MATEMATICHE ELEMENTARI DA UN PUNTO DI VISTA SUPERIORE MORIGGI MICHELA Matricola 3711180 A.A. 2009/2010 I – AB – 03 – IL GRANDE MATEMATICO.

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Transcript della presentazione:

MATEMATICHE ELEMENTARI DA UN PUNTO DI VISTA SUPERIORE MORIGGI MICHELA Matricola A.A. 2009/2010 I – AB – 03 – IL GRANDE MATEMATICO

Emma Castelnuovo nasce a Roma nel Figlia di Guido Castelnuovo e nipote di Federigo Enriques considerati due tra i maggiori matematici italiani del secolo scorso. Si laurea in Matematica e poi lavora come bibliotecaria all'interno dell'Istituto di Matematica dell'Università di Roma. Vince il concorso per insegnare nella scuola secondaria, ma non ottiene la cattedra a causa delle leggi razziali vigenti in quegli anni. Nel periodo dell'occupazione fascista insegna nella Scuola Ebraica di Roma.

Con la Liberazione ottiene la cattedra in una scuola media statale. Nel1944 organizza una conferenza sull'insegnamento della matematica. Due anni dopo scrive un articolo intitolato " Il metodo intuitivo per insegnare la geometria nel primo ciclo della scuola secondaria ". Tale elaborato sarà in seguito rielaborato ed espresso nel libro " Geometria Intuitiva " del Nel 1950 nasce la Commissione Internazionale per lo Studio e il Miglioramento della Didattica della Matematica della quale Emma viene nominata membro.

Nel 1956 a Madrid la Commissione celebra la sua 11° riunione con l'esposizione di materiali e modelli didattici realizzati secondo le sue indicazioni. Nel 1963 pubblica il libro " Didattica della Matematica ", nel 1972 " Documenti di un'esposizione matematica", nel 1976 " Matematica della realtà ". Nel 1993 pubblica il libro " Pentole, ombre e formiche ".

Buongiorno Dr.ssa Emma Castelnuovo, la ringrazio per avermi concesso un po del suo prezioso tempo. Buongiorno Dr.ssa Emma Castelnuovo, la ringrazio per avermi concesso un po del suo prezioso tempo. Buongiorno a lei signorina Vorrei farle alcune domande sulla sua vita e sulla passione per il suo lavoro. Sono ben disposta a rispondere alle sue domande, mi dica.

Mi può raccontare le tappe più importanti della sua formazione. Ho studiato presso l'Istituto di Matematica dell'Università di Roma nel quale mi sono iscritta nel 1932 a matematica e fisica con l'intenzione di passare a fisica, anche perchè ero sempre andata male in matematica. Dopo un anno invece ho fatto il passaggio a matematica. Mi sono poi laureata nel 1936 in Matematica con una tesi di Goemetria algebrica.

Cosa ricorda di più durante questi anni di studio? La cosa che non riesco a dimenticare è stato il corso di Fedrico Enriquez e soprattutto gli appunti delle lezioni impossibili da prendere poiché in ogni incontro il tema era un continuo esercitarsi a vedere con la mente.

Conclusi gli studi cosa ha fatto? Terminati gli studi ho iniziato a lavorare per circa due anni come bibliotecaria all'interno dell'Istituto stesso fino a quando ho vinto il concorso per insegnare nella scuola secondaria ma non riuscii ad ottenere quella cattedra.

Per quale ragione? Non ottenni quel posto a causa delle leggi razziali vigenti durante il periodo fascista. Dal '38 in poi lasciai anche ogni contatto con l'Università, riuscii solo ad insegnare nella scuola israelitica di Roma fino al 1943, in quegli anni fù proibito in Italia ai ragazzi ebrei di frequentare le scuole pubbliche tale divieto fù esteso anche ai professori di origine ebrea come me.

Cosa ha fatto lei in questi anni? Nelle grandi città furono organizzate scuole ebraiche elementari e secondarie e gli insegnati erano coloro che erano stati allontanati come me dalle scuole pubbliche visto che avevo appena perso il posto avuto qualche giorno prima dal concorso.

Come è riuscita a scampare all'invasione fascista? Dove si è rifugiata? Non ho mai lasciato Roma e in particolare la persona che mi ha salvato è stato un commissario di polizia che si chiamava Puma il fratello Marcello era un matematico che si era laureato nello stesso periodo di mio padre e dirigeva una scuola privata. Col professor Marcello ha avevo l'opportunità di lavorare poichè lui mi aveva contattato per chiedermi se volevo scrivere qualche libro di testo per la scuola secondaria. Così insieme per la Garzanti abbiamo scritto io un libro di Geometria e lui due: uno di Algebra e uno di Trigonometria. Il commissario di polizia mi chiamò due giorni prima della razzia degli ebrei dicendomi che dovevo andare via subito prima dell'arrivo dei tedeschi. Mi sono rifugiata in numerosi posti come clandestina per circa due anni.

Tra le persone che l'hanno ospitata chi ricorda in maniera particolare? Grazie ai miei rapporti con i matematici del tempo sono stata ospite due o tre giorni dalla mamma di Beppino Pompili che era stato un mio amico ma purtroppo era morto molto giovane. Anche Tricomi, nonostante il suo carattere infame, lo ricordo soprattutto perchè grazie ad alcuni suoi contatti sono riuscita a rifugiarmi in una pensioncina dove sono rimasta fino al 4 giugno del '44 quando avvenne la liberazione di Roma.

Che tipo di rapporti ha avuto con i matematici del tempo come: Ghizzetti, Viola? Ghizzetti lo conoscevo poco, mentre Viola lo conoscevo bene anche perchè aveva un buon rapporto anche con la mia famiglia, infatti aveva ospitato i miei cari durante il periodo dell'occupazione fascista.

In molti affermano che lei ha "la matematica nel sangue" in quanto figlia di un importante matematico. Quale è stata l'influenza che quest'ultimo ha avuto su di lei nel corso della sua vita? Sin dai bambina attraverso mio padre sono stata sempre al corrente delle attività che si svolgevano all'interno dell'Istituto di Matematica dell'Università di Roma ma sempre in maniera vaga. Successivamente con il mio ingresso all'interno della scuola ha condiviso con me la stesura dei Programmi della scuola media unica del 1979.Mio padre è sempre stato molto impegnato prima nel CNR poi come Presidente dell'Accademia dei Lincei infine come Senatore a vita. Ha cambiato la sua professione da matematico a uomo di cultura a uomo politico.

Cosa consiglierebbe oggi ad un insegnante? Le direi di mettersi allo stesso livello dell'alunno, suscitare il suo intresse e quindi la discussione, accettare le domande che si fanno e se non si sa rispondere ammetterlo. Questa è secondo me la cosa fondamentale.

Cosa consiglierebbe oggi ad un insegnante? Le direi di mettersi allo stesso livello dell'alunno, suscitare il suo intresse e quindi la discussione, accettare le domande che si fanno e se non si sa rispondere ammetterlo. Questa è secondo me la cosa fondamentale.

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