LA RIVOLUZIONE RUSSA.

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LA RIVOLUZIONE RUSSA

Economia e società russa La Russia, la nazione più grande del mondo, era un paese povero, in gran parte analfabeta (l’80% della popolazione), con ferrovie, strade, canali navigabili insufficienti. In campagna viveva una moltitudine di contadini (circa l’85% della popolazione) in disperate condizioni di abbandono e ignoranza.

Il potere Ai vertici della società vi erano lo zar, le massime autorità della chiesa ortodossa e un esiguo numero di nobili e ricchi borghesi, prevalentemente proprietari di immense tenute agricole. I Romanov: Nicola II e la sua famiglia

Uno Stato assolutista Lo Stato era retto sul principio che il potere dello zar derivasse direttamente da Dio e non avesse alcun limite. Esisteva un Parlamento, la Duma, convocato di rado e privo di autorità. Non vi era diritto di voto, non esisteva la libertà di stampa, la giustizia era lenta e corrotta. Erano vietati i partiti, le associazioni di lavoratori, i sindacati.

La prima guerra mondiale La Russia nel 1914 era entrata in guerra con Inghilterra e Francia contro Germania e Austria. Il conflitto aveva messo a nudo la debolezza della nazione: mancavano armi, vestiti, scarpe, vagoni e carri per le truppe. Tra il 1914 e il 1917 l’esercito russo aveva subito tremende sconfitte.

Una situazione esplosiva La povertà del paese Un regime fortemente autoritario Le pesanti sconfitte al fronte

La Rivoluzione del febbraio 1917 Si innescarono reazioni anche di grande violenza: nelle città gli operai scioperavano e chiedevano pane, maggiori libertà, la fine di un potere assoluto e brutale. Le agitazioni dilagavano. A Pietrogrado nel febbraio del 1917, i soldati, inviati dallo zar per stroncare lo sciopero generale, si rifiutarono di sparare e si unirono agli operai. Fu formato un nuovo governo e lo zar Nicola II fu costretto a lasciare il trono.

Un governo repubblicano provvisorio Furono presi provvedimenti che indirizzavano il paese verso un regime democratico: libertà di parola, di stampa, di religione, confisca delle terre degli zar e dei grandi latifondisti, elezione a suffragio universale di un’assemblea costituente. Il governo provvisorio fu una scelta rovinosa: contrariamente alle speranze della popolazione, decise di continuare la guerra.

I soviet Contemporaneamente si diffondevano in tutta la Russia i soviet. soviet = consiglio I soviet erano consigli di delegati eletti direttamente sui luoghi di lavoro: nelle fabbriche (soviet di operai), nei reparti militari (soviet dei soldati) e nei villaggi (soviet dei contadini) I soviet difendevano i diritti dei lavoratori e soprattutto ne dirigevano le lotte politiche per cambiare la società russa. All’interno dei soviet prevalevano i socialisti che erano divisi in due opposte fazioni: Menscevichi = miravano a realizzare graduali riforme della società e dello Stato Bolscevichi = erano convinti della necessità di una rivoluzione che portasse i proletari al potere. Erano convinti che l’istituzione della repubblica fosse soltanto il primo passo verso una trasformazione totale della società. Perciò volevano che si ponesse fine alla guerra, che il potere passasse nelle mani dei soviet e che la terra fosse distribuita ai contadini.

Vladimir Il’ic Lenin Tornato in Russia dopo anni di esilio, nel marzo del 1917, egli assunse la guida del movimento rivoluzionario. Diede un’organizzazione militare al partito e preparò un’insurrezione armata.

La rivoluzione dell’ottobre 1917 Nella notte fra il 24 e il 25 ottobre i bolscevichi occuparono a Pietrogrado il “Palazzo d’Inverno” , sede del governo, le centrali telefoniche, le stazioni ferroviarie e le banche. Non venne opposta resistenza. Fu immediatamente costituito un nuovo governo, il Consiglio dei Commissari del popolo, presieduto da Lenin e il partito bolscevico assunse il potere.

I provvedimenti del governo rivoluzionario Il 26 ottobre fu emanato un decreto che aboliva la proprietà privata Furono indette elezioni generali, a suffragio universale; la maggioranza andò al Partito socialrivoluzionario, più moderato rispetto al Partito bolscevico, perciò i bolscevichi sciolsero il Parlamento e, con un colpo di Stato assunsero tutto il potere nelle proprie mani. Il 3 marzo 1918 il governo bolscevico firmò una pace separata con la Germania. La Russia dovette cedere molti territori. Il nuovo Stato assunse il nome di Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Unione Sovietica)

Il trattato di Brest-Litovsk La Russia dovette cedere ai Tedeschi vaste regioni fra la Bielorussia e il Caucaso, riconoscere l’indipendenza della Finlandia e dell’Ucraina, rinunciare alle pretese territoriali sui paesi baltici (Estonia, Lettonia, e Lituania) e sulla Polonia.

La guerra civile 1917-1921 La situazione in Russia era gravissima: le fabbriche erano ferme, la rete ferroviaria fuori uso, la gente pativa la fame. I sostenitori del vecchi regime (le guardie bianche) scatenarono in tutto il paese la guerra civile. Ad essi si affiancarono corpi militari inglesi e francesi. I contadini appoggiarono la rivoluzione. Sotto la guida di Leone Trockij fu organizzata l’Armata Rossa, un esercito comunista, che vinse la guerra, ma il paese versava in condizioni spaventose.

Comunismo di guerra Lo Stato bolscevico era salvo, ma la nazione era in condizioni spaventose. Inoltre per fronteggiare gli attacchi degli avversari i bolscevichi: avevano accentrato nelle proprie mani tutto il potere: l’Armata Rossa e la polizia politica (istituita per scovare chi ancora si opponeva al nuovo corso rivoluzionario) erano alle loro dirette dipendenza. Venne creato il “partito unico”. per avere una buona produzione che assicurasse armi e viveri all’esercito e alle città requisivano viveri e bestie nelle campagne, nazionalizzavano le industrie, affidavano la direzione delle aziende a persone di fiducia.

totalitarismo Finivano così le speranze riposte in una democrazia operaia e invece andava delineandosi la”dittatura del Partito bolscevico”.

La NEP Nel 1921 il governo di Lenin decise una serie di misure economiche e politiche che mettevano fine al “comunismo di guerra”. - fine delle requisizioni nelle campagne - si consente ai privati di riprendere con profitto piccole attività industriali