DISTURBI ALIMENTARI: “Anoressia, Bulimia, Ortoressia” Con il termine "Disturbo alimentare" si indica una vera e propria malattia, la prima causa di morte fra le malattie psichiatriche, e si riscontra sempre più frequentemente in individui giovani con età compresa tra i 15 e i 19 anni , ma anche in soggetti di 30 e 35 anni, inoltre il sesso femminile è il più colpito nel 90-95% dei casi. E’ un "male di vivere" che forse nasce da un rapporto distorto con la famiglia e con gli altri, ma prima di tutto con sé stessi, con la propria individualità. Questa malattia si è presentata dopo la seconda guerra mondiale nei paesi industrializzati e alla fine degli anni Sessanta le patologie alimentari hanno subito un impressionante aumento, dovuto al fatto che questi disturbi costituiscono l’espressione del cambiamento delle aspettative sociali. Quasi sempre inizia con una dieta, ma alla base ci sono molte altre cause scatenanti che portano a cercare l’illusione che avendo il controllo sul cibo lo possa così ottenere sulla propria vita. Esistono tre tipologie di disturbi alimentari:
ANORESSIA L'anoressia è la mancanza o riduzione dell'appetito che comporta un importante dimagrimento e può condurre alla morte se persiste! Esistono due tipi di anoressia: -Pseudoanoressia, questa si manifesta quando un individuo mangia di nascosto e in pubblico asserisce di non avere mai fame. -Anoressia nervosa è la vera e propria malattia che scaturisce da un disturbo psichico primitivo o da malattie preesistenti.
CAUSE: Piscologiche: Biologiche: Presenza attuale o precedente di un familiare soggetto a disturbi alimentari Difficoltà nella comunicazione interpersonale con la famiglia e con gli altri Mancanza di autostima L'appartenenza a determinati gruppi sociali in cui è rilevante la tematica del controllo del peso (ad es. ballerine/i, ginnaste/i, cicliste/i o altri sportivi professionisti) Enfasi da parte dei mass media di modelli di bellezza non corrispondenti alla forma fisica comune Biologiche: Disfunzione degli ormoni gastrointestinali Disfunzioni dell’ormone leptina Morbo di Crohn Disfunzione della tiroide Da farmaci: Anfetamine
ORMONI GASTROINTESTINALI CAUSE BIOLOGICHE ORMONI GASTROINTESTINALI Gli ormoni gastrointestinali svolgono un ruolo importante nella regolazione dell'ingestione del cibo e del senso di sazietà. Tra questi ricordiamo la gastrina, che stimola le contrazioni peristaltiche e favorisce la produzione di pepsina e di acido cloridrico e la grelina che è un ormone presente sul fondo dello stomaco che riesce a stimolare l'appetito, infatti i livelli incrementano prima dei pasti e decrementano circa un'ora dopo e un suo non corretto funzionamento potrebbe essere causa dell'anoressia nervosa e dell’obesità. Inoltre, la grelina stimola l’ipofisi anteriore (ghiandola pineale) che a sua volta stimola la secrezione dell’ormone della crescita, quindi un anomala produzione di questo ormone può limitare la crescita.
LA LEPTINA Il complementare della gastrina è l’ormone leptina contenuto sul cromosoma 7. Questo è un ormone proteico che induce sazietà ed è prodotto dai tessuti adiposi. La presenza di leptina nell’organismo è dovuta alla quantità di adipociti, ma anche a diversi fattori endocrinologici. Il principale fra questi è il livello di insulina, che, quando basso, diminuisce la sintesi di leptina; livelli non elevati di insulina sono infatti tipici di stati di digiuno, e la leptina, che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’appetito, viene di conseguenza inibita e vi è un aumento del senso di fame. Differenze fra sessi sono verificate nella produzione di leptina. Uomini e donne con la stessa quantità di tessuto adiposo producono quantità diverse di leptina, essendo le donne quelle che ne producono di più.
6 MORBO DI CROHN La malattia di Crohn o morbo di Crohn (malattia infiammatoria cronica intestinale – MICI), è una patologia infiammatoria cronica dell'intestino che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una vasta gamma di sintomi. Essa causa principalmente dolori addominali, diarrea (che può anche essere sanguinosa se l'infiammazione è importante), vomito o perdita di peso, ma può anche causare complicazioni di fuori del tratto gastrointestinale, come eruzioni cutanee, infiammazione degli occhi e stanchezza. La malattia di Crohn è considerata una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario aggredisce il tratto gastrointestinale provocando l'infiammazione, anche se viene classificata come un tipo particolare di patologia infiammatoria intestinale. La malattia di Crohn tende a presentarsi inizialmente negli adolescenti e nei ventenni, con un altro picco di incidenza tra i cinquanta e i settant'anni, anche se la malattia può manifestarsi a qualsiasi età. Frequente nei pazienti colpiti da morbo di Crohn è l’anoressia, causa ne sono i dolori addominali, il senso di nausea e il vomito e la conseguente perdita di appetito. Questi sintomi provocano disgusto nel cibo e creano pregiudizi alimentari e i pazienti tendono a lungo andare ad un quadro di mal nutrizione.
TIROIDE La tiroide è una ghiandola che si trova ala base del collo e comprende due sistemi endocrini: il primo produce gli ormoni tiroidei (T3 e T4), il secondo la calcitonina. La tiroide è una ghiandola follicolare cioè costituita da milioni di vescicole (i follicoli) all'interno delle quali vengono immagazzinati gli ormoni tiroidei. La calcitonina viene prodotta invece da cellule che si trovano al di fuori dei follicoli (cellule C o parafollicolari). - Gli ormoni tiroidei sono prodotti dai tireociti e sono la tiroxina(T4) e la triiodotironina (T3); questi stimolano i processi cosiddetti anabolici, ovvero di crescita, sviluppo e movimento dell’organismo. Inoltre, aumentano il processo di ossidazione delle cellule controllando gli enzimi che presiedono al metabolismo energetico. Essi agiscono così sui processi di accrescimento e di diversificazione delle cellule. Questi ormoni promuovono lo sviluppo dell'encefalo nel feto, in presenza di una scarsa produzione, i neonati sono fortemente ritardati. -La calcitonina è un ormone costituito da un polipeptide di 32-aminoacidi che serve all'abbassamento della concentrazione di calcio nel sangue (Ca2+) e quindi alla sua regolazione.
problemi nei processi anabolici; Se questi ormoni non vengono secreti in modo corretto si va in contro a varie patologie come: nodulo singolo - gozzo multi nodulare che è caratterizzato dalla presenza di più noduli della tiroide; può essere basato su una carenza di iodio nella dieta, - carcinoma tiroideo - morbo di Basedow che è una malattia caratterizzata da gozzo diffuso associato ad un’ alterazione del sistema immunitario. La sintomatologia è rappresentata da tachicardia, sudorazione, agitazione psicomotoria, tremori, stato ansioso, diarrea diventando poi anoressia. In conclusione a causa della disfunzione di questi ormoni si presentano: problemi nei processi anabolici; problemi a livello di metabolismo energetico; morbo di Basedow; che portano ad un conseguente stato di anoressia nervosa.
ANFETAMINE Le anfetamine sono una famiglia di b- feniletilammine (sostanze organiche di origine vegetale). L’anfetamina è un eccitante centrale, possiede una potente azione antifatica e determina euforia, eccitazione, insonnia, riduzione del senso di fatica, perdita dell'appetito, elevazione dell' umore e della loquacità. Le anfetamine furono introdotte negli anni '30 come terapia della rinite(l'irritazione e l'infiammazione di alcune aree interne del naso) e del raffreddore da fieno; successivamente vennero impiegate per la loro capacità di influire sul sistema nervoso. Per un certo periodo furono anche usate come anoressizzanti, cioè per ridurre l'appetito nelle persone che cercavano di dimagrire. Per la loro pericolosità, e per la dipendenza che producono, alcune sono state ritirate dal commercio. Altre le troviamo associate a farmaci contro il raffreddore, per contrastare l'effetto sedativo degli antistaminici.
Rischi che si corrono assumendo anfetamine per dimagrire Le anfetamine, come già detto, hanno un effetto anoressizzante, ovvero provocano un calo dell'appetito, ed è questo l'effetto che viene sfruttato per perdere peso e che ha motivato in passato l'uso delle anfetamine per dimagrire. Ma non si tratta dell'unico sintomo e nemmeno del principale: le anfetamine provocano infatti un'accelerazione del ritmo cardiaco e respiratorio e un'alterazione del ritmo sonno-sveglia. L'assunzione provoca una sensazione di energia e benessere che crea l'impressione di non avere bisogno nè di cibo nè di sonno. Presto però, questo senso di onnipotenza si trasforma in un'iperattività che sconfina in un'ansia incontrollabile e che dà luogo talvolta a comportamenti violenti ed episodi di paranoia. In Italia non è più legale prescrivere prodotti dimagranti per il dimagrimento che contengano anfetamine. In molti paesi europei tuttavia, è ancora legale e diffusa la prescrizione di anfetamine per dimagrire. Il mercato illegale di queste pastiglie è molto fiorente soprattutto su Internet. L'assunzione di anfetamine per dimagrire diventa in queste condizioni ancora più pericolosa perché avviene senza la consulenza di un vero medico e secondo una pratica fai-da-te che può rivelarsi fatale. La scelta di inserire dei farmaci nella terapia dimagrante spetta soltanto al dietologo che prenderà la decisione dopo avere valutato le condizioni di salute generale del paziente, la sua anamnesi(informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare il medico a indirizzarsi verso una diagnosi), l'importanza del suo sovrappeso e gli obbiettivi che il regime dimagrante da intraprendere si pone. Una volta ottenuta la prescrizione, il paziente che desidera dimagrire deve seguire scrupolosamente le indicazioni e la posologia indicate dal dietologo.
Video Anfetamine
CAUSE PSICOLOGICHE Le cause dell’anoressia hanno sempre nella maggior parte dei casi una matrice di tipo psicologico dato che si tende a manifestare il modo di porsi nei confronti degli eventi e degli altri attraverso il proprio rapporto con il cibo. Spesso all’origine dell’anoressia vi è un accadimento doloroso indipendente dalla propria volontà (la morte di un caro,una separazione,un rifiuto,un abbandono o un incidente). A tale evento si reagisce provando un senso di impotenza e fragilità, che si tenta di combattere controllando una delle poche cose che si può domare:il proprio istinto naturale ad alimentarsi. Ci si illude così di avere la “situazione in pugno ” mentre, in realtà, ci si priva delle forze indispensabili per affrontare la vita. A determinare l’insorgere dell’anoressia concorrono anche dei fattori sociali e familiari. A questo proposito è sicuramente negativa la chiusura al dialogo e l’eccessivo rigore da parte dei familiari o di amici:esprimere le proprie emozioni è infatti spesso la via di fuga dalla malattia, infine un'altra causa è la sottoposizione a diete ipocaloriche alla ricerca disperata di assomigliare ai canoni estetici sbagliati.
Nella letteratura scientifica è avanzata l'ipotesi che all'origine dell'anoressia nervosa vi sia una pregressa positività psichiatrica(un disturbo mentale che colpisce il pensiero,i sentimenti o il comportamento in modo da rendere l’integrazione sociale dell’individuo problematica ), od una relativa comorbilità (la coesistenza di due o più patologie diverse in uno stesso individuo), con disturbi della sfera ossessivo-compulsiva; tale comorbilità spiegherebbe la struttura compulsiva ed ossessiva presente nella malattia. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di comportamenti anoressici, si evidenziano, oltre a una componente di familiarità (studi hanno dimostrato che i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre); la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori; la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti;il sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza. Il soggetto vive un ansia e depressione in relazione alla sua situazione, che lo portano a digiunare. Per alcune persone, si tratta di una tendenza autodistruttiva che le porta ad alterare il proprio comportamento alimentare o ad abusare di alcol o droghe.
Infine, la perdita di peso ottenuta tramite la riduzione della quantità di cibo assunto, finisce per diventare uno stile alimentare limitato a poche categorie di cibi. Nell’individuo l’autostima è fortemente influenzata dalla forma fisica e dal peso. La perdita di peso infatti viene considerata come un’importante conquista ed è segno di autodisciplina, mentre l’aumento di peso viene vissuto come perdita del controllo o una sconfitta e quindi conseguente perdita di autostima. La persona anoressica raramente si preoccupa del suo dimagrimento, spesso non ha neanche la consapevolezza della malattia e questo è un grosso ostacolo per l’acquisizione di una volontà di cambiamento e guarigione.
Le caratteristiche principali dell’anoressia Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo indicato per età e altezza; la costante paura di acquistare peso; - alterazione dell’immagine corporea per ciò che concerne forma e dimensioni (dismorfofobia:non sono soddisfatte del loro aspetto e lo vedono distorto e peggiore di quello che in realtà è).
Manifestazioni psicologiche Molti studi sono stati effettuati elencando le varie possibili manifestazioni(a livello psicologico) di un individuo che soffre di anoressia nervosa: Depressione: la sua incidenza varia dal 25% dei casi arrivando a sfiorare anche l'80%, che può anche perdurare dopo la guarigione dalla malattia. Ansia: la cui coesistenza è difficile da comprendere; gli studi condotti dimostrano un elevato range (ovvero una differenza notevole fra il valore minimo e quello massimo) dal 20 al 65%, ma il dato è più elevato se si valuta la condizione pre-iniziale dello stato morboso (90%).
Disturbi correlati a sostanze. Disturbo di personalità:nel caso dell'anoressia nervosa il disturbo riguarda il cluster C (comprende i disturbi di personalità evitante, dipendente e ossessivo compulsivo), rilevata soprattutto nella tipologia di alimentazione compulsiva. Altri affermano che il disturbo riguarda il cluster B (comprende i disturbi di personalità antisociale, istrionica e narcisistica). Disturbo ossessivo-compulsivo: tale manifestazione sarebbe una sottospecie dei disturbi alimentari. Consiste in un disordine psichiatrico caratterizzato principalmente dall’anancasmo (sintomalogia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l’ossessione).
TERAPIE Vi principalmente due tipologie di terapie per l’anoressia: Terapia nutrizionale; Terapia farmacologica; Terapia psicologica.
Terapia farmacologica Terapia nutrizionale È necessaria l’introduzione nel corpo di 1500-1800 kcal al giorno. Per ridurre la perdita ossea si utilizzano vitamina D e calcio. Consiste nel ricovero in strutture ospedaliere di riabilitazione intensiva che ha una lunga durata in quanto è necessario far raggiungere al paziente almeno il 90% del peso corporeo (o comunque una massa corporea superiore ai 19 kg),considerando un aumento di peso medio di 1-1,5 kg a settimana. Terapia farmacologica Discusso è l’utilizzo degli inibitori della ricapitazione della seratonina (antidepressivi),ma l’uso di questi farmaci non ha portato i risultati sperati e sono in corso anche test su altri principi attivi come la mirtazapina. In ogni caso le terapie farmacologiche si evolvono continuamente, ma non è ancora chiaro quale sia il trattamento di scelta.
Terapia psicologica È stata data molta importanza alle forme di sostegno psico\logico-clinico e di psicoterapia; si è dimostrato efficace l’azione di sostegno psicologico e soprattutto quella psicoterapeutica, finalizzata ad indagare e rielaborare le conflittualità emotive e relazionale che si traducono nel rifiuto del cibo. Le psicoterapie possono essere individuali,familiari o di gruppo. L’anoressia è una malattia complessa,determinata da condizioni di disagio psicologico ed emotivo,che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare l’individuo malato,attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e l’attitudine, a adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Ci sono associazioni per lo studio e la ricerca sui disturbi alimentari presenti in tutta Italia come ad esempio l’ABA.
Video Conclusivi ANORESSIA
BULIMIA La bulimia o bulimia nervosa è uno dei più importanti disturbi alimentari per cui una persona ingurgita una quantità di cibo esorbitante per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi e purghe). Si tende spesso a prediligere i dolci, cibi ipercalorici e di facile ingestione. L'attacco di bulimia è normalmente seguito da sensi di colpa, frustrazione e agitazione che portano a comportamenti compensatori al fine di prevenire uno sgradito incremento del peso corporeo. È frequente negli adolescenti (12-14 anni) e nei giovani adulti(18-19 anni) e colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile (90%); solo dal 10 al 15 % della popolazione affetta è di sesso maschile.
Esistono due tipi di bulimia: 2424 Esistono due tipi di bulimia: con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all'uso inappropriato di lassativi e diuretici; senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati, senza vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici. I comportamenti di tipo compensatorio sono rappresentati dal digiuno nei giorni seguenti l'abbuffata e dalla pratica eccessiva di esercizi di tipo fisico in modo non adeguato e consono.
SINTOMI L’erosione dello smalto dei denti (dovuto all’acido del vomito) e l’abrasione del dorso delle mani ( causato dalla ripetuta introduzione delle dita nella gola) sono indicatori comuni della tendenza a procurarsi il vomito. Una modesta percentuale di bulimici mostrano un gonfiore delle ghiandole parotidi vicino alle guance. I bulimici possono anche soffrire di irregolarità nei cicli mestruali e di una diminuzione dell’attività sessuale. Vengono spesso rilevate delle forme di depressione così come mal di gola e dolori addominali.
L’abrasione del dorso delle mani Denti di un bulimico Fare clic per modificare gli stili del testo dello schema Secondo livello Terzo livello Quarto livello Quinto livello
CONSEGUENZE SULLA SALUTE Le principali conseguenze sulla salute dei soggetti bulimici sono: traumi all'apparato gastroenterico (lesioni dovute alla risalita del chimo), amenorrea nelle donne, ovvero mancanza del ciclo mestruale a causa di disfunzioni ormonali), squilibrio elettrolitico, una grave carenza di potassio e sodio causata dei meccanismi compensatori (lassativi, diuretici), che può evolvere in aritmie cardiache e successivamente in morte.
TERAPIE FARMACOLOGICO PSICOLOGICO Esistono due tipologie di cure adottabili di tipo: FARMACOLOGICO E PSICOLOGICO
Farmacologico Le cure farmacologiche consistono nell'assunzione di farmaci antidepressivi (la bulimia è spesso associata a depressione)come la fluoxetina che è uno dei principi attivi più usati, nota anche come Prozac, oppure di farmaci riduttori dell'appetito come, per esempio, la sibutramina.
Psicologico L'approccio di tipo psicologico prevedere sedute di psicoterapia individuali, familiari o di gruppo; queste ultime sembrano essere quelle più efficaci, soprattutto nelle adolescenti e nelle donne giovani, ma anche nei giovani soggetti di sesso maschile. Un’altra terapia di tipo psicologico che mira a cambiare l’atteggiamento del paziente nei confronti dell’importanza del peso corporeo e delle proprie forme fisiche come unico indice per valutare il proprio valore personale è la così detta terapia cognitivo- comportamentale (TCC) che prevede tre fasi:
La prima fase è incentrata nel fornire al paziente informazioni sul disturbo e di ridurre le abbuffate regolarizzando la frequenza dei pasti. La seconda fase mira a rendere stabili le corrette abitudini alimentari e a ridurre l’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee. La terza fase prevede una prevenzione per eventuali ricadute per riuscire così a mantenere i risultati raggiunti.
Video conclusivo Fare clic per modificare gli stili del testo dello schema Secondo livello Terzo livello Quarto livello Quinto livello
Testimonianza di un ex bulimico Adesso vi mostreremo come non sia così difficile e raro,come credono in molti, incontrare questo tipo di persone. Nel video seguente sarà intervistato un ragazzo adolescente che ha sofferto di bulimia nervosa,che ha superato questo ostacolo e adesso intende dare un contributo al fine di una più diretta e coincisa comprensione del problema.
ORTORESSIA L'ortoressia è una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari (cibo sano), alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. Può essere dovuta ad una paura, a volte maniacale, di ingrassare o di non essere in perfetta salute. Sono stati riconosciute diverse tipologie di ortoressia, a partire da forme più lievi fino ad arrivare a situazioni quasi maniacali, ma non sono stati ancora canonizzati in termini clinici. È stata descritta per la prima volta da Steve Bratman nel 1997, dietologo che si autodefinì “ex-ortoressico”. Colpisce soprattutto gli over 30, tende a essere più diffusa tra gli uomini ed è considerato un disturbo dell'alimentazione, anche se nasce da un buon intento, fino a diventare un serio problema psicologico.
È difficile fare un censimento della popolazione ortoressica, anche perché contrariamente agli anoressici o ai bulimici le persone che soffrono di questo disturbo possono essere assolutamente normali fisicamente. L'ortoressico instaura chiaramente un rapporto distorto con il cibo, iniziando mano a mano a scartare ogni cibo «cattivo». Si inizia con l'escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i cibi ritenuti sani diventano sempre meno. Alla fine l'ortoressico consuma il proprio pasto in solitudine (caratteristica comune anche all'anoressia e alla bulimia), si isola socialmente e arriva ad avere una dieta talmente povera da poter riportare gravi danni sul piano nutrizionale. Qualcuno è già morto di questa ossessione, tanto più pericolosa quanto più è difficile da identificare e diagnosticare.
3737 Cause Motivazioni alimentari, psicologiche, etiche, supportate spesso da tradizionalismo e/o spinte commerciali, hanno creato un'infinità di modelli sociali differenti e una scelta di norme di vita spesso in totale conflitto con un'esistenza sana ed equilibrata. L'ortoressico in genere non è dotato di una buona cultura che gli consenta di capire le vere cause dei problemi, ritiene giusto solo ciò che capisce e capisce solo teorie semplicistiche e infantili.
Problemi sociali L'ortoressia è un problema sociale, che impedisce il soggetto colpito di avere rapporti equilibrati con l'esterno. L'ortoressico cambia a poco a poco stile di vita, oppure si isola in un proprio stile standardizzato e dettato esclusivamente da regole precise e imprescindibili, difendendosi da chi non comprende le sue scelte; vive in uno stato di ansia e quando la patologia diventa maniacale, la conclusione del soggetto è: "tutto dipende dal cibo".
Disturbi Il soggetto ortoressico ricade ripetutamente in una sorta di circolo vizioso, ovvero una volta che ha stabilito le regole del suo comportamento e per un qualsiasi motivo le infrange cada in uno stato d’insoddisfazione personale che lo porta ad irrigidire ulteriormente le sue norme di vita, portandolo sempre più in uno stato patologico. Questo porta il soggetto ad incontrare difficoltà nell'appagare se stesso e i propri sensi, imponendosi talvolta persino di provare disgusto per cibi che in realtà appagherebbero il suo palato, solo perché convinto che quegli stessi cibi possano essere dannosi per la sua salute o portare all'aumento di peso. In ultima analisi il ragionamento compiuto dall'ortoressico si ripercuote in una mera incapacità di vivere il proprio presente, poiché il futuro diviene un'ansia continua di prevenzione per ogni aspetto personale e alimentare, mentre il passato si connota in una raffigurazione costante di occasioni mancate, nostalgie e rimpianti. L'ortoressia è quindi una patologia che si manifesta con evidenza nelle abitudini alimentari.
Tipologie di ortoressici Ortoressici salutisti Ortoressici positivi Ortoressici etici
Ortoressici salutisti Sono gli ortoressici classici, quelli della definizione originale di Bratman. È il caso dei vegani per motivi alimentari, dei puristi, della dieta del gruppo sanguigno o dalla macrobiotica e di tutti coloro che eliminano ampie categorie di cibi ritenendoli dannosi, a prescindere da ogni riscontro scientifico.
Ortoressici positivi L'esempio classico è rappresentato dalla dieta mediterranea. È la forma di ortoressia più accettabile: l'aspetto maniacale non sta nell'opporsi a certi cibi, quanto nel promuoverne euforicamente alcuni oltre i loro effettivi meriti. Un dietologo mediterraneo esalterà oltre misura i pregi di frutta, verdura, olio d'oliva e pasta. Suggerirà di evitare il burro, grassi animali e di moderare la carne rossa. Il più delle volte crea nell'interlocutore l'illusione che basti mangiare i cibi "buoni" per arrivare alla salute. Tutto questo porta il soggetto in uno stato di sovrappeso pur mangiando cibi “buoni”.
Ortoressici etici Sono rappresentati da vegetariani (per motivi etici e non per motivi alimentari), da vegani per motivi etici (non consumano prodotti animali derivanti dall'allevamento perché ritengono orribili le condizioni degli animali in cattività) e da tutti coloro che escludono ampie categorie di alimenti per motivi etici, spirituali o religiosi. Se la scelta è etica, si tenderà ad abolire tutto ciò che è in contrasto con essa (macellazione degli animali, caccia, pesca, importazione di carni e di pesce fino, nel caso dei vegani etici, all'abolizione degli allevamenti di animali).
Studenti : - Cecere Tommasa; - Chieco Quirico; - Urgesi Pietro; - Sisto Francesco.