Qualificare il lavoro di cura: Assistenti familiari e rete Sergio Pasquinelli Istituto per la Ricerca Sociale – Qualificare.info

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Transcript della presentazione:

Qualificare il lavoro di cura: Assistenti familiari e rete Sergio Pasquinelli Istituto per la Ricerca Sociale – Qualificare.info Regione Emilia Romagna 17 Dicembre

Dinamiche in atto 1. Dilaga il lavoro sommerso (2/3 del totale) 2. Fin che si può si ricorre agli aiuti intra- familiari 3. Preferenza del lavoro a ore rispetto alla co- residenza 4. La disoccupazione come fenomeno nuovo in questo settore 2 Nostre stime: in Emilia Romagna sono presenti circa assistenti familiari, per retribuire le quali le famiglie spendono circa 900 milioni di euro all’anno.

Le assistenti familiari: come cambiano? EtàIn media 42 anni, nuove ondate migratorie più giovani Provenienza e progettoItalia (10%), Est Europa (60%) Sud America (30%). Cresce la “stanzialità” e i ricongiungimenti Tipo di lavoro svoltoA ore (desiderato da badanti) e co- residente (desiderato da famiglie) Propensione al lavoro di curaIn diminuzione, obiettivo colf, a ore, in residenza o ospedale Livello di regolaritàMeno di un terzo con contratto 3

Che fare? Livello nazionale (qui non trattato) Livello regionale e locale 4

Tre Sfide: 1. Creare la “filiera”: valore aggiunto rispetto alla solitudine del mercato sommerso 2. Intermediazione domanda e offerta, ma anche: info, assistenza contrattuale, appoggi, monitoraggio nel tempo (“one-stop-shop”) 3. Superare il rapporto di lavoro individuale badante/famiglia (grosso vincolo all’emersione) 5

La “filiera” si compone di: 1. Facilitazione incontro domanda/offerta 2. Counselling, informazioni, sostegni nel tempo 3. Formazione professionale 4. Accreditamento/certificazione delle competenze 5. Buoni e assegni di cura 6

I limiti del passatoLe nuove direzioni Sportelli Solo abbinamento badanti/famiglie. Scarso accompagnamento successivo Informazione e orientamento Analisi dei bisogni e Bilanci di competenze Abbinamenti domanda/offerta Accompagnamento continuativo nel corso del processo assistenziale Formazione e Certificazione Corsi lunghi, poco attrattivi, isolati rispetto al sistema dei servizi e al mercato del lavoro. Percorsi brevi organizzati per moduli. Tutoraggio on the job attraverso operatori domiciliari. Collegamento con Registri/Albi Registri/Albi Elenchi poco accompagnati rispetto ai bisogni specifici e alle aspettative delle famiglie Strumento di lavoro dei servizi. Collegamenti con i Centri per l’impiego. Certificazione delle competenze informali Sostegni alle famiglie Prevalentemente contrattuali Collegamenti con il sociosanitario e la sanità, azioni di prossimità, mutuo aiuto tra caregiver I limiti del passato e le nuove direzioni 7

“Sportello badanti”: solo matching?

Sportelli: i contratti stipulati non possono essere l’unico indicatore di risultato Sportelli: la sfida di fare sistema tra pubblico e privato. Ibridare le esperienze Assegni di cura “badanti”: scarso interesse se coprono solo gli oneri contributivi Assegni di cura “badanti”: solo Isee? Quanto dare a chi? Formazione: interessa se breve, se funzionale verso profili altri Certificazione delle competenze informali: importante definire standard professionali minimi Alcuni nodi, oggi, da sciogliere 9

Oltre la formazione: certificare le competenze informali Di particolare importanza per il settore del lavoro di cura, caratterizzato da un elevato numero di operatori stranieri spesso privi di specifica formazione, ma che hanno maturato una esperienza “sul campo”. NODI: l Definizione di uno standard di contenuti professionali minimo; l Definizione di un dispositivo omogeneo per la certificazione delle competenze; l Preparazione richiesta ai certificatori; l Collegamento tra certificazione delle competenze e valutazione del bisogno assistenziale 10

 Badante di condominio  Lavoro somministrato  Tutoring domiciliare (Sad-badanti)  Deroga al contratto coll. Coop. sociali  Sportello “a rete”: Comuni, Cpi, terzo settore Alcune sperimentazioni in atto 11

1. Distanza tra ciò che si sa e ciò che sarebbe utile sapere sui diversi interventi 2. Valutare gli effetti delle azioni promosse: effetti netti generati in termini di benessere per gli anziani e i loro familiari 3. Funzione che potrebbe assumere un “Osservatorio”– viste le dinamiche in atto nei prossimi 30 anni e i molteplici progetti in corso Per concludere: 12