STORIA DELLO SPORT - 2 LA GRECIA
LO SPORT DEI PRIMORDI EQUITAZIONE. Un passaggio fondamentale , nello sviluppo della società sumerica e mesopotamica, fu l’uso del cavallo: non più sfruttato per trarne latte e carne, diventò mezzo di trasporto.Nel 1360 a.C. compare il “testo di Kikkulis”, dove si parla dell’addestramento dei cavalli. Successivamente il cavallo viene usato come cavalcatura di re Assurbanipal (669-627) a.C. e di altri nobili a caccia del leone. SPORT DEI PRIMORDI. Era finalizzato a conservare la forma fisica delle classi dominanti. Risale al 2697 a.C. un sistema di ginnastica curativa creato dall’imperatore cinese Huang-Ti.
SPORT IN EGITTO In generale lo sport era inteso a conservare la forma fisica delle classi dominanti per propagandare il loro minaccioso potere.Una qualche forma di sport si trova nell’Antico Egitto.Già nella 3° e 4° dinastia dell’Antico Regno ( 2780- 2280 a.C.) l’Egitto aveva il suo sistema di re divinizzati, i suoi culti funerari. L’idea ossessiva dell’aldilà, le tombe, sono tutte vicissitudini che si svolsero nell’arco di molti secoli.
SPORT DI COMBATTIMENTO Molti sport erano costituiti da svariati tipi di lotta tra due persone. Un affresco raffigura due lottatori nell’atto di effettuare 122 posizioni. Un altro sport di combattimento è dato dalla scherma effettuata con bastoni o aste di legno. In un bassorilievo in calcare dell’Antico Regno sono raffigurati alcuni giovani in quella che è una posizione yoga. La varietà dei giochi e passatempi era infinita. C’erano esempi di tiro alla fune, salto in lungo, salto in alto, sollevamento pesi.
IL NUOTO Nuotare aveva un ruolo fondamentale. Alcuni documenti suggeriscono che per i regnanti il nuoto fosse d’obbligo. Inoltre gli egizi ci hanno lasciato figure di rematori in imbarcazioni grandi e piccole. Esisteva anche una scherma con bastoni praticata sulle prue delle barche. Nel 1500 a.C. i “popoli del mare” (i misteriosi Hyksos) provenienti dal Medio Oriente minarono le basi del Regno Egiziano con le loro scorrerie. A quel punto i faraoni iniziarono a capire di non essere più immortali e divenne fondamentale, per difendersi, l’uso del cavallo.
AMENOFI II Il re egiziano Amenofi II (1426-1396 a.C.) del Nuovo Regno, fu conosciuto per le grandi qualità sportive.La Grande Stele della Sfinge ci illustra una sua predisposizione al tiro con l’arco: il suo arco era talmente robusto che nessuno poteva piegarlo. Egli collaudava di persona quest’arma, piegandone 300 di quelli robusti, e riconoscendo quelli più validi.Ci viene detto che era anche un rematore eccezionale. Governava il timone della barca reale, mentre 200 rematori vogavano, ma questi dopo mezzo iteru (unità di misura di 5 chilometri) erano già stanchi.
AMENOFI (continua) Gli scriba continuano a scrivere delle qualità atletiche del faraone: mentre i componenti dell’equipaggio sono stanchi e affannati già per mezzo iteru di navigazione, per Amenofi si tratta solo di un anticipo della regata di fondo. Sempre dalla Grande Stele della Sfinge il principe Min, personal trainer di Amenofi, dà istruzioni per il tiro con l’arco. Il faraone diventerà abilissimo, capace di centrare dalla biga quattro bersagli più o meno contemporaneamente. E’ chiaro che l’attività sportiva è rappresentazione del potere assoluto.
CRONOLOGIA EGITTO PERIODO ARCAICO: 3200- 2700 a.C. ANTICO REGNO: 2700-2200 a.C. PRIMO PERIODO INTERMEDIO: 2200- 2040 a.C. MEDIO REGNO: 2134- 1991 a.C. SECONDO PERIODO INTERMEDIO: 1786-1540 a.C. NUOVO REGNO: (grandi re) 1550- 332 a.c.
GIOVINEZZA DI AMENOFI Amenofi II nacque a Menfi, e la notizia ci perviene da uno scarabeo. Era nato nel 1496 a.C. Nella località al confine fra Basso e Alto Egitto passò i primi anni della sua vita addestrandosi negli esercizi di forza muscolare, andando a cavallo. Il funzionario Min aveva seguito e educato Amenofi II . Le lezioni di tiro con l’arco erano avvenute nel palazzo reale a Thinis, segno che le antiche dimore dei primi re egizi non erano state dimenticate dai potenti successori.
LA GRECIA E ALTRI TERRITORI Esistono molte descrizioni di gare sportive, in Grecia, soprattutto: A) Nei poemi omerici (Iliade e Odissea). Per gli eroi omerici era d’obbligo mettersi in mostra nelle competizioni sportive. B) Nelle Odi di Pindaro. Si trattava di celebrazioni e poesie in onore dei vincitori di gare come la corsa con i carri. CELEBRAZIONI Caratteristica delle prime manifestazioni sportive dell’area greca era la connessione con manifestazioni di culto (religiose) o con funerali (giochi funebri) nel ricordo di personaggi famosi.
CONTESTUALIZZAZIONE DELL’AREA GRECA La penisola greca si trova al centro del Mediterraneo. Tale area è sempre stata caratterizzata da una elevata mobilità dei gruppi umani al fine di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle singole terre. La prima cultura significativa, a partire dal secondo millennio a.C., è dato dall’isola di Creta. Qui nasce la cultura minoica. Dopo qualche anno, sul continente greco nascerà la cultura micenea. CULTURA PALAZIALE. A Cnosso tutto è organizzato attorno al Palazzo. Parliamo del 2000 a.C.
CULTURA PALAZIALE I palazzi erano edifici monumentali a più piani organizzati attorno a una corte centrale. L’archeologo Colin Renfrew nel 1972 li considerò il nucleo primario di un’agenzia centralizzata a carattere territoriale fondata sul sistema della redistribuzione. Proprio sui muri di tali palazzi (vedi Cnosso) sono presenti raffigurazioni di primitive attività sportive. Ci sono dipinti che riguardano il pugilato. Un vaso di steatite (materiale argilloso) del 1600 a.C. è stato trovato in una località archeologica chiamata Haghis Triada.
PUGILATO ANTICO Due pugili sono a terra, mentre la maggior parte degli altri è in atteggiamento di lotta. Il loro abbigliamento consiste in gambaletti che arrivano al polpaccio e in una spessa cintura. Abbiamo anche delle raffigurazioni con pugili che hanno dei pugni fasciati da strisce di cuoio, così da proteggere le mani dei contendenti e portare dei colpi più forti. TAUROMACHIA. Uno dei temi preferiti dagli artisti cretesi era la cerimonia del salto acrobatico del toro.
SALTO DEL TORO In certi luoghi Del Mediterraneo il toro era considerato una creatura di importanza oracolare o semi sacra. In un magnifico affresco di Cnosso sono raffigurate due ragazze dalla pelle bianca e un ragazzo dalla pelle scura che fanno giravolte al di sopra di un toro che carica. Gli acrobati atterrano sul dorso dell’animale prima di rimbalzare a terra dietro di esso. Sembra che l’effettiva acrobazia fosse effettivamente destinata a un pubblico , dati gli affreschi nei quali sono raffigurate delle signore ben vestite e truccate.
SALTO DEL TORO Per l’audacia delle performance tali esercizi rivestivano l’aspetto di veri e propri rodei dell’America. I tori erano offerti in sacrificio. Il sangue era offerto agli dei , dai quali si attendevano in cambio la fertilità della terra o altre benedizioni. Per la casta sacerdotale tali manifestazioni rivestivano il carattere di un rituale sacro, e i loro esiti avevano un significato oracolare. Facevano parte dei riti cretesi anche svariati tipi di danza. Tali manifestazioni avevano le finalità di rafforzare la coesione sociale.
LA DANZA A CRETA Dall’antica Grecia ci arrivano molte raffigurazioni di danzatrici dal busto eretto, dagli occhi truccati, con le lunghe braccia e dita ornate di gioielli e d’oro, con capelli ondeggianti intorno al corpo e agli arti. Ci sono indicazioni sul fatto che i cretesi avessero la passione di andare a caccia a piedi nella loro isola collinare. Ai giochi olimpici successivi, inoltre, avevano la fama di essere corridori molto resistenti.
POEMI OMERICI E CRETA Vi è un passaggio dell’Odissea in cui è descritta la partecipazione dell’eroe Odisseo ai giochi successivi al pranzo dei Feaci. L’eroe arriva per caso nella terra di questo popolo misterioso. Essi invitano Odisseo all’esibizione delle loro capacità atletiche. Segue allora un raduno sportivo estemporaneo, consistente in corse a piedi con sedici partecipanti, in gare di lotta e sollevamento pesi. I Feaci osservano con un certo stupore la scarsa forma dell’eroe greco. Un giovane gli si avvicina e dice:
POEMI OMERICI E CRETA “Che non si dà per un uomo, sin ch’ei vive, gloria più grande Di quella che le mani si acquistano e i validi piedi” Un altro rimprovera Odisseo per la sua vita di avido e sedentario capitano di mare, tanto nociva per la forma atletica. Punto sul vivo, Odisseo spiega irato perché è così poco in forma, poi corre a sollevare e lanciare un enorme masso nei pressi, per dare dimostrazione della sua forza. Lo scaraventa molto più lontano di quanto nessuno abbia mai fatto; la folla
POEMI OMERICI E CRETA La folla è piacevolmente stupita e tutti lo stanno a ascoltare, mentre lui li convince della sua eccellenza negli sport, ivi compresa la lotta, il tiro con l’arco e il lancio del giavellotto. L’anziano e stanco viaggiatore confessa poi che gli agili Feaci potrebbero molto probabilmente vincerlo nella corsa a piedi. “Che noi pugili insigni non siamo, né saldi alla lotta, Ma sì veloci al corso dei piedi, e di navi maestri, E a noi sempre il convitto fu caro, e la cetra e le danze, E mutar vesti, e bagni tepenti e soavi giacigli”
POEMI OMERICI E CRETA La festa continua con canti, altri lanci di massi, col gioco consistente nell’acchiappare una palla di porpora, delle dimostrazioni di destrezza e delle danze entusiastiche Molto probabilmente i Feaci citati nei poemi omerici sono proprio i cretesi.
ODISSEA Odisseo (o Ulisse) si traveste da mendicante per avvicinarsi alla casa dove sono entrati gli arroganti principi Proci, che vogliono conquistare la moglie Penelope. Un altro accattone, Iro, lo sfida a lotta. Odisseo lo sconfigge in un incontro di pugilato ante litteram, tra le grida di incitamento e di acclamazione della folla presente
ODISSEA (segue) Ulisse entra nella casa che è stata invasa dai principi Proci come mendicante. Nessuno di loro riesce a tendere l’arco del padrone di casa, cosa che avrebbe dato la mano di Penelope. Ci riesce Ulisse, e quindi uccide uno a uno i principi con le frecce. Esempio di tiro con l’arco. In un altro episodio Ulisse sbarca nella misteriosa terra dei Feaci (forse Creta?) e viene sfidato a diverse competizioni fra le quali la corsa e la lotta, in una specie di raduno atletico.
ILIADE Nel Canto 23 Achille, come tributo a Patroclo, l’amico morto , organizza dei giochi atletici. Favorito dalla dea Atena, Ulisse lotta contro un uomo più forte e muscoloso “Cinti, avanzavano i due in mezzo all’arena… Scricchiolavano le schiene dalle braccia duramente stirate, e l’umido sudore scorreva. Ma quei sempre più ambivano la vittoria, pel tripode ben lavorato” Achille decreta la parità.
ILIADE (segue) La corsa a piedi ha come premio un grande cratere d’argento sbalzato. Ulisse partecipa a questa gara gareggiando con Aiace. Quando questi sembra ormai in testa, Ulisse implora l’aiuto di Atena. Aiace scivola e così Ulisse vince. Seguono poi gare di bighe. C’è un consenso sul fatto che questi poemi siano stati scritti la prima volta nel 700 a.C., e fossero il resoconto di una tradizione orale più antica.
POEMI OMERICI E SPORT Il poeta si assicura che il pubblico avrebbe accolto con simpatia un resoconto di gare atletiche. Le gare tra atleti sono un elemento di contorno a raduni di altro tipo. Le descrizioni rivelano una quasi-ossessione per la vittoria. In quegli anni gli sport sono appannaggio di aristocratici guerrieri.
RETROTERRA OMERICO Nell’ottavo secolo a.C. si formano comunità stabili, che si fondano su norme condivise, sviluppando un’organizzazione sociale e economica. In queste epoche è il TEMPIO a rappresentare la struttura più stabile, il simbolo, il punto di riferimento. Esso, nell’ottavo secolo a.C., rappresenta il luogo di residenza della divinità. Il tempio diventa essenziale per la vita della comunità. Esso è anche il santuario ufficiale della comunità.
OLIMPIA Il decollo del santuario di Olimpia, attivo dall’XI secolo, si deve probabilmente all’istituzione dei giochi olimpici, che la tradizione vuole fondati dal 776 a.C. e le cui liste di vincitori iniziano da quel momento. Si dice fossero stati fondati da Ercole. Il santuario mostra di ricevere offerte votive da un’area ben più ampia di quella d’appartenenza, che include il Peloponneso, Creta e l’Italia meridionale. La necessità dell’esibizione di ricchezza si trasferisce dai sepolcri al santuario.
NATURA DELLA POLIS Nella società della polis il potere è detenuto da una ristretta cerchia di famiglie aristocratiche. Per un periodo più o meno lungo gli aristocratici scelsero al loro interno un leader che esercitava il comando soprattutto in tempo di guerra, senza mai raggiungere il potere di un sovrano orientale.
GLI EROI Nell’Iliade il peso maggiore della guerra ricadeva sugli eroi, che non erano altro che i comandanti dei singoli contingenti in cui l’esercito greco era diviso. A poco a poco crebbe nell’esercito greco il ruolo dell’oplita, ossia del soldato, dotato di una corazza e di un elmo. La falange oplitica sarà il più grande strumento bellico in possesso all’esercito greco, che addirittura invade altre terre fondando le colonie della Magna Grecia (Taranto, Siracusa, Marsiglia, Crotone)
IL CASO DI SPARTA Per secoli Sparta ha offerto il modello di una società militare. Al vertice di Sparta stavano due re (diarchia).Essi erano solo i comandanti dell’esercito. Delle rilevanze sportive aveva il sistema educativo. A partire dagli otto anni i bambini venivano tolti alle famiglie e affidati a istruttori statali. Veniva impartita un’educazione anche fisica, con gare fra giovani. In questi si inculcava l’obbedienza e la sopportazione del dolore, in particolare con prove iniziatiche che avvenivano a partire dai 18 anni.
ATENE All’inizio Atene fu retta dai monarchi; quindi subentrarono gli arconti, una specie di magistrati. Atene unificò in una sola tutte le polis dell’Attica. Il mito della fondazione di Atene si faceva risalire all’eroe Teseo, colui che organizzò la spedizione per la conquista del Vello d’oro nella Colchide (l’attuale Caucaso). Uno dei più grandi sindaci di Atene fu Solone detto il “legislatore”. Attorno al 600 a.C. emanò una serie di sovvenzioni e premi per i giochi e lo sport.
GRECIA E PERSIA L’impero persiano si estendeva su una vasta superficie, dall’Egitto fino all’Asia Centrale. Aveva un’estensione di circa 3.000.000 di kmq. Gli artefici di questo regno furono Ciro il Grande (559-530 a.C.), Cambise (540-522 a.C.) e Dario I (523-486). Ben presto gli interessi degli imperatori persiani si rivolsero alla Grecia. Una flotta salpò verso le coste elleniche e sbarcò nella località chiamata Maratona, a circa 40 chilometri da Atene.
BATTAGLIA DI MARATONA L’esercito ateniese accorse nella pianura circostante sotto la guida del generale Milziade, che conosceva bene i persiani. Nonostante i greci fossero in numero inferiore rispetto ai soldati asiatici, riuscirono a sconfiggere i Persiani. Leggenda vuole che Milziade incaricasse Fidippide, un soldato, di correre per dare la notizia della vittoria agli ateniesi. Fidippide percorse la distanza da Maratona a Atene. Qui giunse gridando “nike!” (“vittoria”) e poi stramazzò al suolo per la fatica. Nacque così la leggenda della gara di 42,195 chilometri.
LE POLIS POLIS. E’ l’esempio di città-stato. Circa nel 900 a.C. si sviluppa la “polis”. Le nuove forme di stratificazione sociale favoriscono una sorta di aspirazione sociale, di mobilità. Questo si riverbera, a poco a poco, nell’accentuato carattere agonistico dello sport.A poco a poco le città (Atene, Sparta, Corinto) iniziano a vedere nei giochi una rappresentazione di sé. OLIMPIADI. Nascono nel 776 a.C. Sono il primo esempio di sport moderno. C’è un vero e proprio calendario di manifestazioni.Si svolgevano in quattro giornate
NASCITA DELLE OLIMPIADI A poco a poco Atene, espandendo i suoi commerci sul mare, divenne una potenza. I giochi olimpici, a partire dal 776 a.C., erano la più importante celebrazione religiosa panellenica che forniva al variegato popolo greco la possibilità di essere uno solo. Olimpia, località a circa 320 km da Atene, era un luogo di culto.Nella Grecia classica la fondazione di giochi formali regolari fu attribuita all’eroe Ercole.
PROGRAMMA OLIMPICO Nel 708 a.C. vennero introdotte la disciplina della lotta e del pentatlo, o lotta dei cinque esercizi. L’ulteriore aampliamento del programma olimpico può essere riassunto così: 23° Olimpiade (688 a.C.): pugilato; 25° Olimpiade (680 a.C.): Corsa di quadrighe; 37° Olimpiade (632 a.C.): Corsa dello stadio riservata ai fanciulli; 99° Olimpiade (384 a.C.): Corsa con quadrighe tirate da puledri. Da principio i Giochi Olimpici furono una festività soltanto regionale nella quale misuravano le proprie forze (cont)
PROGRAMMA OLIMPICO Soprattutto i notabili del circondario, la cerchia dei partecipanti s’allargò notevolmente sul finire dell’ottavo secolo a.C. Grazie alla tregua d’armi proclamata qualche settimana prima , un sempre maggiore numero di atleti potè arrischiarsi di venire a Olimpia, anche se da località assai distanti. Assai forte si rivelò la capacità di Olimpia di attrarre spettatori. Ogni quattro anni migliaia di tifosi facevano il pellegrinaggio al Peloponneso per sostenere i propri favoriti.
PROGRAMMA OLIMPICO Il periodo di disputa dei Giochi Olimpici si prolungò da una settimana in poi, con il moltiplicarsi delle specialità. Al più tardi un mese prima dell’inizio dei Giochi, gli atleti erano tenuti a presentarsi a Elide, presso gli ellanodici (“giudici dei giochi greci”), ai quali competeva l’ammissione dei concorrenti.Seguicvano quattro settimane di allenamenti obbligatori sotto gli occhi dei giudici di gara.
PROGRAMMA OLIMPICO 1° GIORNO: Sfilata dei partecipanti e processione 2° GIORNO: Corsa con le quadrighe; corsa dei cavalli; pentathlon (lancio del disco; salto in lungo; lancio del giavellotto; corsa; lotta) 3° GIORNO: Gare di atletica leggera (dòlicos o corsa di mezzofondo); stadio (corsa di 195 m). 4° GIORNO: Pancrazio; lotta; pugilato.
LA SCUOLA L’Istituzione dei GINNASI nel 600 e 500 a.C. segnò una svolta non solo sul piano pratico, ma anche ideologico. L’esercizio fisico, l’allenamento, l’attività agonistica furono considerati un addestramento utile anche a scopi militari. LAICIZZAZIONE (SECOLARIZZAZIONE) DELLO SPORT. Gli atleti di classi sociali non elevate potevano partecipare a competizioni.
DIFFERENZE FRA SPARTA E ATENE A Sparta lo sport era concepito come addestramento alla guerra. Gli spartani erano i teorici dell’oplitodromia (la corsa in armi per 2 chilometri). A Sparta nacque la falange, poi adottata dai macedoni di Alessandro.Non concepivano lo sport agonistico, benchè in alcune specialità (es: mezzofondo) fossero abili, ma solo come propedeutica all’esercito. A Atene inizialmente lo sport (anche quello olimpico) era collegato con riti religiosi (ad esempio funerali e esequie), e riservato agli aristocratici.A poco a poco , con i vari Giochi (es Pitici, Istmici, etc), iniziò a essere divulgato presso il popolo. Nacquero i primi professionisti.
FORMAZIONE A FALANGE
PROGRAMMA OLIMPICO 1° GIORNO: Sfilata dei partecipanti e processione 2° GIORNO: Corsa con le quadrighe; corsa dei cavalli; pentathlon (lancio del disco; salto in lungo; lancio del giavellotto; corsa; lotta) 3° GIORNO: Gare di atletica leggera (dòlicos o corsa di mezzofondo); stadio (corsa di 195 m). 4° GIORNO: Pancrazio; lotta; pugilato.
LA SCUOLA L’Istituzione dei GINNASI nel 600 e 500 a.C. segnò una svolta non solo sul piano pratico, ma anche ideologico. L’esercizio fisico, l’allenamento, l’attività agonistica furono considerati un addestramento utile anche a scopi militari. LAICIZZAZIONE (SECOLARIZZAZIONE) DELLO SPORT. Gli atleti di classi sociali non elevate potevano partecipare a competizioni.
Sparta Un’invenzione militare dell’esercito spartano era la falange , formazione a otto file in cui ognuno portava una lancia lunga due metri e mezzo. Essenziale per il suo successo era l’assoggettamento di ciascun fante della propria volontà individuale. Se era nato da una famiglia di guerrieri, il bambino veniva tolto dalla madre all’età di 7 anni. Viveva in una guarnigione fino a 30 anni e poteva essere richiamato alle armi fino a 60. L’ossessione per la forma fisica li portò a esigere che anche le donne si allenassero per correre.
SUCCESSI SPARTANI Tra i quindicesimi giochi olimpici (nel 720 a.C.) e i cinquantesimi (nel 576 a.C.) da Sparta vennero 56 su 71 vincitori olimpici, ad esempio nella prestigiosa gara dello stadio (circa 200 m).Olimpia e le sue feste vennero utilizzate dagli spartani come propaganda per dimostrare ai rivali greci i risultati ottenuti anche nell’arte: ad esempio, venivano create delle statue.
OLIMPIA E LE OLIMPIADI Olimpia è un’amena località del Peloponneso occidentale, a circa 320 chilometri a sud ovest di Atene.Scavi archeologici portarono alla luce le basi di altari e offerte sacrificali micenee. LE RAGIONI. “Essere sempre i migliori” era un obbligo degli eroi omerici. Anticipavano in questo il motto “citius, altius, fortius” delle Olimpiadi moderne.Del resto la società delle “polis” era basata sull’aristocrazia, sulla classe degli “aristos” (i migliori). Inizia, con le Olimpiadi, il processo di ISTITUZIONALIZZAZIONE dello sport. Gli sportivi rappresentano le città.
ORIGINE DELLE OLIMPIADI Sull’origine dei Giochi circolavano nell’antichità una congerie di miti e leggende.Tra i supposti fondatori figurano nomi altisonanti come Pelope, eponimo del Peloponneso, il celebre eroe Ercole, e Zeus stesso, il sommo patrono dei Giochi. Secondo diversi studiosi le Olimpiadi risalgono a giochi funebri, e sono pertanto radicate nel culto dei morti, oppure sono state concepite fin dall’origine come pure e semplici competizioni sportive.
CARATTERE RELIGIOSO Le Olimpiadi, questo è certo, si tenevano in onore di Zeus. Tracce di are si sono trovate nell’Altis, il bosco sacro d’oliva. Il massimo fervore edilizio si notò nel V secolo a.C., con l’innalzamento del tempio di Zeus, creato dallo scultore Fidia. Era già iniziata l’avventura delle Olimpiadi (776 a.C.). Gli inizi furono molto dimessi. Non c’era un impianto vero e proprio: esisteva solo una pista naturale sulla quale veniva praticata l’unica disciplina riconosciuta, la corsa dello stadio.
ORGANIZZAZIONE E PROGRAMMA Arbitri dei giochi erano, in età storica, gli Elèi, che avevano rivendicato a sé già nell’ottavo secolo tale diritto a svantaggio dei pisati. Il programma sportivo a poco a poco venne ampliato.Nella 14° Olimpiade (anno 724) venne aggiunta la corsa doppia (diàulos), corrispondente ai 400 metri. Nel 708 a.C. fu introdotta la lotta, quindi il pentatlo (disco, lungo, giavellotto, corsa e lotta.
PROGRAMMA OLIMPICO I Giochi panellenici (Olimpici, Pitici, Nemei, Istmici) avevano un carattere di cerimonia sacra, con ben determinate pratiche di culto, in particolare modo quella funebre. Olimpia era in una posizione assai favorevole: il mito vuole che Ercole avesse fondato i Giochi Olimpici.Ecco il programma della prima Olimpiade (776 a.C.): 1° giorno: Giuramento davanti all’altare di Zeus.
PROGRAMMA OLIMPICO (segue) 2° giorno: Nell’ippodromo- Sfilata dei carri; Corsa dei carri (quadrighe); Corsa dei cavalli. Nel pomeriggio: Nello stadio-Pentathlon (corsa e lotta; lancio del disco; salto in lungo; lancio del giavellotto). 3° giorno: Processione dei giudici; Sacrificio di cento buoi (ecatombe) Nel pomeriggio: Nello stadio- gare dei ragazzi (12-18 anni)
PROGRAMMA OLIMPICO (segue) 4° giorno: mattina (nello stadio): corsa dei 200 metri (stadio); 400 metri e 4800 metri (24 volte 200 metri). Pomeriggio: tornei di lotta, di pugilato e pancrazio. Corsa oplitica (in armi) 5° giorno: Processione e incoronazione dei vincitori.Banchetto con sacrifici e offerte di ringraziamento
LE DISCIPLINE La corsa con le quadrighe era la gara con i cavalli più prestigiosa.C’era un condottiero, con redini e fruste, che guidava il carro.La corsa girava attorno a due colonne, a una distanza di circa 360 metri l’una dall’altra.Si facevano all’incirca 12 giri.Il premio per il vincitore era una corona di foglie. Davvero singolare, per quanto riguarda le discipline dell’atletica, era il dolichos (4800 m):bisognava fare la sponda 24 volte.La vittoria era determinata non solo dalla velocità, ma anche dalla capacità di difendersi nelle strette curve.
LO STADIO IL PANCRAZIO. Si trattava di una specie di lotta senza esclusione di colpi.Erano permessi anche i calci.Gran parte dell’azione consisteva nel rotolarsi e cadere ad arte, con lo scopo di divincolarsi da strangolamenti o prese che minacciavano di spezzare un arto. Era una sorta di judo. LO STADIO. Era una gara di velocità di 195 metri.Il vincitore era considerato il più famoso del panorama atletico e, oltre alla corona, riceveva il dono dell’immortalità.Il primo vincitore fu un certo Còrebo di Elide.
RASSEGNA DELLE SPECIALITA’ SALTO IN LUNGO: L’atleta si aiutava con un peso. GIAVELLOTTO: L’atleta e il soldato greco rendevano il lancio più lungo e preciso grazie a una fionda. DISCO: Gli atleti lanciavano il disco con movimento centrifugo, simile a quello di adesso. SPORT DA COMBATTIMENTO: Non esistevano né pause né riprese. I concorrenti si affrontavano finchè uno dei due non avesse dichiarato la sconfitta.
PUGILATO Nel pugilato i pugili usavano il sacco e lottavano contro un avversario immaginario e col partner usavano dei guantoni imbottiti.In gara i pugili si fasciavano le mani e gli avambracci con lunghe strisce di cuoio. LA LOTTA. La lotta aveva l’obiettivo di far cadere l’avversario sulla sabbia. Tuttavia non era ancora simile all’attuale lotta greco-romana. GLI IMPIANTI. A partire dal 6° secolo A.C. ogni città-stato greca doveva avere impianti per l’atletica.
GINNASI I primi GINNASI erano aree piatte con attrezzature per il riposo,dotate di acqua corrente. Con l’andare del tempo le città più prospere edificarono dei ginnasi dotati di colonne, stanze di ritrovo, porticati, piccoli altari, nonché depositi per lozioni, oli d’oliva e polveri per l’atletica. Più tardi ancora vi furono locali per bagno e docce. LA PALESTRA. Era utilizzata per l’allenamento alla lotta, e vi si potevano praticare anche pugilato e pancrazio.
LA PALESTRA Palestre e ginnasi assunsero un’importanza fondamentale, perché diventarono club che dibattevano idee, lanciavano proposte. Nell’Atene dei tempi d’oro c’erano tre importanti ginnasi: L’Accademia, il Liceo e il Cinosarge PROFESSIONISMO E PREMI. I giudici premiavano i vincitori con semplici rami d’olivo o corone di fiori, ma poi a casa si prevedevano ricompense più sostanziose. I nomi dei vincitori venivano incisi sui templi della polis.
I PREMI Molte città-stato della Magna Grecia ricorrevano a ogni mezzo pur di avere nelle loro file potenziali campioni. Reclutavano atleti e allenatori che provenivano da lontano. Alcuni tifosi costruivano per i loro campioni attrezzature per l’allenamento, con bagni e diete a base di carne solo per gli istruttori.
L’ATLETICA Le competizioni atletiche rappresentate nei poemi omerici non prevedono nessun timpo di impianto speciale, né appositamente destinato a esse: nell’Iliade , infatti, le gare si svolgono su una pianura vicino al mare; nell’Odissea i giochi offerti da Alcinoo in onore di Ulisse hanno luogo nell’agorà di Scheria. In epoca storica, invece, le competizioni atletiche venivano disputate in un apposito impianto sportivo chiamato “stadio”. La parola indicava una misura, lo “stadio”, appunto (185 metri circa).
L’ATLETICA (segue) La lunghezza della pista da corsa variava da luogo a luogo. Se a Delfi misurava 177,50 metri e a Epidauro 181,30 metri, a Olimpia giungeva a 192,27 metri, un’eccedenza. I greci si giustificavano dicendo che la pista era stata misurata con il piede d’Ercole. C’era poi lo stadio di Pergamo, che arrivava alla lunghezza eccezionale di 210 metri. La pista da corsa greca era costituita da un rettangolo della lunghezza di circa 210 metri e della larghezza di 30, sulla quale erano segnate sia la linea di partenza che quella di arrivo.
L’ATLETICA (segue) In origine c’era semplicemente una riga tracciata sulla sabbia , oppure c’erano delle mete all’inizio e alla fine del percorso; in seguito vennero previste delle soglie di pietra, divise, a intervalli di circa 1,25 metri, da colonne o da pali che si incastravano in fori ancora visibili nei resti archeologici, e che avevano lo scopo di definire le postazioni assegnate ai vari atleti. Nelle soglie c’erano due scanalature orizzontali, poste a una distanza di 18 centimetri, che avevano lo scopo di marcare la posizione dei piedi dell’atleta sulla linea di partenza.
L’ATLETICA A Olimpia c’erano posti per 210 partecipanti.La capienza di molti stadi poteva in molti casi essere molto alta, arrivando a contenere fino a 50.000 spettatori. Lo stadio di Delfi, scavato lungo le pendici del Parnaso, ne conteneva 7.000. LE GARE DI CORSA Nel mondo greco l’abilità nella corsa era investita di un valore particolare. Basta ricordare l’appellativo che contraddistingueva Achille “podas okys” (“piè veloce”), oppure il fatto che a Creta , come risulta dalle leggi di Gortyna, le parole dromeis (corridori) e apodromeis (che non possono partecipare alla corsa) erano passate a indicare due classi di età.
L’ATLETICA IL DIAULOS. Il doppio stadio o diaulos fu istituito alla 14esima Olimpiade . Si trattava di una gara nella quale i concorrenti dovevano percorrere due volte la lunghezza dello stadio. In particolare, essi dovevano lasciare la linea di partenza, giungere a quella che si trovava dalla partee opposta, quindi girare intorno alla meta e tornare indietro. IL DOLICHOS. Il dolichos era una gara di resistenza, sulla cui lunghezza ci sono notizie contrastanti, variando , a seconda delle diverse fonti, fra 7, 12, 20 e 24 stadi, cioè da circa 1.300 a circa 4.500 metri, forse perché essa variava effettivamente nelle diverse competizioni.
L’ATLETICA La sua origine è probabilmente da connettere con scopi pratici di spostamento su lunghe distanze e Filostratto ritiene che il dolichos sia nato dall’attività delle staffette militari, chee portavano le notizie dai campi di battaglia. Lo stile di corsa del dolichos è molto diverso da queello dello stadio. I greci non raccoglievano record di velocità, ma di resistenza. Erodoto ricorda quello di Fidippide, che corse da Atene a Sparta in due giorni, coprendo una distanza di circa 250 chilometri.
L’ATLETICA L’OPLITODROMIA. La corsa in armi era la specialità più spettacolare: gli atleti portavano lo scudo, l’elmo e i parastinchi; tale corsa era anche uno dei soggetti preferiti della pittura vascolare. Tale disciplina aveva la funzione di creare un momento di raccordo tra il tempo pacifico degli eventi sportivi e quello deella guerra. “Lo scudo simboleggia la guerra ee la fine della tregua sacra”. La gara veniva disputata su varie distanze; a Nemea era una corsa di 4 stadi; a Olimpia e Atene era il diaulos
L’ATLETICA A Platea era una corsa di 15 stadi e il corridore indossava un’armatura completa.Anche se l’armamento poteva essere più o meno pesante e completo, la caratteristica comune era rappresentata dallo scudo, e a questo fatto era collegata la preseenza a Olimpia di 25 scudi di bronzo. LAMPADEDROMIA. Questa era una gara di corsa dove i partecipanti si passavano delle fiaccole. In origine aveva un significato religioso e rituale, perché il suo scopo era quello di trasferire nel più breve tempo possibile all’altare il nuovo fuoco sacro.
L’ATLETICA Tale significato si conservò anche in epoche più recenti e si deve ad esso il fatto che fu introdotta in grande quantità nelle feste. Era una tipica corsa a staffetta. Era disputata fra squadre di giovani appartenenti tutte a una stessa città. Il momento di massima tensione della gara era costituito dal passaggio della torcia da un atleta a un altro: il corridore che aveva la fiaccola la porgeva, con la mano sinistra al collega, che la riceveva con la mano destra.