Quanto desidero cenare con voi! Testo: Giovanni 13, 1-15 . Giovedì Santo. Commenti e presentazione: M. Asun Gutiérrez. Musica: Dov’è carità e amore.
Molti quadri e stampe ci aiutano a immaginare questa scena ma in una forma che non corrisponde alla cultura del tempo. Rappresentano Gesú che mangia solo con i 12 Apostoli. La tradizione di Israele riuniva quella notte uomini e donne contemporaneamente. Perciò Gesù si riunì con i 12 e con seguaci, uomini e donne, che ordinariamente si spostavano con Lui nel gruppo... e con sua madre.
Giovanni 13, 1-15 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Ignacio Ellacuria y e i suoi compagni assassinati Vicente Ferrer Pedro Arrupe Gesù è pienamente consapevole di essere venuto da Dio e che a Dio tornerà: ci presenta le origini e il destino di ogni uomo. Sapere come amò Gesù è la forma, l’esempio fondamentale per la nostra vita (Mt 25). L’amore, il servizio, reso vita normale, è l’essenza della nostra fede. L’amore “fino all’estremo” comincia dagli impegni quotidiani.
Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Gesù si alza. Non resta seduto di fronte al dolore e alle preoccupazioni degli altri. Si preoccupa di fare qualcosa per rincuorare. Si toglie il mantello. Si spoglia di ogni potere; il servizio è autentico solo se può essere compiuto stando in basso, essendo “uno dei tanti”. Per lavare i piedi a una persona è necessario inchinarsi, porsi in ginocchio davanti a lei. Il gesto, proprio dei servi, degli schiavi e delle donne, non è solo un atto di umiltà: è cambiare radicalmente ogni idea di dignità, di gerarchia, quanto è “politicamente-corretto”, religioso. I gesti e gli atteggiamenti di Gesù non sono compiuti solo per dare esempio, ma sono un dovere di comportamento per i suoi seguaci.
Ponendosi ai piedi dei suoi discepoli, Gesù sbatte a terra l’idea di Dio creata dalle religioni. Il Dio di Gesù non si comporta come un Sovrano, ma come un servitore dell’uomo. Nella sua comunità ognuno è sia libero che servo. Il vero amore rende liberi. Gesù si oppone ad ogni potere che opprime. Nella nuova comunità ogni membro deve essere al servizio degli altri come Gesú, che si comporta come il Padre. L’unica grandezza dell’uomo è rendersi come il Padre: dono totale e gratuito per gli altri. (Revista Parroquia María Inmaculada-Valencia)
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Pietro, secondo il pensiero dominante, non ammette l’uguaglianza. L’immagine che Pietro ha di Dio non coincide con quella che Gesú rivela con le sue parole e i suoi attegiamenti. Gesù vuole una comunità di uguali, dove non ci siano capi, ma servi. Ci insegna che il servizio crea uguaglianza. I seguaci di Gesù sono quanti si pongono in ginocchio al suo fianco, per “lavare i piedi” a quanti ne hanno bisogno.
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». Amare è accogliere e mettersi a servizio degli altri, rispettando la libertà e rispondendo sempre con amore. Tutto l’uomo è degno di amore, non per meriti o qualità personali, ma perché Dio lo ama. Tutti gli uomini, compresi i più antipatici, quelli che critichiamo e giudichiamo, quelli che riteniamo peggiori di noi, sono amati da Dio. Egli è “l’acqua” che tutti ci rende degni.
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Gesù propone il suo modo di agire – amore, accoglienza, servizio, impegno, comunione - come modello di comportamento per i suoi seguaci. Offrire il messaggio e il testimoniarLo non cercando di ottenere privilegi, ma di servire. Il suo amore è creativo e contagioso. Ci fa capaci di amare come Lui: “Amatevi come Io vi amo”. Non è imposizione; è la più bella esperienza, la più grande fonte di gioia. Se amiamo come Gesú potremo creare un mondo più giusto per tutti. E’ questo che ci invita a fare in sua memoria. Lo abbiamo compreso?
Gesti di amore fraterno Gestos de Amor fraterno. Gesti di amore fraterno Cenare con gli amici, aprire loro il cuore senza paura, lavare loro i piedi con cura e rispetto, farsi “pane fresco condiviso” e vino nuovo bevuto. Ubriacarsi di Dio, e invitare tutti a fare lo stesso. Lavorare per la giustizia, impegnarsi per una pace duratura; dire di no alle armi, dedicarsi a progetti di solidarietà, far dimagrire i nostri conti in banca e i portafogli. Amare fino alla fine, e invitare tutti a fare lo stesso. Creare uno sconcerto evangelico. Amare come Egli ci ama, e invitare tutti a fare lo stesso. Un gesto solo, uno solo, scavalca il tuo amore che si offre come fonte di vita. Se ci lasciamo raggiungere e lavare, diventiamo puliti, come bambini appena lavati, per riposare sulle tue ginocchia. Lavami, Signore! Lavaci, Signore! Fl. Ulibarri