Umberto Saba GOAL
La lirica "Goal" scritta da Umberto Saba fa parte del terzo volume del Canzoniere composto tra il 1933 e il 1954."Goal" è una delle cinque poesie che sviluppano i temi dell’ aria festosa del gioco del calcio. La poesia descrive una partita di calcio durante la quale sono focalizzate in particolar modo le emozioni e gli stati d'animo nei momenti successivi a un goal. Il ritmo è scorrevole e flessuoso accentuato dalla consonanza della "L". Alla gioia della folla citata nella seconda strofa si unisce a quella dei calciatori, soprattutto del portiere che nonostante fisicamente si trova lontano dalla squadra il suo animo gioisce con i compagni.
Il | por|tie|re| ca|du|to al |la| di |fe |sa ul|ti|ma| va|na|, con|tro| ter|ra| cel | la la |fac|cia, a| non| ve|der |l’a|ma|ra| lu|ce. Il|com|pa|gno in |gi|noc|chio| che |l’in|du|ce con |pa|ro|le e |con| ma|no, a| ri|le|var|si, sco|pre| pie|ni| di| la|cri|me i |suoi |oc|chi. La| fol|la- u|ni|ta eb|rez|za -|per |tra|boc|chi nel |cam|po.In|tor|no al |vin|ci|to|re| stan|no, al |suo| col|lo| si| get|ta|no i |fra|tel|li. Po|chi| mo|men|ti| co|me| que|sto| bel|li, a |quan|ti| l’o|dio| con|su|ma e |l’am|o|re, è |da|to,| sot|to il |cie|lo,| di |ve|de|re. Pres|so| la |re|te in|vio|la|ta il |por|tie|re - l’al |tro - è |ri|ma|sto|. Ma | non | la | sua ani | ma, con| la |per|so|na| vi è |ri|ma|sta| so|la. La| sua| gio|ia| si| fa| una| ca|pri|o|la, si| fa |ba|ci| che| man|da| di| lon|ta|no. Del|la| fe|sta – e|gli| di|ce – an|ch’io| son| par|te. La poesia è strutturata su tre strofe irregolari formate da versi endecasillabi sciolti piani e ciò mette in evidenza il continuo riferimento di Saba alla poetica italiana.
In questa strofa l'attenzione è rivolta al portiere sconfitto che, dopo essersi slanciato in un'ultima inutile difesa, nasconde per la rabbia e l'umiliazione la faccia a terra che viene messa in evidenza dall'enjambement che collega i versi due e tre (contro terra cela/ la faccia). Tra le figure di significato è presente una sinestesia (amara luce) ed è anche importante l'iperbato al verso 6 (scopre pieni di lacrime i suoi occhi) mettendo in evidenza il dolore del portiere sconfitto. Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
Nella seconda strofa l'attenzione viene invece rivolta alla folla la cui ebbrezza sembra traboccare nel campo. Il testo è un inversione con la presenza di un'anastrofe (intorno al vincitore stanno al suo collo si gettano i fratelli) e un iperbato al verso 4. Il poeta per rendere evidenti i sentimenti contrapposti delle due squadre si serve di un'antitesi (a quanti l'odio consuma e l'amore è dato). La folla- unita ebrezza - per trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere - l’altro - è rimasto Presso la rete inviolata il portiere - l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa - egli dice - anch’io son parte. La terza strofa che inizia con un’ anastrofe (presso la rete inviolata il portiere-l'altro-è rimasto). La gioia viene espressa con un rapporto analogico nel verso 16 (la sua gioia si fa una capriola), e la lirica si conclude con un iperbato (della festa egli dice anch'io son parte).