Ricerche urbane
Topografia antica La topografia antica (dal greco topos, luogo e graphein, scrivere) è una disciplina afferente all’ambito delle scienze storiche che si occupa di individuare, interpretare e studiare l’azione dell’uomo sul territorio, i condizionamenti operati dalla natura sulle attività umane e le conseguenti interazioni, contribuendo in modo determinante ed insostituibile alla ricostruzione storica. La topografia storica si riferisce a tutti quegli studi che hanno per oggetto la ricostruzione dell'assetto del territorio, e quindi, in definitiva, l'evoluzione del rapporto uomo/ambiente nel passato, sia quello remoto che quello più vicino a noi. Si tratta, inoltre, di un metodo di studio e di un punto di vista sui fatti storici assolutamente peculiare nel panorama delle discipline storiche ed archeologiche. Tale disciplina può essere anche denominata topografia storica o topografia archeologica
Topografia antica Gli strumenti peculiari a tale disciplina abbracciano un quadro molto ampio che muove dalla ricerca archeologica sul terreno per completarsi con sistemi di esegesi integrati (comprendenti l’utilizzazione delle fonti letterarie, epigrafiche, iconografiche e archeologiche), strumenti bibliografici e archivistici, documenti storici medievali e moderni di vario tipo (cartografici, illustrativi, toponomastici), lettura comparata della cartografia storica. La ricerca sul campo, in particolare, coadiuvata da metodologie, tecnologie e strumentazioni in continuo e costante aggiornamento, integra la conoscenza archeologica attraverso l’acquisizione di dati fattuali ed interpretativi di varia classificazione.
Cosa produce Carte archeologiche Carte tematiche (di fase, tipologiche, ecc.) Analisi sui resti della impostazione urbana antica Ricostruzioni dell’urbanistica di una città antica Carte di rischio archeologico Pubblicazioni Mappe e brochures per uso divulgativo
Metodologia della ricerca
Censimento delle presenze archeologiche conosciute Il primo passo della ricerca topografica urbana consiste nel censimento di tutte le presenze archeologiche conosciute. Esso avviene in varie fasi e con l’ausilio di diverse tipologie di analisi: Analisi di tutta la bibliografia precedente. Si prendono tutti i libri pubblicati sulla città e ogni volta che si fa cenno ad un ritrovamento archeologico si compila una scheda identificativa. E’ importante analizzare tutta la bibliografia, soprattutto quella più antica. Ricognizione urbana. Si percorre tutta la città ed ogni volta che si trovano i resti di un monumento antico o una struttura interessante si compila una scheda. Analisi della documentazione archeologica. Tutti i musei civici e le soprintendenze archeologiche sono dotati di un archivio dove sono registrati tutti i ritrovamenti occasionali e non. Si legge tutta la documentazione presente e si compila una scheda. Analisi delle immagini storiche: foto, quadri, incisioni su libri, cartoline, antiche mappe. Si esaminano autopticamente tutti questi documenti e ogni volta che si trova qualcosa di antico si compila una scheda.
Geoposizionamento delle schede Una volta che sono state realizzate tutte queste schede, ognuna di esse viene presa e il ritrovamento (esistente, citato nei libri, documentato o riconosciuto da una immagine) viene posizionato su una carta geografica della città. Se il posizionamento viene realizzato su una carta topografica tradizionale, si useranno dei segni convenzionali per distinguere le tipologie di ritrovamenti. Se il posizionamento avviene in un sistema GIS, è possibile riportare direttamente la scheda compilata in modo da poter poi estrapolare qualunque informazione di cui ci sia bisogno.
La carta delle potenzialità archeologiche urbane La carta delle potenzialità archeologiche urbane è uno strumento di censimento, tutela e valorizzazione del bene archeologico sepolto che permette di prevedere, con una certa attendibilità, il rischio di rinvenire stratigrafie archeologiche nel corso di lavori sul sottosuolo. In mancanza di un tale strumento l’intervento di tutela si realizza quasi sempre a posteriori, con fermi lavori o con un rallentamento delle attività di cantiere, sia con danno economico per gli operatori che con la perdita di molti beni archeologici. La carta delle potenzialità archeologiche permette invece di conoscere con buona approssimazione la "consistenza" della stratigrafia archeologica dell’area interessata ad un progetto e di pianificarne l’intervento di scavo prima dell’apertura del cantiere, con evidenti risparmi economici e di tempi e ottenendo contemporaneamente una efficace tutela e conoscenza del bene archeologico.