ACCESSO ALLA POLITICA Cortona, 14 settembre 2013
Dalla Repubblica dei partiti… Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (Art. 49 Costituzione) Nel 1948 i partiti italiani avevano 3,7 milioni di iscritti (13% degli elettori). Nel 2012 il numero degli iscritti ai partiti era pari a circa 1 milione (2% degli elettori)
…alla democrazia della Rete? I partiti sono ormai morti. Beppe Grillo, V-day, 8 settembre 2007 La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. È una rivoluzione prima culturale che tecnologica. Gianroberto Casaleggio, Intervista a Il Corriere della Sera, 24 giugno 2013
Alcuni dati: crolla la fiducia nei partiti e nel Parlamento…
Esplodono astensionismo e populismo…
…ma non cala linteresse per la politica
Il quadro è più complesso: i partiti hanno perso il monopolio… Dai partiti di massa novecenteschi, monopolisti dello spazio pubblico… …al post-fordismo politico della società liquida: i partiti attori politici a sovranità limitata, condizionati da: Potere economico e finanziario Potere mediatico Società autoorganizzata (movimenti) La Rete è un nuovo canale di accesso alla politica: Avaaz.org ha 25 M di membri, ha promosso oltre mille campagne raccogliendo milioni di firme
…ma non cè democrazia senza partiti La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli allaggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non cè partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare allimperativo costituzionale del metodo democratico Giorgio Napolitano, Intervento in occasione del giuramento davanti alle Camere, 22 aprile 2013
Money is the mothers milk of politics La disciplina del finanziamento della politica concorre a definire il rapporto tra cittadini e istituzioni La regolazione del finanziamento della politica è uno strumento per allargare e favorire la partecipazione politica dei cittadini. Un cattivo finanziamento della politica allontana i cittadini dai partiti e dalle istituzioni La riforma del finanziamento della politica è il paradigma dellautoriforma della politica e degli attori politici
Quale finanziamento della politica? La disciplina del finanziamento deve puntare a garantire: 1) Pari opportunità di partecipazione e competizione 2) Trasparenza nella gestione delle risorse 3) Autonomia dagli interessi particolari Come? Legare la disciplina del finanziamento alla regolamentazione dei partiti Il modello di finanziamento misto pubblico-privato è preferibile perché limita il condizionamento dei donatori privati, purché eviti di trasformare i partiti in enti parastatali Regole per le donazioni private (pubblicità dei donatori, tetti alle donazioni, divieto di donazioni da aziende pubbliche e da estero, ecc.) incentivando lautofinanziamento diffuso Tetti alle spese elettorali (e farli rispettare!) Controlli indipendenti Regolamentazione delle lobbies
Il finanziamento pubblico in Italia: le date chiave 1974: la Legge Piccoli introduce il finanziamento pubblico 1981: primo referendum (vincono i no: 56,4%) 1992: Tangentopoli 1993: secondo referendum (vincono i sì: 90,3%) 2000: terzo referendum (no quorum – votanti 32,2%) 2007: esce La Casta (1,2 M copie vendute in 8 mesi) 2012: scandali Lusi e Belsito – Legge 96/ : il Ddl Letta propone labolizione del finanziamento pubblico diretto
Il fallimento del modello post-1993 Dopo il referendum del 1993 i rimborsi elettorali sono diventati una forma surrettizia di finanziamento dellattività ordinaria dei partiti politici La normativa post-1993 ha portato ad erogare contributi pubblici sotto forma di rimborsi elettorali: A tutti (compresi i partiti in via di scioglimento) Senza un vincolo di impiego delle risorse Senza controlli efficaci
Un problema qualitativo, non quantitativo
Le riforme del Nel 2012 gli scandali Lusi, Belsito e Fiorito hanno fatto esplodere il problema delluso illecito dei contributi pubblici ai partiti e ai gruppi consiliari regionali La Legge 96/2012 ha dimezzato i contributi pubblici, introdotto una quota di cofinanziamento, rafforzato le regole di trasparenza, i controlli (certificazione obbligatoria e nuova autorità di controllo) e le sanzioni Il Decreto legge 174/2012 ha ridotto i fondi per i gruppi regionali rafforzando le regole di trasparenza e i controlli Nel 2013 il governo Letta ha varato un disegno di legge che abolisce dal 2017 il finanziamento pubblico diretto, sostituendolo con il 2 per mille, maggiori incentivi fiscali per le donazioni private e finanziamenti indiretti. Il Ddl lega laccesso ai benefici alle regole di democrazia interna
E il PD? Sin dalla nascita il PD – primo e unico partito a farlo - sottopone a certificazione esterna il proprio bilancio (Pricewaterhouse Coopers) Dal 2010 in avanti il PD nazionale ha rafforzato ulteriormente i propri standard di trasparenza e accountability: Revisione statutaria del 2010 Bilancio in formato open data Anagrafe degli eletti online Bilancio sociale Pubblicazione del budget delle elezioni politiche 2013 Revisione esterna estesa ai bilanci delle unioni regionali I prossimi obiettivi: Pubblicazione del rendiconto delle elezioni politiche 2013 Maggiore dettaglio dei bilanci in formato open data Piattaforma web di scambio di buone pratiche di fundraising Piattaforma web di crowdfunding di microprogetti dei Circoli PD
Conclusioni La disciplina del finanziamento della politica è cruciale per garantire e favorire laccesso alla politica Il fallimento del sistema di finanziamento post-1993 ha concorso ad alimentare astensionismo ed antipolitica Le riforme del 2012 hanno dato una risposta parziale ai problemi emersi. Il nodo del rapporto soldi-politica rimane irrisolto, come evidenziano le elezioni politiche 2013 Il disegno di legge del governo va nella direzione giusta democratizzando il finanziamento pubblico. Mancano però elementi importanti: un tetto per le singole donazioni private, la regolamentazione delle lobbies e delle fondazioni. Il Ddl è partitocentrico: finanziamento indiretto debole La riforma può essere una opportunità di rigenerazione per i partiti. Ma questo esito non è scontato…