Mobilità Sostenibile.

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Mobilità Sostenibile

Parco veicoli in Italia Parco circolante in Italia: oltre 36 milioni di veicoli, 3 milioni e 750 mila veicoli commerciali e 6 milioni di motocicli. Tasso di motorizzazione in Italia: oltre 60 auto ogni 100 abitanti, nel resto d’Europa è inferiore a 50 su 100 abitanti. Il problema è che il 39% delle vetture iscritte al Pubblico Registro automobilistico ha più di 10 anni. L’età media dei veicoli commerciali è più elevata rispetto al resto d’Europa: il 40/45% dei veicoli commerciali leggeri è omologato PRE-EURO, quindi estremamente inquinanti soprattutto per quanto riguarda il PM10. (Fonte: Automobile Club Italiano, 2009)

Piste ciclabili e corsie preferenziali Piste ciclabili: complessivamente le piste ciclabili presenti in 95 capoluoghi di Provincia si estendono per poco meno di 2.850 km, in crescita rispetto al 2008 di circa 350 km. Corsie preferenziali: i km di rete protetta totali sono 660, pari allo 0,05% del totale delle reti di trasporto pubblico (oltre 1 milione di km). ZTL: le zone a traffico limitato si sono ridotte dal 2008 ad oggi: dai 2,38 mq per abitante ai 2,08 attuali. (Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano 2009)

INTERVENTI STRUTTURALI PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE Spostare su ferro una quota pari al 10 % del traffico merci, quantità già raggiunta e superata da Paesi come Francia e Germania. Aumentare gli spostamenti sul trasporto pubblico in ambito urbano del 20-30%. Ridurre i consumi energetici legati al sistema dei trasporti del 5%.

GLI STRUMENTI PER UNA NUOVA MOBILITÀ IN CITTÀ 1) Pedaggio, road pricing, tariffazione della sosta: utilizzare la leva economica per disincentivare il traffico privato e finanziare il trasporto pubblico. 2) Una legge obiettivo per la mobilità urbana. Vincolare almeno il 25% della spesa nazionale per le opere pubbliche nel settore trasporti alla realizzazione di reti per il trasporto rapido collettivo nelle città. 3) Estendere le corsie preferenziale almeno il 50% dei chilometri di rete di trasporto pubblico di superficie nelle grandi aree urbane e puntare almeno al 20% di percorsi in sede protetta nelle altre città.

4) Disincentivare l’uso dell’auto privata attraverso misure diversificate di limitazione del traffico a fini ambientali e di promozione della mobilità ciclabile. Attualmente la città con più piste ciclabili ha un rapporto di 68 cm per abitante 5) Corretta pianificazione territoriale con l’obiettivo di realizzare una armonica e funzionale integrazione tra tutte le modalità di trasporto 6) Taxi collettivi, car-sharing, bus a chiamata, car-pooling. Differenziare l’offerta di trasporto pubblico mediante alcuni servizi innovativi come l’auto in comproprietà, il taxi collettivo o il bus a prenotazione.

Cos’è il Mobility Manager Introdotto dal decreto Ronchi del 1998 prevede che in tutte le strutture produttive commerciali ed amministrative con più di 300 addetti e le imprese con più unità locali nella stessa città che complessivamente superano gli 800 addetti debba essere nominato un mobility manager. Obiettivo: gestire la domanda di mobilità come fattore strategico per garantire la qualità della vita in città stimolando forme di mobilità alternative e soprattutto sostenibili, come ad esempio il car pooling.

La “risorsa ferro” in Europa Sono 2,6 milioni le persone che si spostano quotidianamente su treni locali e regionali. In Italia il ritardo infrastrutturale più grave è proprio per metropolitane e ferrovie locali. Paesi Autostrade (km) Rete Alta Velocità (km) Metropolitane (km) Linee Suburbane (km) Germania 12.594 1.300 606.7 2033,7 Spagna 12.073 1.686 551,5 1345,5 Francia 10.848 1.915 346,7 664 Regno Unito 3.669 115 503,9 1634,4 Italia 6.588 876 161,9 591,7 Italia rispetto a Media UE (100) 71,9 74,3 37,3 47,2 Legambiente, Rapporto Pendolaria 2009.

Gli investimenti delle Regioni nel 2009 Spesa per servizi (mln Euro) Spesa per materiale rotabile (mln Euro) Stanziamenti su bilancio regionale (%) Campania 30,60 201,86 1,52 Emilia-Romagna 19,27 26,00 0,32 Lazio 1,99 29,00 0,13 Liguria 5,15 2,60 0,08 Lombardia 54,60 90,00 0,54 Piemonte 18,35 37,24 0,43 Puglia 1,50 10,80 Toscana 37,70 5,00 0,44 Veneto 3,82 4,20 0,04 Sicilia Il Decreto Legislativo 422/97 (Legge Bassanini) trasferisce i poteri in materia alle Regioni (nel 2001 è entrata in vigore). I risultati sono negativi in quasi tutte le Regioni italiane. Tra le principali per domanda di pendolarismo: Legambiente, Rapporto Pendolaria 2009.

La spesa regionale per le infrastrutture Regioni Finanziamenti 2003-2009 (mln di Euro) Valori in % sul totale 2003-2009 Strade Ferrovie Metropolitane Campania 950 2145 30,69 69,31 Emilia-Romagna 316,72 15,82 95,30 4,70 Lazio 531,37 42,00 144,00 74,07 5,85 20,08 Liguria 36,50 0,55 98,51 1,49 Lombardia 327,62 170,07 87,94 55,94 29,04 15,01 Piemonte 136,02 49,78 45,60 58,78 21,51 19,71 Puglia 13,63 20,00 - 40,53 59,47 Toscana 621,50 64,73 90,56 9,44 Veneto 841,97 54,84 93,88 6,12 Sicilia 17,72 0,13 99,27 0,73 Legambiente, Rapporto Pendolaria 2009.

Le opere necessarie… Nelle aree urbane delle Regioni analizzate si concentra l’80% della domanda di spostamento delle persone in Italia e proprio nelle grandi città vi è l’opportunità di far crescere la quota di trasporto su ferro riducendo così i livelli di congestione, inquinamento locale e emissioni di CO2. Tra i principali interventi (alcuni in fase di realizzazione) ci sono il Passante Ferroviario di Torino ed il raddoppio delle linee ferroviarie; la creazione del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale tra Treviso, Venezia, Padova, Castelfranco Veneto; l’ammodernamento delle linee di accesso al nodo di Bologna; il completamento dell’anello ferroviario di Roma ed il raddoppio delle linee FR verso i Castelli Romani, sulla FR 3 per Viterbo e sulla FR 2 per Guidonia; il Passante Ferroviario di Palermo.

…e le opere realizzate “Tram delle Valli”: Un interessante progetto completato nel 2009 è la tramvia extraurbana di Bergamo. La prima linea entrata in funzione unisce Bergamo ed Albino, 12,5 km in totale, svolge le funzioni di trenino suburbano, grazie al percorso in sede protetta, al doppio binario ed ai semafori asserviti al passaggio del tram negli incroci con attraversamento a raso, che permettono una velocità massima di 70 km/h. Foggia-Lucera: Il recupero di vecchie infrastrutture ferroviarie non più utilizzate è stato il punto di partenza per la creazione della nuova tratta ferroviaria di 19 km. Nel Luglio 2009, dopo 42 anni, è stata riattivata e oggi viene gestita dalle Ferrovie del Gargano. Il materiale rotabile utilizzato è di ultima generazione, con una capacità di 300 passeggeri, e collega in circa 15 minuti i due Comuni interessati con 56 corse giornaliere. Gli aspetti positivi riguardano anche il sistema di tariffazione che permette l’utilizzo di un unico biglietto sia per il treno sia per gli autobus provenienti dai Comuni limitrofi e l’orario cadenzato, un treno ogni 30 minuti, e di facile memorizzazione.

Tram delle Valli, Bergamo-Albino Trenino Foggia-Lucera

Soluzioni per la mobilità su ferro

Il tema del trasporto pendolare deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali ponendosi un obiettivo all’altezza della sfida lanciata dall’Unione Europea al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Occorre puntare a far crescere il trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 4milioni di cittadini trasporti nel 2020. Gli interventi necessari per raggiungere questo obiettivo: 1) Nuovi treni per i pendolari Solo con un parco rotabile rinnovato sarà possibile dare risposta ai disagi di una domanda in costante aumento. L’affollamento dei convogli sta diventando sempre più una ragione dei ritardi (per la difficoltà di accesso alle carrozze e di chiusura delle porte) e un problema che vivono sulla propria pelle tutti i cittadini che cercano un alternativa alle auto per muoversi nelle città e trovano convogli vecchi e affollati. Questa situazione si potrà invertire solo individuando le risorse per realizzare finalmente il progetto “1000 nuovi treni per i pendolari”.

2) Più treni e maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare Bisogna chiamare il Governo e le Regioni alle proprie responsabilità di dare certezze agli interventi di miglioramento del servizio. In particolare occorre istituire un fondo nazionale per il trasporto locale, finanziato con i proventi di parte della tassazione sui carburanti (come da tempo si discute nella Conferenza Stato Regioni). Perché il trasporto pendolare è una componente fondamentale delle politiche nazionali dei trasporti e dunque si deve individuare un meccanismo di finanziamento certo per far crescere l’offerta di treni progressivamente nel tempo. 3) Priorità alle città negli investimenti infrastrutturali Occorre spostare nei nodi urbani la voce maggioritaria della spesa per infrastrutture. Almeno il 50% della spesa nazionale per le opere pubbliche deve andare alla realizzazione di nuove linee di metropolitane e del servizio ferroviario pendolare, di tram. In modo da realizzare gli interventi di ammodernamento delle linee urbane, di realizzazione di binari dedicati al trasporto regionale e metropolitano, tratte di aggiramento per le merci, nuove stazioni attrezzate con parcheggi e servizi. Non è una ricetta “ambientalista”, ma quanto si sta realizzando nella Francia di Sarkozy e nella Germania di Angela Merkel.

4) L’attenzione alla qualità del servizio I cittadini che ogni giorno si muovono in treno sono l’interlocutore fondamentale di una strategia di potenziamento del servizio. Migliorare la qualità non dipende solo dalle risorse a disposizione, ma anche molto dall’attenzione ai problemi delle linee e delle stazioni, dalla disponibilità ad ascoltare e a portare miglioramenti che possono aumentare ad esempio la velocità media dei percorsi e la qualità del servizio. Nelle città europee il confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari sono considerati fondamentali per dare forza alla prospettiva di un potenziamento del servizio, per monitorare il servizio sulla rete (puntualità, organizzazione delle coincidenze tra treni, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione e cortesia del personale). 5) Legare politiche dei trasporti e urbanistiche nelle aree urbane Alla base delle esperienze di maggiore successo di integrazione tra linee di trasporto ferroviario regionale e metropolitano con il trasporto pubblico locale nelle città europee è la forte condivisione di obiettivi e strategie tra i diversi Enti Locali e una attenta integrazione delle politiche urbanistiche e dei trasporti. In Italia occorre rivedere poteri e competenze in materia proprio perché finché non verranno istituite le Città metropolitane, mancherà un coordinamento tra questo tipo di scelte.