Composizione sintesi.

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Transcript della presentazione:

Composizione sintesi

Un lavoro da Dio «In principio era il Verbo, e il verbo era Dio. E Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu……. E Dio vide che era cosa buona.» (Gen 1) Ogni esperienza creativa (scrivere, disegnare, costruire, comporre musica…) è qualche cosa che ha a che fare con l’esperienza di Dio, con la Sua azione creatrice. Dio si mette all’opera per dare un senso (ecco perché si dice che è il verbo) per dare forma alle cose, per fare emergere l’ordine dal caos, e in un certo senso si stupisce della sua stessa opera, vedendo che è cosa buona. Nel nostro percorso di composizione abbiamo provato anche noi a dare una forma al suono, a dare un senso a quello che altrimenti sarebbe solo rumore. E anche noi ci siamo stupiti di fronte alle cose buone che abbiamo composto.

Creatività vs Ragionamento Di solito pensiamo che le cose creative siano solamente frutto di spontaneità e di assensa di vincoli: faccio quello che voglio io! All’inizio, durante i primissimi lavori su Finale Note Pad, abbiamo proprio agito così… Notando però che i risultati erano strambi, senza capo ne coda. Faccio quello che voglio io….ma cosa voglio? E come lo posso fare veramente?

Creatività E’ Ragionamento Ben presto è stato evidente che per essere davvero creativi occorre conoscere e ragionare. Come per scrivere un tema devo dare forma ai miei pensieri, anche per comporre musica devo individuare come dare forma. Abbiamo capito quello che diceva Matisse: «La creazione è sempre un atto cosciente.» - 1 Sempre per creare qualcosa occorre conoscere la materia che ho a disposizione, le leggi che governano gli elementi, l’architettura dei pensieri, il gusto degli ingredienti… - 2 Devo essere cosciente di me stesso, di chi sono io e che cosa voglio.

Un po’ architetto e un po’ cuoco Abbiamo paragonato il lavoro del compositore a quello di un architetto alle prese con la costruzione di un edificio e per cui al lavoro su misure, calcoli, strutture che piano piano formeranno lo scheletro che sosterrà la costruzione. Allo stesso modo abbiamo anche fatto il paragone con un cuoco: esso deve certamente conoscere ingredienti, ricette, tempi di cottura…, ma allo stesso tempo deve valutare di volta in volta quali accorgimenti occorrono per rendere più buono e saporito il piatto che sta preparando. Insomma il compositore deve avere un progetto chiaro ma lo deve anche saper realizzare nel modo più gustoso possibile.

GLI INGREDIENTI Gli accordi Tonica (1° grado) DO mi sol Dominante (5° grado) SOL si re Sottodominante (4° grado) FA la do Sopradominante (6°grado) LA do mi (la minore)

La frase Una frase musicale è solitamente costituita da 8 battute. Di solito è costruita a partire dalla tonica e termina sulla tonica Lo scheletro della frase è costituito da una striscia di accordi (STRISCIA ARMONICA)

Le 2 striscie armoniche su cui stiamo lavorando SOL FA 1 2 3 4 5 6 7 8 DO LA - FA SOL FA SOL 1 2 3 4 5 6 7 8

Introdurre, fermare, accellerare, sorprendere…. Se riascoltiamo il «largo» della Sinfonia Nuovo Mondo di Dvorak (https://www.youtube.com/watch?v=h3o5RzHGsp4&feature=relmfu) notiamo che, prima del tema melodico, ci sono alcune battute: si tratta di un’introduzione, ovvero di un momento che aiuta a creare la giusta atmosfera. E’ importante anche nelle nostre composizioni creare momenti in cui sorprendere, accompagnare, cambiare luce. E’ possibile costruire questi momenti in modo libero (sia per numero di battute che per accordi). Terminate queste fasi introduttive occorre cominciare lo svolgimento della frase di 8 battute in modo chiaro e corretto.

La sonorità Per creare la sonorità giusta devo cercare gli strumenti più adatti a esprimere la mia idea, ricordando che non tutti gli strumenti sono uguali Per la striscia armonica e gli accompagnamenti occorre avere strumenti in grado di «tenere» le note Per le melodia devo avere strumenti in grado di «spiccare» sugli altri

Dinamica ed espressione Come abbiamo visto nel «Boero» di Ravel (https://www.youtube.com/watch?v=EDZLBBVSWQ0), spesso si può rendere al meglio un’idea attraverso la dinamica (nel caso del Boero un crescendo continuo dall’inizio alla fine del brano). Sicuramente l’aspetto dinamico è una carta importante a disposizione del compositore. Così come l’espressività: usare accenti, abbellimenti, sbalzi timbrici aiuta molto a sorprendere chi ci ascolta. Provate ad ascoltare questo brano di Manuel de Falla: https://www.youtube.com/watch?v=auRUxPPqDcQ E’ un ottimo esempio: il brano è ricco di sbalzi dinamici, ritmici, trilli e accenti!

L’ IDEALE Ma ora sappiamo che, anche studiando e tenendo presenti tutti i fattori finora elencati, tutto questo non basta. Per comporre, così come per ogni altra forma espressiva, serve un idea, una illuminazione, una scintilla. E qui siamo tutti sullo stesso piano: chi studia uno strumento da anni come chi a fatica sa leggere le note sul pentagramma: questa scintilla può essere data a chiunque! Certo va cercata, va desiderata, va scoperta. Dove scopro questa scintilla? «Io leggo la musica nei campi di grano e lungo i fianchi delle colline, nelle lacrime disperate di un dolore senza fine…nei sogni grandi di un ragazzino, tra tutte le stelle della notte e l’ultima del mattino» Claudio Chieffo (https://www.youtube.com/watch?v=nw1dMLSWEQk) Il testo e la musica di questa canzone (scritta da uno che non ha mai studiato musica, faceva il prof. di italiano) ce lo svela: nella realtà che si riflette nel nostro cuore c’è la scintilla di una musica segreta!

- Ma io a volte ho questa scintilla, ho l’idea, ma non riesco a svilupparla come vorrei… Spesso, durante il lavoro sulle nostre composizioni ci scopriamo a fare questa esperienza. E’ qui che occorre davvero lavorare sodo, senza paura di cancellare, provare, ripartire… «Cambio molto, scarto e ritento sempre di nuovo finchè non sono soddisfatto, poi comincio ad elaborare nella mia testa: allargo, restringo, spingo verso l’acuto e verso il grave e, poiché so cosa voglio, la concezione di fondo non mi abbandona mai» Beethoven Il mitico compositore tedesco attraverso questa frase ci dice qual è la questione: la concezione di fondo, che noi chiamiamo Ideale

Un pezzo di me Questo ideale, la scintilla che infiamma la mia creatività e il mio ragionamento, è da mettere a frutto: abbiamo imparato che, se davvero prendo sul serio questo lavoro, in ogni brano mi accorgo che lascio un pezzo di me. Proprio come Dio ha lasciano in ognuno di noi la sua firma! Ognuno al suo lavoro!