Seconda parte.

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Transcript della presentazione:

Seconda parte

La segnaletica dell’educatore Strada sdrucciolevole Perché il bambino non scivoli da grande, teniamo d’occhio i primi anni. E’ più facile formare un bambino che raddrizzare un uomo. Il segnale indica che in quella zona è proibito usare il clacson: si deve fare silenzio.

Divieto di sorpasso Non bruciamo l’infanzia. Non acceleriamo i bambini. Perché imbottigliarli con tutti quei Corsi di danza, di musica, di pittura…?

Stop Stop alle sue continue richieste: “me lo compri?”, “voglio questo”, “regalami quello”. Dare tutto al bambino è preparare un io con la grinta del pesce bollito o della mozzarella.

Caduta massi Vi sono parole che sono carezze: “ciao”, “grazie”, “scusa”, “ti voglio bene”. e parole che sono massi: “sei un disastro”, “imbranato”, “buono a nulla”.

Strada ripida Non buttiamo fuori casa la rinuncia e il sacrificio. A conti fatti, la pedagogia dello zucchero si rivela pedagogia fallimentare.

Via libera L’uomo è come la barca: la barca non è fatta per restare in porto, ma per prendere il largo. Non asfissiamo d’assistenza: “mettiti la maglia”, “togliti la maglia”, “vestiti”, “svestiti”.

Attenzione agli animali Educare è ben più che allevare. Il bambino non è un cucciolo. Gli omogeneizzati e le nutelle non bastano. Educare è andare oltre il pane e il companatico.

La segnaletica del catechista Bambini Prima i bambini. Il catechista li conosce, li stima. li ama. Mira di più al loro sviluppo che allo sviluppo del programma.

Salita ripida Mai come oggi i ragazzi hanno fatto fatica a salire a Dio, hanno fatto fatica a capire il linguaggio religioso. Dunque è da saggi usare una marcia adeguatamente bassa, lenta. E’ inutile fare teste ben piene: meglio puntare a fare teste ben fatte. Il catechista che corre fa come chi vuole raccogliere lumache andando in moto.  

Divieto di sosta I ragazzi non possono stare fermi: sono irrequieti nel corpo e nella mente. L’attenzione, ormai, è lunga quanto un francobollo. Per questo il catechista cambia canale comunicativo: parla, spiega, racconta, fa leggere, fa disegnare, fa drammatizzare, fa cantare. Così la noia scompare e l’attenzione non si addormenta.

Stop Stop alle parole difficili, alle parole che sanno di freezer, alle parole che hanno le radici piantate nelle nuvole. Stop alla faccia da funerale. Non si va al catechismo per farsi venire il malumore.

Lavori in corso Il catechista è sempre al lavoro. Si prepara le lezioni, chiede aiuto, studia, prega… Molto bene! Grazie a nome della comunità religiosa!

Direzione obbligatoria Al catechismo non si può dire quel che pare e piace, a seconda dei proprio gusti. Al catechismo si insegna la Dottrina della Chiesa. Il catechista non dice certe cose, ma cose certe.

S.O.S. Tutti abbiamo bisogno di soccorso. Il soccorso ci viene dall’alto. Per questo il catechista prepara i suoi ragazzi, li affida a Dio. La preghiera del catechista (come quella dei genitori) oltrepassa sempre le nubi e arriva a destinazione.

Semaforo Il catechista non ha dubbi: preferisce il verde al rosso. Preferisce dire quanto è bello essere buoni, piuttosto che spaventare con il rosso dell’inferno.

Ristorante Un’allegra festa tutti insieme a Natale, a Pasqua, a fine anno…: anche questo è catechismo! Dio è spassoso. I ragazzi devono subito imparare che il cristiano è l’ultimo a smettere di ridere.

Buona degustazione