LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

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Transcript della presentazione:

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda

LA RIVOLUZIONE AGRARIA In Inghilterra tra la fine del Seicento e l’inizio dell’Ottocento si assiste all’incremento della popolazione che provocò una crescente domanda di beni agricoli e di prodotti artigianali determinando un forte stimolo sull’attività economica e un poderoso sviluppo di diversi settori produttivi

L’aumento della popolazione determinò: uno sfruttamento intensivo dei campi una ricerca di nuove terre da coltivare l’uso di tecniche agricole più razionali il passaggio a nuove colture

Il progresso e l’espansione del settore agricolo incoraggiò un processo di accaparramento dei terreni destinati agli usi comuni

Ciò accadde principalmente in Inghilterra dove gli open fields (= zone destinate alla raccolta della legna e al pascolo gratuito) erano stati recintati e trasformati in enclosures (= possessi privati tutelati da una serie di leggi che intendevano proteggere e sviluppare il diritto di proprietà)

I contadini, privati della possibilità di poter coltivare liberamente i campi aperti, divennero braccianti stagionali al servizio dei proprietari I grandi proprietari introdussero una serie di migliorie tecniche e agricole che favorirono uno sfruttamento intensivo e razionale dei terreni

Nella seconda metà del 1700 si assiste a un grande sviluppo del settore agricolo, dal quale scaturì la “rivoluzione agraria” Questo fenomeno ebbe origine in Inghilterra e in Olanda ma si diffuse anche in Francia e nell’Italia settentrionale

Tale rivoluzione fu favorita da: nuovi metodi di coltivazione utilizzo dell’energia animale per la lavorazione dei campi lavori di irrigazione e di bonifica introduzione delle colture provenienti dal continente americano (patata, pomodoro, granturco) miglioramento degli strumenti agricoli (invenzione dell’aratro metallico, di trebbiatrici, sarchiatrici, seminatrici meccaniche)

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE

La crescita della popolazione comportò l’aumento della richiesta di merci con la conseguente necessità di trovare nuovi sistemi di produzione capaci di soddisfare la domanda Si assiste perciò in breve tempo ad una lunga serie di innovazioni ed invenzioni tecnologiche

Il primo settore colpito da questi cambiamenti fu l’industria tessile con l’introduzione di nuove macchine: la spoletta automatica la filatrice meccanica il telaio meccanico che permisero di perfezionare il sistema della tessitura e della filatura e determinarono la nascita delle filande su base industriale (1778)

Macchina in movimento

I nuovi macchinari erano grossi e molto pesanti e non potevano essere azionati con la sola forza animale Si passò dunque a sfruttare l’energia idraulica attraverso i mulini dando inizio ad una prima organizzazione di tipo industriale

L’INDUSTRIA MINERARIA E METALLURGICA

La presenza in Inghilterra di immensi giacimenti di ferro e di carbon fossile contribuì alla nascita delle industrie minerarie e metallurgiche

La rivoluzione industriale compì un altro passo decisivo grazie alla scoperta del vapore come fonte di energia L’ingegnere James Watt nel 1769 costruì la prima macchina a vapore

James Watt e la macchina a vapore

L’utilizzo dei telai meccanici e delle macchine a vapore implicava la necessità di investire notevoli capitali Scomparvero perciò le piccole imprese che, per affrontare le spese, si riunivano in società Un ruolo importante era svolto dalle banche che fornivano a queste società i finanziamenti necessari per l’acquisto degli impianti

IL PRIMATO ECONOMICO DELL’INGHILTERRA In Inghilterra avvennero tutte queste trasformazioni perché: era la nazione dove la borghesia da tempo godeva di potere economico e politico aveva raggiunto un’assoluta supremazia nell’ambito dei commerci anche grazie alla superiorità della sua flotta possedeva molte colonie dove attingere materie prime a bassissimo prezzo (cotone e spezie) e dove smerciare i beni prodotti

LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Dal processo di concentrazione delle macchine e dei capitali ebbe origine una classe sociale di imprenditori e industriali I contadini rimasti senza lavoro spopolarono le campagne affluendo nelle città (inurbamento o urbanesimo)

primi agglomerati industriali

Per sfuggire alla disoccupazione essi si riversarono nelle zone urbane dove vi erano le fabbriche nella speranza di trovare lavoro Il fenomeno dell’urbanesimo determinò anche il passaggio da un’economia di autoconsumo (= i contadini producevano tutto ciò di cui avevano bisogno) a un sistema in cui ogni bene doveva essere comprato

Nel giro di pochi anni ci fu un fortissimo aumento della popolazione nelle metropoli industrializzate Sorsero nuovi quartieri per gli operai, senza ordine e senza servizi pubblici e senza misure igieniche Affluivano in città folle di disoccupati, poveri, mendicanti, vagabondi, esasperati dalla fame e dalla malattia, costretti a vivere da emarginati

Venne a crearsi una netta distinzione tra la classe della ricca borghesia capitalistica e la classe operaia, cioè il proletariato (= la cui unica ricchezza era la propri figli da mandare al lavoro) I borghesi detenevano il capitale e miravano a trarne profitto Gli operai erano sfruttati senza regole perché pagati con salari bassissimi e costretti a vivere nei malsani e sovraffollati quartieri dei nuovi centri industriali

Le condizioni di vita del proletariato urbano erano durissime: quattordici ore di lavoro al giorno salario bassissimo donne e bambini costrette a lavorare per un compenso irrisorio per consentire la sopravvivenza del proprio nucleo familiare

Col diffondersi della meccanizzazione aumentò la disoccupazione I lavoratori cominciarono a reagire contro i bassi salari e i lunghi orari di fabbrica ma anche contro le macchine, considerate la causa del dilagare della disoccupazione e del ribasso dei salari

In Inghilterra nel 1779 ci fu il primo episodio di protesta: un operaio di Leicester NED LUDD ruppe un telaio meccanico dando vita ad una rivolta e al fenomeno della distruzione delle macchine, detto “luddismo” Il Parlamento reagì emanando una legge contro gli scioperi e le associazioni operaie La rivolta riprese con più violenza dando vita anche a scontri mortali con la polizia (1812) e ad arresti e sentenze capitali