Storia del Teatro… …Dal Teatro Greco alla Commedia dell’Arte.
Le origini del Teatro Greco classico 2
Il teatro greco trae origini dalle primitive sistemazioni dei luoghi all'aperto in cui si svolgevano danze con rituali connessi al culto dionisiaco. Un primo tentativo di costruzione a forma circolare si attuò durante il periodo di Gelone I e Dionisio III, a Siracusa. Solo nel IV secolo a.C. si ebbero delle cavee interamente in pietra, come quelle di Epidauro, Atene, Corinto e Delfi; i resti monumentali di teatri greci che possediamo risalgono, però, essenzialmente al periodo ellenistico.
Per teatro greco, si intende l'arte teatrale nel periodo della Grecia classica. Le forme teatrali che oggi conosciamo discendono da quelle che si praticavano e che vennero perfezionate nell’ Atene del V secolo a.C. Gli Ateniesi organizzavano, alcuni giorni dell'anno, grandi manifestazioni in cui tre autori teatrali dell'epoca, gareggiavano per conquistare la vittoria, decisa da una giuria composta da dieci giudici.
La Tragedia e la vita della Pòlis… La forma d'arte di ispirazione più elevata era considerata la tragedia, i cui temi ricorrenti erano derivati dai miti e dai racconti eroici. Le commedie, di carattere più leggero e divertente, prendevano spesso di mira la politica, i personaggi pubblici e gli usi del tempo.
I Greci consideravano il teatro non come una semplice occasione di divertimento e di evasione dalla quotidianità, ma piuttosto come un luogo dove la polis (πόλις, la città) si riuniva per celebrare le antiche storie del mito, patrimonio comune della cittadinanza, che lo spettatore greco conosceva. Lo spettatore greco si recava a teatro per imparare precetti religiosi, per riflettere sul mistero dell'esistenza, per rafforzare il senso della comunità civica.
L'evento teatrale aveva la valenza di un'attività morale e religiosa, assimilabile ad un vero e proprio rito. Il teatro era per i greci uno spettacolo di massa, molto sentito e vissuto da parte dei cittadini di ogni classe sociale e condizione economica: esso era infatti un rituale di grande rilevanza religiosa e sociale, uno strumento di educazione, nell'interesse della comunità, tant'è che da Pericle in poi è la tesoreria dello stato a rimborsare il prezzo del biglietto (circa due oboli al giorno). Agli spettacoli la popolazione partecipava in massa e probabilmente già nel V secolo a.C. erano ammessi anche donne, bambini e schiavi.
La Tragedia Attica La tragedia rappresentava una vicenda umana, incentrata su un problema etico o religioso, con un epilogo drammatico. In questo modo la rappresentazione suscitava nello spettatore pietà e terrore, liberava il cuore e la mente del pubblico dalle passioni messe in scena. I protagonisti potevano essere dèi, re, eroi, ma anche uomini comuni.
Gli attori, esclusivamente uomini anche nelle parti femminili (perché le donne non potevano recitare), indossavano maschere che li rendevano riconoscibili anche a grande distanza e che ne amplificavano la voce grazie ad un congegno interno.
La recitazione era rigorosamente in versi, e alle parti soliste si accompagnava un Coro, gruppo di attori che assolveva la funzione di collegamento delle scene, commento e narrazione della trama.
Gli Autori del Teatro classico greco: La tradizione attribuisce a Tespi la prima rappresentazione tragica. Delle sue tragedie sappiamo poco, se non che il coro era ancora formato da satiri e che fu certamente il primo a vincere un concorso drammatico. I più importanti e riconosciuti autori di tragedie furono però,nell'Atene del V secolo a.C., : Eschilo, Sofocle ed Euripide Euripide
Il Teatro Greco Struttura:
A CAVEA 1. muro di sostegno costruito per contenere la struttura della cavea 8. spazi tra i pilastri sulla σκηνη,, nei quali si aprivano 2. cunei delle gradinate del teatro 3. ampi passaggi scoperti che separano le gradinate ricavate nella roccia C ORCHESTRA 9. passaggi scoperti situati tra la cavea e la scena, che 4. Scale. immettevano nell'orchestra B SCENA 10. situata al limitare dell'orchestra, era costituita da uno 5. sul fondo del palcoscenico si alza la vera e propria σκηνη,con ambienti di servizio e depositi per le attrezzature ed i costumi o più troni destinati al sacerdote di Diòniso e ai sacerdoti ufficiali . 6. proscenio rialzato notevolmente; poggiava su pilastri tra i quali venivano dipinte le scenografie 11. altare di Diòniso. 7. scenografie dipinte sul proscenio
I Greci inventarono il Teatro… Teatro di Epidauro Teatro di Delfi
E lo hanno reso celebre da noi … in Sicilia!
Il Teatro di Siracusa…
IL TEATRO ROMANO Il teatro romano è stato un fenomeno di peso piuttosto elevato nella vita quotidiana.
Il Teatro romano assumerà una maggiore rilevanza sociale ed istituzionale grazie agli influssi della cultura greca, determinanti per l’ampliamento dell’orizzonte culturale dei Romani.
Le origini del teatro latino Il teatro latino è fondato sulla commedia e il cosidetto “italum acetum”. Alle origini del teatro latino ci sono i fescennini, che erano degli scambi di battute, rozze e grevi, ad opera dei contadini, in onore del raccolto.
I fescennini e la danza avrebbero dato origine alla satura: il cui significato è: “piatto farcito”: ciò per la varietà dei suoi contenuti. Più importante della satura è invece l’atellana, una sorta di farsa popolare il cui nome deriva probabilmente da Atella, una città osca situata tra Capua e Napoli.
Il teatro sociale A rOMA La coincidenza degli allestimenti scenici con le principali solennità religiose porta i ludi scaenici ad essere affiancati a tutti gli altri giochi nelle maggiori feste romane: il teatro, al pari degli altri ludi, è divertimento, intrattenimento
Publio Terenzio Afro Tito Maccio Plauto Il fondatore del teatro latino è Livio Andronico, vissuto nel III secolo a.C. : autore non solo di commedie ma soprattutto di tragedie. Chi invece diede al teatro latino una svolta fondamentale, conducendolo ad un’originalità prima neppure immaginata, furono: Lito Maccio Plauto e Publio Terenzio Afro Publio Terenzio Afro Tito Maccio Plauto
Le commedie possono essere divise in due filoni: in un primo tempo si ha la fabula palliata, di argomento greco: successivamente, con Nevio, ,si ha la commedia di argomento romano, chiamata fabula togata ( entrambi i nomi si riferiscono agli abiti indossati dagli attore).
Il Teatro comico di Plauto e Terenzio Il teatro latino, è essenzialmente un teatro comico: infatti l’italum acetum era una componente fondamentale dei Romani. La commedia di Plauto e di Terenzio ha avuto una sua indiscutibile originalità.
I modelli greci da essi adottati erano solo uno schema drammaturgico su cui costruire commedie personalissime nello spirito, nella struttura drammaturgica stessa e nella condizione dei personaggi.
La struttura del teatro Il teatro consisteva soltanto nella scena, cioè in un palcoscenico (pulpitum) su cui agivano gli attori. Teatro di Marcello
Dalla parete di sfondo, avanzava, sul palcoscenico, in corrispondenza di ciascuna porta, un vestibolo che consisteva in una tettoia piatta sostenuta da due colonne.
Ricostruzioni teatrali Altri tentativi di costruire strutture temporanee per ospitare rappresentazioni teatrali vengono effettuati nel II secolo a.C. La costruzione di edifici destinati stabilmente all’uso di teatro risale al I secolo a.C. , quando il primo teatro stabile in muratura, situato nei pressi dell’attuale Campo dei Fiori è fatto erigere nel 55 a.C. da Pompeo.
Gli spettacoli vengono rappresentati in teatri con strutture mobili: in genere si tratta di strutture di legno provvisarie allestiste all’interno di spazi riservati ai ludi, come il Circo Massimo, oppure in luoghi adiacenti a templi o edifici pubblici. La scena, che consiste inizialmente in un semplice palco, intorno al quale si accalcano gli spettatori, si trasforma progressivamente.
I costumi e le maschere Per le rappresentazioni di ambientazione romana gli histriones indossavano la toga classica romana, che per le tragedie era orlata di porpora (praetexta). Le maschere romane erano di legno o di tela, simili a quella in uso nell’antica Grecia. Esse ricoprivano l’intera testa ed erano fornite di capelli pasticci e i tratti somatici dei personaggi erano fortemente caratterizzati. Le maschere erano conformate in modo tale da fungere da megafono.
Nella tragedia l’uso della maschera era obbligatorio, mentre nella commedia, in cui non era così consueto. Fu introdotto solo nel 130 a.C. Nel teatro dei mimi la maschera non era necessaria e scomparve progressivamente anche negli altri generi.
Il Teatro nel Medioevo
Il teatro religioso medievale
Solo nel tardo Medioevo i drammi religiosi vennero rappresentati anche al di fuori dalle chiese, all'aperto. Duravano spesso molti giorni, e le compagnie divennero presto delle associazioni dette gilde. Queste corporazioni avevano una organizzazione gerarchica governata dal consiglio dei maestri, cioè dei proprietari di bottega. Prima della fine del XIV secolo si diffusero in tutta Europa lunghi drammi religiosi ciclici recitati in lingua volgare. Il dramma volgare si sarebbe formato attraverso un processo graduale in cui i drammi liturgici brevi sarebbero stati accorpati per dare forma a lunghi drammi messi in scena da laici.
Tra il 1200 e il 1400 vennero introdotte alcune innovazioni molto importanti , tra tutte, quella di rappresentare i drammi soprattutto in primavera e in estate, per sfruttare le migliori condizioni del tempo,come per lafesta del Corpus Domini, collocata tra il 23 maggio e il 24 giugno , I drammi ciclici non restarono però legati alla festa del Corpus Domini, ma furono rappresentati anche in occasione della Pasqua e della Pentecoste.
La farsa Dopo il crollo dell'impero romano d'occidente, le compagnie di mimi si sciolsero. Piccoli gruppi di attori girovaghi cominciarono a viaggiare. Le compagnie erano soprattutto formate da cantastorie, menestrelli, acrobati, giocolieri, equilibristi e ammaestratori di animali. Questi attori furono fin dall'inizio osteggiati dalla chiesa. La Chiesa operando la conversione al cristianesimo, si appropriò di molte festività pagane come ad esempio il 25 dicembre o la Pasqua sostituendo così i riti di propiziazione alla fertilità pagane.
Il calendario liturgico commemora giorni che si riferiscono ad eventi biblici, queste celebrazioni presto vennero effettuate tramite l'introduzione di elementi teatrali. La domenica delle Palme ad esempio era celebrata con una processione in cui compariva una persona che interpretava Cristo a cavallo di un asino. Fu con la nascita del dramma liturgico che vennero generate le più importanti realizzazioni teatrali nei secoli successivi.
Il primo luogo scenico del teatro medievale è la chiesa Il primo luogo scenico del teatro medievale è la chiesa. Durante le funzioni religiose, si cominciò a mettere in scena i passi del vangelo commentate dal sacerdote. Queste rappresentazioni assunsero in seguito una propria autonomia, spostandosi infine in luoghi esterni agli edifici religiosi.
San Francesco e il Cantico delle creature Gli aspetti fondamentali del teatro medioevale furono la drammatizzazione, i motivi teatrali religiosi, una componente liturgica e didattica e uno sviluppo di una forma drammatica in volgare. San Francesco e il Cantico delle creature
Una delle peculiarità che rende affascinante il teatro medioevale fu certamente la mescolanza di forme drammatiche differenti, come quelle cristiane e pagane, ma saldate insieme a quell'aspetto rituale costituito da cerimonie liturgiche effettuate in chiesa, ma anche in occasione delle feste stagionali popolari.
IL TEATRO ELISABETTIANO Elisabetta I d’Inghilterra ( 1533 – 1603 ) 41
Il Contesto storico: L’Inghilterra del XVII sec. era uscita da due grandi guerre (1339-1453), combattute contro la Francia per il dominio Inglese sul continente e l’altra guerra, interna e civile, la Guerra delle Due Rose (1453-1485), fra le due case pretendenti alla corona d’Inghilterra: quella di York (rosa bianca), e quella di Lancaster (rosa rossa). 42
Enrico VII di Inghilterra La lotta s’era conclusa col matrimonio di Elisabetta (di York), ed Enrico VII che aveva riunito le due case rivali in un’unica dinastia nuova, i Tudor, sotto la quale l’Inghilterra iniziò la sua formidabile ascesa.
Altri due grandi fatti sotto i Tudor, s’accompagnarono al trionfo della nuova potenza Inglese. Uno è la scoperta dell’America; l’altro è la riforma Religiosa. 44
Enrico VIII che da principio aveva combattuto le idee di Lutero meritandosi dal Papa Leone X il titolo di “Defensor Fidei” , in un secondo momento, quando gli viene negato da Clemente VII l’annullamento del matrimonio con la regina Caterina d’Aragona, per unirsi con Anna Bolena, si ribella al Papa e proclama l’autonomia della Chiesa Inglese ponendola sotto la diretta e sola signoria del Re.
Elisabetta perseguita violentemente i Cattolici e diventa una feroce custode del proprio trono e per questo inprigiona e fa uccidere la cattolica cugina Maria Stuarta regina di Scozia. 46
Elisabetta si distingue anche come protettrice delle lettere, e viene celebrata da artisti e poeti. Dopo aver dato alla sua età lo splendore che i posteri hanno chiamato “Elisabettiano” , muore nel 1603, spegnendosi con lei la dinastia dei Tudor.
Origini e caratteristiche del teatro elisabettiano Prima del 1576 le opere teatrali venivano rappresentate in case private, in arene e in cortili di locande dette Inns e il numero degli spettatori non era altissimo. Ma dal 1576 al 1642, in Inghilterra, si assiste a un fenomeno raro e unico: il "boom" del teatro. 48
Tale fenomeno consiste nella produzione, da parte di numerosi scrittori di talento, tra cui Shakespeare e Marlowe, di migliaia di opere che vengono rappresentate all’interno di nuovi teatri. Per assistere a questi spettacoli le persone pagano prezzi relativamente bassi (un penny per la platea e due pennies per la galleria), e l’ingresso è aperto a tutti, spettatori colti e pubblico popolare.
William Shakespeare Drammaturgo e poeta inglese, Shakespeare è universalmente considerato uno degli scrittori più importanti della letteratura mondiale. William Shakespeare (1564-1616) 50
Terzo di otto figli, egli nacque a Stratford nelle Midlands inglesi, il 23 aprile del 1564. Nel 1583 Shakespeare sposò, a soli 18 anni, Anne (o Agnes) Hathaway, di otto anni più anziana.
Shakespeare cominciò a lavorare nella capitale come guardiano di cavalli, quindi a mettere insieme e cucire parti di vecchi drammi che poi rappresentava, facendo egli stesso l'attore…
Dopo un periodo iniziale nel quale lavorò per più committenti, il drammaturgo, a partire dal 1599 (anno in cui i Chamberlain's Men si trasferirono nel teatro The Globe), scrisse con regolarità due testi all'anno, spesso una commedia ed una tragedia.
IL THE GLOBE 54
Le Opere più celebri LE COMMEDIE La bisbetica domata La commedia degli equivoci Sogno di una notte di mezza estate Il mercante di Venezia Molto rumore per nulla Le allegre comari di Windsor Tutto è bene quel che finisce bene La tempesta LE TRAGEDIE Romeo e Giulietta Giulio Cesare Amleto Otello Re Lear Macbeth Antonio e Cleopatra 55
" Accetta l’opinione di tutti, ma fa un uso parsimonioso Aforismi… Ama tutti, credi a pochi e non far del male "Presta a tutti il tuo orecchio, a pochi la tua voce" " Accetta l’opinione di tutti, ma fa un uso parsimonioso del tuo giudizio "
La Commedia dell’arte
La Commedia dell’Arte La commedia dell'arte è nata in Italia nel XVI secolo ed è rimasta popolare fino alla metà del XVIII secolo, gli anni della riforma goldoniana .
Non si trattava di un genere di rappresentazione teatrale, bensì di una diversa modalità di produzione degli spettacoli. Le rappresentazioni non erano basate su testi scritti ma dei canovacci detti anche scenari, sui quali gli attori improvvisavano.
Le compagnie teatrali erano composte da dieci persone: otto uomini e due donne. I comici della Commedia dell'Arte introdussero un elemento nuovo di portata dirompente e rivoluzionaria: la presenza delle donne sul palcoscenico.
Solamente, infatti, alla fine del secolo le donne avrebbero preso posto a pieno titolo nelle compagnie teatrali.
Le maschere
Le Maschere della commedia dell'arte Maschera, nella commedia dell'arte, sta a indicare i personaggi stilizzati che indossano, appunto, maschere, insieme a costumi caratteristici e che si esprimono con gesti codificati.
Le maschere della Commedia dell'Arte provengono da una stilizzazione della maschera del volto del demonio, questo per quanto riguarda le maschere degli Zanni, in altri casi, come ad esempio per Pantalone o Pulcinella è soltanto una grottesca caricatura del tipo teatrale rappresentato.
Il rapporto tra la maschera del demonio, nell'iconografia del '400 -'500, è palese nella maschera dello Zanni. Perderà le caratteristiche corna del diavolo, tranne per un simbolico cornetto frontale, nellamaschera di Arlecchino.
Alcuni personaggi femminili, come Colombina, rientrano nella categoria delle 'maschere' pur non indossandone una: in questo caso l'elemento caratterizzante sono le stilizzazioni di movimento e di recitazione, che rendono il personaggio molto diverso dai personaggi ordinari.
Le maschere più conosciute
Maschere della Commedia dell’Arte
Negli anni Sessanta, Dario Fo, grazie al sodalizio con Franca Rame, figlia di una famiglia di commedianti itineranti che possedevano ancora vecchi canovacci, ebbe la fortuna di poter studiare tali documenti, testimonianze di un'antica cultura ormai estinta, di verificare la loro efficienza e di adattarli alle nuove esigenze, creando una serie di commedie e di monologhi tra cui Mistero buffo.
Nei teatri veneziani del '700, gli inservienti teatrali portavano anch'essi una maschera ed un tricorno.
Da questo, si indica comunemente col termine 'maschera' anche l'inserviente teatrale che si occupa dell'accompagnamento e sistemazione del pubblico in sala.
Alcune maschere della tradizione
Carlo Goldoni Goldoni, inizialmente impegnato come avvocato, si dedica al teatro in un secondo tempo, iniziando a collaborare prima con la compagnia di Medebac e poi con il teatro San Luca a Venezia, città che abbandonerà solo negli ultimi anni della sua vita, trasferendosi a Parigi.
Dalla Commedia dell’Arte a Carlo Goldoni Dalla commedia dell’arte, caratterizzata da improvvisazione e da maschere, si passa progressivamente a una commedia basata su testi interamente scritti e su personaggi che cominciano a sviluppare una loro individualità, all’interno di un ambiente sempre più verosimile.
La sua carriera da commediografo vanta, oltre a 200 opere teatrali, scritte in dialetto veneziano e in italiano, la responsabilità di una gran riforma del teatro. La riforma teatrale di Goldonisi si realizza pienamente solo con le sedici commedie scritte nel 1750, soprattutto nelLa locandiera.
Nelle ultime commedie i valori positivi, prima propri dei borghesi, sono incarnati dal mondo plebeo e dalla collettività, dando origine a quella che sarà chiamata commedia corale, di cui abbiamo ottimi esempi ne Il Campiello e Il Ventaglio
«Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne.[…] (Mirandolina, da LA LOCANDIERA)