L’accoglienza è determinante nella catechesi. Un ragazzo che non è ben accolto e guardato con simpatia, non riceverà nulla!
All’inizio di ogni incontro “Io ho un mezzo per accogliere bene ogni ragazzo”, dice Severina, “faccio un piccolo diario di ciò che ognuno mi dice: preoccupazioni, compagni, sport preferito, scuola, feste di famiglia”.
All’inizio di ogni incontro “Prima dell’incontro rileggo le mie note, ed è già un modo di pensare a loro, di prepararmi ad accoglierli”.
All’inizio di ogni incontro Evitate di aggredirli fin dall’inizio con discorsi troppo impegnativi. “I primi minuti sono decisivi. Mi accorgo subito se il menu è gradito, se ho saputo destare il loro appetito” (Raffaella)
Chiamateli per nome Ognuno deve sentirsi coinvolto in forma personale. Quando qualcuno è stato assente, ricevetelo con particolare attenzione. “Come stai, Chiara? Ti è passato il raffreddore?”. Incaricate qualcuno che riassuma qualcosa dell’incontro precedente.
Anche la sala dove si fa catechesi ha il suo peso A volte è una stanza brutta e disordinata, piena di tutto, rumorosa. Assicuratevi che l’ambiente sia arioso e gradevole, che ciascuno abbia un posto comodo,che tutti si sentano a proprio agio: i ragazzi, ma anche il catechista!
La preghiera dei ragazzi e quella del catechista La preghiera crea nel gruppo un clima speciale. A volte si trasforma addirittura in un’esperienza indimenticabile.
La preghiera dei ragazzi e quella del catechista Il catechista deve prepararsi per fare tutto questo. “Quando ho finito di preparare ogni cosa, mi prendo un momento di silenzio e affido a Dio il mio incontro, invoco lo Spirito Santo” (Marisa)