Chimica è qualità della vita e competitività

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Totale Chimica Chimica di base e fibre Chimica fine e specialità 37,659,3 27,640,9 50,074,9 Chimica per il consumo42,457,2 Fonte: Eurostat, anno 2004 per.
Evoluzione del rapporto export/import Fonte: Istat, anno 2008 Vernici e adesivi Chimica di base Fibre chimiche Agrofarmaci Altri chimici.
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Ue27 Totale Mondo miliardi di euro Distribuzione geografica della produzione chimica mondiale Nafta Cina Giappone America Latina Europa non Ue.
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Crescita media annua nei periodo e (var. % reale) Fonte: elaborazioni su American Chemistry Council, Eurostat,
Chimica Chimica e farmaceutica % Addetti nell’industria chimica e farmaceutica migliaia quota sull’Europa Andamento dell’occupazione in Italia.
Transcript della presentazione:

Chimica è qualità della vita e competitività innovazione specializzazione CHIMICA personalizzazione flessibilità La caratteristica forse principale dell’industria chimica riguarda il particolare rapporto con il sistema paese. Infatti la competitività di un’impresa chimica dipende molto non solo dagli sforzi dell’impresa stessa, ma dai vincoli o dai vantaggi dell’operare in un contesto (locale, nazionale, continentale) più o meno favorevole.

Nella chimica la competitività dipende dal Sistema Paese Sistema normativo Scuola-Formazione Ambiente Territorio CHIMICA Trasporti La caratteristica forse principale dell’industria chimica riguarda il particolare rapporto con il sistema paese. Infatti la competitività di un’impresa chimica dipende molto non solo dagli sforzi dell’impresa stessa, ma dai vincoli o dai vantaggi dell’operare in un contesto (locale, nazionale, continentale) più o meno favorevole. Scienza Energia Pubblica Amministrazione

Per la chimica europea una leadership mondiale Distribuzione geografica della produzione chimica mondiale (miliardi di euro) 557 Ue-10 Totale Mondo 2003 1619 miliardi di euro Ue-15 534 405 194 178 86 La chimica è uno dei più importanti settori industriali a livello mondiale, con 1760 miliardi di euro di fatturato e più di 4 milioni di addetti. La chimica è l’unico settore innovativo - insieme alla meccanica strumentale - nel quale l’Europa mantiene una leadership: con una produzione di 534 miliardi di euro l’UE-15 rappresenta il 30% del fatturato mondiale e conferma il suo primato fra le aree produttrici, che si rafforza con l’ingresso dei nuovi Paesi aderenti, che aggiungono circa 22 miliardi di euro e portato l’UE-25 a pesare per il 32% sul fatturato mondiale. L’industria chimica è un settore molto complesso, con tanti comparti anche molto differenti fra loro, ma tutti molto importanti nella chimica europea: si va dalla chimica di base, alla chimica fine e delle specialità, alla chimica per il consumo, alla farmaceutica 66 54 Resto Europa America Latina Ue USA Asia Giappone Cina Ue-10: nuovi Paesi aderenti all’Ue Resto Europa= Svizzera, Norvegia, Russia, Turchia Chimica e farmaceutica Fonte: stime su dati Cefic, ACC

Produzione chimica europea per paese anno 2003 Quota sul totale (chimica e farmaceutica) miliardi di euro Germania 136,4 Francia 87,4 Altri 10.3% Germania 24.5% Regno Unito 68,4 Ue-10 4.0% Italia 65,8 Paesi Bassi 6.1% Belgio 44,9 Spagna 39,4 Spagna 7.1% Paesi Bassi 34,0 Ue-15 534,3 Belgio 8.1% Francia 15.7% Polonia 7,8 Slovacchia 3,8 Aggiornare Italia 11.8% Ungheria 3,4 Regno Unito 12.3% Slovenia 3,3 Rep. Ceca 3,2 Chimica e farmaceutica Fonte: CEFIC, per Regno Unito stima Federchimica Ue-25 556,8 su dati Eurostat

Chimica per il consumo 10.3% Chimica fine e specialità 27.8% Produzione chimica europea per settore anno 2003 Chimica per il consumo 10.3% Chimica di base e fibre 37.8% Farmaceutica 24.1% Chimica fine e specialità 27.8% Fonte: CEFIC

Un ruolo determinante per il sistema industriale Composizione delle vendite dell’industria chimica I settori che attivano la domanda chimica Costruzioni 4% Consumi finali 20% Altre industrie 11% Carta e stampa 6% Servizi e salute 13% Legno 3% Tessile 9% Agricoltura 5% Alimentare 4% Gomma e plastica 23% Industria 32% Mezzi di trasporto 5% La chimica si caratterizza come bene intermedio e per un elevato autoconsumo: quasi un terzo è acquistato all'interno della stessa chimica. Gran parte della chimica entra come input nei processi produttivi di tutti i settori industriali; l'innovazione tecnologica creata dalla catena chimica si trasferisce così a valle determinando lo sviluppo innovativo di centinaia di migliaia di imprese italiane ed europee. Prodotti in metallo e macchine 14% Chimica 30% Servizi 13% Agricoltura 8% Chimica e farmaceutica Fonte: elaborazioni su dati CEFIC

Economia di un barile di petrolio Un ruolo determinante per il sistema industriale Economia di un barile di petrolio glicol-etilenico 21 magliette etilene 276 m² di film per serre o polietilene 146 m di tubi per gas 4 cassette per bottiglie o polipropilene 30 rotoli di spago carburante per un viaggio di 1000 Km propilene 21 maglioni o acrilonitrile 5 coperte 1 pneumatico o 1 Barile di PETROLIO 13 pneumatici da bicicletta butadiene buteni elastomeri Per rappresentare in modo concreto il ruolo della chimica come bene intermedio si può prendere l'esempio della petrolchimica e vedere che cosa diventa un barile di petrolio utilizzato non per produrre energia ma come materia prima per l'industria chimica. Le prime trasformazioni sono chimiche, i prodotti finali sono quelli che consumiamo quotidianamente. E’ difficile capire l’importanza dell’industria chimica perché gran parte dei suoi prodotti non sono consumati direttamente, ma senza chimica non ci sarebbe la grandissima maggioranza di prodotti che si utilizzano quotidianamente o avrebbero costi tali da restringerne il consumo ad una piccola élite. 3 camere d'aria per auto o 17 camere d'aria per bicicletta 72 litri di nafta aromatici caprolattame 500 paia di collant Fonte: BP Chemicals

Il contenuto di chimica di un’automobile Plastiche Poliuretani Tecnopolimeri Vernici primo impianto Refrigeranti Vernici per plastica Liquido per freni Vernici industriali Materie prime per vernici/adesivi Elastomeri Plastificanti Pigmenti per plastiche Ausiliari per cuoio Pigmenti per vernici Trattamento metalli TOTALE: 800 euro per automobile* Fibre/coloranti Ausiliari per gomma Nero di carbonio Sigillanti/trattamenti Lubrificanti Gomma sintetica Prodotti tessili Catalizzatori * Per un automobile media europea Fonte: Cefic

Per la chimica europea un saldo estero positivo, crescente e fra i più importanti in Europa Saldo commerciale extra Ue (Ue-15, miliardi di euro) chimica farmaceutica altri settori 36 30 L’importanza della chimica in Europa appare evidente dal contributo fondamentale di questa al saldo commerciale. Il surplus chimico è rilevante (oltre 40 miliardi di euro per la sola chimica, 70 includendo anche la farmaceutica), crescente e costituisce stabilmente una quota elevata del saldo attivo europeo. Negli ultimi anni però è stata la farmaceutica a crescere di più, mentre per la chimica lo sviluppo è stato più contenuto. 43 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Fonte: Cefic

chimica fine e specialità 14.8% Composizione del surplus commerciale europeo anno 2003 per paese per settore materie plastiche 7.9% Giappone 3.0% vernici, adesivi, inchiostri 8.2% Altri 15.0% USA 38.0% farmaceutica40.8% Africa 9.0% detergenti e cosmetici 16.2% Est Europa 19.0% chimica di base 12.1% Asia (ex. Giappone) 16.0% chimica fine e specialità 14.8% Ue-15 Fonte: Cefic

Destinazione delle vendite di prodotti chimici dei Paesi europei vendite extra Ue vendite intra Ue mercato nazionale 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Ue-15 Chimica e farmaceutica Fonte: Cefic

Migliaia di PMI in tutti i Paesi più importanti Numero di imprese nella chimica europea per classi di addetti fino a 249 250 -499 500 e oltre TOTALE Germania 1400 132 164 1696 Francia 1335 127 126 1588 Italia 1982 67 72 2121 Regno Unito 1299 124 102 1525 Nella chimica la dimensione media è certamente più grande di quella di altri settori. Ciò non significa però che nella chimica non abbia un ruolo fondamentale il sistema delle PMI poiché queste imprese: Ue-15 9343 697 621 10661 sono migliaia in tutti i grandi Paesi hanno un peso rilevante in termini di addetti e produzione per alcuni settori rappresentano la maggioranza hanno il compito di trasferire a valle le innovazioni chimiche negli ultimi anni hanno continuato ad assumere manodopera. Nota: solo imprese con più di 10 addetti Chimica e farmaceutica Fonte: Eurostat, SBS database

Fonte: Eurostat, SBS database Le PMI chimiche hanno un peso rilevante per l’occupazione... Struttura dell’occupazione chimica in Europa per classi di addetti (%) fino a 249 250 -499 500 e oltre TOTALE INDUSTRIA CHIMICA 31.9 14.3 53.7 100.0 Chimica di base 22.1 10.4 67.5 100.0 Chimica per il consumo 36.6 15.0 48.4 100.0 Chimica a valle 43.7 16.0 40.3 100.0 - pitture/adesivi 53.5 15.1 31.4 100.0 - altri prodotti 46.4 17.2 36.4 100.0 Farmaceutica 19.0 11.7 69.3 100.0 Fonte: Eurostat, SBS database

… e buone performance di redditività Margine Operativo Netto nelle PMI europee (% sul fatturato, chimica 1995=100) Margine Operativo Lordo su Valore aggiunto nella chimica europea in % chimica Industria chimica 40.0 PMI 42.9 250-499 addetti 46.8 ind. manifatturiera 500 addetti e oltre 36.7 1995 1996 1997 1998 1999 2001 2001 2002 Nota: Margine Operativo Netto = Margine Operativo Lordo al netto degli ammortamenti Fonte: BACH, Eurostat

La chimica europea è diffusa sul territorio e la Lombardia ha un ruolo di primo piano addetti chimici % sulla popolazione In Europa 50 regioni su 116 con più di 10000 addetti 75 regioni su 116 con più di 100 unità locali Le prime 15 regioni sono diffuse in molte nazioni - 6 in Germania - 2 in Francia - 2 nel Regno Unito - 2 nei Paesi Bassi - 1 in Italia - 1 in Spagna - 1 in Belgio 1. Renania-Westfalia (GER) 138 045 0.77 2. LOMBARDIA 91 305 1.00 3. Palatinato (GER) 66 823 1.66 4. Assia (GER) 65 927 1.09 5. Baviera (GER) 60 920 0.50 6. Catalogna (SPA) 60 458 0.98 Il caso più evidente (e per noi più importante) è la Lombardia: seconda regione per addetti, prima per numero di imprese e tra le prime per indice di specializzazione (cioè il rapporto tra chimica e industria manifatturiera). 7. Baden-Wuttemberg (GER) 58 936 0.56 8. Ile de France (FRA) 57 855 0.53 9. Fiandre (BE) 47 054 0.79 In Italia 388 comuni con più di 100 addetti 10. North West (GB) 38 340 0.56 Fonte: Eurostat

La chimica crea occupazione anche negli altri settori Numero di occupati nella chimica europea (Ue-25, chimica e farmaceutica) Occupazione attivata dall’industria chimica (n° di addetti ogni 100 addetti dell’industria chimica) 25 50 75 100 Servizi, trasporti e comunicazioni Input industriali Totale attivato 182 addetti Investimenti Il minor tasso di sviluppo e la necessità di ristrutturazione hanno comportato un significativo calo degli occupati nella chimica nell’ultimo decennio. In realtà un numero crescente di addetti è coinvolto in attività di outsourcing e si può stimare che l'occupazione indiretta attivata dalla chimica sia di circa 182 addetti ogni 100 addetti chimici. Altri 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 Note: l’occupazione attivata è calcolata misurando l’impatto degli acquisti diretti, di quelli indiretti (ovvero dei settori che vendono alla chimica) e degli investimenti necessari per sostenere la produzione dell’industria chimica Fonte: elaborazioni su dati CEFIC

Dimensioni della chimica italiana Dimensione della chimica italiana Incidenza della chimica anno 2003 sull’industria manifatturiera Industria Chimica e Industria Chimica e miliardi di euro Chimica farmaceutica Chimica farmaceutica Produzione 46,0 65,8 Fatturato 5.7% 8.2% Esportazioni 16,1 25,7 Valore aggiunto 4.3% 7.5% Importazioni 24,5 35,1 Investimenti 5.6% 7.7% Saldo commerciale -8,4 -9,4 Domanda Interna 54,4 75,2 Addetti 2.9% 4.3% La chimica è una delle principali industrie italiane, anche se i dati quantitativi sottovalutano la sua importanza qualitativa nel determinare la competitività e l'innovatività di tantissimi settori manifatturieri italiani. Un ruolo particolare sta assumendo la chimica che sta a valle delle produzioni della chimica di base, con centinaia di piccole e medie imprese. Occupati (.000) 133 204 su ind. manif. 7.4% 23.1% R&S Investimenti 2,0 2,7 su fatturato 0.8% 1.8% Fonte: Federchimica, elaborazioni su dati ISTAT

Chimica per il consumo 14.2% Chimica fine e specialità 27.9% Tanti settori molto diversi tra loro Produzione chimica in Italia per settore - anno 2003 (quota percentuale) Chimica per il consumo 14.2% Chimica di base e fibre 34.0% Farmaceutica 24.1% Chimica fine e specialità 27.9% Fonte: Federchimica

Tanti settori molto diversi tra loro Conto economico della chimica in Italia (% sulla produzione) Valore aggiunto Spese per personale Altre mat. prime Spese generali MOL Spese Energia Produzione Chimica di base 16.3 9.4 6.9 83.7 6.1 58.5 19.1 100.0 Fibre chimiche 16.8 12.4 4.3 83.2 6.3 47.7 29.3 100.0 Vernici e adesivi 24.3 14.5 9.7 75.7 1.3 55.9 18.5 100.0 Detergenti e cosmetici 21.2 11.1 10.0 78.8 1.4 40.0 37.4 100.0 Agrofarmaci 23.3 13.7 9.6 76.7 3.6 57.2 15.8 100.0 Altri chimici 24.4 14.0 10.4 75.6 3.4 49.9 22.3 100.0 INDUSTRIA CHIMICA 19.4 11.2 8.3 80.6 4.3 53.1 23.2 100.0 Farmaceutica 35.0 19.1 15.9 65.0 1.1 39.1 24.8 100.0 CHIMICA E FARMACEUTICA 23.9 13.5 10.5 76.1 3.3 49.0 23.7 100.0 Note: MOL= Margine Operativo Lordo Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Industria chimica in Italia: tre attori diversi ma tutti molto importanti Distribuzione della produzione in Italia anno 2003 Piccole e Medie Imprese Italiane 40% Imprese Multinazionali 35% La chimica in Italia è costituita da tre componenti, tutte egualmente importanti: le imprese multinazionali che generano il 35% della produzione complessiva, le imprese italiane medio-grandi che rappresentano il 29% della produzione complessiva, le piccole e medie imprese italiane che coprono il rimanente 36%. Medio-Grandi Imprese Italiane 25% Nota: come imprese medio-grandi si sono considerate quelle con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro Fonte: stime Federchimica

In Italia non solo grandi gruppi ma centinaia di PMI Numero di imprese per settori e classi di addetti PMI 250-499 500 e oltre Totale Totale chimica 1689 44 37 1770 Chimica di base e fibre 445 19 21 485 Chimica fine e specialità 869 15 9 893 Chimica per il consumo 375 10 7 392 Nella chimica italiana hanno assunto un peso e un ruolo fondamentale le medie e piccole imprese. Queste: Mentre diminuisce il peso della chimica di base - dominata da grandi gruppi e grandi impianti - cresce l’importanza della chimica a valle, in particolare della chimica fine e delle specialità e quella per il consumo. Farmaceutica 293 23 35 351 rappresentano ormai più del 50% della produzione chimica italiana; hanno continuato ad aumentare i propri livelli occupazionali; hanno mostrato negli ultimi dieci anni un forte impegno verso l’internazionalizzazione, l’innovazione e la tutela ambientale. Chimica e farmaceutica 1982 67 72 2121 Nota: solo imprese con più di 10 addetti Fonte: Istat, 2001

PMI: un ruolo determinante nella chimica in Italia Incidenza percentuale per classi di addetti PMI 250-499 500 e oltre Totale Valore aggiunto 50.1 11.6 38.4 100.0 Margine Operativo Lordo 52.7 9.6 37.7 100.0 Investimenti 39.3 24.8 36.0 100.0 - in mezzi di trasporto 63.4 30.4 6.2 100.0 Fonte: elaborazioni Federchimica su dati ISTAT

Le principali imprese chimiche italiane Risultati 2003 (milioni di euro) vendite mondiali produzione in Italia vendite mondiali produzione in Italia Polimeri Europa 4484,0 3367,0 Ferrania Imaging Technologies 179,0 154,0 Gruppo Mossi & Ghisolfi 1307,0 481,0 Zobele Industrie Chimiche 178,0 81,0 Radici Group 1087,0 715,0 Italsilva 175,0 175,0 Mapei 935,0 420,0 3V Partecipazioni Industriali 158,0 100,0 Gruppo Snia(*) 849,1 485,8 Gruppo Isagro 153,0 130,0 Gruppo Bracco(*) 841,6 680,8 Guaber 146,5 146,5 Syndial-Attività diversificate 671,0 671,0 Mirato 146,0 146,0 Gruppo Sir Industriale 590,0 395,0 Indena 138,0 117,0 Montefibre 430,0 305,0 Sinterama 135,3 112,0 Gruppo C.O.I.M. 350,0 200,0 Bembergcell 130,0 130,0 Lamberti 300,0 225,0 Gruppo Nymco 118,9 74,4 SOL Group Confrontando la classifica delle maggiori imprese mondiali datata 1992 e quella aggiornata al 1999 si possono cogliere alcuni aspetti del cambiamento che ha interessato il settore chimico: nel 1999 non vi sono imprese italiane nelle prime 30 nel 1999 le prime posizioni sono occupate da imprese il cui business principale è la farmaceutica. Si tratta spesso di imprese molto grandi ma di fatto non molto conosciute dall’uomo della strada proprio perché producono soprattutto beni intermedi la classificazione non è stabile ma in continua evoluzione, a causa delle molte acquisizioni e fusioni che stanno interessando il settore si conferma la leadership europea anche tra le principali aziende: nel 1999 ben 6 delle prime 10 sono imprese europee. 298,5 212,9 Intercos Group 118,4 103,1 SIPCAM-OXON Group 290,0 140,0 Fillattice 111,0 29,0 Sapio Industrie 283,0 278,0 Gruppo Lechler 105,0 100,0 IVM Group 275,0 220,0 Zambon Group 104,0 84,0 ACS Dobfar 251,0 251,0 Gruppo Boero 102,0 94,0 Siad 243,0 150,0 Colorobbia Italia 101,0 82,0 Nota: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (al netto dei farmaci) (*) Il valore si riferisce anche ai biomedicali Fonte: Federchimica

La chimica è il turbo del made in Italy Biella - Prato tessile Como seta specializzazione Brianza - Alto Livenza arredamento Premana forbici Milano - Varese plastica Bergamo bottoni flessibilità Sassuolo ceramica Castel Goffredo calze da donna Vigevano calzature CHIMICA Verona - Alpi Apuane marmi Rossano Veneto selle per biciclette Cadore ottica Pesaro cucine innovazione Solofra Arzignano - S.Croce concia Vicenza - Arezzo oreficeria Montebelluna calzature sportive Rimini - Forlì - Pesaro mobili personalizzazione Bologna imballaggio Fermo footwear Le Murge divani

L’occupazione non si concentra solo nei Poli chimici Distribuzione geografica dei principali Poli chimici Distribuzione dell’occupazione chimica (%) 1.3 0.4 2.7 8.0 10.1 41.2 0.9 7.3 1.7 1.9 2.6 6.5 1.6 9.1 0.0 1.0 Lo stereotipo della chimica costituita solo dai grandi impianti della petrolchimica potrebbe far pensare ad una concentrazione produttiva diversa da quella effettiva. La chimica è concentrata ancor di più di altri settori nelle regioni del nord Italia e in particolare in Lombardia. quota % Nord 69.2 Centro 20.5 Sud 10.3 Chimica e farmaceutica Fonte: Federchimica, ISTAT ITALIA 100.0

Le PMI si concentrano nella chimica a valle Occupazione per settori e classi di addetti (% sul totale di addetti) PMI 250-499 500 e oltre Totale Totale chimica 57.6 11.1 31.3 100.0 Chimica di base 38.7 11.7 49.5 100.0 Chimica fine e specialità 77.1 8.7 14.1 100.0 Chimica per il consumo 60.8 14.0 25.2 100.0 Farmaceutica 28.5 11.2 60.3 100.0 Chimica e farmaceutica 47.7 11.1 41.2 100.0 Fonte: elaborazioni Federchimica su dati ISTAT

Non solo chimica di base, ma sempre più chimica fine e specialità Occupazione per settori (% su chimica e farmaceutica) 1981 1991 2001 Chimica di base 49.7 33.0 27.8 Chimica fine e specialità 17.5 22.0 24.8 Chimica per il consumo 10.6 14.2 13.4 Farmaceutica 22.2 30.8 34.0 Chimica e farmaceutica 100.0 100.0 100.0 Numero di addetti (.000) 309,7 247,2 206,7 Fonte: elaborazioni Federchimica su dati ISTAT

Cambia la struttura dell’occupazione chimica e le PMI aumentano i livelli occupazionali Occupazione per classi di addetti (migliaia) Industria chimica Chimica e farmaceutica 1991 2001 1991 2001 PMI 74,7 78,6 95,5 98,6 da 250 a 499 20,8 15,1 32,5 23,0 500 e oltre 75,5 42,7 119,2 85,1 171,0 136,4 247,2 206,7 Fonte: elaborazioni Federchimica su dati ISTAT

La redditività migliore per le medie imprese chimiche Andamento del ROE (%) Livello del ROI (media 1996-2000 in %) Totale industria 13.5 Chimica 16.4 Chimica Meccanica 16.3 Siderurgia 13.1 Carta-editoria 13.6 Beni per casa e persona 12.0 Alimentare 9.3 Industria Altre ind. manifatturiere 16.1 Nota: sono state considerate imprese che hanno realizzato un fatturato compreso fra i 13 e i 260 milioni di euro occupando tra 50 e 499 addetti Fonte: Mediobanca-Unioncamere, “Le medie imprese italiane (1996-2000)”, 2003

Le PMI sono imprese di qualità Rapporti caratteristici per dimensione d’azienda (migliaia di euro per addetto) Totale PMI CHIMICA INDUSTRIA CHIMICA INDUSTRIA Produzione 320,7 163,9 263,5 125,5 Valore aggiunto 71,3 42,3 62,7 36,3 Investimenti 20,4 8,0 14,0 6,3 Spese per il personale 39,2 28,6 34,3 25,1 Fonte: elaborazioni Federchimica su dati ISTAT

Cresce la propensione all’export della chimica in Italia Export/Fatturato (%) Export/Import Farmaceutica Chimica a valle +18 punti percentuali in 10 anni Pochi pensano alla chimica italiana come ad un settore leader nell'export: in verità la chimica esporta più del 10% del totale dell’industria manifatturiera e si colloca al quarto posto per importanza tra i settori industriali. Il dato che sintetizza meglio lo sforzo fatto dal sistema chimico italiano negli ultimi 10 anni riguarda la quota di export sul fatturato che è aumentata di quasi 20 punti, la migliore performance a livello europeo. Pur restando in passivo, la bilancia commerciale chimica ha mostrato un significativo miglioramento e, se si esclude la chimica di base, è praticamente in pareggio. In alcuni comparti - come la chimica per il consumo e le vernici/adesivi, quelli dove sono più attive le PMI - ci sono già attivi rilevanti che hanno permesso a questi settori di aumentare le proprie quote di mercato in Europa. Chimica di base e fibre 1981 1985 1989 1993 1997 2001 2003 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 Chimica e farmaceutica Fonte: Federchimica, ISTAT

Si consolidano importanti surplus settoriali Scambi con l’estero dei comparti chimici – anno 2003 (milioni di euro) Export Import Saldo Chimica di base 8120 15562 -7443 Fibre chimiche 1025 1528 -503 Vernici e adesivi 1162 756 406 Agrofarmaci 357 422 -64 Altri chimici 2608 4323 -1715 Detergenti e cosmetici 2792 1874 919 INDUSTRIA CHIMICA 16065 24465 -8401 Farmaceutica 9656 10679 -1023 CHIMICA E FARMACEUTICA 25721 35145 -9424 Fonte: ISTAT

Per la chimica in Italia in attivo da anni il saldo extra Ue Saldo commerciale dei settori chimici (milioni di euro) anno 2003 saldo extra Ue chimica a valle Mondo Intra Ue Extra Ue Industria Chimica -8401 -9993 +1593 Chimica (ex farma) Chimica di base e fibre -7945 -7338 -607 Chimica a valle -455 -2655 +2200 farmaceutica Farmaceutica -1023 -1847 +823 chimica di base e fibre Chimica e farmaceutica -9424 -11840 +2416 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

La migliore performance all’esportazione tra i grandi settori - aggiornato! - Crescita media annua delle esportazioni, 1998-2003 (%) Chimica e farmaceutica Alimentare Mezzi di trasporto Gomma e plastica Carta, stampa, editoria INDUSTRIA MANIFATTURIERA Metalli e prodotti in metallo Macchine e app. meccanici Legno Inoltre la chimica è, tra i grandi settori, quello che da quando ci sono i cambi fissi ha avuto la migliore performance all’export. I risultati dell’industria chimica sono migliori di quelli degli altri settori perché tutto le imprese sono orientate all’export, non solo le grandi, ma anche le piccole, per cui la percentuale di imprese esportatrici è la più alta nell’industria. I buoni risultati delle PMI sui mercati esteri sono derivano da un costante sforzo verso l’innovazione e la formazione che vede impegnate nella chimica le PMI più che negli altri settori. Elettronica Minerali non metalliferi Tessile e abbigliamento Cuoio 2 4 6 8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

L’industria chimica esporta di più perché anche le PMI sono orientate all’estero Imprese esportatrici per classi di addetti (%) TOTALE 1-99 100-249 Industria chimica 45.5 43.3 97.4 Industria manifatturiera 17.4 16.9 89.4 Variazione della quota di mercato italiana sul totale dell’Ue (punti percentuali, differenza 1998-2002) Chimica e farmaceutica 0.0 - chimica di base -0.4 - agrofarmaci +1.1 - pitture, vernici, adesivi, inchiostri +0.4 - detergenti e cosmetici +1.8 - fibre chimiche +1.1 - altri prodotti chimici -0.2 Totale Italia -0.7 Fonte: ISTAT

Una specializzazione all’export in settori ad alta crescita Variazione media delle esportazioni mondiali Quota media dell’Italia sulle esportazioni mondiali: 1997-2002 Note: la bolla rappresenta il peso del settore sull’export italiano di chimica Fonte: elaborazioni su dati ICE

Dati chiave sull’attività di R&S nell’industria chimica italiana Chimica e farmaceutica Industria chimica Spese in R&S - milioni di euro 1136,7 366,6 - % su industria manifatturiera 23.1 7.4 Personale addetto alla R&S - unità 7871 3841 - % su industria manifatturiera 15.4 7.5 Spese R&S/fatturato Personale R&S/addetti Chimica e farmaceutica 1.8% 3.8% Industria chimica 0.8% 2.8% Industria manifatturiera 0.6% 1.1% Italia: spese di ricerca/PIL 1.2% Fonte: elaborazioni su dati Istat, Ocse

La chimica crea più innovazione perché tutte le imprese sono coinvolte nell’attività innovativa Europa: Percentuale di imprese innovative Industria chimica e prodotti primari Totale Industria Imprese innovative 70.0 51.0 Innovatori di prodotto 35.0 21.0 Italia: Percentuale di imprese innovative con R&S Industria chimica Totale Industria TOTALE 38.4 17.3 10-49 addetti 31.9 13.5 50-249 addetti 55.9 40.9 250 addetti e più 64.8 65.5 Nota: Impresa innovativa è impresa che ha introdotto prodotti o processi tecnologicamente nuovi Esclusa farmaceutica Fonte: Indagine sull’innovazione tecnologica nelle imprese industriali (Eurostat 1994-96, Istat 1998-2000)

Tipologie di innovazione nella chimica Industria Chimica Industria Manifatturiera % di imprese con innovazioni di prodotto 44.5% 27.1% con innovazioni di processo 35.6% 29.4% Ripartizione della spesa per tipo di attività innovativa R&S interna 41.5% 29.7% Acquisto macchinari/impianti innovativi 23.0% 49.7% Attività di formazione 15.9% 3.1% Altro 19.5% 17.5% Chimica esclusa farmaceutica Fonte: ISTAT, anni 1998-2000

Altre caratteristiche dell’attività innovativa Industria Chimica Industria Manifatturiera % di imprese che hanno depositato domande di brevetto 12.7% 7.1% con accordi di cooperazione 8.0% 3.2% Attività innovative Innovazioni "tecnologiche" 52.7% Innovazioni "non tecnologiche": Innovazioni organizzative 48.8% Miglioramenti estetici dei prodotti 44.8% Strategie d'impresa 40.3% Innovazioni nel marketing 33.5% Innovazioni nel management aziendale 27.5% Chimica esclusa farmaceutica Fonte: ISTAT, anni 1998-2000

L’italia nel confronto con la media europea Italia: % imprese innovative con R&S con R&S sistematica Industria chimica 52.7 38.4 23.7 Italia Paesi europei Spese in R&S su Fatturato 0.8 2.0 Spese in R&S su Valore Aggiunto: Chimica di base 5.7 11.3 Agrofarmaci 2.3 16.0 Vernici, adesivi, inchiostri 1.1 4.1 Saponi e detergenti 1.3 6.4 Altri prodotti chimici 2.0 6.9 Fibre chimiche 2.1 2.7 Totale industria chimica 3.2 8.8 Farmaceutica 8.2 16.3 Personale in R&S su totale addetti 2.8 5.6 Paesi europei = Germania, Francia, Regno Unito, Italia Fonte: ISTAT e Eurostat

Ostacoli e incentivi all’innovazione Vincoli all’innovazione per le imprese chimiche europee Carenza di risorse interne a livello di realizzazione 57% Economico-finanziari 50% Difficile individuare partner esterni per la ricerca 48% Carenza risorse interne a livello di pianificazione 45% Caratteristiche prodotto/processo 33% Difficile controllo del ritorno di ricerca nel medio/lungo periodo 26% Fonte: EC-DGIII, “European Chemical SMEs” Sostegno pubblico all'innovazione (% di imprese innovative con R&S) Industria Chimica Industria Manifatturiera Da Amministrazioni pubbliche regionali/locali 21.4% 28.8% Da Amministrazioni centrali dello Stato/altre Istituzioni 27.6% 25.0% Dall'Unione europea 4.6% 7.6% Fonte: Istat, anni 1998-2000

Qualità elevata della forza lavoro nella chimica - aggiornare - Numero di addetti in Italia 2003 migliaia Chimica e farmaceutica 204 Industria chimica 133 Struttura dell’occupazione chimica in Italia % Direttivi e Quadri 27.1 Impiegati 31.1 Operai 41.8 Laureati 20.0 Diplomati 44.0 L’industria chimica si caratterizza per l’elevata qualità della forza lavoro: le imprese assumono giovani con elevati livelli di formazione contribuendo alla loro crescita professionale e offrendo importanti opportunità di specializzazione all’interno dell’impresa. Le imprese di medio-piccola dimensione, che occupano il 50% circa della manodopera, sono anche quelle che negli ultimi anni hanno assunto di più, pur non essendo conosciute come sbocco professionale rispetto alla grande impresa chimica. Fonte: Federchimica

Qualità elevata della forza lavoro nella chimica - aggiornare - Italia: Caratteristiche delle assunzioni previste nel 2004 (%) Chimica Industria Titolo universitario 30.5 4.9 Secondario o post secondario 38.6 22.6 Istruzione e qualifica professionale 13.7 24.5 Scuola dell’obbligo 17.2 48.0 Dirigenti 1.6 0.3 Quadri, impiegati e tecnici L’industria chimica si caratterizza per l’elevata qualità della forza lavoro: le imprese assumono giovani con elevati livelli di formazione contribuendo alla loro crescita professionale e offrendo importanti opportunità di specializzazione all’interno dell’impresa. Le imprese di medio-piccola dimensione, che occupano il 50% circa della manodopera, sono anche quelle che negli ultimi anni hanno assunto di più, pur non essendo conosciute come sbocco professionale rispetto alla grande impresa chimica. 46.4 15.3 Operai e personale non qualificato 47.0 75.3 Apprendisti 5.0 9.1 Nota: nell’indagine la chimica appare insieme alle imprese petrolifere Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2004

Le imprese di tutte le dimensioni fanno formazione - aggiornare - Imprese che hanno svolto corsi di formazione nel 2003 (%) Chimica Industria Totale 52.4 19.7 1-9 addetti 24.8 12.8 10-49 addetti 58.2 34.3 50-249 addetti 66.8 57.0 Dipendenti che hanno partecipato a corsi di formazione nel 2003 (%) Totale 36.3 16.0 1-9 addetti 8.2 6.5 L’industria chimica si caratterizza per l’elevata qualità della forza lavoro: le imprese assumono giovani con elevati livelli di formazione contribuendo alla loro crescita professionale e offrendo importanti opportunità di specializzazione all’interno dell’impresa. Le imprese di medio-piccola dimensione, che occupano il 50% circa della manodopera, sono anche quelle che negli ultimi anni hanno assunto di più, pur non essendo conosciute come sbocco professionale rispetto alla grande impresa chimica. 10-49 addetti 13.3 8.5 50-249 addetti 30.7 15.8 250-499 addetti 41.6 27.2 500 addetti e oltre 51.5 40.2 Nota: nell’indagine la chimica appare insieme alle imprese petrolifere Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2004

Produttività e qualificazione degli addetti più elevate Parametri caratteristici nell’industria europea Valore aggiunto per addetto (indice chimica e farmaceutica=100) Spese per il personale per addetto (indice chimica e farmaceutica=100) Chimica e farmaceutica 100,0 Chimica e farmaceutica 100,0 Chimica 96,9 Chimica 94,6 Mezzi di trasporto 68,1 Mezzi di trasporto 92,4 Carta e stampa 65,7 Elettronica 85,9 Elettronica 64,3 Meccanica 81,2 Ind. manifatturiera 58,0 Ind. manifatturiera 76,1 Minerali non metalliferi 57,4 Carta e stampa 75,2 Alimentare 56,5 Gomma e plastica 71,6 Meccanica 55,1 Metallurgia 71,3 La chimica è il settore che mostra il valore aggiunto per addetto più alto e che utilizza la manodopera più qualificata e meglio remunerata, il che la rende particolarmente adatta a una Economia avanzata come quella europea. La chimica può continuare a giocare un ruolo importante in Europa perché in molti dei suoi comparti i fattori di successo sono quelli presenti nei Paesi avanzati e cioè quelli derivanti dall'innovazione e dalla qualificazione degli addetti. Metallurgia 52,3 Minerali non metalliferi 68,8 Gomma e plastica 50,9 Alimentare 61,7 Legno e mobili 37,7 Legno e mobili 53,9 Tessile e abbigliamento 31,8 Tessile e abbigliamento 43,9 Pelle e concia 29,9 Pelle e concia 38,8 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (anno 2001)

I fabbisogni formativi delle imprese chimiche Fabbisogni formativi nelle imprese chimiche in Italia Assunzioni previste per il triennio 2004-2006 Laureati a indirizzo chimico (ogni 100 addetti) 2,5 di cui - quinquennali 74% - triennali 26% Nelle diverse aree aziendali c’è bisogno di formazione maggiore in quanto a: Conoscenze specialistiche Cultura di base Area Laboratori Mediamente, le imprese chimiche prevedono di assumere nel prossimo triennio 2,5 laureati a indirizzo chimico ogni 100 addetti, cioè meno di uno all’anno. La domanda annuale per l’intera industria chimica si può stimare intorno ai 650 laureati chimici all’anno. Il 73% delle assunzioni interesserà le lauree quinquennali, ma non è da trascurare il 27% delle preferenze per quelle triennali in particolare per alcuni settori, quali quello delle vernici, e per le imprese più piccole. Le lauree triennali potrebbero infatti contribuire a innalzare il livello medio di istruzione degli addetti. Le imprese considerano importante assumere laureati chimici soprattutto nelle aree Laboratori e Produzione. Nei comparti della chimica di base e della chimica fine, si attribuisce importanza alla presenza di laureati chimici anche nell’area Vendite e Marketing. Emerge una sostanziale soddisfazione con riferimento alla cultura di base dei laureati chimici. Al contrario, si ritiene insufficiente il livello medio di preparazione con riferimento alle conoscenze specialistiche. Ovviamente, il problema è più sentito con riferimento alle aree che richiedono maggiori competenze tecniche (Laboratori e Produzione). 65% 24% 54% 24% Area Produzione 50% 26% Area Vendite e Marketing Fonte: Federchimica, Indagine sui fabbisogni formativi nell’industria chimica, 2004

A rischio le vocazioni chimiche Immatricolazioni in chimica e chimica industriale 3316 3359 3326 3225 2969 2897 2461 1991 1735 1486 1258 1366 1410 Laureati in chimica e chimica industriale 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 1636 1606 1601 1625 Previsioni 1576 1439 1391 1264 1150 976 L’evidente caduta del numero di laureati in chimica e, cosa ancor più preoccupante, le prospettive di un’ulteriore massiccia riduzione dei laureati chimica, rappresenta uno dei problemi principali sul fronte della forza lavoro nell’industria chimica. Il calo delle vocazioni rappresenta un grosso problema per il settore che vede compromessi i suoi stessi programmi di investimento e crescita. Il calo degli iscritti può essere correlato sia all’appetibilità di nuove professioni come quelle connesse all’ICT, sia ai problemi di immagine e di scarsa conoscenza di cui soffre la chimica. 923 864 754 695 644 633 596 615 538 549 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2009 Fonte: Federchimica

Diversi sbocchi occupazionali per i laureati in chimica Settori di impiego dei laureati in chimica e chimica industriale Settori di impiego dei laureati in chimica altro 10% libera professione 4% industria 47% chimica 56% alimentare 12% ente ricerca 6% meccanica 8% servizi 7% elettronica 3% tessile 3% biotech 3% informatica 3% altre 14% università 26% Fonte: Università di Bologna

Lo sforzo ambientale della chimica europea Emissioni in Europa CO2 (1990=100) Anno 2001 (1996=100) -32 Azoto in acqua -25 COD per unità di consumo energetico Metalli pesanti -27 -40 SO2 per unità di produzione in aria -25 NOx -54 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 Polveri Fonte: Cefic

Una particolare attenzione alla sicurezza Europa: Indicatori di sicurezza indice di gravità degli infortuni (1996=100) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 numero di infortuni gravità degli infortuni (giorni di lavoro persi per 1000 ore lavorate) Fonte: Cefic

Aumenta il peso della iper-regolamentazione Numero cumulato di provvedimenti legislativi comunitari in materia ambientale Area di intervento Inq. idrico (5%) Rifiuti (11%) Inq. atmosferico (17%) Sostanze pericolose (33%) Tutti i parametri di impatto ambientale e di sicurezza mostrano non solo livelli ormai molto contenuti, ma anche significative riduzioni. L'impegno delle imprese europee nel contenimento dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 è evidente e ha portato in 10 anni a ridurre del 25% le emissioni di CO2 per unità di prodotto. La chimica è poi tra i settori con i migliori standard di sicurezza dei lavoratori. La competitività dell'industria chimica, in Italia come in Europa, è strettamente legata alla gravosità del sistema normativo in materia di regolamentazione delle attività produttive: negli ultimi anni l'attività legislativa europea ha portato ad un'elevata produzione di norme (quasi 500 in 10 anni). Sicurezza (34%) 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Fonte: Federchimica

L’impegno della chimica in Italia - aggiornare - Italia: Evoluzione e struttura delle spese in Sicurezza, Salute e Ambiente (milioni di euro) 597 548 538 INVESTIMENTI 315 - ambiente 54% - sicurezza e salute 46% COSTI OPERATIVI 233 Il futuro dell'industria chimica è strettamente legato, come il suo passato, alla capacità di proporre nuove sostanze, nuovi prodotti e nuove soluzioni. L'esperienza recente dell'economia americana mostra che solo la domanda del comparto delle life sciences cresce più del reddito, mentre per le imprese degli altri settori si pone la necessità di rinnovare lo sforzo di ricerca per evitare la trappola delle commodities e mantenere produzioni ad elevato valore aggiunto - ambiente 66% - sicurezza e salute 34% 2000 2001 2002 % sul fatturato 2.33% 2.13% 2.17% % sugli investimenti 23.7% 21.9% 30.7% Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

La salvaguardia dell’ambiente Emissioni in Italia (anno 2002, indice 1989=100) in acqua in aria 20 40 60 80 100 20 40 60 80 100 composti organici volatili metalli pesanti -83% -63% anidride solforosa -95% azoto -57% polveri -93% ossigeno -62% ossidi di azoto -85% livello 2002 riduzione 1989-1999 riduzione 1999-2002 Nota: le variazioni percentuali riportate nel grafico si riferiscono all’intero periodo 1989-2002 Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

per chi opera nella chimica Cresce la sicurezza per chi opera nella chimica - aggiornare - Italia: Indice di frequenza degli infortuni (n° di infortuni per milione di ore lavorate) 34,7 aderenti a R.C. imprese esterne 25,0 17,3 15,2 13,1 11,6 10,3 10,4 10,3 Il futuro dell'industria chimica è strettamente legato, come il suo passato, alla capacità di proporre nuove sostanze, nuovi prodotti e nuove soluzioni. L'esperienza recente dell'economia americana mostra che solo la domanda del comparto delle life sciences cresce più del reddito, mentre per le imprese degli altri settori si pone la necessità di rinnovare lo sforzo di ricerca per evitare la trappola delle commodities e mantenere produzioni ad elevato valore aggiunto 1989 1995 2000 2001 2002 indice 100,0 52,4 41,2 41,6 41,2 Nota: imprese esterne che operano all’interno dei siti produttivi, svolgendo attività ausiliarie alla produzione Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

Il settore con i più alti standard di sicurezza Infortuni sul lavoro (n° di infortuni per milioni di ore lavorate, chimica=100) Malattie professionali (n° di malattie per milioni di ore lavorate, chimica=100) Metalli 335,6 Mezzi di trasporto 558,3 Minerali non metalliferi 319,5 Minerali non metalliferi 455,6 Legno 312,1 Legno 308,3 Gomma e plastica 282,8 Metalli 302,8 Mezzi di trasporto 270,1 Ind. manifatturiera 222,2 Meccanica 239,1 Meccanica 200,0 Ind. manifatturiera 217,2 Alimentare 206,9 Gomma e plastica 191,7 Carta e stampa 148,3 Pelle e concia 191,7 Pelle e concia La chimica è il settore che mostra il valore aggiunto per addetto più alto e che utilizza la manodopera più qualificata e meglio remunerata, il che la rende particolarmente adatta a una Economia avanzata come quella europea. La chimica può continuare a giocare un ruolo importante in Europa perché in molti dei suoi comparti i fattori di successo sono quelli presenti nei Paesi avanzati e cioè quelli derivanti dall'innovazione e dalla qualificazione degli addetti. 128,7 Alimentare 152,8 Tessile e abbigliamento 124,1 Tessile e abbigliamento 141,7 Elettronica 113,8 Carta e stampa 116,7 Chimica 100,0 Elettronica 105,6 - Imprese Responsible Care 59,8 Ind. petrolifera 56,4 Chimica 100,0 Fonte: INAIL, Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

Aziende chimiche Responsible Care Sicurezza anche nei trasporti Modalità nel trasporto dei prodotti Aziende chimiche Responsible Care Totale prodotti trasportati in Italia diff 2002-1998 % % Strada 42.3 -10.4 63.6 Ferrovia 5.5 -0.3 10.6 Pipeline 30.2 +15.2 4.4 Navigazione 21.4 -5.1 21.1 altro 0.6 +0.6 0.3 Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

Utilizzo virtuoso delle fonti energetiche Consumi di energia delle imprese di Responsible Care (Ktep, valori tendenziali) Emissioni dirette di CO2 dell’industria chimica in Italia (Kt CO2 eq.) 5797 15,6 5455 5307 14,5 5132 11,5 45.4% 10,2 10,4 9,9 0.1% 54.5% 1995 2000 2001 2002 1990 1995 1999 2000 2001 2002 Termica Idroelettrica autoprodotta Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002, Istat, MAP

Una politica responsabile nella gestione dei rifiuti Produzione di rifiuti, smaltimento e tipo di trattamento 1495 Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi discarica 10% 886 altre 16% 715 707 42.0% termo-distruzione 55% 43.5% 50.4% recupero 19% 58.0% 56.5% 49.6% 1995 2000 2001 2002 Fonte: Federchimica, IX Rapporto Responsible Care 2002

Tre anni di crisi per l’industria e per la chimica Ue: PIL e produzione industriale (indice 1995=100) Produzione chimica nel triennio 2001-2003 (in termini reali) PIL var % cumulata Europa -0.6 produzione industriale - Germania -0.5 - Francia -0.7 - Italia -0.7 - Regno Unito -4.0 USA -2.2 1995 1997 1999 2001 2003 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat, Cefic, Associazioni nazionali

A livello mondiale la chimica è ancora capace di crescere più dell’economia Produzione chimica per area (indice Q1 2000=100) Crescita mondiale 2000-2003 (in termini reali) Paesi emergenti var % cumulata PIL 8.0 Mondo INDUSTRIA 8.0 CHIMICA 9.5 Economie avanzate 2000 2001 2002 2003 Fonte: elaborazioni su dati Cefic, ACC

Nei Paesi industrializzati diminuisce l’elasticità della domanda chimica - aggiornare - USA: evoluzione della domanda chimica rispetto al PIL (1990=100, prezzi 1996) life sciences PIL chimica a valle Il futuro dell'industria chimica è strettamente legato, come il suo passato, alla capacità di proporre nuove sostanze, nuovi prodotti e nuove soluzioni. L'esperienza recente dell'economia americana mostra che solo la domanda del comparto delle life sciences cresce più del reddito, mentre per le imprese degli altri settori si pone la necessità di rinnovare lo sforzo di ricerca per evitare la trappola delle commodities e mantenere produzioni ad elevato valore aggiunto CHIMICA (escl. farmaceutica) chimica di base 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 Fonte: elaborazioni su ACC

Perdita di ruolo del mercato europeo - aggiornare - Petrolchimica: capacità installata e distribuzione geografica (mln ton e %) Petrolchimica: 2000-2010 nuova capacità installata (%) Asia 53 Medio Oriente 19 altri 11 Europa 11 La domanda chimica si sta spostando velocemente fuori dall'Europa verso quelle aree che stanno basando il proprio sviluppo su consumi e produzioni a forte contenuto chimico. Ciò comporta un progressivo spostamento della capacità produttiva, in particolare della chimica di base, anche per le difficoltà competitive delle produzioni di base localizzate in Europa. Ormai più del 50% della nuova capacità produttiva aggiuntiva viene localizzata nei Paesi di nuova industrializzazione. Nord America 6 1980 2000 2010 Europa Nord America Asia Medio Oriente altri Cap. totale Fonte: elaborazioni su Cefic

Perdita di ruolo del mercato europeo Chimica fine e specialità: crescita della domanda per aree (2002-2006, var % media annua) 8.5 7.8 6.2 3.6 1.6 Cina India Est Asia Mondo Paesi avanzati Fonte: elaborazioni su Cefic

A rischio la leadership europea Evoluzione della quota prodotta nelle principali aree mondiali (indice 1990=100) Paesi emergenti USA La leadership quantitativa e qualitativa della chimica europea è a rischio, sia per le tendenze della globalizzazione, sia per la perdita di competitività che negli ultimi anni ha fatto crescere l’industria chimica europea meno della media mondiale. In queste condizioni la chimica europea ha visto diminuire le proprie quote di mercato ed è stata costretta a diminuire i propri livelli occupazionali di quasi il 20% rispetto al 1990, molto di più di quanto abbia dovuto fare la chimica americana. Le imprese chimiche europee infatti hanno dovuto dare una risposta forte alla minor profittabilità delle produzioni europee, inferiore del 10% rispetto a quelle delle produzioni americane. Giappone Europa 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 Chimica e farmaceutica Fonte: stime su dati Cefic, ONU, ACC

A rischio la leadership europea - aggiornare - A rischio la leadership europea Occupazione chimica (in migliaia) Europa -22% USA -11% 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 Chimica e farmaceutica, Ue-25 Fonte: Cefic

A rischio la leadership europea Margine Operativo Lordo (% sulle vendite, media 1990-2002) 10 punti percentuali USA Ue-15 Chimica e farmaceutica Fonte: Cefic

Aziende diverse per settori diversi CHIMICA DI BASE LIFE SCIENCES Uno dei risultati più importanti del mercato globale è la spinta alla specializzazione. La piccola e media impresa ha sempre basato il suo successo sulla specializzazione, ora sempre più da sviluppare a livello internazionale. Per i grandi gruppi il confronto competitivo e gli investimenti per la ricerca e per l’internazionalizzazione stanno spingendo verso quattro tipologie di imprese molto diverse tra di loro le imprese petrolchimiche specializzate nelle commodities quelle di chimica fine e delle specialità le imprese delle life sciences (farmaceutica, fitofarmaci, biotecnologie) quelle della chimica per il consumo (detergenti, cosmetica) I fattori di successo sono molto diversi, ma rimangono caratteristiche comuni la centralità delle risorse umane il cambiamento continuo l’attenzione alle problematiche ambientali CHIMICA PER IL CONSUMO CHIMICA FINE E SPECIALITÀ

Le prime società chimiche nel mondo Fatturato 2002 (mld. euro) Fatturato 1992 (mld. ecu) BASF 32,2 Hoechst 22,7 Bayer 29,6 Basf 22,0 Dow Chemical 29,0 Bayer 20.4 DuPont 25,4 Du Pont 16,8 ExxonMobil 21,5 ICI 16,4 Atofina 19,7 Dow 14,6 Mitsubishi Chemical 16,0 Ciba-Geigy 12,2 Akzo Nobel 14,0 Rhone-Poulenc 11,9 BP 13,2 Elf Aquitaine 10,2 Shell 12,2 Sandoz 7,9 Degussa 11,8 Shell 7,8 Asai Kasei 10,1 Merck & Co 7,5 Confrontando la classifica delle maggiori imprese mondiali datata 1992 e quella aggiornata al 1999 si possono cogliere alcuni aspetti del cambiamento che ha interessato il settore chimico: nel 1999 non vi sono imprese italiane nelle prime 30 nel 1999 le prime posizioni sono occupate da imprese il cui business principale è la farmaceutica. Si tratta spesso di imprese molto grandi ma di fatto non molto conosciute dall’uomo della strada proprio perché producono soprattutto beni intermedi la classificazione non è stabile ma in continua evoluzione, a causa delle molte acquisizioni e fusioni che stanno interessando il settore si conferma la leadership europea anche tra le principali aziende: nel 1999 ben 6 delle prime 10 sono imprese europee. ICI 9,7 Akzo 7,2 Sabic 9,6 Mitsubishi Kasei 7,2 Sumitomo Chemical 9,4 Roche 7,1 Takeda 8,8 Exxon 7,0 Linde 8,7 Enichem 7,0 Nota: in rosso le aziende europee Fonte: CEFIC e Chemical Insight

Per la chimica europea necessario rilanciare la competitività Saldo estero della chimica UE nei casi dello scenario Cefic “Horizon 2015” (miliardi di euro, esclusa farmaceutica) sunny cloudy rain storm 1990 1995 2002 2015 Fonte: Cefic

C’è una perdita di ruolo della ricerca chimica - ok - Spese R&S rispetto al fatturato (%) Premi Nobel nell’industria chimica Europa Occidentale Altri Paesi Giappone 1901-1950 43 7 1951-1970 17 12 Usa 1971-2003 19 45 Il minor dinamismo della domanda chimica può essere letto come difficoltà a generare domanda aggiuntiva. Negli ultimi anni l'intensità di ricerca nella chimica - sia sul valore aggiunto, sia come incidenza sul totale manifatturiero - ha mostrato un calo. Per l'Europa c'è il rischio di perdere una leadership nella ricerca, come si può notare anche dai Premi Nobel assegnati negli ultimi anni. Ue 1901-2003 79 64 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Fonte: Cefic

Un sistema normativo penalizzante per le produzioni europee Numero di registrazioni di sostanze chimiche e costo e tempo necessari Ue USA Costo (migliaia di euro) 250 25 Tempo (settimane) 52 18 Numero di sostanze (media annua ultimi 15 anni) 143 425 Fonte: CEFIC, UIC

(dossier tecnico e Rapporto di Sicurezza Chimica Il caso del REACH Cosa? Obbligo Cosa implica ? Chi ? Registration Dossier tecnico: informazione in base alle quantità (proprietà fisico chimiche, tossicologiche ed ecotossicologiche); usi; Classificazione & Etichettatura; sommario esauriente delle informazioni; Chemical Safety Report. Produttore/Importatore (dossier tecnico e Rapporto di Sicurezza Chimica >10 ton/an) 30.000 Sostanze (> 1 ton/an) Nuove (dopo ‘81) e Esistenti (ante ‘81) E valuation (dossier e sostanza) - Controllo di conformità della registrazione (valutazione del dossier e delle proposte di test) Le Autorità competenti e notifica all’Agenzia - Valutazione della sostanza dando priorità ai dati sulla pericolosità, sull’esposizione e al range di quantità A uthorisation (dopo tests specifici circa 1500 sostanze) C.M.R.* (cat 1&2), P.B.T.*, vPvB, Distruttori Endocrini e quelle sostanze chimiche che si caratterizzano in quanto causano effetti irreversibili sull’uomo e sull’ambiente L’applicazione per la procedura di autorizzazione spetterà all’Agenzia. La Commissione sarà responsabile delle decisioni adottate. C.M.R. (Carcinogenic, Mutagenic, Reprotoxic); P.B.T. (Persistent Bioaccumulative, Tossic) e VP. V.B. (Very Persistent & Very Bioaccumulative)

Dall’energia una minor competitività per la chimica italiana Prezzi dell’energia per alcune tipologie di utenze industriali (2003, prezzi in centesimi di euro/kWh per classi di consumo) Prezzi medi per le utenze industriali (numero indice: Italia=100) ITALIA 100 Resto d’Europa 64 - Germania 89 - Francia 58 La chimica è un comparto a forte contenuto energetico e la mancata effettiva liberalizzazione del mercato, oltre ai divari nei costi di produzione, rendono penalizzanti i costi dell'energia elettrica. - Regno Unito 51 - Spagna 57 - Belgio 70 10 GWh 24 GWh 50 GWh 70 GWh Italia Resto d’Europa differenza Note: media su consumi > 10GWh Fonte: elaborazioni su Autorità per l’energia

Per l’energia in Italia divario alto e crescente rispetto ai prezzi europei Prezzi dell’energia per utenze industriali (prezzi in centesimi di euro/kWh, al netto delle tasse) Italia Paesi europei differenza 1993 1995 1997 1999 2001 2003 Paesi europei: media Germania, Regno Unito, Spagna, Francia Fonte: elaborazioni su Eurostat

I vincoli del mercato energetico in Italia Criticità Motivi insufficienza del parco di generazione mancato aumento delle linee di interconnessione con l’estero disponibilità inadeguata di quantità spot di metano liquido Insufficiente disponibilità di energia per il futuro del Paese mix sbilanciato su petrolio e gas di importazione assenza del nucleare scarso utilizzo del carbone Dipendenza dall’estero e scarsa diversificazione elevato utilizzo dei combustibili fossili elevata incidenza del parco termoelettrico (poco efficiente e obsoleto) Costi elevati liberalizzazione della domanda ma non dell’offerta presenza di monopoli/oligopoli scarsa esposizione al confronto con l’estero Insufficiente liberalizzazione e concorrenza del mercato Fonte: Federchimica

Qualità infrastrutture Necessario migliorare le infrastrutture e la logistica Qualità delle infrastrutture e della rete distributiva Costo dei trasporti (anno 2003, indice Italia=100) Qualità rete distributiva ITALIA 100 Be Nl USA Nze Can Ire Fra Fin Ch Sve Ger Germania 74 Francia 95 EUROPA Regno Unito 88 Aus UK Nor Paesi Bassi 64 Aut Fonte: KPMG, The CEO’s guide to international business costs Por ITALIA Gre Spa Jp Qualità infrastrutture Fonte: Banca d’Italia 2003 (su dati Economist Intelligence Unit)

Migliora l’immagine della chimica ma è sempre necessaria una forte strategia di comunicazione Opinione sulla chimica nei vari Paesi europei positiva negativa Germania 62 32 Spagna 62 38 Italia 43 36 Europa 48 44 Regno Unito 46 43 Belgio 46 49 Paesi Bassi 38 62 Francia 31 67 Svezia 21 75 Fonte: Pan European Survey, 2004

Un decennio di minor crescita Confronto fra la crescita della chimica italiana e quella dei maggiori produttori nei Paesi avanzati var.% media mld di euro 1990 2003 1990/2003 Germania 100,2 136,4 2.4 Francia 52,1 87,4 4.1 Regno Unito 52,2 68,4 2.2 Italia 49,5 65,8 2.2 Belgio 19,5 44,9 6.6 Spagna 18,0 39,4 6.2 Paesi Bassi La chimica italiana ha affrontato in ritardo il cambiamento: è stata condizionata pesantemente dalle politiche restrittive della domanda e dai fattori negativi di competitività. Il risultato è una crescita più contenuta di quella degli altri Paesi europei e un forte impatto sull'occupazione. Si può stimare che se la chimica italiana fosse cresciuta nell’ultimo decennio come quella europea avrebbe adesso quasi 50 mila addetti in più. 20,3 34,0 4.1 Ue-15 320,9 534,3 4.0 USA 239,6 405,1 4.1 nota: chimica e farmaceutica Fonte: Cefic, per il Regno Unito Federchimica su dati Eurostat

In Italia la domanda chimica è più alta che negli altri Paesi avanzati Domanda di chimica per area geografica anno 2003 miliardi di euro % sul PIL euro pro-capite Germania 107,8 5.1 1306 Francia 77,3 5.0 1296 Italia 75,2 5.8 1312 Regno Unito 61,9 3.8 1044 Ue-15 461,5 5.0 1213 USA 413,6 4.3 1458 Giappone 169,7 4.5 1334 Est Asia 381,0 9.3 125 nota: chimica e farmaceutica Fonte: elaborazioni su dati Cefic, Eurostat, Ocse, ONU