Il buco nell’OZONO Che cos’ è l’ OZONO? O3=Molecola Ozono O O O

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Transcript della presentazione:

Il buco nell’OZONO Che cos’ è l’ OZONO? O3=Molecola Ozono O O O L'ozono (simbolo O3) è un gas:di colore blu chiaro,dal caratteristico odore agliaceo, infatti il suo nome deriva da una parola greca che significa ‘’odorare’’, le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. Lo scopri Christian Friedrich Schönbein. Che cos’ è l’ OZONO? O3=Molecola Ozono O O O Continua

Che cos’ è l’ OZONO? Come si forma l’ OZONO? Ha un odore pungente caratteristico, lo stesso che talvolta accompagna i temporali, dovuto proprio dall’ ozono prodotto dalle scariche dei fulmini, il suo nome deriva dal verbo greco ὄζειν, ‘’puzzare’’, ed è fortemente irritante per le mucose. È un energico ossidante e per gli esseri viventi è un gas altamente velenoso. È tuttavia un gas essenziale alla vita sulla Terra per via della sua capacità di assorbire la luce ultravioletta; lo strato di ozono presente nella stratosfera protegge la Terra dall'azione nociva dei raggi ultravioletti UV- C provenienti dal Sole. Come si forma l’ OZONO? Il processo che genera l’ Ozono nella stratosfera è alimentato dal Sole: i raggi ultravioletti rompono le molecole di ossigeno (formate da 2 atomi); gli atomi rimasti ‘’soli’’ si uniscono ad altre molecole di ossigeno formando l’ OZONO

Negli ultimi decenni lo strato di ozono è stato messo a rischio dalla presenza nell’ atmosfera di alcuni prodotti chimici chiamati cloroflurocarburi (CFC), che lo consumano dando origine al ‘’ BUCO dell’ OZONO’’.Il cloro contenuto bei CfC attiva una catena di reazioni in grado di distruggere le molecole di ozono. I CLOROFLUROCARBURI Attualmente il loro uso è soggetto a restrizioni sempre maggiori, sulla base del protocollo di Montreal, in quanto sono stati riconosciuti come i principali responsabili di una grave patologia dell'atmosfera terrestre: l'assottigliamento dello strato di ozono, un fenomeno chiamato "buco dell'ozono". I Clorofluorocarburi sono sostanze costituite da molecole molto complesse, contenenti cloro, fluoro, carbonio, idrogeno e ossigeno in proporzioni variabili. Sino a pochi anni fa, venivano emessi in grandi quantità in quanto utilizzati come propellenti nelle bombolette spray. Erano inoltre i fluidi utilizzati nei cicli dei frigoriferi e condizionatori.

La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta di ozono e che rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa di variazioni naturali. A causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli anni settanta questa periodica diminuzione è diventata sempre più grande. Recentemente si è comunque individuato un assottigliamento della fascia di ozono anche in una piccola zona al polo Nord, sopra il Mare Artico, fatto che potrebbe preludere alla formazione di un altro buco dalla parte opposta. Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA delle cellule epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici Il Fenomeno

Effetti sull’ ambiente La presenza di una graduale diminuzione dell’ozono stratosferico comporta inevitabili danni anche a carico della fauna e della flora, anche se l’assorbimento delle radiazioni UV varia molto da un organismo ad un altro. Dato che la riduzione maggiore è presente, per il momento, in aree pressochè disabitate, gli effetti non sono ancora particolarmente gravi, almeno per gli animali superiori. Questi effetti si possono comunque sempre ricondurre all’azione dei raggi UV e più specificamente ai raggi UV-B.Diversi organismi viventi hanno sviluppato particolari meccanismi di protezione dall’azione dei raggi UV-B: limitano la loro esposizione; alcuni si proteggono con dei pigmenti; altri possiedono dei meccanismi di riparazione del DNA o riparano i tessuti danneggiati. In ogni caso, per la maggior parte degli organismi questi meccanismi diventano insufficienti quando aumentano i livelli di irradiazione UV-B. Dato che queste radiazioni vengono assorbite da pochi strati di cellule (logicamente quelle più superficiali), gli organismi di dimensioni maggiori sono più protetti degli esseri più piccoli, come quelli unicellulari. Anche un piccolo aumento nei livelli degli UV-B potrebbe comportare un cambiamento estremamente negativo nella varietà e nella quantità degli organismi presenti nelle acque superficiali e di conseguenza, avere ripercussioni su tutta la comunità presente nelle acque. Sulle piante le radiazioni UV comportano in genere un rallentamento della crescita a causa di un effetto limitante nella crescita della superficie fogliare e quindi dell’area deputata alla cattura dell’energia solare. In piante irradiate da raggi UV si verifica sempre un decadimento generale ed una riduzione nel peso secco. Effetti sull’ ambiente

Il buco dell’ozono ed in generale la diminuzione dell’ozono stratosferico non rappresentano al momento un rischio immediato per la salute dell’uomo. Questo, comunque, se le dimensioni del fenomeno non sono destinate a crescere ulteriormente, nel qual caso la situazione potrebbe diventare drammatica. L’ozono agisce infatti schermando la maggior parte delle pericolose radiazioni UV-B provenienti dal sole ed un drastico aumento delle radiazioni ultraviolette anche nelle zone popolate della terra potrebbe causare danni impensabili. Alcuni studi teorizzano che una diminuzione dell’1% dell’ozono colonnare possa comportare un aumento delle radiazioni ultraviolette a livello del suolo pari all’1,2%. I raggi UV-B sono in grado di attaccare e danneggiare molecole come il DNA e l’RNA, così se l’esposizione a questi raggi diviene eccessiva, si possono sviluppare sia dei melanomi che altri tipi di cancro della pelle. Un altro possibile effetto consiste nella creazione di varie interferenze nella regolazione dei meccanismi di difesa immunitaria; il tutto contribuisce all’aumento delle malattie a causa delle minori potenzialità difensive naturali di ogni persona. L’effetto più evidente e diretto è invece legato all’azione che i raggi UV esercitano sulla retina dell’occhio, dove provocano danni che possono rapidamente portare alla cecità. In effetti in Patagonia ed in Nuova Zelanda, regioni vicine al Polo Sud e quindi alla zona più colpita dalla diminuzione dell’ozono stratosferico, sono sempre più frequenti i casi di cecità fra le greggi di pecore. In definitiva bisogna ricordare che è sempre importante proteggersi contro i raggi UV-B, anche a prescindere dalla riduzione della fascia di ozono, portando cappelli, occhiali da sole e utilizzando creme solari; in ogni modo, tutte queste precauzioni diventeranno sempre più indispensabili con l’aumentare della riduzione dell’ozono stratosferico e con l’allargarsi del famigerato “Buco dell’ozono”. Effetti sull’ uomo