13 Dicembre 2012 Santa Lucia Day

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Progetto curriculare: “Cara Santa Lucia …”
Advertisements

Raccontiamo storie.
LA STORIA DI MOSE’.
SAN PIETRO APOSTOLO.
L o S p i r i t o S a n t o.
13 TEMPO ORDINARIO Anno B DOMENICA
Anno C Domenica X Tempo ordinario 9 giugno 2013.
Domenica XIII tempo ordinario Anno B.
FANCIULLA, IO TI DICO: RISORGI !.
Compieta Sabato O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio,
Lunedì O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora.
S. Giovanni Battista Indica Gesu’.
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il.
xIIIDOMENICADEL TEMPO ORDINARIO ANNO B ANNO B Mc 5,21-43.
IV° Domenica di Avvento
Creati per Amare Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. (1Gv 4,16)
I Quartieri con Maria I Misteri della Gloria.
CAMMINARE INSIEME CON IL SIGNORE
La Medaglia Miracolosa
Anno A DOMENICA 4 AVVENTO
15 aprile 2012 Domenica II di PASQUA Canto Gregoriano.
Parrocchia di San Francesco
N O T E D I N A T L E.
Una donna che sull‘esempio di Maria ha detto „si“ a Dio
L’asina vide l’angelo del Signore con la spada in mano e deviò verso la campagna, poi strisciò contro un muro, quindi si accovacciò per terra e non volle.
La Storia della Nascita di GESù
N A T A L E G I O R N D Ascoltando “Che offriremo al figlio di Maria” (Pop. Catalana) pensiamo alla nostra offerta Monjas de Sant Benet de Montserrat.
Quarta domenica di Avvento
I discepoli di Èmmaus Lc 24,13-35.
DOMENICA 4 AVVENTO.
8.00 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana del Regina Cæli dal Palazzo Apostolico di Piazza San Pietro nella VI c Domenica di Pasqua.
6 maggio 2012 Domenica V di PASQUA
Festa della IMMACOLATA
Misteri della gloria Sr. Bernardina.
P R E C I S A Z I O N E Queste NON sono le letture originali della Messa : si tratta di mie rielaborazioni, comunque abbastanza aderenti ai testi. I S.
Vangelo di Giovanni cap. 20
Chi era Giovanni Battista.
Seconda domenica di Pasqua
La nascita di Gesù. La nascita di Gesù Ogni anno celebriamo il Natale Ogni anno celebriamo il Natale. Ogni volta ricordiamo come il Figlio di Dio è.
12° incontro.
4a Domenica di Avvento A 22 dicembre 2013
VANGELO SECONDO LUCA Annunciazioni a confronto donmarcogiordano
VANGELO SECONDO LUCA terza parte donmarcogiordano.wordpress.com.
SANTO NATALE 2012.
nel gruppo ci sono gli artisti
Dal vangelo secondo Giovanni
8 marzo 2009 Domenica II di Quaresima Domenica II di Quaresima Musica: “Dal profondo a te grido” A. Pärt.
IL REGNO È IN MEZZO A NOI FIGLIO, QUELLO CHE E’ MIO E’ TUO vangelo di Luca IL REGNO È IN MEZZO A NOI Anno C FIGLIO, QUELLO CHE E’ MIO E’ TUO.
Anno C 20 gennaio 2013 Domenica II tempo ordinario Musica: Salmo 95. Cantabo Domino (3’) Cappella antiqua di München.
VIVIAMO INSIEME Come comunità IL natale di gesù.
28 Dicembre 2007 Festa degli Innocentini
Con Te Maria, incontro a Gesù tuo Figlio! Le virtù di Maria
A V V E N T O.
a raccontarci una storia di PACE
LA VITA PUBBLICA DI GESU’
9.00 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell’ Angelus dal Palazzo Apostolico di Piazza San Pietro nella Festa del Battesimo del.
Tempo di attesa e di speranza
Compieta Martedì O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio,
SANTA FAMIGLIA Luca 2,22-40.
Sabato O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora.
Gesù di Nazaret è la persona più importante della storia dell'umanità
Monges de Sant Benet de Montserrat 4 AVVENTO anno A Musica popolare catalana: “Finiscono le settimane di Daniele...”, Orfeó català. Dir. Jordi Casas.
13.00.
Monges de Sant Benet de Montserrat Monges de Sant Benet de Montserrat Domenica della Sacra Famiglia Ascoltando la preghiera ebraica “Abinu malkenu” possiamo.
4 AVVENTO B Monges de Sant Benet de Montserrat Prepariamoci per “Vedere sorgere la grande luce” Musica di Pau Casals Nazareth.
13 TEMPO ORDINARIO Anno B “Alziamoci”, ascoltando l’Oratorio di S. Paolo di Mendelssohn Regina.
GESU’ E’ LA STRADA VERSO LA PASQUA
María la Madre di Dio e Madre nostra
SANTAFAMIGLIA ANNO B Luca 2, Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè,
Capitolo 20 1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata.
Transcript della presentazione:

13 Dicembre 2012 Santa Lucia Day

«Santa Lucia tra storia e leggenda» Presentazione realizzata dagli alunni di classe V coordinati dall’ins. Loredana Di Giovanni Dicembre 2012

LA FAMIGLIA DI LUCIA S. Lucia nacque sul finire del III secolo a Siracusa. La città natale era famosa per essere stata fiorente centro di vita greca e d’importante commercio.

Secondo la tradizione, la famiglia della nostra santa era di nobile stirpe e ricca: del padre è detto che morì quando Lucia aveva cinque anni appena. Anche la famiglia forse era già cristiana, se consideriamo il nome imposto a Lucia, che significa senz’altro Luce .  

LA GIOVINEZZA La bimba siracusana cresceva bella e buona e la madre già pensava per lei un felice matrimonio. Invece Lucia si era consacrata perennemente al Signore con voto di verginità. Neanche la madre fu a conoscenza di questo. Soltanto un insieme di circostanze fortuite resero manifesta la sua consacrazione al Signore.

I cristiani ogni anno solevano andare in folla nella vicina città di Catania, per venerare il corpo della vergine martire S. Agata. Il 5 febbraio del 301, festa della Santa, tra i pellegrini c’erano anche Lucia e sua madre. Da oltre quarant’anni Eutichia, sua madre, soffriva di gravi emorragie, per le quali nessun rimedio era stato utile. In quel giorno, Lucia suggerì a sua madre di toccare il sepolcro di S.Agata per chiedere la propria guarigione.

Sul far della sera, quando tutti ebbero lasciato la chiesa, le due donne rimasero accanto al sepolcro di S. Agata. Lucia si addormentò profondamente. Nel sonno le apparve una visione: schiere e schiere di angeli circondavano la vergine S. Agata, che sorrideva a Lucia e le diceva: «Lucia sorella mia, vergine di Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana». Quando Lucia si svegliò, rivelò alla madre la visione serena e le parole risanatrici di S. Agata. La madre era guarita. Lucia le confidò il suo voto di verginità consigliandole di vendere tutte le sue sostanze e darle ai poveri.

Solo i seguaci di Cristo giungevano a disprezzare i beni della terra al punto da venderli e darli ai poveri. E così pensò uno a cui molto interessavano i beni di Lucia: un giovane del quale la tradizione non ha conservato il nome e che desiderava vivamente farla sua sposa. Dalla madre di Lucia volle sapere perché la figliuola vendeva le vesti preziose e distribuiva il ricavato ai poveri, alle vedove ed ai ministri del culto cristiano. In seguito, visto fallire il suo desiderio di averla come sposa, poiché ella lo aveva respinto, decise di denunciarla al prefetto della città come cristiana e chiese che, di conseguenza, fossero applicati a lei i decreti imperiali.  

LA PERSECUZIONE In quel periodo per la chiesa cristiana non erano tempi tranquilli: l’imperatore Diocleziano aveva emanato i suoi editti di persecuzione contro i cristiani il 24 febbraio del 303.

IL DIALOGO CON PASCASIO A Siracusa era prefetto della città Pascasio. Quando Lucia gli fu portata innanzi sotto l’imputazione di essere cristiana, egli le ordinò di sacrificare agli dei ma Lucia si rifiutò. Innanzi alla fermezza della santa di non piegarsi agli ordini di Pascasio, questi radunò della gentaglia per costringere Lucia ad obbedirgli. Ogni suo tentativo riescì vano: neppure i soldati, neppure le paia di buoi riescono a smuovere Lucia che sta immobile come una roccia.

Tutti questi prodigi furono ritenuti da Pascasio opera di magia, per cui ordina che attorno a lei si prepari il rogo e sì accenda la fiamma, secondo quanto si usava contro i sospetti di arti magiche. Vengono portate pece e resina, legname ed olio; tutto viene gettato contro la Santa. Divampano le fiamme, ma lei non ne è toccata. Anzi dice a Pascasio: «Pregherò il mio Signore perché questo fuoco non si impadronisca di me». Pascasio non si conteneva più dall’ira. Allora alcuni dei suoi amici per impedire che fosse ancor più deriso dalla Santa e gli sforzi suoi risultassero del tutto vani, tirarono giù Lucia dal rogo perché fosse finita con la spada.

IL MARTIRIO Lucia comprese che ormai era giunta la fine: si pose in ginocchio pronta a ricevere il colpo mortale. Prima però volle parlare alla gran folla radunata attorno a lei: disse che la persecuzione contro i Cristiani stava terminando e la pace per la Chiesa era imminente con la caduta dell’imperatore Diocleziano. Ricordò loro che Siracusa l’avrebbe sempre onorata. Quando ebbe terminato di parlare, venne il colpo mortale che le recise il capo consacrandone la verginità con il martirio. Era il 13 dicembre del 304, secondo quanto narra la tradizione.

STORIA DEL SUO CULTO Il suo culto ben presto si diffuse fuori della Sicilia stessa dove le vennero dedicate una ventina di chiese e nell’Italia settentrionale, dove la troviamo effigiata a Ravenna in S. Apollinare Nuovo nella processione delle vergini, in Inghilterra, nella chiesa Greca. Dopo le scoperte geografiche del secolo XV, il suo culto si estende particolarmente nell’America Latina, nell’Africa, in alcuni luoghi dell’America del Nord.

Nella devozione popolare la sua vita si arricchisce di particolari leggendari: il più famoso è quello di credere che la santa stessa si sia levata gli occhi inviandoli in un bacile di argento al giovane, che si era innamorato del loro splendore affascinante, oppure li abbia mandati a Pascasio stesso, ma subito le siano stati rimessi con improvviso miracolo, poiché S. Raffaele sarebbe sceso da cielo a compierlo.

Non sappiamo quando sia nata la leggenda forse per un processo di etimologia popolare del nome ravvisando il rapporto: Lucia = luce. Di conseguenza, in base ai principi della pietà popolare, S. Lucia fu invocata per proteggere la luce degli occhi, cioè la vista.

Il corpo di S. Lucia rimase in Siracusa per molti secoli: dalla catacomba, dove fu sepolto, fu poi portato nella basilica eretta in suo onore, presso la quale, all’inizio del VI secolo, fu costruito un monastero. Nella minaccia araba per il suo sepolcro nell’878, dopo la conquista islamica della Sicilia, il suo corpo fu nascosto in un luogo segreto. Nel 1039 Maniace, generale di Bisanzio, condusse le reliquie a Costantinopoli.

La tradizione afferma che il suo corpo fu tolto da Costantinopoli nel 1204 dal doge veneziano Dandolo, dove lo aveva trovato assieme a quello di S. Agata, ed inviato a Venezia. A Venezia esisteva già una chiesa dedicata alla martire nel 1167 e 1182.

Comunque, a Venezia il suo corpo fu collocato nella chiesa di S Comunque, a Venezia il suo corpo fu collocato nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e determinò un flusso di pellegrinaggi, che nel giorno della festa (13 dicembre) assumeva proporzioni impressionanti. Il 13 dicembre 1279 accaddero tragici fatti. Alcuni pellegrini morirono annegati in seguito al capovolgimento delle imbarcazioni. Il Senato, ai fini di evitare ancora consimili dolorosi incidenti, decise che il corpo della Santa fosse portato in una chiesa di città. Fu scelta la chiesa di S. Maria Annunziata o della «Nunciata » dove furono poste le preziose reliquie. Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a S. Lucia, nella quale le reliquie della Santa furono deposte definitivamente.

Altre reliquie della Santa si trovavano a Siracusa, recate nel 1556 da Eleonora Vega, che le ottenne a Roma dall’ ambasciatore di Venezia. Reliquie ancora sono possedute a Napoli, Roma, Milano, Verona, Padova, Montegalda di Vicenza e a Venezia stessa, nelle chiese di S. Giorgio Maggiore, dei SS. Apostoli, dei Gesuiti, dei Carmini.

All’estero sono documentate a Lisbona nel 1587; in chiese del Belgio nel 1676; a Nantes, in Francia, nel 1667. Mirador de S. Lucia - Lisbona

SANTA LUCIA OGGI Il fascino di Santa Lucia perdura ancora oggi in molte zone d'Italia, particolarmente nel Nord, dove i bambini scrivono ancora la loro letterina alla Santa, promettendo di essere buoni per tutto l'anno e chiedendo, in cambio, di trovare qualche giocattolo al loro risveglio, all'alba del 13 dicembre... E i piccoli, prima di andare a dormire, non trascurano di lasciare sul tavolo della cucina una tazza con del latte per Santa Lucia e un po' di fieno e di acqua per il suo asinello...

Si racconta che a Ruvo ed in altri paesi in provincia di Bari, nella cattedrale venivano accese dodici lampade: dal giorno di S. Lucia se ne spegneva una al giorno; l'ultima nel momento in cui nasceva Gesù Bambino.

A Bergamo il culto di Santa Lucia risale a molto lontano, nel 1337 A Bergamo il culto di Santa Lucia risale a molto lontano, nel 1337. È una delle più belle tradizioni della Bergamasca: nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la Santa si incarica di distribuire doni ai fanciulli. Ancora oggi i nostri bambini si coricano presto la sera della vigilia sognando i doni che loro porterà S.Lucia e si addormentano canterellando: "Santa Löséa, mama méa met ü regal in da scarpa méa se la mama no 'la met Al resta ot ol me scarpet". Santa Lucia, mamma mia, metti un regalo nella mia scarpa, se la mamma non lo mette, restan vuote le mie scarpette.

A Mantova il culto di Santa Lucia è vivissimo e radicato da sempre, tanto che per tutto dicembre le bancarelle dei portici con giocattoli e articoli da regalo si chiamano appunto "bancarelle di Santa Lucia" non "bancarelle di Natale".

E' nata a Napoli, nel 1848, la famosa canzone Santa Lucia E' nata a Napoli, nel 1848, la famosa canzone Santa Lucia. I versi sono di T. Cottrau e la musica di A. Longo. Sul mare luccica, l'astro d'argento, placida e' l'onda prospero il vento; Venite all'agile barchetta mia; Santa Lucia! Santa Lucia!

Santa Lucia a Verona viene aiutata dal Gastaldo, che conduce l'asinello. La sera del 12 dicembre si deve lasciar da mangiare sulla tavola; in famiglia ogni componente, adulti compresi, deve preparare un piatto vuoto che la Santa riempirà di dolci, tra cui le immancabili "pastefrolle di S. Lucia". In questa sera i bambini vanno a letto presto e chiudono gli occhi, nel timore che la Santa li accechi con la cenere, se li trova svegli. S. Lucia si annuncia con un suono di tromba.

Ci sono poi due filastrocche dell’Ottocento, tramandate sempre dalle nonne: Santa Lùssia con la scuffia, porta conse e scapa via; se la mama la te crìa, Santa Lùssia, portela via! L’è rivàda Santa Lùssia; i morosi i se dà al saco, per no pagarghe el mandolàto parché soldi no i ghe n’ha. L’è pasada Santa Lùssia; i morosi i se tra’ fòra; i vol far la pace ancora, le morose no le vol. Santa Lucia con la cuffia, porta le pastafrolle e scappa via; se la mamma ti sgrida, Santa Lucia, portala via! E’ arrivata Santa Lucia; i fidanzati si nascondono per non pagare [alle fidanzate, ovvio!] il mandorlato, perché soldi non ne hanno. E’ passata Santa Lucia; i fidanzati ritornano; vogliono fare ancora la pace, le fidanzate non vogliono.

Danimarca e Svezia: la festa di Santa Lucia è una tradizione introdotta intorno al 1920. In questo giorno la figlia maggiore si sveglia alle quattro del mattino per preparare caffè e dolci che servirà poi, vestita con tunica bianca cinta da una fascia rossa, alla propria famiglia ancora a letto; le altre figlie invece si vestiranno con tunica bianca cinta da una fascia bianca. I ragazzi mettono grandi cappelli di carta e portano lunghi bastoni con stelline. Le ragazze ornano i capelli con lustrini e portano una corona di sette candele: accompagnando una "vergine saggia" e passano di casa in casa cantando una canzone . Ogni anno viene scelta una ragazza che rappresenta Santa Lucia per tutta la Svezia: la ragazza viene incoronata dal vincitore del premio Nobel per la letteratura.

che si chiamano «Lucia»! Auguri a tutte le donne che si chiamano «Lucia»! dagli alunni di quinta della Scuola Primaria Paritaria «San Giuseppe» di Foggia