Primo Rapporto Caf Acli sui redditi

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Transcript della presentazione:

Primo Rapporto Caf Acli sui redditi Responsabile scientifico: Michele Colasanto Èquipe di ricerca inteuniversitaria e interdipartimentale: Gian Paolo Barbetta, Giovanni Castiglioni, Clemente Lanzetti, Rosangela Lodigiani, Francesco Marcaletti, Simone Pellegrino, Gilberto Turati

La struttura del Rapporto Due macro sezioni: Prima parte Il profilo e caratteristiche del campione L’analisi delle disuguaglianze L’andamento dei redditi nel tempo Seconda parte La distribuzione delle deduzioni e delle detrazioni La distribuzione dell’imposta netta e lorda Le simulazioni: la famiglia, la casa, le tax expenditures, gli incapienti per redditi di lavoro e carichi famigliari Due piani di lettura: descrittivo (statico): cosa dicono i dati strategico (dinamico): cosa si può dire a partire dai dati  policy fiscali innovative

Prima parte Rosangela Lodigiani Francesco Marcaletti Giovanni Castiglioni

1. Caratteristiche, peculiarità e rappresentatività del Campione ACLi

Punti di forza di un campione debole Nel confronto con di dati Mef, nonostante la mancanza di rappresentatività statistica, la banca dati Acli mostra alcuni punti di forza: La qualità dei dati raccolti dai Caf Acli (sono rarissimi i “missing”) L’ampiezza del campione: quasi 1 milione e 400 mila dichiarazioni nel 2011 La disponibilità dei microdati per simulare politiche fiscali alternative La peculiare composizione del campione: un profilo di «ceto medio popolare» L’insieme di questi punti di forza conferisce al campione Acli una “rappresentatività peculiare e significativa”, rendendo rilevanti le indicazioni in termini di policy che, a partire dalla sua analisi, possono essere elaborate.

Un campione in crescita con alcune peculiarità + 230mila unità (20%) 2008/11 Il 4,8% è nato all’estero: il 1,2% in Paese EU15; 3,6% Extra EU15. Rispetto all’universo MEF: Sono di più le donne (51,7% Acli vs 47,7% Mef); i/le coniugati/e (62,2, vs 44%) e vedovi/e, gli over 65 (37,5 vs 30,9); sono meno i 15-24enni (1,6 vs 4,2) e i 25-44 (27,3 vs 31,7). Dichiaranti Acli per genere 2008-2011 (v.a.)

Dichiaranti Acli per condizione lavorativa, 2011 (%) Una elevata incidenza di pensionati, ma un campione “lavorista” Dichiaranti Acli per classi d’età, 2011 (%)

La rappresentatività rispetto al MEF (1) L’universo Acli (Modello 730) rappresenta il 3,3% del totale dei contribuenti (IRPEF). il 7,5% considerando solo i 730 anche del MEF La rappresentatività rispetto al MEF (1) Totale Contribuenti: 41.320.548 Modello 730 (Universo Acli): 1.370.982 Totale Contribuenti Modello 730: 18.381.554 Modello 730 (Universo Acli): 1.370.982 Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

La rappresentatività (2) Analizzando per condizione lavorativa, la percentuale di lavoratori dipendenti è del 3,3% mentre quella dei pensionati è pari al 4,1% sui rispettivi totali MEF. La rappresentatività (2) Totale Contribuenti PENSIONATI: 15.064.435 Modello 730 (Universo Acli) PENSIONATI: 624.773 Totale Contribuenti DIPENDENTI: 20.951.270 Modello 730 (Universo Acli) DIPENDENTI: 690.104 Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

La rappresentatività regionale (a) Numero di contribuenti Acli suddivisi per regione (valori assoluti e % sul tot. regionale) Campione Acli - Modello 730 -2011

La rappresentatività regionale (b) Incidenza % dichiaranti e reddito dichiarato per regione, sul tot. nazionale La Lombardia raccoglie il 27,1% dei dichiaranti sul totale nazionale e il 29,7 % del reddito complessivo. In Veneto, Friuli, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Sicilia l’incidenza relativa del numero dei dichiaranti è più elevata dell’ammontare del reddito. Campione Acli - Modello 730 -2011

Un campione di ceto medio “popolare” Confrontando la distribuzione dei redditi Acli e Mef, per classi di reddito, emerge il profilo di ceto medio popolare del campione Acli. Il campione Acli è sotto rappresentato nelle fasce di reddito molto basse (inferiori a 10.000 euro) e sovra-rappresentato in quelle tra i 10.000 e i 50.000. Il posizionamento di ceto medio popolare emerge con maggiore chiarezza considerando: le categorie dipendenti e pensionali (eliminando la categoria “Altri”); gli uomini; le regioni del Nord. Contribuiscono a questo risultato diversi fattori: la tipologia di dichiarazioni analizzate col campione Acli (solo 730 per redditi da lavoro e assimilati) e il profilo generale dei gli utenti dei servizi Acli (lavoratori dipendenti e pensionati da lavoro).

Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF e campione ACLI 730 (anno d’imposta 2011), Totale contribuenti Dichiara sino a 10.000 euro: il 6,5% dei contribuenti Acli di contro al 32,9% dei Mef. Dichiara tra i 15.000 e i 50.000 euro il 63,8% dei contribuenti Acli vs il 47,4% dei Mef Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF e campione ACLI 730 (anno d’imposta 2011), Dipendenti e Pensionati Tolta la categoria “Altro”, la “centratura” di Acli è ancora più chiara Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF e campione ACLI 730 (anno d’imposta 2011), Dipendenti 1 dipendente Acli su 2 dichiara i 20 e i 35.000 euro: appartiene infatti a questa fascia il 45,3% del campione contro il 32,7% dei contribuenti Mef. Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF e campione ACLI 730 (anno d’imposta 2011), Pensionati Guardando i soli pensionati emerge il profilo “lavorista” del campione Acli, nel quale pesano di più le pensioni da lavoro Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; nostre elaborazioni su base dati Caf Acli.

Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF, campione ACLI 730 per area territoriale (anno d’imposta 2011), Dipendenti e Pensionati, per area territoriale Le regioni del Sud e le Isole mostrano una distribuzione del campione Acli più simile a quella del campione Mef nazionale. Le regioni del Nord-ovest ripropongono la distribuzione media del campione nazionale Acli, accentuandone però la rappresentatività relativa nelle fasce medie di reddito.

Osservatorio Acli sui redditi Distribuzione della popolazione classi di reddito, confronto dati nazionali MEF, campione ACLI 730 (anno d’imposta 2011) Dipendenti e Pensionati, per genere La capacità di cogliere “nel mezzo” della scala sociale è evidente altresì con riferimento al genere, anche se per le donne la rappresentatività è spostata nella fascia medio-bassa: un primo indizio della distanza tra i redditi medi di maschi e femmine. Osservatorio Acli sui redditi

2. Indici redistributivi e indicatori di disuguaglianze

Diseguali, ma quanto? Il peculiare profilo del campione Acli calmiera le disuguaglianze interne, nel confronto col MEF. L’indice Gini di redistribuzione vale nel campione Acli lo 0,31 (sostanzialmente stabile negli anni considerati) contro lo 0,45 del campione Mef (2007) e lo 0,42 stimato sui dati di Banca di d’Italia (2010). La minore disuguaglianza del campione Acli rispetto al Mef si conferma osservando il reddito netto Irpef. Tuttavia, le disuguaglianze interne al campione Acli sono significative.

Distribuzione dei redditi medi individuali per decili di popolazione, M e F Un quarto del reddito complessivo è concentrato nelle mani dell’ultimo decile di popolazione

Percentuale di dichiaranti e di reddito dichiarato sul totale per classe di reddito L’1,4% dei contribuenti dichiara oltre i 75mila euro e raccoglie il 7,1% del reddito complessivo In terzo del campione dichiara fino a 15mila euro, raccogliendo il 12% del reddito

Sulle disuguaglianze di genere I redditi maschili sono sempre sensibilmente maggiori di quelli femminili, per categoria, area territoriale, classe d’età. Nel 2011, il reddito medio individuale vale 18.942 euro per le donne e 27.141 euro per gli uomini. Nel confronto con quella maschile, la distribuzione dei redditi femminili appare maggiormente schiacciata verso i redditi bassi e maggiormente diseguale

Osservatorio Acli sui redditi Percentuale di dichiaranti e di reddito dichiarato sul totale per classe di reddito, per genere Il 2,6% degli uomini che dichiara oltre i 75mila euro, raccoglie il 10% del reddito complessivo; tra le donne le proporzioni sono rispettivamente: 0,5% e 2,7% Osservatorio Acli sui redditi

Distribuzione dei redditi M e F, per classi di reddito, % cumulate Le differenze di reddito per genere emergono chiaramente nelle classi di reddito medio basse. Nel campione degli uomini la mediana si posiziona tra i 20 e i 26mila euro, mentre nel campione delle donne si situa tra i 1o e i 15mila euro. Osservatorio Acli sui redditi

Osservatorio Acli sui redditi Distribuzione di redditi medi individuali per decili di popolazione (M, F, 2011) Il rapporto tra il 10° e il 1° decile vale 8,53 per i maschi, mentre per le donne addirittura 34,91, segno che in queste ultime il primo decile di popolazione accumula un reddito veramente esiguo. Osservatorio Acli sui redditi

Osservatorio Acli sui redditi Distribuzione dei redditi maschili e femminili secondo la curva di Lorenz generalizzata Ci fosse bisogno di altre conferme… la distribuzione dei redditi maschili è “preferibile in termini di benessere” rispetto a quella femminile Osservatorio Acli sui redditi

Sulle disuguaglianze d’età La distribuzione dei redditi medi per classe d’età mostra il forte differenziale esistente tra le fasce d’età più giovani e quelle più mature. La curva disegnata dall’“income life cicle” ha una forma a campana asimmetrica. Osservando solo i dipendenti, la curva dei redditi femminili è molto più piatta, e, tanto per gli uomini quanto per le donne, raggiunge il culmine nelle fasce di età più mature (attorno ai 70 anni), ovvero a fine carriera. Fino a 29 anni i redditi restano molto bassi per entrambi i sessi, e complessivamente l’ascesa è rallentata fino ai 30-39 anni.

Osservatorio Acli sui redditi Life-cicle del reddito: confronto totale campione, dipendenti+pensionati Osservatorio Acli sui redditi

Life-cicle del reddito: confronto totale campione, dipendenti, M e F Osservatorio Acli sui redditi

3. Dinamica dei redditi nel tempo (2008-2011)

La dinamica dei redditi 2008-2011 / a In quattro anni, a livello nazionale, i redditi medi dichiarati sono cresciuti nominalmente di poco meno di 900 euro, ovvero del 4,02% La crescita risulta tuttavia più marcata per i redditi da pensione (+1650 euro circa, pari a +8,96%) che per quelli da lavoro dipendente (+440 euro circa, pari a +1,72%) Applicando tuttavia i coefficienti di rivalutazione, i redditi dichiarati nel quadriennio in esame risultano in calo a livello complessivo (-1,08%) e in particolare guardando a quelli da lavoro dipendente (-3,12%); allo stesso modo la crescita dei redditi da pensione ne esce molto ridimensionata (+3,67%) Rimanendo ai valori rivalutati, e guardando alla media complessiva, si conferma, in altre parole, il trend in discesa avviatosi già nel 2009 e mantenutosi successivamente sino al 2011

Reddito medio per categoria 2008-2011 Δ nominali Δ rivalutati Dipendenti +1,72 -3,12 Pensionati +8,96 +3,67 Totale +4,02 -1,03 Valori nomimali Valori rivalutati

La dinamica dei redditi 2008-2011 / b Se l’appartenenza a una data categoria di percettori di reddito (da lavoro dipendente, da pensione) ha fatto la differenza in termini monetari rivalutati nell’aver subito un calo o al contrario aver registrato una crescita nel periodo in esame, guardando alla sola dimensione di genere è possibile considerare come l’arretramento dei redditi sia risultato sostanzialmente equidistribuito Cresciuti in valori nominali di 900 euro circa (+4,46%) tra i maschi e di 800 euro circa tra le femmine (+4,21%), i redditi dichiarati alla luce della rivalutazione risultano in contrazione di 200 euro circa tra i primi (-0,61%) e di 100 circa tra le seconde (-0,85%) Di nuovo, guardando ai valori monetari, è abbastanza evidente la dinamica discendente innescatasi a partire dal 2009

Reddito medio per genere 2008-2011 Δ nominali Δ rivalutati Maschi +4,46 -0,61 Femmine +4,21 -0,85 Totale +4,02 -1,03 Valori nominali Valori rivalutati

La dinamica dei redditi 2008-2011 / c Guardando alla media dei redditi disaggregata per classe di età, di fatto soltanto tra gli ultra 65enni sia per valori nominali (+10,23%) sia per valori monetari (+4,88%), i redditi dichiarati tra 2008 e 2011 sono cresciuti Al capo opposto, i redditi degli under 25 sono calati considerando entrambi i valori sia a livello complessivo, sia tra i dipendenti soltanto Per quanto concerne questi ultimi, in valori nominali i redditi dichiarati oltre che tra gli ultra 65enni si sono innalzati anche tra i 25-44enni (+0,38%), una crescita tuttavia non sufficiente a compensare la perdita di potere di acquisto; in termini rivalutati l’arretramento è infatti per costoro pari a -4,49%

Reddito medio per classi di età* 2008- 2011 Δ nominali Totale Δ rivalutati Dipendenti 15-24 -2,05 -6,80 -1,85 -6,62 25-44 +0,39 -4,48 +0,38 -4,49 45-64 +3,56 -1,47 -0,40 -5,23 65+ +10,23 +4,88 +5,59 +0,46 +4,02 -1,03 +1,72 -3,21 Media totale Dipendenti * Valori rivalutati

La dinamica dei redditi 2008-2011 / d In valori rivalutati, i redditi da lavoro dipendente dei contribuenti nati in paesi extra-europei mantengono un consistente divario negativo nei confronti dei contribuenti nati in Italia che continua ad aggirarsi intorno ai 10 mila euro Per i contribuenti nati in paesi europei il divario negativo si è invece mantenuto nel periodo intorno ai 1,5 mila euro Considerando i redditi in prevalenza da pensione la situazione si ribalta. In questo caso infatti sono i contribuenti nati in paesi extraeuropei a dichiarare i importi superiori, seppure con un saggio di crescita leggermente inferiore, rispetto alle altre categorie

Reddito medio per paese di nascita* Δ nominali Dipendenti Δ rivalutati Pensionati Italia +2,37 -2,59 +8,99 +3,70 Europa +2,67 -2,31 +7,38 +2,17 Extra Eu -0,20 -5,05 +6,01 +0,86 Totale +1,72 -3,21 +8,96 +3,67 Dipendenti Pensionati * Valori rivalutati

La dinamica dei redditi 2008-2011 / e Considerando la disaggregazione dei redditi rivalutati per tipologia famigliare (fiscale) ricostruita, solo tra vedovi e tutelati i questi hanno evidenziato una leggera crescita tra 2008-2011 Guardando alle categorie più significative, un calo consistente è stato fatto segnare, all’opposto, dalle coppie bireddito (-2,73%) e dai separati (-2,96%)

Reddito medio per tipologia famigliare (fiscale)* Δ rivalutati: -1,99 2008 2011 * Valori rivalutati

La dinamica dei redditi 2008-2011 / f A livello territoriale, l’arretramento dei redditi reali risulta evidente in tutte le ripartizioni geografiche e con riferimento a tutte le classi di età, a esclusione, nuovamente, di quella degli ultra 65enni In cinque regioni soltanto i redditi dichiarata ai CAF Acli hanno mostrato un incremento tra 2008 e 2011: Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Liguria Abruzzo Calabria Tuttavia, considerando i redditi da lavoro dipendente è nelle ultime due regioni soltanto che si conferma una crescita degli importi dichiarati Guardando ai redditi da pensione, un trend di crescita tocca tre regioni: Marche Basilicata Sardegna

Reddito medio per regione* Δ rivalutati: -1,03 2008 2011 * Valori rivalutati

Celibi/nubili e vedovi Reddito medio per tipologia famigliare (fiscale) in alcune regioni italiane, anno 2011 Coppie mono e bi-reddito Celibi/nubili e vedovi Separati e divorziati

Celibi/nubili e vedovi Reddito medio per tipologia famigliare (fiscale) in alcune regioni italiane, variazione 2008-2011 Coppie mono e bi-reddito Celibi/nubili e vedovi Separati e divorziati

La composizione dei redditi Si consolida la quota di redditi da lavoro dipendente e assimilati Quota reddito da lavoro dipendente e assimilati per alcune tipologie famigliari – confronto anni 2008-2011 Nel periodo considerato, il campione Acli evidenzia una tendenza – per quanto guardando a queste tipologie di disaggregazione essa risulti minimale – verso un ulteriore consolidarsi dei redditi da lavoro dipendente e assimilati (+0,2 punti), a scapito dei redditi da fabbricati (-0,1 punti) e altri redditi (-0,1 punti) Questo trend risulta leggermente più intenso tra le coppie bi-reddito (+0,3 punti) e i vedovi (+0,4 punti) Si tenga conto che nell’esporre tale confronto non è considerato il fatto che nel 2011 è stato introdotto l’imponibile con cedolare secca