IL CONGRESSO DI VIENNA.

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IL CONGRESSO DI VIENNA E LA RESTAURAZIONE A cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda.
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La Restaurazione Congresso di Vienna
Transcript della presentazione:

IL CONGRESSO DI VIENNA

IL CONGRESSO DI VIENNA (novembre 1814 – giugno 1815) Austria, Inghilterra, Russia e Prussia le grandi potenze che hanno sconfitto Napoleone a Lipsia (1813), intendono restaurare il vecchio sistema politico, ma….. ….le trasformazioni portate - dalla rivoluzione sul piano sociale, politico, ideologico e militare e da Napoleone – che aveva modificato gli stessi confini degli Stati europei – erano irreversibili . ERA NECESSARIO INCONTRARSI E TRATTARE, TROVARE UN COMPROMESSO. A tale scopo viene convocato il Congresso di Vienna

2. I PROTAGONISTI Parteciparono 213 delegazioni degli stati europei Le decisioni più importanti vennero prese da: Lord Castelreagh (min. esteri inglese), Principe von Metternich (austriaco), Principe von Harenberg (prussiano), Conte Nesslrode (russo). Determinante la presenza di Talleyrand (min. francese) Tutto avvenne in un clima di mondanità: Vienna doveva apparire la vera capitale dell’Europa…

3. I PROTAGONISTI Von Metternich: il vero regista.. Molto colto, amava storia e scienze, parlava inglese, francese, italiano, slavo e latino, di memoria eccezionale. “La parola ordine è il punto di partenza. La libertà è il punto di arrivo. Il concetto di libertà può basarsi solo sul concetto di ordine”. Talleyrand: il principe del trasformismo. Zoppo, avido di denaro, avviato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica, a 20 anni vescovo e membro degli Stati Generali, abbandona la Francia perché ostile ai giacobini (1792), torna a Parigi (’96); Ministro degli esteri di Napoleone (1807), fa votare in Senato la sua deposizione (1814), favorisce poi il ritorno di Luigi XVIII di cui era ministro degli esteri al Congresso.

4. I CONTRASTI Gli Stati che hanno sconfitto Napoleone intendono aumentare la loro potenza: è necessario quindi un nuovo ordine internazionale. G. Bretagna: aspira ad un equilibrio europeo che le permetta di estendere il proprio impero coloniale e di ridimensionare Francia e Russia. Russia: vuole estendere la propria influenza verso occidente (Sassonia e Polonia) Austria: intende rafforzare i propri domini in Italia, nei Balcani e Confederazione Germanica. Prussia: lo stato più debole, vuole espandersi verso il Reno. Francia: appoggia il progetto inglese, vuole dare legittima autorità ai Borboni per difendere la sua integrità territoriale.

5. I CRITERI GUIDA DELLA DIPLOMAZIA Equilibrio: da Westfalia (1648), Utrecht e Rastadt (1713-14); si cercò di bilanciare la potenza tra gli Stati perché nessuno di essi affermasse la propria egemonia in Europa. Legittimità: introdotto da Talleyrand per difendere l’integrità territoriale francese (era opportuno o meno smembrare la Francia?). Secondo questo principio la sovranità dei Borboni era legittima in quanto voluta da Dio, usurpazione era il dominio napoleonico. In generale: solo i sovrani che regnavano prima della rivoluzione erano legittimi.

6. LA NUOVA CARTA POLITICA DELL’ EUROPA La Francia perse tutte le conquiste fatte con la rivoluzione Vengono formati stati cuscinetto per impedire l’espansione francese.(*) Olanda e Belgio (austriaco)= Regno dei Paesi Bassi* Regno di Sardegna annette la R. di Genova.* Confederazione Germanica – 38 stati sovrani, sotto la presidenza dell’Austria Russia: annette tre quarti di Polonia G. Bretagna: libera di espandere i suoi possedimenti coloniali Prussia: ottenne metà del regno di Sassonia e la Pomerania Svedese.* Austria: ottiene nuovi domini sui Balcani e il controllo diretto e indiretto sull’Italia.

7. L’ITALIA DOPO IL CONGRESSO DI VIENNA Divisa in 7 stati Scompaiono Repubblica di Venezia, Genova e Lucca. Il Regno di Sardegna è restituito a Vittorio Emmanuele di Savoia e annette la Liguria. Il Regno del Lombardo-Veneto è annesso all’Austria. Parma, Piacenza, Modena, Reggio, Toscana, Lucca a dinastie parenti degli Asburgo. Ferdinando I di Borbone diventa re delle due Sicilie (Regno di Napoli e Sicilia) Lo Stato Pontificio é restituito a Pio VII

8. Le eccezioni al principio di legittimità La mancata restaurazione del Sacro Romano Impero, di un Regno indipendente di Polonia, l’unione della Norvegia alla Svezia Non vengono ricostruite le Repubbliche: Province Unite (venne creato il Regno dei Paesi Bassi) Venezia è annessa all’Austria. Genova annessa al Regno di Sardegna Lucca trasformata in Ducato

9. IL CONGRESSO DI VIENNA la politica interna COMPROMESSO: - In Francia restaurata la monarchia, Luigi XVIII concesse una carta Costituzionale, conserva ordine amministrativo, personale burocratico e militare napoleonico - In Italia: politica moderata nel Grand. di Toscana (F. d’Asburgo Este), Ducato di Parma (M. Luisa d’Austria), R. di Napoli e Stato Pontificio. RESTAURAZIONE.: Impero Asburgico: multietnico contro l’idea di nazionalità Prussia, Russia, Regno di Sardegna.

10. LA POLITICA ESTERA Principio dell’intervento: insurrezioni rivoluzionarie, nazionali o liberali dovevano essere represse, si voleva evitare che ogni iniziativa locale incendiasse l’Europa Frequenti consultazioni (concerto europeo), la “politica dei congressi”, che portarono a tre alleanze: -1815: Santa Alleanza (Austria, Russia e Prussia i cui sovrani si offrivano reciproco aiuto – p. dell’intervento – se i loro troni erano messi in pericolo). -1815: Quadruplice Alleanza (le stesse potenze e la G. Bretagna per isolare la Francia). - 1818: Quintuplice Alleanza (G.B., A. P. R. e Francia)

11. Il CONGRESSO DI VIENNA NELLA STORIOGRAFIA Gli storici dell’800 (G. Gervinus, F. von Gentz) hanno criticato il mancato rispetto del principio di nazionalità, la superficialità rispetto alle libertà nazionali e costituzionali. Giudizi negativi, con motivazioni ottocentesche, sono presenti anche nella storiografia del primo ‘900. Es. Benedetto Croce (1866 – 1952): “L’assolutismo… non aveva nemmeno la forza reazionaria ricostruttrice da sopraffare gli ordini liberali dove già esistevano e togliere via i mutamenti effettuatesi nell’economia , nel costume e nella cultura”

12. IL CONGRESSO DI VIENNA NELLA STORIOGRAFIA Nel ‘900 la rivalutazione dopo le guerre mondiali e i totalitarismi: 1944- K. Polanyi (“La grande trasformazione”) : “Il secolo XIX ha prodotto un fenomeno inedito negli annali della civiltà occidentale la pace di cento anni dal 1815 al 1914, dopo un secolo (1700) di guerre”

13. IL CONGRESSO DI VIENNA NELLA STORIOGRAFIA E. J. Hobsbawm(1961): “Ammirazione per quegli statisti e per i loro metodi; la sistemazione dell’Europa dopo le guerre napoleoniche non fu né più giusta né più morale di qualunque altra, ma fu certo una sistemazione ragionevole e sensibile.” H. Kissinger: “Stupisce quanto fosse a imperfetto l’accordo raggiunto, ma quanto fosse ragionevole..”

FINE