Politica e bene comune Fiscalità e cooperazione internazionale Emilio Palmiero
Bene Comune e beni comuni La tradizione classica e cristiana del bene comune si fonda sull'idea che la società sia un corpo, un “noi”: siamo legati gli uni altri da un patto che è ben più di un contratto. La modernità, in particolare l'economia moderna, ha abbandonato di fatto l'idea di bene comune per i beni comuni
Bene Comune Il bene comune è una realtà personalista e comunitaria: riguarda primariamente i rapporti tra persone, mediati dai beni (cose). Il primo bene è il bene relazionale. La categoria fondativa è il “patto” o la categoria biblica di Alleanza Il patto è anche contratto, ma anche philia e agape.
La categoria fondativa è quella del contratto (da Hobbes a Ralws) I beni comuni Il bene comune che la scienza economica ha in mente si basa sulla mutua indifferenza e sull'assenza di interferenze: è un concetto individualista, dove la struttura base è un rapporto “individuo-bene”, e non rapporto interpersonale. La categoria fondativa è quella del contratto (da Hobbes a Ralws)
ecco perché la politica è forma alta di agape. Sussidiarietà L'idea di sussidiarietà è essenziale per la tradizione del Bene comune, che va primariamente declinata come sussidiarietà tra principi della vita in comune: non faccia il contratto ciò che può fare l'amicizia (philia), e l'amicizia ciò che può fare l'agape. Oppure, in termini più positivi: il contratto e la philia contribuiscono effettivamente al bene comune quando aiutano (sussidiano) l'esperienza dell'agape-reciprocità. ecco perché la politica è forma alta di agape.
Sussidiarietà all'incontrario La scienza economica moderna nasce con un umanesimo di “sussidiarietà all'incontrario”: non faccia l'amore ciò che può fare il contratto (da A. Smith in poi).
Bene comune e communitas Non c'è bene comune senza comunità, senza cum-munus La modernità tende a trasformare il Bene comune in bene immune: communitas ==> immunitas La communitas, luogo di ferita e benedizione, viene sterilizzata dal contratto.
bene comune e fiscalità All'interno della tradizione del Bene comune, alla fiscalità sono assegnati tre compiti principali: 1) realizzazione dei beni pubblici 2) redistribuzione di ricchezza 3) incoraggiare (sussidiando) la creazione di beni meritori e scoraggiare (tassando) i beni demeritori.
La fiscalità oggi La grande tendenza in atto oggi è il riduzionismo dei tre compiti classici della tassazione ad uno solo: la produzione di beni pubblici. La fiscalità è vista solo all'interno della logica del contratto: pago per avere servizi che sono per natura pubblici. Al tempo stesso, è in atto una forte tendenza a trasformare i beni pubblici in beni privati (per ridurre i tipici problemi di “fallimento” dei beni pubblici).
dal patto al contratto Dalla natura tridimensionale della fiscalità, a quella unidimensionale (contratto). ==> grande difficoltà di far comprendere la tassazione per redistribuzione e per il sostegno dei beni meritori ==> Le politiche fiscali per la famiglia non possono essere capite in un tale contesto culturale “ad una sola dimensione”.
a) la famiglia “produce ricchezza” nel campo del consumo Fisco e famiglia Prima di qualunque richiesta “concessoria” per la famiglia, il primo passo è leggere la fiscalità della e per la famiglia non primariamente come un contratto, né come redistribuzione, ma vedere la famiglia come “bene meritorio”. Per quali ragioni? a) la famiglia “produce ricchezza” nel campo del consumo b) la famiglia produce una importante forma di capitale: quello relazionale c) la famiglia è luogo di felicità, e quindi di produzione e di crescita
3. incentivare (premiare) la gratuità. Non solo famiglia ... Una visione della fiscalità alla luce del Bene Comune, deve estendersi ad altri ambiti cruciali: 1. Una forte tassazione di beni inquinanti e forte impatto ambientali, che oggi vanno considerati “demerit goods”, esattamente come alchol e fumo; 2. Una forte incentivazione di beni meritori sociale e relazionali, dall'impresa civile al volontariato “vero” 3. incentivare (premiare) la gratuità.
La cooperazione int.le La premessa di ogni politica di Bene Comune è guardare al mondo come ad una comunità umana, nella quale nessun uomo/donna mi è estraneo/a
dalla nazione al mondo Nell'era della globalizzazione la logica tridimensionale della fiscalità non va solo recuperata a livello Paese, ma estesa su scala mondiale
Cooperazione come reciprocità Una cooperazione che non sia paternalismo e assistenzialismo, deve recuperare la dimensione della reciprocità: - vedere chi riceve non come un “povero” ma come un soggetto capace di dono - senza stima non c'è sviluppo Lo sviluppo è reciprocità
Conclusione La politica del Bene Comune oggi ha molto da dire alle sfide dell'oggi: la carestia che è alle porte del nostro occidente opulento è carestia di gratuità, di sobrietà, di beni relazionali, di felicità, una carestia cui è legata anche la carestia di cibo e di diritti che vive l'altra parte del Mondo. Un umanesimo a più dimensioni, del patto, del contratto della philia e dell'agape, e il grande dono che la tradizione cristiana del Bene Comune può fare alle donne e agli uomini di oggi.