Dipartimento di Informatica e Sistemistica Procedure di Progettazione e di Documentazione per il Controllo di Sistemi Complessi Dott. Ing. VINCENZO SURACI ANNO ACCADEMICO 2012-2013 Corso di AUTOMAZIONE 1 (Lezione del Prof. ALESSANDRO DE CARLI)
DI UN SISTEMA COMPLESSO PROGETTAZIONE DOCUMENTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO 2
IL LINGUAGGIO UML UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO LINGUAGGIO FORMALE UTILE A RAPPRESENTARE IN FORMA GRAFICA PROGRAMMI SOFTWARE, REALIZZAZIONI HARDWARE, SISTEMI ORGANIZZATIVI GLI ASPETTI DI MAGGIORE INTERESSE MEDIANTE MODELLI STANDARD STRUTTURA DEL LINGUAGGIO UML RACCOLTA DI MODELLI GRAFICI PER RAPPRESENTARE GLI ASPETTI SIGNIFICATIVI COLLEGATI ALLA STRUTTURA E ALLE CONDIZIONI OPERATIVE DEI VARI MODELLI UML INSIEME SELEZIONATO DI SIMBOLI GRAFICI PER SVILUPPARE I VARI MODELLI POSSIBILITÀ ESPANDERE LA CAPACITÀ DI RAPPRESENTAZIONE DEI SINGOLI MODELLI VARI SOFTWARE DI SUPPORTO DISPONIBILI IN RETE IL LINGUAGGIO UML 3
IL LINGUAGGIO UML NON PROPRIETARIO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO IL LINGUAGGIO UML NON PROPRIETARIO IMPIEGA POCHI SIMBOLI STANDARDIZZATI UTILE AL FORWARD & REVERSE ENGINEERING OBJECT ORIENTED PERMETTE DI DESCRIVERE DETTAGLIATAMENTE UN SISTEMA PER QUANTO RIGUARDA: LA STRUTTURA LA MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO I COLLEGAMENTI CON L’ESTERNO (INTERFACCE) IL LINGUAGGIO UML 4
PERCHÉ ORIENTATO AGLI OGGETTI ? PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO PERCHÉ ORIENTATO AGLI OGGETTI ? È IN GRADO DI DOMINARE LA COMPLESSITÀ E L’ETEROGENEITÀ DEI SISTEMI COMPLESSI MASSIMIZZA: LA PORTABILITÀ LA PERSONALIZZABILITÀ LA MODULARITÀ LA RIUSABILITÀ UN OGGETTO UML MOSTRA: L’UTILIZZAZIONE IL FUNZIONAMENTO LA REALIZZAZIONE LA MANUTENZIONE LA QUALITÀ L’UBICAZIONE MOTIVAZIONE DELLA RAPPRESENTAZIONE AD OGGETTI 5
LE SOLUZIONI OFFERTE DALL’UML: PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO LE SOLUZIONI OFFERTE DALL’UML: COMUNICAZIONE CON L’ ESTERNO DIAGRAMMA DEI CASI D’USO DIAGRAMMA DELLE COLLABORAZIONI STRUTTURA DEL SISTEMA DIAGRAMMA DELLE CLASSI DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI DIAGRAMMA DEI COMPONENTI DIAGRAMMA DELLE DISTRIBUZIONI FUNZIONAMENTO DIAGRAMMA DEGLI STATI DIAGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE DIAGRAMMI UML 6
ESEMPIO D’USO DEI DIAGRAMMI UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO D’USO DEI DIAGRAMMI UML 1 DEFINIZIONE DELLE ATTIVITÀ: ATTRAVERSO COLLOQUI CON L’UTILIZZATORE VENGONO ANALIZZATE IN MODO DETTAGLIATO LE ATTIVITÀ FONDAMENTALI DEL SISTEMA, DEFINENDO UN DIAGRAMMA DELLE ATTIVITÀ 2 ANALISI DEL SISTEMA: VENGONO DEFINITI GLI ATTRIBUTI E LE OPERAZIONI DELLE CLASSI DI ELEMENTI CHE COMPONGONO IL SISTEMA, PER REALIZZARE UN DIAGRAMMA DELLE CLASSI 3 CORRELAZIONE TRA I SISTEMI: VENGONO IDENTIFICATE LE RELAZIONI DI DIPENDENZA TRA I VARI SISTEMI ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI UN DIAGRAMMA DI COLLABORAZIONE 4 PRESENTAZIONE DEI RISULTATI: TERMINATA LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI VENGONO PRESENTATI I RISULTATI DELLE ANALISI ALL’UTILIZZATORE 5 COMPRENSIONE DELL’UTILIZZO DEL SISTEMA: ATTRAVERSO COLLOQUI CON I POTENZIALI UTENTI VENGONO DEFINITI GLI ATTORI E I RELATIVI CASI D’ USO, PER REALIZZARE UN DIAGRAMMA DEI CASI D’USO USO DEI DIAGRAMMI 7
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO IL LINGUAGGIO UML 6 ANALISI DELLE TRANSIZIONI DI STATO: DURANTE LA CREAZIONE DEI MODELLI VENGONO ANALIZZATE LE EVENTUALI TRANSIZIONI DI STATO DI OGNI ELEMENTO, REALIZZANDO UN DIAGRAMMA DI STATO 7 INTERAZIONE TRA GLI OGGETTI: PER METTERE IN EVIDENZA I MESSAGGI SCAMBIATI NEL TEMPO TRA ATTORI ED ELEMENTI SI REALIZZA IL DIAGRAMMA DI SEQUENZA 8 ANALISI DELL’INTEGRAZIONE DEL SISTEMA CON SISTEMI PREESISTENTI: SI USA IL DIAGRAMMA DI DISTRIBUZIONE PER DEFINIRE L’ INTEGRAZIONE CON I SISTEMI PREESISTENTI O CON ALTRI SISTEMI CON I QUALI È NECESSARIO COOPERARE 9 DEFINIZIONE DEGLI OGGETTI: DAL DIAGRAMMA DELLE CLASSI SI DERIVA UNA ISTANZA DEL SISTEMA: DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI 10 DEFINIZIONE DEI COMPONENTI: VENGONO VISUALIZZATI I COMPONENTI DEL SISTEMA E LE LORO DIPENDENZE, REALIZZANDO UN DIAGRAMMA DEI COMPONENTI USO DEI DIAGRAMMI 8
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO IL LINGUAGGIO UML 11 REALIZZAZIONE DEL CODICE: CON IL DIAGRAMMA DELLE CLASSI, IL DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI, IL DIAGRAMMA DELLE ATTIVITÀ ED IL DIAGRAMMA DEI COMPONENTI A DISPOSIZIONE, VIENE REALIZZATO DAI PROGRAMMATORI IL CODICE PER IL SISTEMA 12 PROVE DEL CODICE 13 COSTRUZIONE DELL’ INTERFACCIA UTENTE E COLLEGAMENTO AL CODICE: UNA VOLTA CHE È A DISPOSIZIONE IL SISTEMA FUNZIONANTE E COMPLETO CON L’ INTERFACCIA UTENTE 14 INSTALLAZIONE DEL SISTEMA COMPLETO SULL’ HARDWARE APPROPRIATO 15 PROVE SUL SISTEMA INSTALLATO USO DEI DIAGRAMMI 9
BARRA DI SINCRONIZZAZIONE PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DELLE ATTIVITÀ ATTIVITÀ UTILE PER: MODELLARE E SINCRONIZZARE LE ATTIVITÀ SVOLTE DAL SISTEMA INDICARE LE VARIABILI DI ATTIVAZIONE FORK JOIN ATTIVITÀ 1 BARRA DI SINCRONIZZAZIONE PERCORSO DECISIONALE PERCORSI CONCORRENTI ? TRANSIZIONE NO SI ATTIVITÀ 2 ATTIVITÀ 3 ATTIVITÀ 5 UTILIZZA BARRE DI SINCRONIZ-ZAZIONE E BLOCCHI LOGICO-DECISIONALI PER VISUALIZZARE IL FLUSSO DELLE INFORMAZIONI USA I FORK/JOIN PER I PROCESSI PARALLELI: UN JOIN SI SUPERA SOLO QUANDO TUTTI I PROCESSI CHE VI CONFLUISCONO SONO PRONTI ATTIVITÀ 4 LE ATTIVITÀ SONO ORDINATE VERTICALMENTE IN BASE ALL’OG-GETTO CHE HA LA RESPONSABI-LITÀ DI PORTARLE AVANTI (LINEE DI DIVISIONE = SWIMLINES) DIAGRAMMA DELLE ATTIVITÀ 10
POSSIBILI ASSOCIAZIONI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DELLE CLASSI DESCRIZIONE ORIENTATA AGLI OGGETTI DEL SISTEMA OGNI CLASSE È CARATTERIZZATA DA NOME/ATTRIBUTI/OPERAZIONI PER OGNI ATTRIBUTO ED OPERAZIONE VIENE INDICATO IL LIVELLO DI ACCESSO PUBBLICO / PROTETTO / PRIVATO LE CLASSI SONO COLLEGATE TRA LORO TRAMITE LE “ASSOCIAZIONI” E LA “MOLTEPLICITÀ DELLE ASSOCIAZIONI” NON VIENE FATTO RIFERIMENTO AGLI EVENTI DI SINCRONIZZAZIO-NE MA SOLO ALLA STRUTTURA CLASSE 1 ATTRIBUTI ASSOCIAZIONI NOME OGGETTO 1 OGGETTO 2 CLASSE 2 POSSIBILI ASSOCIAZIONI 0…٭ 0…1 1 …٭ 0…y x…1 y …٭ ASSOCIAZIONE AGGREGAZIONECOMPOSIZIONE REALIZZAZIONE EREDITARIETÀ OGNI CLASSE È INOLTRE CORREDATA DA UNA SPECIFICA DI FUNZIONALITÀ, DI PRESTAZIONI, DI FUNZIONAMENTO NORMALE (SCHEMA DI BASE), DI FUNZIONA-MENTO ANOMALO (ESTENSIONI). DIAGRAMMA DELLE CLASSI 11
DIAGRAMMA DELLE DISTRIBUZIONI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DELLE DISTRIBUZIONI MOSTRA LA MACRO-ARCHITETTURA DI PIÙ SISTEMI COLLEGATI. L’ELEMENTO CHIAVE, UNA RISORSA FISICA, È IL NODO RAPPRESENTATO DA UN PARALLELEPIPEDO UN NODO PUÒ AVERE CAPACITÀ DI ELABORAZIONE O FUNGERE SOLO DA COLLEGAMENTO CON UNA INTERFACCIA I NODI SONO IN GENERE COLLEGATI DA ASSOCIAZIONI RAPPRESENTANTI UN LINK FISICO CONNESSIONE TRA NODI NOME NODO DIAGRAMMA DELLE DISTRIBUZIONI 12
DIAGRAMMA DEI CASI D’USO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DEI CASI D’USO ATTORE X CASO D’USO Y INTERAZIONI TRA SISTEMA ED ENTITÀ ESTERNE, CIOÈ GLI UTILIZZATORI, DETTI «ATTORI» NELLO SCHEMA SI HA: L’UTENTE/DISPOSITIVO X CHE PUÒ UTILIZZARE IL SISTEMA NEL MODO (CASO D’USO) Y SI UTILIZZANO ASSOCIAZIONI O GENERALIZZAZIONI DIAGRAMMA DEI CASI D’USO 13
DIAGRAMMA DEGLI STATI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO METTE IN RILIEVO LA SEQUENZA DI ATTIVAZIONE DEI VARI OGGETTI, NONCHÉ LO STATO INIZIALE E FINALE MOSTRA LE CONDIZIONI CHE IMPLICANO UN PASSAGGIO DI STATO È IN GRADO DI MOSTRARE ATTIVITÀ PARALLELE SI BASA SUL CONCETTO DI EVENTO NOME 2 VARIABILI CARATTERIZZANTI LO STATO ATTIVITÀ STATO FINALE STATO INIZIALE E[C]/A EVENTO / CONDIZIONE / AZIONE DIAGRAMMA DEGLI STATI 14
DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE MESSAGGIO DI CHIMATA AD UN ALTRO OGGETTO MESSAGGIO DI CHIMATA ALLO STESSO OGGETTO MESSAGGIO DI RISPOSTA AD UN ALTRO OGGETTO SEQUENZA TEMPORALE DEI MESSAGGI SCAMBIATI TRA I VARI OGGETTI COMPONENTI IL SISTEMA L’ASSE VERTICALE RAPPRESENTA IL TEMPO (TIMELINE) L’ASSE ORIZZONTALE GLI OGGETTI E GLI ATTORI POSSONO ESSERE QUINDI RAPPRE-SENTATE ANCHE LE DURATE DI OGNI SINGOLA ATTIVITÀ ED ITERAZIONE MESSAGGIO ASINCRONO ATTORE OGGETTO MESSAGGIO ATTIVITÀ DELL’OGGETTO MESSAGGIO RICORSIVO DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE 15
DIAGRAMMA DELLE COLLABORAZIONI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DELLE COLLABORAZIONI OGGETTO ATTORE NOME 1 NOME 2 NOME 3 AZIONE 1 AZIONE 3 AZIONE 2 MESSAGGIO MOSTRA LA STRUTTURA INFORMATIVA CON CUI I VARI OGGETTI ED ATTORI COMUNICANO TRA DI LORO NON RAPPRESENTA LA CRONOLOGIA DI TALE COMUNICAZIONE SUI LINK VANNO INDICATI I MESSAGGI SCAMBIATI PER OGNI AZIONE DIAGRAMMA DELLE COLLABORAZIONI 16
DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI CLASSE ATTRIBUTI OPERAZIONI OGGETTO 1 OGGETTO 2 ATTRIBUTO DELLA ASSOCIAZIONE OPERAZZIONI OGGETTO 3 A PARTIRE DAL DIAGRAMMA DELLE CLASSI SI DERIVANO LE SINGOLE ISTANZE DEGLI OGGETTI CHE COSTITUISCONO IL SISTEMA (AD ES. DALLA CLASSE «MOTORI CC» SI POSSONO ISTANZIARE TUTTI I MOTORI IN CORRENTE CONTINUA PRESENTI NELL’IMPIANTO). DOCUMENTAZIONE DEL SOFTWARE DI CONTROLLO 17
DIAGRAMMA DEI COMPONENTI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO DIAGRAMMA DEI COMPONENTI COMPONENTE [NOME PACKAGE] NOME COMPONENTE 1 COMPONENTE 3 COMPONENTE 2 RELAZIONE DI DIPENDENZA FORNISCE UNA VISIONE STRUTTURALE DEL SISTEMA FUNZIONANTE I COMPONENTI SONO INSIEMI DI OGGETTI RAGGRUPPATI PER FUNZIONALITÀ IN COMPONENTI, DISPOSITIVI/APPARATI E IMPIANTI/SOTTOSISTEMI MOSTRA IN PARTICOLARE I COLLEGAMENTI TRA COMPONENTI DIAGRAMMA DEI COMPONENTI 18
PROLOGO ESEMPIO 19
COMANDO POSIZIONE SLITTA COMANDO MOVIMENTO TRAPANO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED PANNELLO DI CONTROLLO COMANDO POSIZIONE SLITTA COMANDO MOVIMENTO TRAPANO DISPOSITIVO DI CONTROLLO TRAPANO RETE DI COMUNICAZIONE TRA I DISPOSITIVI DI CONTROLLO DISPOSITIVO DI CONTROLLO SLITTA ESEMPIO DI APPARATO 20
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED LA LAVORAZIONE PUÒ INIZIARE IL PEZZO È CARICATO SULLA SLITTA IL PEZZO È PORTATO SOTTO IL TRAPANO IL TRAPANO PUÒ INIZIARE LA LAVORAZIONE IL TRAPANO EFFETTUA LA LAVORAZIONE IL TRAPANO HA CONCLUSO LA LAVORAZIONE IL TRAPANO È ALLONTANATO DAL PEZZO IL PEZZO È SCARICATO DALLA SLITTA LA LAVORAZIONE È CONCLUSA FASI DELLA LAVORAZIONE 21
CICLO DI LAVORO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED CICLO DI LAVORO INIZIO CICLO MOVIMENTO PEZZO IL PEZZO DA LAVORARE VIENE POSIZIONATO SULLA SLITTA MOVIMENTO SLITTA LA SLITTA VIENE POSIZIONATA SOTTO IL TRAPANO MOVIMENTO TRAPANO VIENE ABBASSATO IL TRAPANO LAVORAZIONE VIENE AVVIATA LA LAVORAZIONE MOVIMENTO TRAPANO TERMINATA LA LAVORAZIONE, IL TRAPANO VIENE SOLLEVATO MOVIMENTO SLITTA ILTRAPANO VIENE FERMATO VIENE MOVIMENTATA LA SLITTA PER SCARICARE IL PEZZO MOVIMENTO PEZZO FINE CICLO ESEMPIO DI APPARATO 22
COMANDO POSIZIONE SLITTA COMANDO MOVIMENTO TRAPANO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED PANNELLO DI CONTROLLO COMANDO POSIZIONE SLITTA COMANDO MOVIMENTO TRAPANO DISPOSITIVO DI CONTROLLO TRAPANO RETE DI COMUNICAZIONE TRA I DISPOSITIVI DI CONTROLLO ALTO SENSORI COMUNICAZIONE DATI BASSO MOVIMENTO TRAPANO MOVIMENTO PEZZO CARICA PRONTO ATTESA SENSORI DISPOSITIVO DI CONTROLLO SLITTA COMUNICAZIONE DATI ESEMPIO DI APPARATO 23
UNITA’ DI FORATURA AUTOMATICA PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML UNITA’ DI FORATURA AUTOMATICA LAVORAZIONE NORMALE FUNZIONAMENTO OPERATORE/ IMPIANTO CONTROLLO TRAPANO SLITTA <<INCLUDE>> PROGETTISTA SETUP <<INCLUDE>> OPERATORE ARRESTA SISTEMA RIAVVIA GESTIONE ALLARMI MANUTENZIONE DIAGRAMMA DEI CASI D’USO 24
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO UNITÀ DI FORATURA + ESEGUI LAVORAZIONE () È COMPOSTA DA È COMPOSTA DA È COMPOSTA DA TRAPANO - POSIZIONE - OPERATIVITÀ + TRASLA () + RUOTA () COLLABORA CON COLLABORA CON SLITTA - POSIZIONE - OPERATIVITÀ + TRASLA () + RUOTA () CONTROLLORE - ATTESA - CONTROLLO + INVIA SEGNALE () + RICEVE SEGNALE () DIAGRAMMA DELLE CLASSI 25
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML DIAGRAMMA DELLE CLASSI 26
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO CONTROLLO TRAPANO CONTROLLO SLITTA UNITÀ DI FORATURA TRAPANO SLITTA DIAGRAMMA DEGLI OGGETTI 27
7: INIZIO CICLO DI LAVORAZIONE ? PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO OPERATORE CONTROLLO SLITTA SLITTA CONTROLLO TRAPANO TRAPANO 1: INIZIA 2: CARICA PEZZO 3: CARICATO 4: A SINISTRA 5: PRONTO 6: PEZZO IN POSIZIONE 7: INIZIO CICLO DI LAVORAZIONE ? 8: AVVIARE TRAPANO 9: ABBASSA 10: LAVORAZIONE DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE 28
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED OPERATORE CONTROLLO SLITTA SLITTA CONTROLLO TRAPANO TRAPANO 11: SOLLEVA 12 : IN ALTO 13: FINE LAVORAZIONE 14: A DESTRA 15 : IN ATTESA 16 : SCARICA 17 : SCARICATO 18: FINITO DIAGRAMMA DELLE SEQUENZE 29
LAVORAZIONE SLITTA IN PRONTO PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML APPROCCIO OBJECT ORIENTED LAVORAZIONE INIZIO SLITTA IN ATTESA SCARICA SLITTA IN ATTESA CARICA FINE SLITTA IN PRONTO CICLO TRAPANO TRAPANO ALTO FERMO TRAPANO ALTO ROTAZIONE TRAPANO BASSO LAVORAZIONE DIAGRAMMA DI STATO 30
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO APPROCCIO OBJECT ORIENTED OPERATORE SLITTA TRAPANO INIZIO CICLO AZIONA COMANDO SLITTA CARICAMENTO PEZZO SLITTA A SINISTRA AZIONA COMANDO TRAPANO AVVIAMENTO TRAPANO TRAPANO IN BASSO LAVORAZIONE DIAGRAMMA DELLE ATTIVITA’ 31
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO ESEMPIO MODELLAZIONE UML APPROCCIO OBJECT ORIENTED OPERATORE SLITTA TRAPANO TRAPANO IN ALTO TRAPANO FERMO SLITTA A DESTRA SCARICA IL PEZZO FINE CICLO DIAGRAMMA DELLE ATTIVITA’ 32
RETE DI COMUNICAZIONEDATI ESEMPIO MODELLAZIONE UML PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO NODO 1 NODO 2 CONTROLLO SLITTA RETE DI COMUNICAZIONEDATI CONTROLLO TRAPANO SLITTA TRAPANO DIAGRAMMA DI DISTRIBUZIONE 33
UML IN SINTESI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO MODELLAZIONE UML UML IN SINTESI UML È COMPLESSO E VA ADATTATO ALLE ESIGENZE DEI PROGETTISTI E AL CONTESTO DEL PROGETTO PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE I SEGUENTI FATTORI: SETTORE DI ATTIVITÀ TIPOLOGIA DI PROGETTO ESIGENZE DI CONFORMITÀ A NORME COMUNICAZIONE CON COMMITTENTI E FORNITORI COMPOSIZIONE E DISTRIBUZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO UML IN SINTESI 34
UML IN SINTESI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO MODELLAZIONE UML UML IN SINTESI UML NON SUGGERISCE NÉ PRESCRIVE UNA SEQUENZA DI REALIZZAZIONE DEI DIVERSI DIAGRAMMI UML OFFRE UN’AMPIA GAMMA DI POSSIBILI MODALITÀ DI UTILIZZO TRA LE QUALI I PROGETTISTI SONO LIBERI DI SCEGLIERE NON TUTTI I DIAGRAMMI SONO UGUALMENTE UTILI IN OGNI CIRCOSTANZA IN OGNI APPLICAZIONE BISOGNA INDIVIDUARE QUALI DIAGRAMMI SONO EFFETTIVAMENTE NECESSARI PER LA REALIZZAZIONE DEL MODELLO UML IN SINTESI 35
CONCLUSIONI PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO LE METODOLOGIE DI PROGETTO ORIENTATE AGLI OGGETTI SONO STATE ADOTTATE CON SUCCESSO NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE PER FAR FRONTE ALLE SEGUENTI ESIGENZE: RIDURRE I TEMPI CHE INTERCORRONO TRA LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA SVILUPPARE ARCHITETTURE SOFTWARE AD OGGETTI, CHE OFFRONO MAGGIORI POSSIBILITÀ DI INTEGRAZIONE TRA SISTEMI ETEROGENEI REALIZZARE SISTEMI DI PRODUZIONE, IMPIANTI ED APPARATI CON STRUTTURE MODULARI CHE PERMETTONO: UNA SEMPLICE CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA UNA MANUTENZIONE PIÙ RAPIDA ED ECONOMICA LA POSSIBILITÀ DI RICONFIGURAZIONE LA POSSIBILITÀ DI INSERIMENTO DI NUOVE UNITÀ CONCLUSIONI 36
PROGETTAZIONE DI UN SISTEMA COMPLESSO L’ ESISTENZA DEGLI STANDARD IEC E ISA FORNISCE LE LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DI ARCHITETTURE SOFTWARE ORIENTATE AGLI OGGETTI PROGETTARE SISTEMI CON STRUTTURA NON CONFORME AGLI STANDARD SI RIVELA UN APPROCCIO PERDENTE, PERCHÈ PORTA ALLA REALIZZAZIONE DI SOLUZIONI PROPRIETARIE SENZA POSSIBILITÀ DI INTEGRAZIONE CON ALTRI SISTEMI E NON RIUTILIZZABILI, QUINDI PIÙ COSTOSE CONCLUSIONI 37