Dottrina sociale della Chiesa

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Transcript della presentazione:

Dottrina sociale della Chiesa Genesi, sviluppo e principi fondamentali Gaetano Tortorella Istituto superiore di scienze religiose"Lumen gentium" - Ancona

Programma del corso 1. Introduzione 1.1. Intersoggettività e socialità 1.2. Il sacro e il sociale 2. Teologia morale sociale e Dottrina sociale della Chiesa (DSC) 2.1. Fondamenti biblici 2.2. Definizione, oggetto e metodo della teologia morale sociale e della DSC 2.3. Sviluppi storici della DSC 2.4. Rapporto tra Teologia morale sociale e DSC 2.5. Principi della DSC e i valori fondamentali della vita sociale  

3. La giustizia 3.1. La giustizia come virtù 2.2. Tipologie 4. Ambiti della teologia morale sociale 4.1. La famiglia 4.2. Il lavoro 4.3. L’economia 4.4. La politica 4.5. La comunità internazionale 4.6. La salvaguardia dell’ambiente 4.7. La promozione della pace

5. La vocazione sociale dei laici 5.1. “Indole secolare” e impegno sociale del laico 5.2. La spiritualità laicale Ad ogni studente sarà chiesto di presentare con una scheda, nel corso delle lezioni, un documento del Magistero.

Bibliografia Le encicliche sociali e i pronunciamenti del Magistero dalla Rerum novarum (1891) alla Caritas in veritate (2009). PONTIFICIOCONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, LEV, Città del Vaticano 2004. CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti per lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della chiesa nella formazione sacerdotale, 30 dicembre 1988 Altra bibliografia specifica verrà indicata nel corso delle lezioni.

“Talvolta si ha l'impressione che la dottrina sociale della Chiesa sia più evocata che conosciuta, sia considerata un semplice orizzonte di valori - forse troppo grandi e nobili perché possano mai farsi concreti in questo mondo - piuttosto che un esigente criterio di giudizio e di azione. […] Decisivo, in ogni caso, sarà cogliere la dottrina sociale come elemento caratterizzante la spiritualità del fedele laico”. GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti al convegno della Fondazione Vaticana “centesimusannus-pro Pontefice”, 4 dicembre 2004.

AMBROGIO LORENZETTI, Allegoria del buon governo (1338-1339), Palazzo pubblico – Siena.

SAPIENZA di DIO GIUSTIZIA CONCORDIA con la pialla Diligetejustitiam qui judicatisterram (Sap 1,1) GIUSTIZIA COMMUTATIVA GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA CONCORDIA con la pialla Processione di diverse categorie sociali

BENE COMUNE / COMUNEDI SIENA "Questa santa virtù [la Concordia], là dove regge, induce ad unità li animi molti e questi, a cciò ricolti, un ben comun per lor signor si fanno" CARITÀ FEDE SPERANZA BENE COMUNE / COMUNEDI SIENA GIUSTIZIA TEMPERANZA MAGNANIMITÀ PACE FORTEZZA PRUDENZA

GOVERNO DELLA CITTÀ E VIRTÙ UMANE VITA E PARTECIPAZIONE DEL POPOLO DIO E VIRTÙ TEOLOGIALI GOVERNO DELLA CITTÀ E VIRTÙ UMANE VITA E PARTECIPAZIONE DEL POPOLO

GLI EFFETTI DEL BUON GOVERNO

ALLEGORIA DEL CATTIVO GOVERNO

GLI EFFETTI DEL CATTIVO GOVERNO

Tre passi nella DSC 1. aspetti «fondamentali» della DSC la DSC in relazione alla dimensione etica dell’esistenza cristiana (e non solo) 2. sviluppo storico della DSC dalla Rerum novarum ad oggi 3. principi fondamentali della DSC

1. aspetti «fondamentali» della DSC 1.1. la vita del cristiano come fede, speranza, carità Le virtù teologali ci invitano a ripensare l’esistenza e l’agire dell’uomo come partecipazione all’agire di Dio nella storia La costruzione del Regno di Dio come orizzonte della DSC

1. aspetti «fondamentali» della DSC SPERANZA: ciò verso cui vado (progetto esistenziale, idea di uomo, senso della vita, felicità,…); Regno di Dio, comunione, shalom… CARITÀ: ciò che mi fa muovere (capacità di autotrascendersi e di uscire da sé, oblatività, amore per sé e amore per l’altro); Dio è amore GIUSTIZIA: ferma e costante volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto FEDE: ciò su cui mi appoggio (fiducia di base, fiducia in se stessi e negli altri,…), hemet: fiducia,…

1.2. alla luce della rivelazione Is 1, 11- 17 «Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore. «Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova». Ger 22, 3- 5 Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate l'oppresso dalle mani dell'oppressore, non fate violenza e non opprimete il forestiero, l'orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo. Se osserverete lealmente quest'ordine, entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siederanno sul trono di Davide, montati su carri e cavalli, essi, i loro ministri e il loro popolo. Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso - parola del Signore - questa casa diventerà una rovina.

1.3. cosa non è la DSC La DSC non è un’utopia (ideale perfetto ma irrealizzabile), perché produce giudizi morali che orientano il comportamento pratico dell’uomo reale, concreto e storico La DSC, in passato, è stata considerata un’utopia perché nell’enciclica Sollicitudo rei socialis(1987), il Papa ipotizzava il superamento dei blocchi Est-Ovest (comunismo e capitalismo) come condizione di un vero sviluppo. Allora questa profezia (che poi si è realizzata nella storia) non fu in alcun modo «capita» e fu ritenuta del tutto utopica

La DSC non è un’ideologia (umanesimo parziale) si riferisce a certi valori escludendone altri. La DSC (umanesimo integrale) non ne esclude nessuno. La DSC non si identifica con alcun sistema economico o partito né con le culture o le scienze umane, ma prende da esse determinati strumenti che le permettono di esprimere una propria capacità critica alla luce del Vangelo

1.4. Cos’è la DSC? Appartiene al campo della teologia e specialmente della teologia morale. è l’accurata formulazione dei risultati di un’attenta riflessione sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo, nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale.

È un’insieme dei principi di riflessione, dei criteri di giudizio e delle direttrici di azione, il cui scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo sull’uomo e sulla sua vocazione terrena e insieme trascendente; per orientare, quindi, il comportamento cristiano. È un insieme di orientamenti per l’evangelizzazione della società e di tutte le realtà temporali

Ha una triplice dimensione 1. principi e valori fondamentali: prende i suoi principi dalla teologia e dalla filosofia, con l’aiuto delle scienze umane e sociali che lo completano. Principi: la dignità della persona, il bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà, la partecipazione, la proprietà privata, la destinazione universale dei beni... Valori fondamentali: la verità, la libertà, la giustizia, la carità, la pace...

2. criteri di giudizio: su sistemi economici, istituzioni, strutture; adoperando pure dati empirici. Esempi: giudizio della Chiesa sul comunismo, il liberalismo, la teologia della liberazione, il razzismo, il fenomeno della globalizzazione, il salario giusto, ecc.

3. orientamenti per l’azione: giudizi contingente su situazioni storiche. Non è una deduzione logica e necessaria dei principi, ma frutto anche dell’esperienza pastorale della Chiesa e da un discernimento cristiano della realtà. L’opzione preferenziale per i poveri, il dialogo, il rispetto per la legittima autonomia delle realtà politica, economica e sociale. Esempio dei suggerimenti del condono del debito internazionale, la riforma agraria, la formazione di cooperativi, ecc.

2. Sviluppo storico della DSC (1) 1891 1900 2000 Rivoluzione industriale Conflitto capitale-lavoro Questione operaia Socialismo Nascita di gruppi finanziari Periodo post-bellico Nascita dei regimi totalitari Regimi totalitari Seconda guerra mondiale dopoguerra Guerra fredda ONU Concilio Vaticano II secolarizzazione Economia di mercato sottosviluppo Caduta del muro Globalizzazione Dall’economia di mercato alla finanza Nuove forme di lavoro Questione ecologica Dall’economia di mercato alla finanza Nuove forme di lavoro 11 settembre Crisi economica

Sviluppo storico della DSC (2) 1891 1961 1981 1963-1965 CONCILIO VATICANO II GIOVANNI XXIII PAOLO VI GIOVANNI PAOLO II BENEDETTO XVI LEONE XIII PIO XI PIO XII I PERIODO II PERIODO III PERIODO Rerum novarum (1891) Quadragesimo anno (1931) Mater etmagistra (1961) Laboremexercens (1981) Non abbiamo bisogno (1931) Pacem in terris (1963) Sollicitudo rei socialis (1987) Mitbrennender sorge (1937) Gaudiumetspes (1965) Centesimusannus (1991) Radiomessaggi (1939-53) Dignitatishumanae (1966) Popolorumprogressio (1967) Caritas in veritate(2009) Octogesimaadveniens (1971)

PERIODI ANNI TESTI PRINCIPALI ANNO AUTORE Primo periodo 1891- 1958 Rerum novarum 1891 Leone XIII Quadragesimo anno 1931 Pio XI Radiomessaggio di Pentecoste 1941 Pio XII Radiomessaggio sulla democrazia 1944 Secondo 1958-1978 Mater etmagistra 1961 Giovanni XXIII Pacem in terris 1963 Gaudiumetspes 1965 Conc. Vaticano II Populorumprogressio 1967 Paolo VI Octogesimaadveniens 1971 Terzo 1978- 1991 Laborem exercens 1981 Giovanni Paolo II Sollicitudo rei socialis 1987 Centesimus annus 1991

2. Sviluppo storico della DSC (3) RERUM NOVARUM (1891) Rivoluzione industriale Conflitto capitale-lavoro Questione operaia Socialismo Il tema centrale dell’Enciclica è quello dell’instaurazione di un ordine sociale giusto Rifiuto del socialismo Difesa della proprietà privata come diritto naturale Denuncia dell’ingiustizia sociale Metodo della collaborazione e dell’unione delle associazioni SITUAZIONE CONTENUTI

2. Sviluppo storico della DSC (3) QA (1931) – NAB (1931) – MBS (1937) offre una panoramica d'insieme della società industriale e della produzione; sottolinea la necessità che sia il capitale come il lavoro contribuiscano alla produzione e all'organizzazione economica; cerca una nuova messa a fuoco dei problemi emergenti, per affrontare i grandi cambiamenti apportati dal nuovo sviluppo dell'economia e del socialismo; prende posizione sui tentativi di superare con il sistema corporativo le antinomie sociali princìpi di solidarietà e di collaborazione la libertà di associazione Fa sentire la voce contro i totalitarismi Nascita di gruppi finanziari Periodo post- bellico Nascita dei regimi totalitari SITUAZIONE CONTENUTI

2. Sviluppo storico della DSC (3) Attenzione ai problemi dello sviluppo economico a livello mondiale Necessità di cooperazione mondiale Esigenza della pace e dignità della persona Importanza della collaborazione di tutti per una convivenza nella giustizia, pace, amore e libertà Chiesa solidale con il mondo Si toccano tutti gli aspetti della vita dell’uomo Diritto alla libertà religiosa e di coscienza Lo sviluppo è il nuovo nome della pace; sviluppo integrale dell’uomo Insufficienza delle ideologie dopoguerra Guerra fredda ONU Concilio Vaticano II secolarizzazione Economia di mercato sottosviluppo SITUAZIONE CONTENUTI

SITUAZIONE CONTENUTI Caduta del muro Globalizzazione Dall’economia di mercato alla finanza Nuove forme di lavoro Questione ecologica 11 settembre Crisi economica Spiritualità ed etica del lavoro, bene fondamentale per la persona; lavoro in senso oggettivo e soggettivo Mancato sviluppo del terzo mondo Esigenze per uno sviluppo integrale dell’uomo Differenza tra progresso (moltiplicarsi dei beni) e sviluppo (pienezza di essere) Pace come frutto della solidarietà Apprezzamento per la democrazia Apprezzamento per la “l’economia libera”, ma nel quadro di una indispensabile solidarietà SITUAZIONE CONTENUTI

3. Principi fondamentali della DSC Dignità della persona Destinazione universale dei beni Bene comune Solidarietà Sussidiarietà Partecipazione

3. Principi fondamentali della DSC (1) socialità DIGNITÀ DELLA PERSONA – DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI BENE COMUNE - SUSSIDIARIETÀ - SOLIDARIETÀ - PARTECIPAZIONE LIBERTÀ VERITÀ GIUSTIZIA CARITÀ dignità

3. Principi fondamentali della DSC (2) I principi della DSC devono essere apprezzati nella loro unitarietà, connessione e articolazione Nel loro insieme costituiscono l’articolazione della verità della società

3. Principi fondamentali della DSC (3) 3.1. dignità della persona (132-134) Unità della persona Apertura alla trascendenza Rispetto della dignità Una società giusta può essere realizzata soltanto nel rispetto della dignità trascendente della persona: è il fine ultimo della società la quale è ad essa ordinata In nessun caso la persona umana può essere strumentalizzata per fini estranei al suo stesso sviluppo […] La persona non può essere finalizzata a progetti di carattere economico, sociale o politico

3. Principi fondamentali della DSC (4) BENE COMUNE insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente Non consiste nella somma dei beni particolari. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune È di tutti gli uomini e di tutto l’uomo

Esigenze del BC: strettamente connesse al rispetto e alla promozione integrale della persona Compiti della comunità politica: il BC è la ragion d’essere dell’autorità politica Il BC della sociètà non è un fine a sé stante: ha valore solo in riferimento al raggiungimento dei fini ultimi della persona e al BC universale dell’intera creazione

DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI Dio ha dato la terra a tutto il genere umano perché essa sostenti i suoi membri senza escludere né privilegiare nessuno Il principio della DUDB è alla base del diritto universale all’uso dei beni Il DUDB invita a coltivare una visione dell’economia ispirata a valori morali che permettano di non perdere mai di vista né l’origine né la finalità dei beni, in modo da realizzare un mondo equo e solidale

DUDB e proprietà privata: La proprietà privata assicura ad ognuno lo spazio per l’autonomia personale e familiare; è prolungamento della libertà La DSC richiede che la proprietà dei beni sia equamente accessibile a tutti La tradizione cristiana non ha mai ritenuto il diritto alla proprietà privata come assoluto e intoccabile La PP è solo uno strumento per il rispetto del principio della DUDB: è un mezzo, non un fine Fonzione social del possesso

DUDB e opzione preferenziale per i poveri: Ampliamento del concetto di ”beni” e necessario ampliamento del principio di DUDB ai nuovi beni economici, tecnologici, culturali, di informazione… La PP non è la sola forma di possesso; importante anche la forma di proprietà comunitaria DUDB e opzione preferenziale per i poveri: il principio della DUDB richiede una particolare attenzione ai poveri…

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ “Siccome è illecito togliere agli individui ciò che possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere ad una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare” (QA) Le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto, promozione e sviluppo delle minori Protegge le persone dagli abusi delle istanze superiori

Si contrappongono al principio di sussidiarietà: Accentramento Burocratizzazione Assistenzialismo Presenza eccessiva dello Stato Mancato riconoscimento dell’iniziativa pivata Monopoli

Favoriscono il principio di sussidiarietà: Rispetto e promozione della persona e della famiglia Valorizzazione delle associazioni e organizzazioni intermedie Incoraggiamento all’iniziativa privata (per il BC) Articolazione pluralistica della società e rappresentanza delle componenti Decentramento Equilibrio tra pubblico e privato Riconoscimento della funzione sociale del privato

In alcuni casi lo Stato può esercitare una azione di supplenza Promozione dell’economia Squilibri sociali Limitato a situazioni eccezionali

PARTECIPAZIONE Conseguenza della sussidiarietà Attività mediante le quali il cittadino, come singolo o in associazione, contribuisce alla vita culturale, economica, sociale e politica della comunità

SOLIDARIETÀ Situazione di crescente interdipendenza tra persone e popoli (globalizzazione) e fortissime diseguaglianze tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo Il processo di interdipendenza deve essere accompagnato da un impegno etico-sociale

Solidarietà come principio sociale Le strutture di peccato devono essere trasformate in strutture solidali Solidarietà come virtù morale Non è sentimento di vaga compassione ma è determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il BC

Solidarietà e crescita comune degli uomini Vi è strettissima relazione tra solidarietà e BC, DUDB, uguaglianza, pace Gli uomini sono più che mai solidali, stretti tra loro da legami Siamo debitori nei confronti della società