I bambini raccontano la SHOAH

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Transcript della presentazione:

I bambini raccontano la SHOAH

Abbiamo ascoltato i racconti dei sopravvissuti, abbiamo visto immagini e documenti, abbiamo letto testi e poesie….non abbiamo compreso cosa agitò i cuori, le menti e le mani di certe persone ma abbiamo finto per un attimo di essere Pavel, Tati, Andra e Sergio ed abbiamo imparato che oltre al bene esiste il male

Gli Ebrei sono privati di ogni diritto e libertà. Tutto inizia nel 1938 quando Mussolini ed il Consiglio dei Ministri promulgano le leggi razziali. Gli Ebrei sono privati di ogni diritto e libertà. Privati di ogni diritto gli Ebrei vengono prima obbligati a vivere chiusi nei ghetti veri e propri quartieri prigione e poi deportati nei campi di concentramento . Intere famiglie vengono divise in un terribile destino di paura sofferenza e spesso morte privati della loro stessa identità.

Per un attimo abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo finto tutti di essere Sergio De Simone, uno dei tanti bambini di questa orribile Storia ed abbiamo raccontato in prima persona la sua vicenda cercando di sentirne e condividerne le paure e le speranze… La sua vita si è spenta quando aveva appena sette anni insieme ad altri venti bambini colpevoli solo di aver continuato a credere nelle persone, persone sbagliate.

Abbiamo raccontato anche la storia di Andra e Tati Abbiamo raccontato anche la storia di Andra e Tati . La loro è una storia a lieto fine perché sono sopravvissute alla morte e oggi con il volto segnato dal tempo e dalla sofferenza ricordano la loro vicenda recandosi ogni anno nei luoghi del dolore.

Abbiamo scelto di leggere questa poesia di Pavel affinché a tutti i bambini del mondo non venga mai negato il diritto di sognare. Abbiamo fatto volare le nostre farfalle sui vetri della scuola . Sulle loro ali volava anche il nostro desiderio di pace e fratellanza fra i popoli. Noi abbiamo scelto la strada delle parole e non quella della prevaricazione.

LIA LEVI La portinaia Apollonia Abbiamo illustrato la storia di Daniel, un bambino come noi che però ha dovuto imparare che la realtà non è una favola. Ci ha condotto nelle vie e fra le persone durante la guerra. Ci ha insegnato che i cattivi si chiamavano Tedeschi, che la mamma poteva lavorare solo di nascosto e che il papà cercava i soldati buoni e che le persone avevano fame.

Daniel era un bambino ebreo che viveva in un un grande palazzo con la sua mamma. Nel palazzo c’era una portinaia di nome Apollonia. Portava occhiali con i vetri grossi. I suoi occhi sembravano pesci grigi in un acquario. Daniel ne aveva molta paura e pensava fosse una strega…la strega di Hansel e Gretel e faceva di tutto per non incontrarla

C’era la guerra e la farina iniziava a scarseggiare C’era la guerra e la farina iniziava a scarseggiare. I fornai impastavano la farina con carta e segatura per rendere il pane più pesante. Daniel diceva che il pane era davvero brutto.

In città c’erano moltissimi soldati cattivi In città c’erano moltissimi soldati cattivi. Si chiamavano tutti Tedeschi

Daniel sognava tutte le notti il suo papà che era partito per andare in cerca dei soldati buoni.

Poiché gli Ebrei non potevano lavorare, la mamma di Daniel ricamava di nascosto lenzuola per le suore per guadagnare qualche soldo.

Mentre la mamma lavorava, Daniel usciva da solo per andare a comprare il pane. La fila era sempre lunghissima ma Daniel riusciva ad intrufolarsi fra le persone.

Ogni volta che tornava a casa, per paura di passare davanti ad Apollonia Daniel chiamava la mamma che scendeva ed insieme salivano le scale. Ma una mattina non fu così. Daniel chiamò la mamma ma la mamma non rispose.

Qualcuno lo afferrò alle spalle e gli serrò la bocca forte forte… Daniel pensò che lo avesse preso la strega che lo portava nella stanza del carbone, la sua casa…

Forse anche una strega certe volte può salvare un bambino. Daniel finì nella stanza del carbone dove lo abbracciò la mamma che gli spiegò che Apollonia , vedendo i soldati Tedeschi avanzare verso il palazzo l’aveva portata in salvo e poi aveva salvato anche lui. Daniel capì che le fiabe non raccontano sempre la verità. Forse anche una strega certe volte può salvare un bambino.

27 GENNAIO Abbiamo affinato i nostri sensi: abbiamo udito le grida di dolore Abbiamo visto la vita di molti terminare Abbiamo sentito l’odore acre ed aspro delle ferite Abbiamo provato la fame e la sete Abbiamo imparato a diffidare di chi parla bene ed agisce male «E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: Questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto……. Occorre quindi affinare i nostri sensi, Diffidare degli incantatori, Di quelli che dicono belle parole Non sostenute da buone ragioni.» Primo Levi

La storia ci ha insegnato che non esistono razze umane meno forti ed intelligenti di altre. Abbiamo capito che siamo tutti uguali, siamo tutti uomini e che le diversità culturali , religiose e fisiche non rendono una persona migliore o peggiore di un’altra.

Per comprendere meglio abbiamo cercato documenti fotografici e filmati originali. Li abbiamo selezionati e commentati. Abbiamo letto pagine di diario, lettere… che ci hanno raccontato luoghi, persone e sentimenti…

PER NON DIMENTICARE LE ROSE BIANCHE E TUTTI QUEI BAMBINI A CUI ANCORA OGGI VENGONO NEGATI I LORO DIRITTI FONDAMENTALI E PER NOI BAMBINI PIU’ FORTUNATI AFFINCHE’ NON DIMENTICHIAMO L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE CHE CI RENDE UOMINI RAGIONEVOLI E LIBERI.