I diritti umani Nell’Unione Europea.

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Transcript della presentazione:

I diritti umani Nell’Unione Europea

INTRODUZIONE: Partendo dalla riflessione sul testo del Papa Benedetto XVI su “Fede e ragione” (discorso all’università di Ratisbona del 12 settembre 2006) è sorta la domanda: “quali sono i fondamenti dell’Europa attuale?”. Tale domanda ci è servita per comprendere meglio- anche attraverso un breve percorso storico- come si è arrivati alla stesura normativa sui diritti del cittadino europeo. Abbiamo quindi esaminato i testi giuridici: “Convenzione europea per i diritti dell’uomo” (Roma 4.11.1950) e soprattutto la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” (Nizza 7.12.2000). La nostra ricerca si è posta come obbiettivo quello di verificare la coerenza tra gli enunciati di principio contenuti nei testi sopracitati e la realtà concreta nei diversi paesi europei, evidenziando in particolare le situazioni problematiche e contraddittorie. È emerso così un panorama di questioni delicate ed oggetto di grande discussione – nei vari stati dell’Unione europea- che riguardano i temi del diritto alla vita (cellule staminali ed eutanasia), del lavoro-formazione-innovazione (strategia di Lisbona 2000-2010), della famiglia e delle unioni civili, infine della giustizia (tutela dei singoli cittadini di fronte ad abusi ed orientamenti per una politica dell’U.E. nei confronti dei paesi terzi in materia di pena di morte). Vista la complessità di questi argomenti, il nostro lavoro si è limitato solo ad un esame sommario degli stessi. Restiamo tuttavia consapevoli dell’importanza che tali questioni – collegate alla tutela dei diritti del cittadino europeo- hanno attualmente, ed avranno sempre più in futuro, per un destino che rispetti l’essere umano in Europa come in ogni altra parte del mondo. La classe 5 AS dell’Istituto C. Percoto I docenti referenti per la classe 5 AS: Prof. Pugnale Prof. Gatto

DIRITTO ALLA VITA L’eutanasia

IL SIGNIFICATO DEL TERMINE Eu = buono GRECO Eutanasia Tanatos= morte Intervento medico = 1800 Bacone TIPI DI EUTANASIA EUTANASIA PASSIVA SUICIDIO ASSISTITO ATTIVA Il soggetto chiede di morire Il soggetto è incosciente e si chiede di sospendere ogni forma di assistenza La persona assiste al suicidio senza intervenire

Fonti tratte da “La Repubblica” LE POSIZIONI IN ITALIA Favorevoli a eutanasia passiva 74 % degli infermieri Di cui Favorevoli anche a quella attiva 83% Attuale normativa troppo repressiva 92 % degli italiani 62 % italiani favorevoli a interruzione cure per Welby 50 % dei cattolici praticanti favorevoli a eutanasia Fonti tratte da “La Repubblica”

LEGISLAZIONE IN EUROPA Belgio (16 maggio 2002) Eutanasia regolamentata in: Danimarca ( 1 aprile 2002) Paesi Bassi ( 1 aprile 2002) Eutanasia non perseguita penalmente Svezia LEGISLAZIONE NEL MONDO In Canada in 2 stati: Ontario e Manitoba Cina È ammessa USA: Oregon

Fecondazione assistita DIRITTO ALLA VITA Fecondazione assistita

È la prima a darsi una legge sulla fecondazione assistita nel 1984 CELLULE STAMINALI Le leggi europee in materia di fecondazione assistita sono simili nell’impianto e nei criteri di fondo, ma si differenziano per gli obiettivi e le possibilità che consentono. Un elemento unificante è il divieto di clonazione riproduttiva. È la prima a darsi una legge sulla fecondazione assistita nel 1984 SVEZIA È l’ultima a darsi una legge sulla fecondazione assistita con un testo che raccoglie tutti i divieti possibili ITALIA

GERMANIA SVIZZERA -Consentono sia l’inseminazione omologa che quella eterologa solo per le coppie sposate -Consentono la fecondazione in vitro solo se omologa -Vietano il trasferimento nel corpo di una donna di più di tre embrioni per un ciclo di inseminazioni -Consentono la crioconservazione solo nella fase dello zigote -Non consentono l’ inseminazione post - mortem -Non consentono l’ affitto dell’ utero

GRECIA SPAGNA 2002 legge che: Consente di rimediare alla sterilità e all’ infertilità Consente di evitare trasmissione di malattie genetiche gravi Consente la fecondazione post - mortem Consente di ricorrere all’ utero di un’ altra donna Consente la fecondazione eterologa Consente ai donatori di gameti di rimanere nell’anonimato GRECIA GRAN BRETAGNA SPAGNA 1990 1988 -Consentono la fecondazione eterologa sia per donne coniugate che nubili -Consentono l’inseminazione post - mortem -Consentono l’affitto dell’utero -Consentono la fecondazione assistita alle singles (come in Olanda Belgio e Finlandia)

SVEZIA AUSTRIA -Consentono la fecondazione omologa ed eterologa per le coppie sposate o conviventi -Non consentono la fecondazione omologa ed etrologa per le donne nubili -In casi di eterologia i dati del donatore non sono coperti dall’anonimato

1994 legge che: -Prevede la fecondazione artificiale solo per le coppie sposate o conviventi da almeno due anni -Ammette la fecondazione con donatore solo quando la procreazione assistita all’ interno della coppia non abbia avuto successo -Vieta il concepimento e l’ utilizzazione di embrioni umani per fini commerciali e industriali -Consente la diagnosi reimpianto solo per fini medici e di prevenzione di malattie genetiche. FRANCIA La situazione è diversificata a seconda degli stati. In genere sono ammesse sia la fecondazione omologa che quella eterologa. In alcuni Stati, come la California, è ammesso anche l’ utero in affitto. USA

LAVORO FORMAZIONE INNOVAZIONE La strategia di Lisbona 2000-2010

Diritti e tutele del lavoro in Europa “Ogni individuo ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.” “Ogni cittadino dell’Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.” Tratto dai: “Principi fondamentali tratti dalla nuova Costituzione Europea” riguardo il tema del lavoro.

Regole sul lavoro e sulla solidarietà Ai lavoratori viene garantito il diritto all’informazione e alla consultazione nell’ambito dell’impresa e il diritto di negoziazione e di azioni collettive, incluso il diritto allo sciopero. Ciascun cittadino europeo ha il diritto di accedere a un servizio di collocamento gratuito e ha diritto alla tutela contro ogni licenziamento ingiustificato. Le condizioni di lavoro devono essere “sane,sicure e dignitose” ; questo include il diritto a una limitazione della durata massima del lavoro e a periodi di riposo giornalieri e settimanali e a ferie annuali retribuite. La Costituzione vieta il lavoro minorile e garantisce la protezione dei giovani sul luogo di lavoro: Essa stabilisce che l’età minima per l’ammissione al lavoro non può essere inferiore all’età in cui termina la scuola dell’obbligo. I giovani ammessi al lavoro devono beneficiare di condizioni di lavoro appropriate alla loro età ed essere protetti contro lo sfruttamento economico o contro ogni lavoro che possa minarne la sicurezza, la salute, lo sviluppo fisico, mentale, morale o sociale o che possa mettere a rischio la loro istruzione. La Costituzione sancisce anche il diritto di ogni individuo ad essere tutelato contro il licenziamento per un motivo legato alla maternità e il diritto a un congedo di maternità retribuito e a un congedo parentale dopo la nascita o l’adozione di un figlio. Tra i lavoratori degli stati membri è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla nazionalità.

Strategia di Lisbona Il 23 e il 24 marzo del 2000, il Consiglio Europeo ha tenuto a Lisbona una sessione straordinaria dedicata ai temi economici e sociali dell’ Unione Europea. I capi di stato e di governo dell’ Unione hanno convenuto di fare entro il 2010,dell’ Europa: “ l’ economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. La globalizzazione e le nuove tecnologie sono il punto centrale della discussione, che se sfruttate in modo proficuo possono portare a una interdipendenza crescente tra le economie del mondo e la nascita di un economia globale. La strategia di Lisbona comprende provvedimenti diretti a promuovere: La ricerca scientifica L’istruzione Formazione professionale Accesso alla rete e occupazioni on line Riforma dei sistemi europei e di previdenza sociale Ogni anno , in primavera, si riunisce il Consiglio europeo per verificare i progressi compiuti nell’ attuazione di questa strategia.

Priorità della Strategia di Lisbona Politiche sociali: I principali problemi sono due: Carenza di personale qualificato con competenze tecnologiche e conoscenza di diverse lingue. L’ unione per risolvere questo problema promuove la mobilità di studenti e ricercatori mediante i programmi comunitari come Socrates ,Leonardo e Gioventù e il riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio e di formazione. Il problema dell’ invecchiamento della popolazione è stato affrontato dai governi dell’ Unione attraverso la riduzione degli incentivi al prepensionamento e l’ aumento graduale di circa 5 anni dell’ età di effettiva cessazione dell’ attività lavorativa. Settore produttivo: La strategia di Lisbona prevede l’ elaborazione di una carta europea per le piccole imprese e il sostegno all’ avviamento d’ imprese ad alto contenuto tecnologico al fine di evitare che il loro dinamismo venga ostacolato da regolamenti diversi e contrastanti nei vari paesi dell’ Unione Europea. Ricerca: Definizione di una rete transeuropea per le comunicazione scientifiche ed elettroniche al fine di collegare gli istituti di ricerca e le università,le biblioteche ed i centri studi e progressivamente anche le scuole. Internet: L’ Europa si dovrà dotare di servizi pubblici on line, di un’ amministrazione elettronica e di telesalute.

Gli obbiettivi dell’ Agenda di Lisbona, si sono rilevati fin dall’ inizio molto ambiziosi, e purtroppo sono ancora molto distanti. Solo pochissimi paesi europei sono riusciti a mantenere gli impegni e fra questi non risulta l’ Italia. Eppure è stato dimostrato che un’ applicazione anche parziale della strategia di Lisbona comporterebbe, per gli stati europei, rilevanti benefici in termini di crescita economica. Difficilmente l’ Europa giungerà al 2010 avendo raggiunto gli obbiettivi che si era posta a Lisbona 10 anni prima. Non per questo la strategia deve essere abbandonata: non va dimenticato che essa rappresenta una soluzione per affrontare efficacemente le sfide del futuro ed evitare che la nostra economia e la nostra società restino in dietro rispetto al resto del mondo.

L’unione europea e l’istruzione L’Unione europea ha il ruolo di favorire la mobilità e gli scambi, creando una reale cooperazione fra gli Stati membri attraverso programmi multinazionali in materia di istruzione, di formazione e di giovani; programmi di scambio e opportunità di apprendimento all’estero, nonché reti di competenze in campo accademico e professionale. Nell’Unione Europea vige il principio fondamentale di non discriminazione in base alla cittadinanza tra gli studenti di uno Stato membro. Questo vale anche per le condizioni d’ammissione ad un istituto di insegnamento o di formazione, in materia di tasse d’iscrizione o di condizioni per la concessione di una borsa di studio, destinata a coprire l’importo di queste tasse. Tutti gli Stati dell’Unione prevedono una assistenza finanziaria agli studenti universitari e in alcuni Stati membri; la legislazione consente inoltre il trasferimento della borsa di studio concessa . Questo significa che lo studente può continuare a beneficiare dell’aiuto finanziario concesso dal proprio Paese anche quando frequenta un corso in un altro Stato membro.

Il programma Socrates Socrates è il programma d’azione comunitaria per la cooperazione europea in materia d’istruzione. Il programma sostiene la mobilità attraverso programmi di finanziamento per “sviluppare un’Europa della conoscenza” e per rispondere meglio alle maggiori sfide del nuovo secolo. Questo programma si compone di otto azioni. COMENIUS MINERVA SOCRATES ERASMUS LINGUA GRUNDTVIG

Le fasi del programma Socrates Il programma Socrates si sviluppa in 8 fasi fondamentali: COMENIUS: incoraggia la cooperazione transnazionale tra le scuole europee e contribuisce a migliorare la crescita professionale del personale direttamente impegnato nel settore scolastico ERASMUS: si occupa dell’istruzione superiore,universitaria e post-universitaria, incoraggiando la cooperazione transnazionale tra istituti e università attraverso la modalità accademica GRUNDTVIG: dedicati all’educazione degli adulti LINGUA: programma per l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue europee MINERVA: incoraggia l’uso e lo sviluppo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore dell’istruzione OSSERVAZIONE e INNOVAZIONE dei sistemi e delle politiche in materia d’istruzione, promuovendo la cooperazione europea nelle politiche dell’istruzione AZIONI CONGIUNTE: con altri paesi europei MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO: progetti e attività ritenuti non idonei a ricevere un finanziamento in alcuna azione specifica, ma cosiderati importanti per le finalità del progetto

Istituto Universitario Europeo (IUE) L’ Istituto di formazione post-laurea e di ricerca dell’ UE, ha lo scopo di contribuire allo sviluppo del patrimonio culturale e scientifico dell’ Europa. L’Istituto accoglie studenti-ricercatori che desiderano ottenere un dottorato di ricerca alla fine dei 3 anni di studi. Vengono ammessi i titolari di un diploma di laurea con 110 e lode o di un diploma straniero equivalente.

DIRITTO ALLA FAMIGLIA e UNIONI CIVILI Articolo 9 capo II della Carta dei diritti fondamentali dell’UE: Il diritto di sposarsi e di costituire una famiglia sono garantiti dalle leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio.

riguardo al matrimonio LA FAMIGLIA La famiglia è costituita da un gruppo di persone che vivono insieme o da più gruppi di persone aventi in comune la discendenza. Articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: Uomini e donne hanno il diritto di sposarsi e creare una famiglia senza alcuna restrizione, con uguali diritti riguardo al matrimonio ed al suo scioglimento. Il matrimonio potrà essere concluso solo con il libero e pieno consenso dei relativi coniugi. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto di essere protetta dallo stato e dalla società.

LE UNIONI CIVILI Le Unioni civili in Europa Le unioni civili sono tutte quelle forme di convivenza tra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono all’istituto giuridico del matrimonio e riguardano coppie di opposto o uguale sesso. Le Unioni civili in Europa La questione delle unioni civili è entrata a far parte di direttive riguardanti uno dei principi fondamentali dell’UE: tutti i cittadini dell’Unione, hanno gli stessi diritti indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione sociale o orientamento sessuale. Nel 1994 la Comunità Europea ha emanato una risoluzione per la parità dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche.

Belgio Il matrimonio è aperto alle coppie dello stesso sesso dal 13 febbraio 2003, un primo passo per le regolamentazioni civili è stato fatto il 29 ottobre 1998 quando è stato approvata la convivenza legale. Nelle unioni civili sono comprese tutte le coppie senza distinzione di sesso. Spagna Il matrimonio è aperto alle coppie dello stesso sesso dal 2005, anche se alcune regioni, come la Catalogna approvarono il 15 luglio 1998 la legge sulle coppie stabili, riconoscendo i diritti alle coppie di fatto di sesso uguale o diverso. Le coppie omosessuali possono regolamentare il loro rapporto con un atto notarile,e le coppie etero o attraverso un atto notarile o automaticamente dopo una convivenza di più di due anni o convivendo e avendo un figlio.

Francia La legge del 15 novembre 1999 definisce la nuova forma di unione, distinta dall’istituto matrimoniale: il Patto civile di solidarietà, ovvero un contratto tra due persone maggiorenni dello stesso sesso o diverso, al fine di organizzare la loro vita in comune. Il PACS offre ampia tutela alla convivenza, non garantisce l’adozione e termina con la morte di uno dei partner. Il PACS comporta anche una serie di OBBLIGHI Impegno a condurre una vita in comune Aiuto reciproco materiale Responsabilità comune per i debiti contratti dalla firma del PACS

Paesi Bassi In Olanda il matrimonio è aperto alle coppie civili dello stesso sesso dal 2001. Per quanto riguarda le unioni civili già dal 1 gennaio 1998 permetteva alle coppie di diverso o uguale sesso di registrarsi nei registri comunali delle unioni civili. OTTENENDO STESSI DIRITTI DELLE COPPIE SPOSATE: I partner sono obbligati alla fedeltà e al reciproco aiuto Sono obbligati a condividere responsabilità per la cura e mantenimento dei minori Vi è obbligo di convivenza A meno che non dispongano altrimenti si instaura un sistema universale di comunione dei beni Sui partner grava reciproco obbligo di mantenimento Ogni partner ha diritto ai amministrare i beni che costituiscono il suo apporto alla comunione. Vi è responsabilità solidale per i debiti contratti in comune Vi sono diritti di successione analoghi a quelli del matrimonio I partner possono usare il cognome dell’altro

Italia Calabria Emilia Romagna Toscana Umbria L’Italia non prevede alcuna legislazione per la regolamentazione delle unioni civili. Dagli anni Novanta è aumentato il numero di proposte di legge per disciplinare le unioni civili presentate sia alla Camera che al Senato e sono diventati pressanti gli inviti del Parlamento Europeo alla parificazione dei diritti di coppie gay e coppie eterosessuali. Il dibattito politico ha registrato da parte della Chiesa Cattolica forti obiezioni ed aspre critiche all’adozione di una legislazione per le unioni civili. E’ attualmente in discussione alla Camera dei Deputati un disegno di legge che richiama i PACS francesi, teso a regolamentare le unioni anche tra individui dello stesso sesso. Alcune regioni hanno approvato statuti che sarebbero favorevoli a una legge sulle unioni civili Calabria Emilia Romagna Toscana Umbria La Spezia è il primo comune italiano che ha deciso di aprire agli omosessuali il registro alle unioni civili.

La giustizia nell’Unione Europea

PREMESSA: Le varie costituzioni degli Stati membri dell’Unione Europea garantiscono e tutelano le libertà e i diritti fondamentali ai propri cittadini,mentre nessuna norma obbliga le istituzioni europee a rispettare i diritti dei cittadini quando procedono all’approvazione di provvedimenti europei. Ma cosa succede se una legge europea impone a un paese di tenere un comportamento che è contrario alle regole della sua Costituzione? Senz’altro il diritto europeo è obbligatorio per gli stati membri, ma fino a che punto può spingersi tale obbligo? Per fortuna sono sorti degli organismi nell’ambito dell’UE che si sono preoccupati della tutela dei diritti umani e quindi sull’ essere umano in quanto tale, non solo dal punto di vista economico: La Corte di Giustizia Nel 1969 afferma per la prima volta che i diritti umani sono parte integrante dei principi generali dell’ordinamento comunitario. Con ciò si sancisce che i diritti umani non possono essere violati né dalle istituzioni comunitarie, né dagli stati membri. I diritti da essa garantiti sono quelli comuni alle tradizioni costituzionali degli Stati membri. Afferma inoltre l’ illegittimità di provvedimenti incompatibili con i diritti riconosciuti e garantiti dalle costituzioni nazionali, al fine di impedire che le istituzioni comunitarie violino i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e i diritti della persona.

Convenzione europea per i diritti dell’uomo (CEDU) Documento che offre agli stati, ma soprattutto ai singoli individui la possibilità di presentare ricorso ad un tribunale sovranazionale per denunciare la violazione di uno o più diritti in essa sanciti e di ottenere un eventuale risarcimento in caso di accertato riconoscimento della violazione subita. Sono 4 gli articoli che riguardano il valore della giustizia nell’ambito dell’ UE : Art. 47 Diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale Ogni individuo i cui diritti e le cui libertà garantiti dal diritto dell’Unione siano stati violati ha diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice, nel rispetto delle condizioni previste nel presente articolo. Ogni individuo ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un giudice indipendente e imparziale, precostituito per legge. Ogni individuo ha facoltà di farsi consigliare, difendere e rappresentare. A coloro che non dispongono di mezzi sufficienti è concesso il patrocinio a spese dello stato qualora ciò sia necessario per assicurare un accesso effettivo alla giustizia.

Art. 48 Presunzione di innocenza e diritti della difesa Ogni imputato è considerato innocente fino a quando la sua colpevolezza no sia stata legalmente provata. Il rispetto dei diritti della difesa è garantito ad ogni imputato. Art. 49 Principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene Nessuno può essere condannato per un’azione o un’omissione che al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o il diritto internazionale. Non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso. Se successivamente alla commissione del reato la legge prevede l’applicazione di una pena più lieve, occorre applicare quest ultima. Il presente articolo non osta al giudizio e alla condanna di una persona colpevole di un’azione o di un’omissione che, al momento in cui è stata commessa, costituiva un crimine secondo i principi generali riconosciuti da tutte le nazioni. Le pene inflitte devono essere proporzionate rispetto al reato. Art. 50 Dritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato Nessuno può essere perseguitato o condannato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato nell’Unione a seguito di una sentenza penale definitiva conformemente alla legge.

Interazione fra Diritto nazionale Diritto dell’UE Il diritto degli individui di avvalersi di rimedi giurisdizionali effettivi per la tutela dei propri diritti fondamentali è sancito dalla maggior parte degli ordinamenti giuridici interni fin dal XIX° secolo; in gran parte delle costituzioni nazionali e nella quasi totalità degli strumenti internazionali sui diritti umani sia di carattere “universale” che regionale, come: Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo Convenzione Europea sui diritti umani (CEDU) Carta dei diritti fondamentali dell’UE Il sistema di diritto internazionale in cui la tutela giurisdizionale degli individui ha raggiunto il livello maggiore di efficienza è costituito dall’Unione Europea, esso infatti è caratterizzato da un doppio livello di accesso alla giustizia Il giudice nazionale deve garantire la tutela giurisdizionale per le situazioni soggettive di origine comunitaria. Interazione fra Diritto nazionale Diritto dell’UE Si riconosce agli individui di adire direttamente le istituzioni giurisdizionali dell’UE In entrambi i casi si deve tutelare il rispetto del diritto ad una tutela giurisdizionale piena ed effettiva

determinate caratteristiche (che impongono obblighi di condotta, L’interazione che sussiste tra diritto nazionale e diritto dall’UE tuttavia non è immune dall’evidenziare ipotesi contrasto, soprattutto con riguardo alle condizioni apposte dal sistema UE per l’accesso dei singoli alla tutela giurisdizionale. Ciò nonostante nel contesto dell’ordinamento giuridico internazionale, il diritto di accesso alla giustizia è in costante interazione con le regole generali del suddetto ordinamento, che però ne ostacolano l’applicazione concreta. E’ soltanto tramite il ricorso al giudice nazionale che l’individuo può concretamente rivendicare la titolarità dei diritti ad esso attribuiti da norme internazionali. Perchè ciò avvenga è necessario che queste norme abbiano natura “self-executing” norme che presentano determinate caratteristiche (che impongono obblighi di condotta, che non hanno carattere programmatico)

L’Unione Europea contro la Pena di Morte Decapitazione, elettroshock, impiccagione, iniezione letale, fucilazione o lapidazione. No, non siamo nel Medioevo, parliamo di pratiche in uso oggi in diversi paesi nel mondo dove ancora si eseguono le condanne a morte. L'Unione europea è da sempre uno strenuo difensore della dignità umana e assieme ad altre istituzioni internazionali, si batte per la completa abolizione della pena di morte. Alcuni dati… Nel 2005, secondo uno studio di Amnesty International in 22 paesi del mondo: 5.186 persone condannate a morte 2.148 persone giustiziate

L’UE APPIOGGIA LA MORATORIA PENA DI MORTE L’UE APPIOGGIA LA MORATORIA «L'Unione europea fa appello a tutti i governi di tutti i Paesi che ancora applicano la pena di morte perché lavorino per la sua l'abolizione in ogni circostanza. Come primo passo verso questo obiettivo, l'Ue si appella ai governi interessati perché introducano una moratoria sulla pena di morte con effetto immediato. L’Unione Europea lavorerà per l’abolizione della pena capitale nel mondo e «intensificherà la sue iniziative nei fori internazionali, incluse le Nazioni Unite». La dichiarazioni di intenti della Presidenza Ue giunge in occasione del terzo congresso mondiale contro la pena di morte che si è svolto dal 1 al 3 febbraio a Parigi. «L'Unione europea è in prima linea negli sforzi abolizionisti nel mondo e continuerà ad opporsi alla pena di morte in tutti i casi e in ogni circostanza poiché considera la pena di morte una punizione crudele e disumana». Insomma neanche la lotta al terrorismo può essere una giustificazione per introdurre o reintrodurre la pena di morte. Tra gli Stati Ue non c'è tuttavia ancora un appoggio completo all'eventuale iniziativa Ue in sede Onu. Tra i maggiori oppositori c'è la Gran Bretagna, a causa del suo rapporto “privilegiato” con gli Stati Uniti. 31 Gennaio 2007

PENA DI MORTE. PARLAMENTO UE APPROVA RISOLUZIONE SU MORATORIA Il Parlamento europeo ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione favorevole alla moratoria universale sulla pena di morte. Con 591 voti a favore, 45 contrari e 31 astenuti, l’Europarlamento, riunito nella 'minisessione' plenaria di Bruxelles, chiede di riaprire il dibattito su quest'argomento durante la sessione in corso dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il documento approvato appoggia apertamente le iniziative del governo e del parlamento italiani volte a presentare la risoluzione all'Assemblea generale Onu, chiedendo che sia applicata "immediatamente e senza condizioni" una moratoria universale sulle esecuzioni, nell'auspicio che si arrivi all'abolizione della pena di morte in tutto il mondo. Tocca anche alla Presidenza tedesca dell'Ue prendere adesso le iniziative opportune perché l'Europa parli con "una sola voce" su questo tema e aggreghi attorno ad una risoluzione Onu sulla moratoria il più grande numero di governi". 1 Febbraio 2007