Il sacrificio di Isacco
Quando Dio aveva invitato Abramo a partire da Ur, gli aveva promesso di farlo padre di una grande nazione.
Gli aveva promesso un figlio e una discendenza così numerosa,difficile da contare come le stelle del cielo. Notte dopo notte Abramo guardava le stelle, ricordando la promessa di Dio.
Poi, quando Abramo e Sara, ormai vecchi, avevano quasi rinunciato a sperare, nacque Isacco.
Quando Sara vide il suo bambino fu così felice che rise di gioia.
Passarono gli anni e Isacco crebbe alto e forte Passarono gli anni e Isacco crebbe alto e forte. Allora Dio decise di mettere alla prova Abramo. Gli disse: “Voglio che tu porti Isacco che tu ami tanto, nella terra di Moria e me lo offra in sacrificio”
Abramo stentava a credere, poteva Dio esigere che uccidesse suo figlio Abramo stentava a credere, poteva Dio esigere che uccidesse suo figlio? Ma si fidava di Dio e aveva imparato a obbedirlo. Il mattino seguente partirono.
Isacco portava la legna e Abramo un coltello Isacco portava la legna e Abramo un coltello. Viaggiarono per tre giorni, erano quasi arrivati quando Isacco chiese: “Padre abbiamo la legna e il fuoco per il sacrificio ma l’agnello dov’è?”. Abramo rispose; Dio provvederà l’agnello.
Quando giunsero sul luogo, costruito l’altare e postavi sopra la legna, Abramo legò le mani del figlio e brandì il coltello per ucciderlo; ma ecco un angelo del Signore lo fermò.
E Dio gli gridò: “Abramo fermati. Non toccare il ragazzo E Dio gli gridò: “Abramo fermati! Non toccare il ragazzo. Ora so fino a che punto ti fidi di me. Guarda in quel cespuglio e troverai un montone impigliato per le corna, offrimi quello in sacrificio”.
Riconoscenti e pieni di gioia uccisero il montone e lo offrirono in sacrificio a Dio. E Dio mantenne le promesse fatte ad Abramo, perché messo alla prova aveva obbedito.