PERLASCA pensieri ascolto opinioni confronto

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Transcript della presentazione:

PERLASCA pensieri ascolto opinioni confronto Progetto Kinderphilosophie - a. s. 2008-09 Scuola Primaria di Fagagna - classi 5ª A - 5ª B Ins. C. Fiorenza - O. Cocetta Esperta: prof. A. Filipponi

Come abbiamo lavorato Abbiamo visto il film Perlasca (alcune parti scelte). Ne abbiamo parlato per cercare di “prendere distanza” dall’emozionalità e dai turbamenti suscitati, per cercare di individuare delle tracce di comprensione sugli avvenimenti della storia di quel periodo oscuro. E’ iniziato il percorso di Kinderphilosophie con la presentazione del personaggio Perlasca, contestualizzandolo storicamente. E’stato poi proposto ai bambini un elenco di frasi tratte dal film ed ogni alunno ne ha scelta una, quella ritenuta maggiormente significativa. Le frasi sono state “dichiarate” e sono andate a costruire l’AGENDA. Questa ha costituito il testo, condiviso e selezionato sulla base dell’interesse degli alunni-e, su cui si è svolta la discussione. Riuniti in piccoli gruppi gli alunni-e hanno individuato una serie di domande che, rivolte alla classe, hanno rappresentato lo stimolo per l’argomentazione.

Il ruolo dell’insegnante Nel corso dell’attività l’insegnante: Non indirizza la scrittura dell’Agenda, che darà origine alle domande Non influisce sulla scelta delle domande che verranno portate alla discussione Nel corso della discussione interviene solamente: Per dare la parola Per richiamare eventualmente il “focus” della domanda Per riprendere o rispecchiare un intervento Per chiedere spiegazioni ulteriori Per sottolineare una discordanza di posizioni

Scopo della discussione Lo scopo della discussione non è quello di trovare una risposta concorde alle domande, ma quello di Formarsi un’opinione Proporre il propri pensiero Saper ascoltare l’opinione degli altri Sostenere la propria posizione Motivare il proprio disaccordo Tutto in un clima sereno, di reciproco rispetto e scambio, senza la necessità dell’intervento dell’insegnante.

Avvio della discussione 1ª DOMANDA: Per quale motivo si vuole bruciare le chiese di chi ha una religione diversa dalla nostra? Perché si vuole distruggere il luogo di culto di alcuni popoli? Per spingere le persone a credere a un’altra religione. C. Si pensa che solo la propria religione abbia valore, e si vuole convincere tutti ad avere un'unica religione. Ad. Forse perché vogliono spingere un popolo a credere in una sola religione, come nelle Crociate. E. Si pensa che la religione dell’altro sia brutta. M. E’ l’odio che fa incendiare le chiese. L. Perché si è in guerra e un popolo vuole essere superiore anche nella religione. G.P. Vogliono distruggere le chiese così dopo si alleano con loro e quando vanno in guerra hanno più alleati. V. Distruggono le chiese per diminuire quel culto, così il popolo che distrugge ha maggiore potere con il proprio culto. C. Oppure distruggevano le sinagoghe come distruggere un qualsiasi punto della città, perché per loro non aveva importanza la loro religione. Al.

Nella discussione emerge l’argomentazione Alcuni passaggi dalla discussione nella quale i bambini cominciano ad argomentare sulle tesi dei compagni e a difendere le proprie Io non sono d’accordo con l’idea di V. perché se distruggi la religione ci sono delle persone che tramandano la storia della propria religione. L. Oltre all’odio c’è anche la gelosia. Quella chiesa, quel simbolo di religione non vale niente e lo distruggo. Er. /INS. si tratta di disprezzo, non di gelosia/. Forse anche se distruggono quella religione, potrebbe diventare ancora più praticata perché dicono “ siamo stati feriti” e possono diventare come dei martiri. E. Forse hanno bruciato le sinagoghe per ordine: “Fate questo se non vi uccido” quindi sono stati obbligati per paura. / S. Io non sono in parte d’accordo con l’idea di L. perché quelli a cui è stata sterminata la chiesa, per paura si adattano per non essere uccisi e maltrattati. Però alcuni credono lo stesso anche se hanno paura. C. Secondo me l’idea di C. contro la mia è sbagliata perché se un cristiano ha paura di un’altra religione ed è costretto a ubbidirla, non può essere cristiano. L. /INS. non si cambia la propria religione per paura, si continua ad avere la fede dentro di sé/ Se la gente è in condizioni estreme, e se non fai una cosa ti uccidono, per forza cambi idea. G. P.

…la discussione prosegue 2ª DOMANDA: Ci sono persone che credono che la guerra insegni qualcosa? Chi fa la guerra ci crede che la guerra insegni qualcosa. Ch. Io non sono d’accordo con Ch. perché chi fa la guerra può farla per sconfiggere qualcuno. V. Ci sono ancora troppe persone che credono che la guerra insegna qualcosa ma ci sono anche alcune persone che fanno di tutto per non farla e magari certi che vanno in guerra perché sono stati costretti o vogliono difendere quel territorio. C. Secondo me solo chi ha provato la guerra può dire se insegna qualcosa o no. G. G. Io non concordo tanto con Ch. perché non è detto che chi va in guerra ci creda. Una volta erano obbligati ad andare, li sceglievano con i numeretti e poi anche i poveri magari vogliono andare per guadagnare soldi. J. Non sono tanto d’accordo con J. perché è un po’ come fare uno sport, non è che fai uno sport così tanto per farlo, lo fai perché ti piace, credi che ti possa insegnare qualcosa. E. No, ci sono certi che ci credono, certi che sono costretti, certi che lo fanno per soldi, forse certi che si illudono che dopo aver fatto la guerra si possa avere la pace. Al. Ci sono persone che credono che la guerra insegni qualcosa, soprattutto i ragazzini di oggi che scherzano e ci ridono. G. P. Mia nonna mi dice che guardava gli aerei che partivano da Bologna e andavano a bombardare, lei era piccola e andava su un collina e li guardava… C.

…una nuova domanda 3ª DOMANDA: Come mai solo poche persone combattevano contro il demonio di Budapest? INS:è una domanda fondamentale: Perlasca si è dato tantissimo da fare, anche in una maniera non sempre giusta, secondo la legge di quell'epoca, ha fatto anche degli imbrogli, ma erano fatti perché si trovava in una situazione estrema. Come mai tante persone invece accettavano quello che accadeva e non combattevano contro il demonio che c’era a Budapest in quel periodo e in tante parti d’Europa?/ Perché avevano paura di essere uccise e Perlasca sentiva che era giusto affrontare la paura. G. P. Certe persone non si sono date da fare perché avevano in mente l’idea che ormai venivano portate nei campi di concentramento e venivano lasciati morire e con la paura non riuscivano neanche a fare qualcosa per salvare la propria vita. Il pensiero di morire li bloccava. Ma. Secondo me Perlasca ha voluto dare la propria vita a quelle persone in difficoltà e non aveva paura. Glielo diceva il suo cuore di fare quello che ha fatto. G. G. A volte può essere che avevano paura o la possibilità che “se facciamo come dicono loro poi diventiamo loro amici e diventiamo potenti anche noi”. E. / INS. C’è il coraggio e la forza d’animo di chi era speciale. C’è la paura di chi pensa di avere la morte vicino a sé e c’è l’interesse di coloro che vedevano dove stava il potere e volevano condividere anche loro il vantaggio/ Non si sono date da fare perché pensavano che il destino aveva deciso delle cose, era troppo tardi, e non valeva la pena. C. Io invece penso che siamo noi che ci scegliamo il destino. E.

… da una domanda nascono analogie e riflessioni 4ª DOMANDA: Come mai Budapest viene definita la città del demonio? Perché è in una condizione di distruzione, di esplosioni ed è come se ci fosse un demonio nella città che portasse questo male. J. Perché a volte si dice che i demoni vivono nell’inferno, pieno di fuoco e anche Budapest era incendiata. E. /INS: (fa un richiamo alla città di Dresda che fu ricostruita usando le pietre annerite dagli incendi dei bombardamenti per il desiderio che la guerra insegnasse qualcosa, che restasse viva un’impronta)/E’ solo il fuoco che ci fa pensare che Budapest in questo momento è la città del demonio o quali altre cose possono farci dire che la città del male, del lupo cattivo, ha proprio quel volto lì…/ Forse perché c’erano molti lutti di Ebrei, sono stati distrutti i cimiteri, le chiese. C. Il dolore che emana quella città distrutta, ci fa pensare al demonio. G. G. Era considerata in questo modo perché a parte il fuoco c’era il fumo che rattristava quel posto lì e a parte il fumo, vedere le persone che salivano sui vagoni per andare nei campi di concentramento. M. In un vagone potevano starci 70 persone con un solo vaso per i bisogni e per l’acqua. Ch. /INS: ricordate la frase “anche una tazza di tè può sembrare tanto”/ Forse era considerata la città del demonio perché sono morte molte persone ed è triste quando muoiono…anche perché da lì venivano deportati molti….Come nella Divina Commedia, c’era il traghettatore che in quel caso forse era il macchinista del treno. E. /INS: è un’immagine che ci porta all’inferno dantesco . Ci può ricordare quest’immagine dell’inferno perché ci sono i traghettatori, coloro che portano da questa situazione di difficoltà alla situazione estrema in cui si è sicuri solo di morire/

… ancora una domanda 5ª DOMANDA: Che cosa può insegnare la guerra? La guerra per qualcuno può anche far vedere l’aggressività che hanno gli uomini. Fa capire quanto gli uomini sono violenti. J. Fa capire la vendetta di qualche fatto passato e quanto si può essere forti quando si è arrabbiati. G. G. La guerra insegna a uccidere e a essere aggressivi e scontrosi contro le persone e anche a non rispettare le persone che non sono d’accordo con te. C. Io credo che la guerra non ci insegna proprio niente, insegna solo a uccidere. Ch. Forse la guerra per chi vuole essere famoso, insegna a diventare eroi. E. La guerra ci insegna a che limite può arrivare l’uomo. G. P. La guerra insegna soltanto a uccidere le persone. Me. Secondo me la guerra è come un vizio che porta a volerla rifare. G. G. /INS: esalta il sentimento di forza, di potenza/ La guerra fa insegnare la rabbia che hai dentro per vincere contro un altro popolo. M. La guerra insegna che non è sempre possibile porre limite a qualcosa. C. Qualcuno può pensare che la guerra insegni a far sì che tu nella vita normale stai calmo e non ti arrabbi e lì ti sfoghi contro qualcuno che non ha fatto niente. V. Secondo me la guerra, quando l’hai fatta per un po’ di volte, se vai a vedere tutte le tragedie che sono accadute, per colpa anche di chi l’ha fatta, ti penti.. G. G. /INS: se tutte le popolazioni riuscissero a toccare il pentimento, potremmo riuscire a superare “il diavolo”/ Non sempre si torna vittoriosi: un parente di mio papà è tornato paralizzato, che non parlava. J.

… e una domanda ancora 5ª DOMANDA: Ci credete che l’uomo sia riuscito ad essere così cattivo con gli Ebrei? Secondo me è vero perché se no non ci sarebbero tante persone che lo testimoniano. V. In apparenza può sembrare non vero, ma è vero. Proprio vedendo il film Perlasca, ho capito che sono successi realmente perché ci vorrebbe una crudeltà totale per inventare una realtà così. C. L’uomo può arrivare a diversi limiti, persino a sterminare un popolo intero. A. Ci credo perché le persone possono arrivare fin dove vogliono, in certi casi, e qui ci sono riusciti. M. Sì, perché non c’è uno stop che dice di fermarsi e vanno fin che vogliono e quindi si fa cose incredibili. G. G. Se fossi nato più in avanti non ci crederei perché non ci sarebbero le testimonianze. Io leggerei tantissime testimonianze e così posso dire che è vero. J. Prima di affrontare l’argomento a scuola, me l’hanno raccontato e io non ci avrei mai creduto che fosse vero. Poi ci ho creduto. Ch. Non sono d’accordo con John perché restano sempre delle fonti scritte tramandate da chi l’ha vissuto. V. Io invece dico che ci credo però, secondo me, alcune persone non ci credono. C. C’è anche gente che invece di andare a leggere sa già un po, è stata terrorizzata e non vuole entrare nell’argomento. G. G. Però è questa la vita, sono dei fatti che accadono e devi accettarli.V. Ascoltando anche questi argomenti, come è successo a me, si trovano le proprie paure. Io infatti ho capito di aver paura dei film che toccano: bisogna guardarli ma bisogna stare attenti. C. Se non mi informo gli altri possono informarti di cose non vere e ti crei un pregiudizio. Ch.

Conclusione dell'attività Alla fine dell’attività vera e propria di Kinderphilosophie ai bambini è stato proposto di rielaborare i loro pensieri in un testo di tipo poetico, o di tipo argomentativo. Le attività sono state svolte a piccolo gruppo o singolarmente. I bambini hanno anche prodotto delle immagini ispirate al tema della Shoà

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