LA RIVOLUZIONE FRANCESE A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
Dal 1789 al 1799 la Francia viene sconvolta da una rivoluzione che spazza via l’Ancien Régime (espressione usata per indicare la situazione politica della Francia pre-rivoluzionaria) sovverte il sistema politico (dalla monarchia assoluta si passa a una repubblica democratica) trasforma l’economia e la società mette in moto effetti a catena che si ripercuotono sull’intera Europa
LA CRISI DEL REGIME ASSOLUTISTA FRANCESE
Nel corso del Settecento la Francia era divenuta lo Stato più potente d’Europa La politica estera adottata dalla corona francese si era rivelata molto costosa per le casse statali (per il mantenimento dell’esercito e della flotta)
Il re e i suoi ministri governavano senza rispondere del proprio operato alla nazione Gli Stati Generali (l’assemblea dove sedevano i rappresentanti dei tre ordini in cui era rigidamente divisa la società francese: nobiltà, clero e resto della popolazione) non venivano più convocati dal 1614
Nobili e clero godevano di estesi privilegi: non pagavano le tasse erano giudicati da tribunali formati da propri pari godevano ancora dei diritti feudali sulle proprie terre (dazio sui passaggi di ponti e strade, sull’uso dei servizi, prestazioni d’opera obbligatorie, etc)
Questa situazione era stata criticata dagli intellettuali illuministi e dalla popolazione anche perché ormai la borghesia dominava a livello economico e culturale Il Terzo Stato, infatti, era il protagonista dell’economia francese e comprendeva il 98% della popolazione
Però la borghesia non aveva nessun potere politico ma doveva pagare le tasse allo Stato e le decime alla Chiesa Facevano parte del Terzo Stato anche i contadini che costituivano la maggioranza della popolazione e le cui condizioni erano ulteriormente aggravate dall’arruolamento forzato nell’esercito per le guerre
Tra il 1770 e il 1789 si verificarono gravi carestie accompagnate dall’aumento dei prezzi dei beni agricoli I contadini soffrivano la fame mentre i grandi proprietari terrieri erano avvantaggiati da questa situazione
A tutto ciò si aggiunse la crisi finanziaria dello Stato che era sull’orlo del fallimento I vari ministri delle Finanze che si susseguirono in quegli anni (Jacques Necker, Charles Alexander de Calonne, Lomenie de Brienne) incaricati dal re Luigi XVI di risolvere la questione tentarono di far pagare le tasse anche a nobili e clero per incrementare le casse dello Stato ma nessuno riuscì a vincere i privilegi dei nobili e del clero
L’unica soluzione che rimaneva al re per dare una svolta alla situazione era quella di convocare gli Stati Generali L’annuncio della convocazione degli Stati Generali creò un clima di grande attesa in tutta la Francia perché molti si aspettavano decisivi cambiamenti
Si stabilì che i rappresentanti del Terzo Stato fossero eletti con un suffragio maschile abbastanza ampio Ebbero diritto di voto e possibilità di candidarsi coloro che avessero compiuto 25 anni di età e avessero un reddito sottoposto a tassazione In questo modo il Terzo Stato risultò quasi totalmente rappresentato da esponenti della borghesia
Si votò nel marzo del 1789 e fu definita la composizione degli Stati Generali: I deputati erano complessivamente 1139 di cui 270 nobili 291 ecclesiastici (vescovi, abati, parroci) 578 borghesi (avvocati, commercianti, medici, intellettuali)
In preparazione agli Stati Generali era stata richiesta a ogni provincia del regno la stesura di un documento che raccogliesse proposte, osservazioni, lamentele (Cahiers de doléances), che poi sarebbero state prese in considerazione nel corso dei lavori dell’assemblea
Il popolo chiedeva condizioni più umane: una più equa distribuzione delle tasse l’abolizione dei diritti feudali la riduzione dei privilegi dell’aristocrazia maggiore giustizia
Convocazione degli Stati Generali
Il 5 maggio 1789 a Versailles si riunirono tutti i delegati, tra cui: il re (che sperava di trovare l’appoggio della borghesia per far approvare il nuovo progetto fiscale) i nobili e il clero (che contavano di bloccare ogni iniziativa del re)
c) il Terzo Stato, i cui rappresentanti espressero le lamentele contro ogni abuso perpetrato ai loro danni attraverso i Cahiers de doléance (= quaderni di rimostranze)
Le prime settimane furono dedicate ad affrontare la questione del voto (per ordine o per testa) ma non si giunse ad un accordo Pertanto il 17 giugno i rappresentanti del Terzo Stato decisero di riunirsi da soli in un’assemblea (chiamata Assemblea nazionale) dichiarando di essere i veri rappresentanti della nazione
Il re fece chiudere la sala della reggia di Versailles dove si teneva quest’assemblea Il 20 giugno l’Assemblea nazionale si riunì nella sala usata per il gioco della pallacorda dove venne pronunciato il solenne giuramento della pallacorda con l’impegno di non separarsi fino a che non fosse stata data una nuova Costituzione alla nazione
ASSEMBLEA COSTITUENTE Il re dovette cedere e convinse i rappresentanti del clero e della nobiltà ad unirsi all’Assemblea nazionale che Il 9 luglio fu denominata ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE
LO SCOPPIO DELLA RIVOLUZIONE
Intanto la folla per le strade di Parigi aumentava Protestava contro l’aumento dei prezzi Razziava negozi e uffici del fisco Saccheggiava le botteghe degli armaioli (per armarsi)
La presa della Bastiglia Il 14 luglio 1789 (considerata la data dell’inizio della Rivoluzione) la popolazione parigina assaltò la prigione della Bastiglia (dove venivano tenuti i prigionieri politici e gli oppositori del re) mentre l’esercito sparava sugli insorti provocando centinaia di morti e feriti
14 luglio ancora oggi festa nazionale per la Francia
Fu creata una milizia cittadina fedele all’Assemblea Costituente Atre rivolte scoppiarono nelle principali città della Francia e nelle campagne A Parigi la borghesia istituì un nuovo governo della città (detto Comune insurrezionale) che fu riconosciuto dal re il 17 luglio Fu creata una milizia cittadina fedele all’Assemblea Costituente Il comando di questo nuovo esercito fu affidato al marchese La Fayette Gilbert du Motier de La Fayette
Seguì una generale sollevazione popolare I castelli e le ville dei signori furono presi d’assalto L’Assemblea nazionale votò in tutta fretta il 4 agosto l’abolizione di tutte le norme del regime feudale (corvées, decime, dazi)
La DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO
Il 26 agosto la Costituente approvò la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO che definiva i diritti naturali dell’uomo uguali per tutti: il principio della sovranità popolare (cioè il popolo rappresenta l’autorità legittima della nazione) l’inviolabilità della persona e della proprietà la libertà di parola, di pensiero, di religione, di stampa
L’ATTEGGIAMENTO DI LUIGI XVI
Spaventato, il re accettò di firmare la Dichiarazione dei diritti Luigi XVI , che durante questi avvenimenti aveva tenuto un atteggiamento ambiguo, si rifiutò di approvare i decreti (l’abolizione del regime feudale e la Dichiarazione dei diritti) Il 5 ottobre una grande folla raggiunse la reggia di Versailles e costrinse il sovrano e i familiari a trasferirsi a Parigi per poterli controllare meglio Spaventato, il re accettò di firmare la Dichiarazione dei diritti
Egli sosteneva che per uscire dal debito pubblico occorresse Ancora molto precaria era la situazione finanziaria dello Stato perciò in seno all’Assemblea costituente ottenne vasto seguito una proposta del vescovo Talleyrand Egli sosteneva che per uscire dal debito pubblico occorresse la requisizione da parte dello Stato di tutti i beni della Chiesa CHARLES MAURICE DE TALLEYRAND-PERIGORD
Nel novembre 1789 l’Assemblea nazionale votò la confisca dei beni del clero con l’intento di rivenderli Contemporaneamente, viste le proteste del clero, lo Stato si era assunto l’onere di mantenere gli ecclesiastici pagando loro uno stipendio (diventando funzionari pubblici)
I vescovi francesi però si rifiutarono di prestare giuramento allo Stato Anche il papa Pio VI condannò questa riforma ponendosi in aperto contrasto con le autorità rivoluzionarie
Intanto continuavano i lavori per redigere la nuova Costituzione La discussione si aprì anche a giornali, incontri e dibattiti politici
I DIVERSI SCHIERAMENTI POLITICI
Intanto fra i rivoluzionari cominciano a crearsi degli schieramenti politici Nell’Assemblea i gruppi politici si distinguevano anche per la collocazione nei banchi dell’Assemblea
A DESTRA vi erano i rappresentanti più conservatori dell’aristocrazia AL CENTRO vi erano sostenitori moderati della monarchia (ma erano aperti alle riforme) poi vi erano gli AMICI DELL’89 (riuniti intorno a LA FAYETTE) che volevano instaurare una monarchia costituzionale A SINISTRA vi erano quelli che volevano una maggiore partecipazione popolare al governo (CLUB DEI GIACOBINI, tra i quali emergeranno ROBESPIERRE e BRISSOT) poi vi era il CLUB DEI CORDIGLIERI che voleva trasformare la Francia in una democrazia (tra di essi spiccano DANTON e MARAT)
Marat Danton Robespierre
Prima che si giungesse all’approvazione della Costituzione, sempre più nobili fuggivano all’estero e lo Stato aveva incominciato ad incamerare anche i beni dei nobili oltre a quelli della Chiesa Intanto il re Luigi XVI continuava a mostrare un atteggiamento ambiguo
La regina Maria Antonietta era figlia di Maria Teresa d’Austria e si mostrava apertamente ostile alla Rivoluzione Nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1791 il re e la sua famiglia tentarono di fuggire all’estero Il gruppo però, giunto a Varennes fu fermato e ricondotto a Parigi dalla Guardia nazionale L’Assemblea lo sospese dalle sue funzioni e ne assunse i poteri
La COSTITUZIONE del 1791
Il 3 settembre 1791 l’Assemblea approvò una COSTITUZIONE (che portava l’impronta della borghesia moderata) che sanciva la nascita della MONARCHIA COSTITUZIONALE in Francia Fu permesso al re di ratificarla con la propria firma.
La nuova Costituzione sanciva la separazione dei poteri : Il potere legislativo venne affidato a un’Assemblea legislativa di 750 membri eletti ogni due anni dai cittadini “attivi” Il potere esecutivo venne assegnato a ministri scelti dal re e dal re (il quale governava non pù per diritto divino ma per volontà del popolo e doveva rispondere del proprio operato all’Assemblea) Il potere giudiziario era esercitato da giudici eletti dal popolo, indipendenti dagli altri due poteri
L’ESCLUSIONE DEL POPOLO DAL VOTO La nuova legge introduceva il suffragio ristretto (concedeva il diritto di voto solo a una ristretta minoranza di elettori che godevano di un certo reddito)
Introdotta la Costituzione, l’Assemblea nazionale venne sciolta E alle elezioni del 1791 vennero eletti dai cittadini i membri della nuova Assemblea legislativa Essa era composta da diversi gruppi:
giacobini (repubblicani sostenitori del suffragio universale) Nell’ASSEMBLEA sedevano: ALLA DESTRA: foglianti (guidati da La Fayette, sostenitori della monarchia costituzionale e ostili alle rivendicazioni popolari) AL CENTRO: indipendenti (deputati che non avevano una posizione precisa, per questo definiti “la Palude”) A SINISTRA: giacobini (repubblicani sostenitori del suffragio universale) i girondini (staccatisi dai giacobini, rappresentavano la borghesia provinciale dalle moderate tendenze repubblicane, guidati da Brissot) i cordiglieri (guidati da Marat e Danton)
345 INDIPENDENTI 264 FOGLIANTI 745 DEPUTATI 136 GIACOBINI GIRONDINI CORDIGLIERI 745 DEPUTATI I deputati più estremisti (giacobini e cordiglieri) sedevano nei banchi in alto a sinistra perciò vennero chiamati MONTAGNARDI
LA GUERRA CONTRO L’AUSTRIA
Intanto in Francia il disordine cresceva sempre più I sovrani di Austria e Prussia, temendo la diffusione della rivoluzione anche nei loro paesi, sottoscrissero la DICHIARAZIONE DI PILLNITZ (agosto 1791) e annunciarono di voler attaccare la Francia per ridare il potere assoluto a Luigi XVI
Il 20 aprile 1792, anche su pressione del re, fu la Francia a dichiarare guerra all’Austria a fianco della quale si schierò la Prussia I primi scontri si risolsero con delle sconfitte per i Francesi Il popolo dette la colpa al re, accusato di congiurare con il nemico
La guerra contro l’Austria si rivelò inizialmente disastrosa Ben presto anche la Prussia scese in guerra contro la Francia Dopo le prime sconfitte, si diffuse la convinzione che il re e la regina Maria Antonietta complottassero contro la propria patria L’accusa di tradimento si estese anche a molti ufficiali dell’esercito che, in quanto nobili, erano sospettati di fare il doppio gioco
L’11 luglio 1792 l’Assemblea legislativa proclamò la “patria in pericolo” e chiamò alle armi tutti i cittadini Un mese dopo a Parigi la folla invase il palazzo delle Tuileries (dove era stata confinata la famiglia reale dopo il tentativo di fuga) e impose all’Assemblea legislativa l’arresto del re
A guidare i rivoltosi erano i “sanculotti” (letteralmente “senza brache”, indicava coloro che non indossavano i pantaloni eleganti dei nobili), violenti e rivoluzionari che chiedevano il diritto di voto per tutti i cittadini Essi presero il potere a Parigi creando la “Comune rivoluzionaria”, a capo della quale fu posto Robespierre
Si aprì una spaventosa caccia a tutti i nemici della Rivoluzione (o presunti tali) e furono uccisi molti nobili e preti L’Assemblea legislativa fu sciolta e il potere esecutivo fu assunto da un Consiglio esecutivo provvisorio guidato da Robespierre, Marat e Danton
La Comune decise l’istituzione di un Tribunale speciale incaricato di arrestare e condannare tutti i nemici della nazione e della rivoluzione Furono incarcerati migliaia di nobili e di persone anche solo sospettate di sostenere la reazione Il clero refrattario fu esiliato
Intanto il 20 settembre 1792 l’esercito francese riuscì a fermare a Valmy l’avanzata verso Parigi dell’esercito nemico Da quel momento le truppe francesi, prevalentemente composte da volontari e animate da un forte spirito patriottico, passarono al contrattacco al canto de La Marsigliese (divenuto poi inno nazionale) riuscendo a conquistare territori in Italia, Belgio e Germania
La CONVENZIONE NAZIONALE
Sempre il 20 settembre 1792 vennero eletti i deputati della CONVENZIONE NAZIONALE (col compito di decidere il nuovo assetto istituzionale e metter fine alla monarchia)
La nuova Assemblea era formata da tre gruppi: I girondini (contrari alla monarchia e sostenitori della guerra, ma desiderosi di limitare gli eccessi della popolazione) La “Palude”, cioè i moderati che non avevano posizioni precise I giacobini (detti anche “montagnardi” perché occupavano i banchi più alti a sinistra), sostenuti dai sanculotti, che volevano la proclamazione della Repubblica
LA REPUBBLICA
Il 21 settembre 1792 la CONVENZIONE abolì la monarchia e proclamò la REPUBBLICA. Decise inoltre di processare e condannare a morte il re che fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793
Uccisione di Luigi XVI
Nel febbraio 1793 la Prima coalizione antifrancese (composta da Inghilterra, Austria, Prussia, Spagna, Olanda, Regno di Sardegna e Regno di Napoli) attaccò la Francia, ma le truppe francesi ressero all’attacco e cominciarono ad annettere estesi territori confinanti (la Savoia, Nizza, il Belgio, la Renania)
Intanto nel corso del 1793 scoppiò una violenta rivolta interna (nella regione della Vandea), sostenuta dalle potenze straniere La rivolta venne repressa violentemente con oltre centomila vittime Intanto la propaganda giacobina era tutta concentrata sull’obiettivo di liberarsi dei rivali girondini
IL COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
I giacobini chiesero che la Convenzione fosse affiancato da un Comitato di Salute Pubblica (costituito da nove membri e di cui faceva parte anche Robespierre), con poteri straordinari che divennero ben presto dittatoriali
Il 2 giugno 1793 un’imponente manifestazione di popolo, guidata dai sanculotti e sobillata da Robespierre, invase la Convenzione e fece arrestare quasi tutti i capi girondini Divenuti ormai padroni della Convenzione, i giacobini fecero approvare nel giugno 1793 una nuova Costituzione detta COSTITUZIONE DELL’ANNO I° DELLA REPUBBLICA FRANCESE
La nuova Costituzione era ispirata a più radicali principi democratici (suffragio universale maschile, diritto di tutti al lavoro, abolizione della schiavitù, istituzione del matrimonio civile e del divorzio, etc) Di fatto questi principi rimasero inapplicati perché si realizzò la dittatura giacobina con a capo Robespierre
Il regime del “TERRORE”
Tutti gli ufficiali sospettati di tradimenti furono incarcerati Furono introdotte misure repressive per chiunque venisse anche solo sospettato di tradimento In seguito all’assassinio di Marat ad opera di una giovane simpatizzante per la monarchia (Charlotte Corday) Fu varata la “Legge dei sospetti” che prevedeva l’immediata esecuzione con la ghigliottina
Le vittime furono migliaia sia a Parigi che in provincia Sotto la ghigliottina morì anche la regina Maria Antonietta e altri nobili nonché borghesi colpevoli di essere eccessivamente benestanti Fece eliminare mediante ghigliottina tutti i suoi antagonisti con accuse montate ad arte Caddero vittima della ghigliottina perfino Danton
Notevoli furono anche i provvedimenti per scristianizzare la società: i simboli cristiani furono cancellati molte cattedrali furono danneggiate centinaia di preti furono giustiziati si cominciò a celebrare a Parigi il “culto della dea Ragione” fu introdotto il calendario repubblicano (i nomi dei mesi facevano riferimento alle stagioni e al lavoro dei campi) la domenica fu soppressa e ogni dieci giorni fu introdotto il “decadì”
Intanto l’esercito conseguiva vari successi militari in Germania e Italia I francesi però erano stanchi dei massacri Con l’appoggio di una parte di sanculotti, il 9 termidoro (27 luglio 1794) la Convenzione decretò l’arresto di Robespierre e degli altri capi giacobini che il giorno successivo vennero ghigliottinati
LA TERZA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
Dopo l’eliminazione di Robespierre, prese il potere un nuovo gruppo dirigente più moderato che emanò una nuova Costituzione il 22 agosto 1795 (COSTITUZIONE DELL’ANNO III)
La nuova Costituzione: aboliva il suffragio universale e introduceva il suffragio censitario (riconosceva il diritto di voto in base al reddito) adottava un indirizzo economico favorevole alla borghesia (con un conseguente malcontento popolare) affidava il potere esecutivo al DIRETTORIO, un organismo di cinque membri cui spettava la nomina dei ministri e dei capi dell’esercito
Il potere legislativo venne affidato ad un’Assemblea dei rappresentanti sdoppiata in due camere: passò al CONSIGLIO DEI CINQUECENTO (proponeva le leggi) e al CONSIGLIO DEGLI ANZIANI (approvava le leggi), tutti appartenenti alle classi più ricchi Ogni nuova legge doveva passare al vaglio dell’uno e dell’altro organismo per controbilanciare gli eccessi rivoluzionari
IL DIRETTORIO
Il nuovo regime entrò in funzione il 27 ottobre 1795 (data che sancisce l’uscita dalla fase più propriamente rivoluzionaria)
La Costituzione dell’anno III però non accontentava né giacobini né realisti Questi ultimi tentarono di far cadere il Direttorio ma l’insurrezione fu stroncata dall’intervento di alcuni reparti armati al comando del giovane generale Napoleone Bonaparte (5 ottobre 1795) Subito dopo, anche la congiura giacobina di François-Noel Babeuf (Congiura degli Eguali), che voleva rovesciare il Direttorio, fu repressa sul nascere
La nuova maggioranza smantellò le istituzioni create dai giacobini e scatenò una persecuzione contro giacobini e sanculotti (definita Terrore bianco) Contro questa politica che minacciava la legalità, si creò l’alleanza tra borghesia ed esercito
Nel 1795 la Francia post-rivoluzionaria aveva stipulato i trattati di pace con Prussia, Spagna e Olanda Restavano ancora in armi contro la Francia l’Inghilterra, l’Austria e il Piemonte
Intanto l’economia francese era al collasso a causa dell’isolamento della Francia dal resto d’Europa e per le devastazioni della guerra civile Le campagne erano spopolate dagli arruolamenti Le casse dello Stato erano vuote
L’unica possibilità di risollevare il Paese dalla miseria consisteva nello sfruttamento delle conquiste territoriali in Germania e in Italia Dalle fila dell’esercito si doveva imporre sulla repubblica un generale particolarmente abile e spregiudicato (già protagonista della repressione dei realisti per conto del Direttorio), capace di far confluire su di sé il favore della borghesia moderata, dei monarchici e del popolo: Napoleone Bonaparte
NAPOLEONE BONAPARTE