Seconda Sessione L’impegno politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.

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Seconda Sessione L’impegno politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa

Quarto incontro LA DEMOCRAZIA SECONDO LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Le «due» DSC Non contribuiscono a fare chiarezza certe astratte suddivisioni della Dottrina sociale della Chiesa che applicano all’insegnamento sociale pontificio categorie ad esso estranee. Non ci sono due tipologie di dottrina sociale, una preconciliare ed una postconciliare, diverse tra loro, ma un unico insegnamento coerente e nello stesso tempo sempre nuovo. (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 12).

Democrazia classica e moderna Se la promozione del proprio io è intesa in termini di autonomia assoluta, inevitabilmente si giunge alla negazione dell'altro, sentito come un nemico da cui difendersi. In questo modo la società diventa un insieme di individui posti l'uno accanto all'altro, ma senza legami reciproci: ciascuno vuole affermarsi indipendentemente dall'altro, anzi vuol far prevalere i suoi interessi. Tuttavia, di fronte ad analoghi interessi dell'altro, ci si deve arrendere a cercare qualche forma di compromesso, se si vuole che nella società sia garantito a ciascuno il massimo di libertà possibile. Viene meno così ogni riferimento a valori comuni e a una verità assoluta per tutti: la vita sociale si avventura nelle sabbie mobili di un relativismo totale. Allora tutto è convenzionabile, tutto è negoziabile. (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae, 20).

La DSC non canonizza la democrazia L'etica sociale cattolica appoggia, in linea di principio, la soluzione democratica, perché più rispondente alla natura razionale dell’uomo. Si è tuttavia lontani – è bene precisarlo – dal canonizzare questo sistema. (Giovanni Paolo II, Memoria e identità, Rizzoli, Milano 2005).

Non ci salva dal totalitarismo In questo modo la democrazia, ad onta delle sue regole, cammina sulla strada di un sostanziale totalitarismo. (Evangelium vitae, 20)

Caratteri della democrazia secondo la Dottrina sociale della Chiesa

La democrazia non va assolutizzata La democrazia non può essere mitizzata fino a farne un surrogato della moralità o un toccasana dell'immoralità. Fondamentalmente, essa è un «ordinamento» e, come tale, uno strumento e non un fine. Il suo carattere «morale» non è automatico, ma dipende dalla conformità alla legge morale a cui, come ogni altro comportamento umano, deve sottostare: dipende cioè dalla moralità dei fini che persegue e dei mezzi di cui si serve. (Evangelium vitae, n. 71)

La democrazia può democraticamente affossare la democrazia Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo come insegna la storia. (Centesimus annus, 46)

La democrazia si qualifica per i contenuti e non per le procedure Nella cultura democratica del nostro tempo si è largamente diffusa l'opinione secondo la quale l'ordinamento giuridico di una società dovrebbe limitarsi a registrare e recepire le convinzioni della maggioranza e, pertanto, dovrebbe costruirsi solo su quanto la maggioranza stessa riconosce e vive come morale. (Evangelium vitae, n. 69)

Una democrazia che assolutizza le procedure è falsa e pericolosa perché annulla il ruolo della coscienza Da un lato, i singoli individui rivendicano per sé la più completa autonomia morale di scelta e chiedono che lo Stato non faccia propria e non imponga nessuna concezione etica... dall'altro lato, si pensa che il rispetto dell'altrui libertà di scelta imponga a ciascuno di prescindere dalle proprie convinzioni. In questo modo la responsabilità della persona viene delegata alla legge civile. (Evangelium vitae, n. 69)

La democrazia va limitata e non estesa a settori che non le sono propri: Chiesa, famiglia, scuola, insegnamento, sanità, ricerca, scienza, movimenti sociali, aggregazioni spontanee, circoli culturali… ;

Il relativismo etico è la morte della democrazia Non manca chi ritiene che il relativismo sia una condizione della democrazia, in quanto solo esso garantirebbe tolleranza, rispetto reciproco e adesione alle decisioni della maggioranza. Ma crimini e radicali negazioni della libertà si sono commessi e si commettono anche in nome del «relativismo etico»…La coscienza universale giustamente reagisce nei confronti dei crimini contro l'umanità di cui il nostro secolo ha fatto così tristi esperienze. Forse che questi crimini cesserebbero di essere tali se, invece di essere commessi da tiranni senza scrupoli, fossero legittimati dal consenso popolare? (Evangelium vitae, n. 70)

Nessuna decisione democratica può avere il nostro consenso solo perché democratica I valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove: fondamentali e imprescindibili sono certamente la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei suoi diritti intangibili e inalienabili, nonché l'assunzione del «bene comune» come fine e criterio regolativo della vita politica. (Evangelium vitae, 71)

La partecipazione non va esaltata in quanto tale La Chiesa è consapevole che la via della democrazia se, da una parte, esprime al meglio la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche, dall’altra si rende possibile solo nella misura in cui si trova alla sua base una retta concezione della persona (Congregazione per la dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (2002), n. 3)

L’adesione ai partiti non può essere indiscriminata La coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti. ( Congregazione per la dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (2002), n. 3)

Il pluralismo democratico riguarda le cose che possono stare altrimenti Il carattere contingente di alcune scelte in materia sociale, il fatto che spesso siano moralmente possibili diverse strategie per realizzare o garantire uno stesso valore sostanziale di fondo, la possibilità di interpretare in maniera diversa alcuni principi basilari della teoria politica, nonché la complessità tecnica di buona parte dei problemi politici, spiegano il fatto che generalmente si possa avere una pluralità di partiti all’interno dei quali i cattolici possono scegliere di militare. (Congregazione per la dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (2002), n. 3)

Democrazia organica ed economica Organica: fondata sull’autonomia e la partecipazione nei corpi intermedi, anche se non devono essere necessariamente democratici; Economica, ossia deve favorire l’accesso più diffuso possibile al mercato: la destinazione universale dei beni attuata tramite la diffusione della piccola proprietà privata (distributismo).

La democrazi richiede formazione Ma la formazione alla democrazia non deve necessariamente essere democratica

Conclusione La democrazia é un campo con delle regole di movimento e in cui si stanno giocando varie partite contemporaneamente. Il cattolico deve partecipare alle partite in questo campo per far vincere le idee vere e buone. Per questo deve conoscere bene anche le regole e agire con tutte le astuzie dei figli delle tenebre, sforzandosi di rimanere figlio della luce.