Dr. Claudio Boienti (psicologo) SCRITTO SUL CORPO Dr. Claudio Boienti (psicologo)
PIERCING TATUAGGI E ALTRE MANIPOLAZIONI CORPOREE Capire e interpretare i complessi messaggi del corpo nella realtà contemporanea degli adolescenti
NUOVE MODE ANTICHI RITUALI Le popolazioni tribali sparse in tutto il mondo sono ricorse più specificatamente alle decorazioni corporee per: Indicare la propria appartenenza a un clan, a una tribù o a un gruppo totemico; Segnalare la fascia d’età, il rango sociale o lo status; Marchiare schiavi e criminali; Significare il lutto; Tenere lontani il male e le malattie; Ottenere l’ingresso, in punto di morte, in un altro mondo; Acquisire poteri magici; Apparire feroce e terribile ai nemici; Essere più attraenti per gli altri e per se stessi; Aumentare lo stimolo sessuale in se stessi e nel partner.
Le tecniche di ornamento e modificazione del corpo sono innumerevoli dal marchio di Caino, citato nel Vecchio Testamento, ai tatuaggi sul viso dei Maori, agli odierni piercing, branding e scarificazioni degli urbano-tribali di Londra, New York, Tokyo e Amsterdam, nonché dei neotribali di tutto il mondo. Guardando alla varietà di questi interventi sul corpo appare evidente che le differenti pratiche mostrano poche somiglianze le une con le altre. Per classificarle, gli antropologi usano un metodo che si basa su due fattori: l’oggettività della permanenza (la durata di una decorazione nel tempo) e la variazione strutturale (se, cioè, la parte del corpo che viene abbellita appartiene ai tessuti molli oppure ossei).
Dall’incrocio di questi fattori nasce uno schema che racchiude le tante tecniche, antiche e moderne, in quattro differenti tipologie: non invasive; invasive temporanee permanenti
Pratiche non invasive Queste pratiche includono tutti i metodi di decorazione che interessano solo la superficie del corpo. Le tecniche non invasive non implicano alcun cambiamento strutturale, né la modificazione del corpo o di sue parti. Gli esempi più tipici di ornamenti non invasivi sono l’uso di smalto per le unghie, gli orecchini con la clip, la tintura dei capelli. L’uso di lenti a contatto colorate, ma anche il body painting integrale, la colorazione dei denti, i disegni per il viso, gli arti o, infine, la crescita smisurata delle unghie.
Pratiche invasive Questa categoria include le tecniche che mirano a modificare una qualsiasi parte del corpo, sia temporaneamente, sia permanentemente, attraverso l’allungamento, la perforazione, il taglio o l’asportazione, l’introduzione di sostanze estranee o la modificazione della struttura ossea. Gli esempi più tipici di decorazione corporea invasiva vanno dal trucco permanente, da alcuni tipi di piercing e dai tatuaggi fino all’allungamento del collo e del cranio, alla circoncisione e alla clitoridectomia o alla plastica vaginale.
Le pratiche invasive vanno poi suddivise in: Temporanee, come il trucco permanente o il piercing semplice; Permanenti, come l’imperlinatura, l’allungamento dei lobi, alcuni tipi di interventi di chirurgia estetica, l’infibulazione, l’inserzione di dischi nei lobi delle orecchie, l’inserzione di placche nelle labbra, i vari tipi di piercing con allungamento dei fori, la scarificazione (branding e cutting), la subincisione e il tatuaggio; modificazioni permanenti che coinvolgono le ossa, come certi tipi di chirurgia estetica, l’allungamento delle ossa del cranio, del collo e la fasciatura dei piedi; amputazioni, come la castrazione, la circoncisione, la clitoridectomia, il sacrificio delle dita, l’estrazione e la limatura dei denti.
Decorazioni temporanee In questa categoria rientrano tutte quelle pratiche che sembrano cambiare solamente l’aspetto superficiale del corpo e, di conseguenza, anche la percezione di sé. Possono essere distinte in decorazioni di breve e di lunga durata, a seconda del lasso di tempo in cui rimarranno percepibili dopo essere state applicate. Il tipico ornamento di breve durata è non invasivo e si può rimuovere in qualsiasi momento dopo l’applicazione. A secondo dei materiali usati, questo tipo di decorazione può svanire completamente oppure lasciare delle tracce solo per qualche tempo.
Le decorazioni di lunga durata, invece, non possono essere rimosse facilmente a causa della loro natura leggermente invasiva. L’unico sistema naturale di rimozione è la capacità di auto rigenerazione dei tessuti del corpo nel corso del tempo. L’esempio più calzante di ornamento di lunga durata è il tatuaggio cosmetico, che può durare da tre a sei anni. Anche il piercing può essere temporaneo, dato che una semplice perforazione della pelle si richiude se l’oggetto che vi era stato inserito viene rimosso e non è più utilizzato per un lungo periodo di tempo.
Modificazioni permanenti La maggior parte delle decorazioni corporee permanenti sono, nel contempo, anche invasive: il piercing e la scarificazione ne costituiscono l’esempio più evidente. Le modificazioni permanenti possono essere eseguite in modi molto differenti, a seconda che a essere coinvolti siano i tessuti molli (pelle o carne) o la struttura ossea. Le alterazioni di tessuti molli comprendono il tatuaggio, la circoncisione, il lifting facciale, la plastica vaginale, così come il piercing, se quest’ultimo viene mantenuto e allargato nel tempo.
Le variazioni alla struttura ossea, invece, avvengono attraverso pratiche quali l’allungamento del cranio e del collo, la limatura dei denti o l’inserimento in questi ultimi di pietre preziose. Tutte queste tecniche sono alterazioni invasive e permanenti. Alcune, poi, sono altresì delle amputazioni, per quanto ridotte, di una parte del corpo, della quale significano quindi la perdita permanente.
SCARIFICAZIONE
Nel senso scientifico, il termine scarificazione si riferisce alla creazione, attraverso una qualsiasi tecnica, di una o più cicatrici permanenti su una qualsiasi parte della pelle. Sono escluse, dunque, quelle cicatrici che sono conseguenza di incidenti o di interventi chirurgici.
Oggi la decisione di farsi scarificare viene presa esclusivamente da chi decide di ornare il proprio corpo, ma nei secoli passati, soprattutto tra le popolazioni tribali, la decisione era presa da una autorità superiore, senza il consenso dell’interessato.
Le tecniche di scarificazione sono varie e ognuna dà un risultato estetico diverso: si può distinguere tra il branding, il cutting semplice e quello a cui segue l’iniezione di particolari sostanze nella pelle.
Nell’uso moderno, comunque, nell’ambito degli atelier per tatuaggi e piercing, il termine scarificazione viene riservato all’ultima fra le tecniche citate. Questa consiste nel taglio o nell’incisione della pelle e nella successiva introduzione nella ferita ancora aperta di una sostanza, come la cenere, l’inchiostro o altro ancora, per poterne manipolare il processo di cicatrizzazione. Una volta richiusa la ferita, la conseguente cicatrice risulterà molto pronunciata sia dal punto di vista visivo, sia da quello tattile. Queste caratteristiche dipendono proprio dal tipo di scarificazione e dalle sostanze inserite nella ferita.
Se dalla ferita iniziale si originerà una cicatrice fibrosa - un cheloide – o meno, dipende largamente dall’eredità genetica e da una serie di ormoni e anticorpi che ogni soggetto produce in quantità differente nella situazione di malattia o malessere, nonché in presenza di sostanze estranee nel proprio corpo.
PIERCING Piercing, o body piercing, (dall'inglese to pierce, perforare) indica la pratica di forare alcune parti superficiali del corpo allo scopo di introdurre oggetti in metallo, spesso arricchiti con pietre preziose, osso, pietra o altro materiale, come abbellimento o pratica rituale.
Con piercing si intende una perforazione della pelle e dei tessuti sottostanti per creare una piccola "galleria" nella carne. Generalmente viene praticato nei lobi delle orecchie, nelle narici, nel setto nasale, nelle labbra, nell’arco sopraccigliare, nei capezzoli o nei genitali. Finché il foro di un piercing non viene allargato e dilatato per mezzo di un peso o altro, esso è da considerarsi una modificazione temporanea in quanto, nel momento in cui viene a mancare l’inserzione di un oggetto, i tessuti tendono a richiudersi. Un sufficiente allargamento del piercing è ottenibile inserendo nel foro in questione degli oggetti quali anelli in metallo, tubi, bastoncini e pesi che trasformano il piercing normale in piercing permanente. Il tipo di piercing cui segue l’inserzione di uno o più anelli di metallo viene anche chiamato ringi
Perché il piercing piace consente di raggiungere gli ideali di bellezza dettati dalla moda del momento; suscita stupore e curiosità, catalizzando l’attenzione di chi guarda ed in molti casi crea scandalo; è un modo per essere al centro dell’attenzione, per uscire dall’anonimato, per trasgredire; è un’espressione di ‘diversità’ dalla massa (anche se poi la moda tende invece ad omologare i comportamenti, rendendo tutti simili nel loro voler essere diversi); è l’affermazione decisa di un diritto di disporre del proprio corpo come della propria identità e della propria vita; può rappresentare un forte impegno con sé stessi a ricordare un’esperienza, un amore, una persona per tutta la vita ; può servire, specie nel piercing ‘pesante’ ad esorcizzare il dolore e la morte e guadagnarsi un pezzo di eternità.
INNESTO CHIRURGICO DI MATERIALI SOTTOCUTE IMPLANTS INNESTO CHIRURGICO DI MATERIALI SOTTOCUTE
Implanted magnets
MODIFICAZIONE CHIRURGICA DI PARTI DEL CORPO Trasformazione, attraverso la chirurgia, di alcune parti del corpo che vanno ad assumere connotati totalmente disversi dall’origine
Ear Spinking
PLASTICA VAGINALE e RITOCCHI GENITALI
SPLIT LINGUALE
Tatuaggi Corneali
TATUGGI SOTTOCUTANEI
Tra carne ed elettricità TATUAGGI ANIMATI Tra carne ed elettricità
BRANDING La marchiatura a fuoco
Il branding è un tipo di scarificazione ottenuto bruciando la pelle per mezzo di barrette di metallo incandescenti. Ha origine dall’abitudine di marchiare gli animali per dimostrarne la proprietà e dai marchi praticati sugli schiavi, nell’antico Egitto, tra i Romani e altrove. Agli schiavi erano imposti collari non rimovibili e, spesso, segni a fuoco specifici. In altri Paesi, come in Francia e Inghilterra, il branding era usato per marchiare i criminali e gli eretici, pratica mantenuta fino al XVIII secolo.
La stessa pratica, spinta però da motivazioni differenti, è stata recuperata negli Stati Uniti del XX secolo: i membri di confraternite universitarie, specialmente di quelle con una predominanza di neri, si marchiano per rendere pubblica tale appartenenza. Come scrive l’autore Michelle Delio, "la pratica continua fino ai nostri giorni e molte figure preminenti, quali le star dei "Chicago Bulls", Michael Jordan, Emmit Smith dei "Dallas Cowboys" e il reverendo Jesse Jackson, hanno la lettera greca della confraternita di appartenenza indelebilmente marchiata sulla pelle".
In altri contesti, poi, il branding viene utilizzato come segno radicale di sottomissione e di possesso Negli anni recenti, tuttavia, si è cominciato a concepirlo come mezzo ornamentale, scegliendolo da solo o in concomitanza con il tatuaggio. In molti Paesi, perfino nella permissiva Olanda, la pratica del branding è vietata dalla legge, per cui è ancora poco diffuso, ma decisamente in ascesa.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE