La guerra nel XIV secolo Attraverso le miniature del codice di Baldovino, arcivescovo di Treviri, fratello di Arrigo VII . Le miniature raccontano il viaggio di Arrigo VII in Italia. Fra queste abbiamo scelto quelle che riguardavano la guerra. Infatti nel suo viaggio Arrigo si scontrò con alcune città che non riconoscevano la sua autorità.
Il mio elmo è molto resistente, ma non ci vedo quasi niente! Com’è pesante la mia spada! Seguitemi, all’attacco!! Nelle guerre del XIV secolo spesso avvenivano combattimenti fra cavalieri. La miniatura ci mostra uno scontro tra i lussemburghesi seguaci di Arrigo e i guelfi per le strade di Roma.
Io sono un cavaliere lussemburghese e mi distinguo dagli altri per il mio stemma. Sul mio scudo ci sono rappresentati tre scudi più piccoli. I cavalli sono ricoperti da una gualdrappa che li protegge dagli attacchi. I cavalieri erano armati di spada e si difendevano con lo scudo su cui era rappresentato lo stemma del loro casato. Inoltre indossavano l’usbergo cioè una cotta di maglia fatta di anelli di ferro intrecciati.
Sul mio scudo è rappresentato un leone rampante. Nel XIV secolo le armi usate per lo scontro corpo a corpo erano le spade.
Vi tirerò così tante pietre che vi sembrerà di essere sotto a una frana!!! Vi manderò una nuvola di frecce, preparatevi a morire. Le città avevano varie torri di vedetta che erano la prima difesa da un attacco nemico. Le armi da lancio che venivano usate erano: balestre e archi In questa scena si vede uno scontro nei pressi di Roma, dove l’esercito di Arrigo si scontra contro i Guelfi.
Invece io sono più stanco del mio cavallo! Abbiamo viaggiato tanto e il mio cavallo è stanco. L’esercito di Arrigo sta avanzando verso Genova. I cavalieri sono disposti in file ordinate. Da notare la forma degli elmi, che è a secchio rovesciato.
Hanno anche una balista scaglia-pietre! Sarà difficile entrare perché c’è la porta con grata e sopra c’è il naso della pece. Hanno anche una balista scaglia-pietre! L’assedio è un momento caratteristico della guerra: la città da conquistare veniva circondata, l’esercito nemico si accampava attorno ad essa e nessuno poteva più entrare o uscire. Qui vediamo l’assedio di Brescia. Il miniaturista è molto attento ai particolari: ad esempio sopra la porta vediamo il naso della pece, che era una caditoia, un’apertura protetta, sporgente dal muro, da cui si gettavano le pietre o si versavano acqua bollente e pece sugli assedianti, quando attaccavano.
Sarà facile distruggere la palizzata con le baliste. Sì, ma non sarà facile conquistare la città perché i nemici sono più numerosi. Sarà facile distruggere la palizzata con le baliste. Gli eserciti cingevano le città d’assedio accampandosi attorno alla cinta di mura per impedire che entrassero i rifornimenti alla città. Questa miniatura rappresenta l’assedio di Firenze: la palizzata in legno che circonda la città è di fantasia; in effetti, in quell’epoca, Firenze, aveva mura di pietra.
vi daremo tutto in cambio! Io vi risparmierò la vita ma voi dovrete portare una corda al collo per ricordare la vostra sconfitta Risparmiaci la vita! vi daremo tutto in cambio! Quando un esercito conquistava una città, questa poteva essere messa a ferro e a fuoco. I prigionieri a volte imploravano il loro conquistatore di lasciarli vivere, ma spesso la salvezza veniva accordata a condizione che riconoscessero il potere del vincitore u
Questa è la giustizia dell’imperatore, così verrà punito un traditore. Così ci penserete di più la prossima volta a stare dalla parte del papa. Questa è la giustizia dell’imperatore, così verrà punito un traditore. I traditori, cioè coloro che non mantenevano l’impegno di fedeltà al loro capo, venivano torturati fino alla morte in modo atroce. La miniatura rappresenta l’orrenda punizione di Tebaldo, che venne squartato.
Qual è la spada ch’affilata come la mia. Il mio fendente ha spaccato la testa ad uno orsini. Il mio usbergo è il più resistente ch’ esista In questa miniatura ci sono vari tipi di elmi per esempio quello con visiera ad archetti. Si riconosce Baldovino, fratello di Arrigo VII dalla croce rossa e un appartenente alla famiglia degli Orsini dall’orso.
Le nostre lance sono le più lunghe e le più appuntite. C’hanno fatto n’a sommossa e ora dobbiamo contrattaccare. Il mio stendardo rappresenta un’aquila bicipite. I cavalieri hanno l’elmo a secchio rovesciato e l’usbergo, cioè una cotta di maglia intrecciata ad anelli di ferro, che usavano per difendersi dalle armi offensive.