Le figure della leggenda 17-18

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Transcript della presentazione:

Le figure della leggenda 17-18 Artù Le figure della leggenda 17-18

17. Le figure della leggenda L’amor cortese Il termine "amor cortese" si applica perfettamente ai romanzi della Tavola Rotonda. L'eroe, leale, generoso e discreto, ama una bella dama, spesso di rango superiore al suo.

L’“appuntamento spiato” (e altre scene) Aventures merveilleuses de Lancelot et Gauvain Parigi, verso il 1300-1310 Cofanetto in avorio, 97 x 257 x 167 mm Provenienza: collezione François Baverey; acquisto, 2007 Paris, Musée de Cluny - MNMA , Cl. 23840 © RMN / Michel Urtado

L’“appuntamento spiato” (e altre scene) A Parigi, nei primi decenni del XIV secolo, furono realizzati alcuni cofanetti in avorio la cui decorazione è costituita da una scena dell'assalto del castello d’Amore sul coperchio e da scene tratte da romanzi cortesi sui lati minori. Questo è uno dei più grandi conosciuti per le dimensioni, ma anche uno dei più antichi per lo stile, poiché alcuni elementi, come la posizione di Alessandro nella scena dell’insegnamento, lo collocano nel gusto dei primi anni del XIV secolo. Nella parte posteriore ci sono tre scene del Cavaliere della carretta e della Leggenda del santo Graal di Chrétien de Troyes (che si ritrova anche nel Lancillotto in prosa): Galvano combatte con il leone; Lancillotto sul Ponte della spada e Galvano sul Letto della meraviglia. Sul lato sinistro ci sono due piccole scene dal romanzo di Tristano, Tristano e Isotta alla fontana (l’“appuntamento spiato”) e i baroni di re Marco che denunciano gli amanti . Nella parte anteriore sono, a sinistra, due scene dal romanzo di Alessandro (Aristotele che insegna ad Alessandro e Aristotele cavalcato da Phyllis) e, a destra, due scene dal repertorio di exempla e una variante medievale del Giudizio di Salomone. Sul lato destro, si vede l'eremita che consegna a Galaad le chiavi del castello delle Vergini. L'interpretazione dell’ultima scena, che rappresenta l’assalto da parte di un cavaliere di un castello tenuto da uomini selvaggi, è problematica. Roger Sherman Loomis vi ha visto un episodio del vecchio cavaliere Ényas che salva un donzella, ma questa proposta non vede la piena adesione degli studiosi. Si tratta più probabilmente di una scena del romanzo di Jaufré.

Cuor d’amore e attacco a castello d’Amore Pettine d'avorio veneziano Italia (Venezia ?), fine XIV sec. Avorio, due placche di 148 x 46 x 5 mm BnF, Manuscrits, NAF 10039

Cuor d’amore e attacco a castello d’Amore Inseriti, nel XIX secolo, nella legatura di un Roman d'Aspremont, queste sottili placche d’avorio che ai lati corti, presentano il medesimo taglio contornato, sono le due facce staccate da un pettine d'avorio, i cui denti sono andati perduti. Questo pettine è stato probabilmente realizzato in una bottega attiva a Venezia nel terzo quarto del Trecento, quella degli ‘Embriachi’. Lo stile delle scene scolpite e gli abiti drappeggiati ricordano le illustrazioni nei contemporanei manoscritti veneziani. Le allegorie di Dame Amour (Frau Minne), che mostrando un elmo a due cavalieri inginocchiati e il castello assediato, scolpite su queste tavole, testimoniano l'influenza dei modelli francesi nella letteratura cortese europea: in Italia, i temi cortesi si diffondono rapidamente, sia direttamente, grazie alle opere francesi, sia attraverso testi in lingua tedesca, come quelli di Wolfram von Eschenbach (1170-1220), Gottfried von Straßburg (1180-1215) o di Hartmann von Aue (1170-1210). Il tema dell'attacco al castello d’Amore non è specificamente arturiano, ma è riferito, in generale, alla letteratura cortese, alla quale appartengono i romanzi bretoni, in particolare quelli di Chrétien de Troyes. Questi temi sono stati spesso rappresentati in articoli di lusso per l'arredamento e l’ornamento, come cofanetti, specchi, calzature, pettini. Essi erano, dunque, ben noti ai committenti, facilmente e più spesso donne, che li hanno utilizzati.

18. Le figure della leggenda Il cavaliere deve superare delle prove per conquistare la sua dama: uccide i nemici che minacciano il suo castello, la libera dalle mani di furfanti che l’hanno rapita nella foresta, parte in cerca di oggetti meravigliosi per lei. L'amore è la motivazione principale delle avventure.

Partenza dei cavalieri per la Ricerca del Santo Graal; Artù si separa dai cavalieri La Quête du Graal Milano, verso il 1380-1385. Copiato da Albertolus de Porcellis Provenienza: Bernabò Visconti; incorporato nella biblioteca dei duchi di Milano da Gian Galeazzo Visconti; tarsferito da Luigi XII nel castello di Blois nel 1500 BnF, Manuscrits, Français 343 fol. 8v

Partenza dei cavalieri per la Ricerca del Santo Graal; Artù si separa dai cavalieri Raggruppati alla porta della città, gli abitanti di Camelot lamentano la partenza dei cavalieri della Tavola Rotonda, guidato dal re. Ai margini della foresta del castello Vagan, Artù si congeda da Galaad e dai suoi compagni: "Quando la regina li vede in procinto di partire, si reca nella sua stanza e cade sul suo letto in dolore tale che nessuno al mondo non potrebbe averne pietà. Lancillotto, commosso più di ogni altro per il dolore della sua signora, si reca nella stanza dove l’ha vista entrare. «Ah, Lancillotto», grida lei, «voi mi avete tradita e condotta a morte, voi che mi lasciate per andare in terra straniera, dalla quale non ritornerete se nostro Signore non vi riporterà indietro». - «Signora», risponde il cavaliere, «a Dio piacendo, tornerò prima di quanto pensiate.» Dopo che la regina gli ha dato il suo congedo, Lancillotto ritrova i compagni che erano in attesa di partire. Quando lasceranno la città, tutti gli abitanti, ricchi e poveri, piangeranno amaramente. Arrivati vicino alla foresta del castello Vagan, prendono congedo da Re Artù."

Arrivo di Margondo alla corte di Artù Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de Lancelot Manoscritto in quattro volumi realizzati per Jacques d'Armagnac, duca di Nemours. Bottega di Evrard d’Espinques. Francia centrale (Ahun), verso il 1475. BnF, Manuscrits, Français 115 fol. 380v

Arrivo di Margondo alla corte di Artù Dopo la vittoria contro Méléagant, Lancillotto riparte per il regno di Gorre, dove deve rispondere alla sfida di un cavaliere, che lo accusa di averlo vinto a tradimento. Lungo il tragitto, incontra Margondo di Castelnuovo, che ripete calunnie diffuse da Morgana, sul conto di Ginevra. Senza rivelare la propria identità, Lancillotto impegna il combattimento per riscattare l'onore della sua signora, poi manda il suo avversario a costituirsi prigioniero della regina. Quando arriva a corte Margondo cade ai piedi di Ginevra e chiede pietà: «Mia Signora, io sono inviato da uno che è il vostro cavaliere e mi ha sconfitto in battaglia». Margondo racconta la sua avventura, «ma mai», dice, «questo cavaliere ha deciso di dirmi il suo nome, ordinandomi di chiederlo a voi». La regina gli svela che il suo vincitore non è altri che Lancillotto. L’illustrazione mostra il momento in cui Margondo cade ai piedi della regina e "implora umilmente la sua misericordia", prima di iniziare la conversazione. In una stanza abbastanza buia, Ginevra, accompagnata da alcune delle sue dame, afferra l'elsa della spada che le porge il cavaliere come segno di totale sottomissione. Questa scena di fedeltà mette in rilievo con un evidente senso di spirito cortese, il carattere di Ginevra, il cui abito impreziosito con fili d'oro e pelliccia di scoiattolo cade in pieghe dritte e spesse, dandogli una forma sia forte sia elegante, riflettendo allo stesso tempo il suo rango e la fragilità del suo essere.

Lancillotto abbraccia Ginevra Cycle du Lancelot-Graal : III. Roman de Lancelot Manoscritto in quattro volumi realizzati per Jacques d'Armagnac, duca di Nemours. Bottega di Evrard d’Espinques. Francia centrale (Ahun), verso il 1475. BnF, Manuscrits, Français 114 fol. 239v

Lancillotto abbraccia Ginevra Galehaut ha organizzato un incontro tra il suo amico Lancillotto e la regina Ginevra, che è accompagnata dalla dama di Malehaut, la sua confidente. Dopo una lunga discussione in cui Galehaut espone le sofferenze d'amore patite dal suo amico, la regina si impegna a dare un bacio a Lancillotto, cosa che segna l'inizio del loro amore. Al centro dell'immagine, Lancillotto, vestito con un elegante abito corto, secondo la moda della metà del XIV secolo, e calzoncini attillati, dà un bacio alla regina. Dietro di lui Galehaut, che indossa un lungo cappotto e indossa un cappuccio, mentre la signora di Malehaut, che indossa un copricapo sormontato da un velo (huve), resta dietro Ginevra. La posizione delle mani, i gesti intorno agli amanti abbracciati sottolineano che si sta creando una complicità. Sul lato destro dell'immagine il seguito della regina resta a distanza, la testa bassa e gli occhi socchiusi, in segno di esclusione, perché l‘intrigo amoroso deve rimanere segreto, condizione essenziale della fin’amor.

Lancillotto abbraccia Ginevra 2 Da quando la regina ha accettato di dargli un bacio, Lancillotto è rimasto pietrificato ed è Ginevra a prendere l'iniziativa. Il qualificativo che gli dà - "leale amico gentile" - è quello che ha nutrito l'amore del giovane cavaliere quando ha lasciato la corte di Artù. Lancillotto è molto affezionato a questo termine che impiega anche all'indirizzo del suo migliore amico, Galehaut. Dopo questo episodio, la dama di Malehaut si unisce al terzetto, indovinando la trama che prende forma, offre alla regina di diventare sua confidente, mentre si forma una seconda coppia con Galehaut per instaurare un equilibrio nelle loro relazioni. La miniatura annuncia l‘allargamento dell'alleanza che al momento del bacio era solo un trio. Per la dama di Malehaut come per Galehaut, questa relazione non è che un sostituto dell'aspirazione originaria dell'amore di Lancillotto per la regina. Purtroppo questo amore non è destinato a durare perché Galehaut muore, annientato dalla sparizione di Lancillotto, poco prima del suo matrimonio con la dama di Malehaut.