità consisteva nell’abbattere il maggior numero di mucchietti di noccioline che venivano date come premio al vincitore. A FUSSETT Un altro gioco che si faceva con le noccioline era “a fussett”, cioè la fossetta, che si faceva nel terreno e dentro la quale si doveva far andare la nocciola da una certa distanza. Vinceva chi riusciva a far andare la nocciola nella fossetta con un colpo solo.

Cavallina Rea Ro Prendi la biada che ti do Prendi i ferri che ti metto Per andare a San Francesco A San Francesco c’è una via Che conduce a casa mia A casa mia c’è un altare Con tre monache a cantare Sotto il ponte ci son tre conche Ce n’è una più piccina passa il lupo e non le rompe Santa Barbara Benedettina. passa il re e ne rompe tre Passa la regina e ne rompe una dozzina passa il reggimento e ne rompe 500

Spingola spingola maestrina La paletta e la regina Fare e quaranta tuttu lu munnu canta Canta il gallo affacciato alla finestra Con tre palummi in testa Gallo, gallina, Palermo e Messina. Gallinella zoppa zoppa quante penne tieni in groppa io ne tengo ventiquattro uno due tre quattro

Dante lo scorreggiante Ne fa una ne fa tante Ne fa una al limone E fa scappare tutto il Giappone Ne fa una all’arancia E fa scappare tutta la Francia Ne fa una al caffè E fa scappare pure te! Cecco Bilecco monta sullo stecco Lo stecco si rompe e Cecco va sul ponte Il ponte rovina e Cecco va in farina La farina si staccia e Cecco si sculaccia!

Giro gironte Bombi e Bombò Che passa sotto il ponte tre galline e tre cappò Che salta che balla se ne andaron alla gabella Che gioca la palla c’era una ragazza bella bella Che sta sull’attenti che suonava le ventitre Che dice buongiorno uno due tre Girandosi intorno a scappare tocca a te! Gira e rigira La testa mi gira Non ne posso più E mi cade giù

Il rinoceronte, che passa sotto il ponte Che salta, che balla, che gioca la palla Che fa complimenti, che sta sull’attenti Che dice buongiorno girandosi attorno La testa mi gira, non ne posso più Pallina mia cadimi giù. Carlo Magno re di Francia ha tre pulci sulla pancia una tira, una molla una fabbrica la colla gratta gratta tutto il dì ma le pulci sono lì

Domani è festa Si mangia la minestra La minestra non mi piace Si mangia pane e brace La brace è troppo nera Si mangia pane e pera La pera è troppo bianca Si mangia pane e panca C’era ‘na vota Mastro Nicola La panca è troppo dura che spingiva ‘na cariola Si va a letto addirittura poi ‘na rota si bucau Mastro Nicola si rabbiau