Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa)

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Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa)

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Fu filosofo, poeta, scienziato, taumaturgo. Di antica famiglia nobile e ricca di Agrigento, come suo padre Metone, che ebbe un ruolo importante nell'allontanamento del tiranno Trasideo dalla città nel 470, Empedocle partecipò alla vita politica negli anni fra il 446 e il 444 a.C., schierandosi dalla parte dei democratici e contribuendo al rovesciamento dell'oligarchia, instauratasi all'indomani della fine della tirannide, e alla formazione di un governo detto dei "Cinquecento". Dai suoi nemici fu poi esiliato nel Peloponneso, dove forse conobbe Protagora e Erodoto. Tra i suoi discepoli vi fu anche Gorgia.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Secondo il racconto di Diogene Laerzio, si iscrisse alla Scuola pitagorica divenendo allievo di Telauge, il figlio di Pitagora. Seguì la dieta pitagorica e rifiutò i sacrifici cruenti. Stando ad una leggenda, dopo una vittoria olimpica alla corsa dei carri, per attenersi all'usanza secondo cui il vincitore doveva sacrificare un bue, ne fece fabbricare uno di mirra, incenso ed aromi, e lo distribuì come prescriveva la tradizione.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Se della sua vita non abbiamo molti dati certi, la sua fama di mago contribuì, invece, a far nascere molte leggende sul suo conto. I suoi amici e discepoli raccontano, ad esempio, che alla sua morte, essendo amato dagli dei, fu assunto in cielo. I suoi detrattori, al contrario, riferiscono che, gettato nel cratere dell'Etna, il vulcano avrebbe poi restituito i suoi calzari per dimostrarne la morte. In realtà non sappiamo neanche se sia morto in patria o, come sembra più probabile, nel Peloponneso. I Sicelioti lo veneravano come profeta, mago, taumaturgo e gli attribuivano numerosi miracoli.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) A Empedocle la tradizione attribuisce numerose opere, fra cui anche alcuni trattati – sulla medicina, sulla politica e sulle guerre persiane – e tragedie. A noi sono giunti però solo frammenti dei due poemi: Sulla natura (Περὶ Φύσεως, titolo per altro comune a molte opere filosofiche antiche) e Purificazioni o Carme lustrale (Καθαρμοί). Della prima, di carattere cosmologico e naturalistico, sono rimasti circa 400 frammenti di diseguale ampiezza sugli originali 2000 versi, mentre della seconda, di carattere teologico e mistico, ne abbiamo poco meno di un centinaio rispetto agli originali 3000. La lingua da lui usata è il dialetto ionico.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) La filosofia di Empedocle si presenta come un tentativo di combinazione sintetica delle precedenti dottrine ioniche, pitagoriche, eraclitee e parmenidee. Dalla filosofia ionica e da quella di Eraclito egli accoglie l'idea del divenire, del continuo e incessante mutamento delle cose. Da Parmenide, al contrario, accetta la tesi dell'immutabilità e dell'eternità dell'Essere.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Empedocle – e come lui anche gli altri fisici pluralisti – cerca di risolvere questa contraddizione distinguendo: composti mutevoli, elementi primi, immutabili, che li compongono.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Empedocle chiama tali elementi (stoichéia, termine da attribuire a Platone) "radici" (rizòmata). Afferma che sono in tutto quattro, associando ognuno di essi a un particolare dio della mitologia greca, sulla base di concezioni orfiche e misteriche proprie dei riti iniziatici allora in uso presso la Sicilia orientale.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Le quattro radici (e i rispettivi dèi associati) dunque sono: terra (Era), acqua (Nesti) aria (Zeus), fuoco (Ade). .

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) L'aggregazione e la disgregazione delle radici sono determinate da due forze cosmiche e divine Amore (Philìa) e Discordia (Néikos) o Odio secondo un processo ciclico eterno.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Ciclo cosmico Eterno ritorno Azione della Discordia Azione della Discordia COSMO SFERO CAOS COSMO Azione dell’Amore Azione dell’Amore

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Le quattro radici sono anche alla base della gnoseologia di Empedocle. Egli infatti sostiene che i processi della percezione sensibile e della conoscenza razionale siano possibili solo in quanto esiste una identità di struttura fisica e metafisica tra il soggetto conoscente, ossia l'uomo, e l'oggetto conosciuto, ossia gli enti della natura, da cui si sprigionano degli effluvi.

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Questa omogeneità rende possibile il processo della conoscenza umana, che si basa sul criterio del simile conosciuto dal simile. Così affermò Empedocle: «Noi conosciamo la terra con la terra, l'acqua con l’acqua, il fuoco con il fuoco, l'amore con l'amore e l'odio con l'odio». .

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) Nel secondo scritto a noi pervenuto, le Purificazioni, Empedocle riprende la teoria orfica e pitagorica della metempsicosi, affermando l'esistenza di una legge di natura che fa scontare agli uomini le proprie colpe attraverso una serie continua di nascite e di morti, tramite cui l'anima, di origine divina, trasmigra da un essere vivente all'altro (animale o vegetale) per millenni. Questa concezione conduce al rifiuto assoluto dei sacrifici, poiché in ogni essere vivente vi è un'anima umana, che sta compiendo il suo ciclo di reincarnazioni. Se nel corso di questo ciclo l'anima si è comportata secondo giustizia, al termine potrà tornare nella sua condizione divina. .

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) SENTENZE È una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita. Quando porrete fine a questa maledetta strage? Non vedete che vi divorate l'un l'altro per la folle dissennatezza dei vostri cuori? (Purificazioni) .

Empedocle (Ἐμπεδοκλῆς) (Agrigento, 490 a.C. circa – 430 a.C. circa) SENTENZE Il sole che acuto saetta. La luna dal chiaro occhio. Il mare, sudore della terra. La notte, solitaria e cieca (Perì physeos). Il simile conosce il simile (Perì physeos). Io una volta fui ragazzo e ragazza, cespuglio e uccello e muto pesce nelle onde. La natura cambia tutte le cose, avvolgendo le anime in strane tuniche di carne (Katharmoí). .